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Autore: Paolo Ciraolo    03/03/2015    2 recensioni
Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d’ospedale. Ad uno dei due uomini era permesso mettersi seduto per un’ora ogni pomeriggio in modo da permettere il drenaggio dei fluidi dal suo corpo ed il suo letto era vicino ad un unica finestra della stanza. L’altro uomo invece doveva restare sempre sdraiato.
Genere: Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Poesia:
Un tocco d'umiltà.

Gira il mondo
ma tu non hai
superbia di fondo.

Modesto, virtuoso
il tuo fare
non è pomposo.

Il tuo cuore
non è migliore
di tutte le persone
e del loro
valore.

Spirituale
di animo sensibile
ami il tuo simile,
le sue sventure
le sue sfortune.

Il prossimo tuo
è nel suo grigiore,
il tuo interiore
splendore,
essi fanno del tuo io
il tuo avvicinarti a Dio.

Ad altri livelli
t'innalzi
grazie a Lui,
sei un candido
fiocco
di
bontà,
il tuo è..
un tocco d'umiltà.


Abbino alla mia poesia una storia scritta da altro autore e letta su internet, che fa riflettere riguardo l'umiltà:
Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d’ospedale. Ad uno dei due uomini era permesso mettersi seduto per un’ora ogni pomeriggio in modo da permettere il drenaggio dei fluidi dal suo corpo ed il suo letto era vicino ad un unica finestra della stanza. L’altro uomo invece doveva restare sempre sdraiato.
Col passare dei giorni i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore. Parlarono delle loro mogli, delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, del loro servizio militare e dei viaggi che avevano fatto. Ogni pomeriggio l’uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere e l’altro paziente cominciò a vivere per quelle ore in cui la sua sofferenza veniva lenita dai colori del mondo esterno. La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto dove Le anatre e i cigni giocavano in acqua, mentre i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo. Giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c’era una bella vista della città in lontananza. Mentre l’uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi dettagli, l’uomo era in altra parte della stanza e chiudeva gli occhi e immaginava la scena. In un caldo pomeriggio l’uomo della finestra descrisse una parata che stava passando. Sebbene l’altro uomo non potesse vedere la banda, poteva sentirla e vederla con gli occhi della sua mente, così come l’uomo dalla finestra gliela descriveva. Passavano i giorni e le settimane.

Un mattino l’infermiera del turno di giorno portò loro l’acqua per il bagno e trovò il corpo senza vita dell’uomo vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno. L’infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo. Non appena gli sembrò appropriato, l’altro uomo chiese se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra. L’infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata che stesse bene, lo lasciò solo. Lentamente, dolorosamente, l’uomo si sollevò su un gomito per vedere per la prima volta il mondo esterno, voltandosi lentamente per guardare fuori. Essa si affacciava su un muro bianco, l’uomo allora chiese a quella infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico morto a descrivere delle cose così meravigliose al di fuori da quella finestra. L’infermiera rispose che l’uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro: “Forse, voleva farle coraggio..” disse.

Questa parabola vuol farci comprendere la grande capacità dell’amore di superare qualsiasi barriera, perfino quella della sofferenza e della malattia; è amore che Dio Padre ha dimostrato a tutti noi per mezzo di Cristo; un amore senza limiti capace di sconfiggere anche la morte.
“Vi lascio un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni e gli altri come Io ho amato voi”. Giusta precisazione, solo la poesia è frutto della mia scrittura, mentre il racconto e di altro autore.

   
 
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