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Autore: Sakurina    10/12/2008    17 recensioni
ShikaIno #1: Il Fascino Del Seccante
ShikaIno #2: Di Tende e Di Passioni
ShikaIno #3: Di Sonni Solidali
ShikaIno #4: Di Giulietta E Del Suo Amore
ShikaIno #5: Di Biscotti Al Cioccolato
ShikaIno #6: Di Dichiarazioni Logiche
ShikaIno #7: Di Piccolezze Indispensabili
ShikaIno #8: Di Genitori Curiosi
ShikaIno #9: Di Donne Ammogliate
ShikaIno #10: Di Amori E Distanze
"Poi vi fu solo il letto ad attenderla, quelle lenzuola che da giorni accoglievano le sue lacrime, che copiose e amare si ostinavano ad aumentare di giorno in giorno. Sarebbero mai finite le lacrime per Shikamaru? Sarebbe mai stato colmato il vuoto causato dalla sua perdita? Passerà, ti ci abituerai, lo fanno tutti, è inevitabile."
2 anni su EFP per me *___* [auguri a meeee]
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Con un pesante tonfo, Ino si lasciò cadere sul morbido letto, sdraiandosi su quelle trapunte visibilmente datate, ma profumate di fresco e di bucato

ShikaIno #1:

“Il Fascino Del Seccante”

 

 

 

Con un pesante tonfo, Ino si lasciò cadere sul morbido letto, sdraiandosi su quelle trapunte visibilmente datate, ma profumate di fresco e di bucato. Il fastidioso scricchiolio della struttura in legno del letto le suggerì che non erano solo le coperte ad avere una certa età, ma tutta la piccola pensione in cui si erano rifugiati per nascondersi quella notte. Tutto profumava di vecchio, ma nel complesso quella cameretta spartana andava più che bene per un sonno riposante.

La ragazza si tirò su a sedere aiutandosi con le mani - avvolte dai lunghi guanti di seta bianca in coordinato col vestito –  sentendosi terribilmente impacciata in quell’ingombrante abito bianco, che la faceva sembrare una bomboniera più che una sposa.

Cercò di trovare una posizione stabile, sebbene il grosso tulle della gonna le impedisse di assumere una qualsiasi posa che non prevedesse l’essere sdraiate o lo stare in piedi: decisamente non era l’abito che avrebbe scelto per il suo matrimonio.

Uno sbuffo contrariato sfuggì dalle labbra della Yamanaka, mentre cercava di tirarsi su con l’agonia di una tartaruga rimasta schiena a terra, nell’inutile intento di raddrizzarsi.

In quel momento, la piccola porticina di legno della camera 22 si aprì, lasciando entrare uno Shikamaru dal viso stanco e un po’ provato.

Lo smoking nero, che avrebbe dovuto farlo apparire elegante, gli dava invece un’aria trasandata, essendo tutto sgualcito e stropicciato; la camicia era sbottonata presso il collo, mentre la cravatta probabilmente non si era nemmeno avvicinata alla giugulare del Nara, quasi vi fosse una specie di allergia reciproca che gli impediva di convivere.

Nel vedere Ino in quella situazione comica, un sorriso divertito si spaziò sul volto di Shikamaru, che si richiuse la porta alle spalle scuotendo la testa, come rassegnato dalla poca grazia della compagna pure in una situazione come quella.

-“Sì, ridi pure, non sei tu quello impachettato in una trappola di tulle, pizzi e perline, con tanto di corpetto a prova di asfissia!”- sbottò Ino, cercando disperatamente di slacciare i nodi che le comprimevano il petto in quel corpetto angusto.

-“Mendokuse, Ino…”- sogghignò Shikamaru, avvicinandosi alla ragazza e sedendosi accanto a lei sul letto. –“Se restassi ferma un secondo ti aiuterei io…”-

-“Ma se non riesco nemmeno a stare seduta! Mi tengo in equilibrio per miracolo, Nara! Ora ti prego liberami da questa tortura infame!”- sbraitò la biondina, con voce roca dall’isteria e dal fiato corto.

-“Okay, okay…”- assentì il ragazzo, prendendo a snodare l’intricato intreccio di fili del corpetto con un profondo sospiro seccato. –“Senti, la prossima volta che uno psicopatico daimyo* ti rapisce per sposarti, cerca di farmelo sapere prima di farti portare all’altare, così oltre al rischio di farci trucidare dalle sue guardie con la mia entrata in scena all’ultimo secondo, evito la fatica di slacciarti il pastrano che ti ha messo addosso.”- sbottò infine, riuscendo lentamente nell’impresa.

-“Mi scusi signor Nara, ma quello minacciava di farvi del male durante il ritorno dalla vostra missione. Cosa dovevo fare?!”- protestò Ino, continuando a dargli le spalle, premendosi le mani contro le tempie doloranti.

Shikamaru divideva il suo sguardo tra i fili del corpetto e le spalle e il collo della Yamanaka –  lasciati nudi dal vestito da sposa privo di spalline, teso a risaltare le forme del petto.

La sua pelle nivea pareva morbida e vellutata come la neve, ma calda come seta arroventata dai raggi del tramonto. Invitante.

-“Hai finito?”- domandò la ragazza, impaziente.

In quel momento, Shikamaru dovette affondare i denti nel labbro inferiore, distogliendo immediatamente gli occhi dalla pelle nuda della Yamanaka. Non sapeva se sentirsi più simile ad un vecchio perverso o ad un vampiro assetato.

-“Mendokuse”- sibilò infine il ragazzo, slacciando con velocità anormale gli ultimi laccetti del corpetto.

Finalmente, l’aria riprese a riempire i polmoni della biondina, che con un sospiro di sollievo si sollevò in piedi.

-“Oh, finalmente!”- esultò Ino, levandosi con uno strattone i lunghi guanti bianchi.

Senza badare alla presenza del compagno, Ino si levò il corpetto – che era anche la parte superiore dell’abito – con smania, restando presto in un semplice reggiseno senza spalline, sotto lo sguardo attonito di uno Shikamaru dalla mascella insolitamente spalancata.

-“I-Ino…”- cercò di richiamarla lui, grattandosi la nuca nell’intento di dissimulare l’imbarazzo – sebbene le gote arrossate parlassero benissimo da sole.

-“No, aspetta! La gonna, la gonna! Devo levarmi questa roba da ballerina classica obesa il più presto possibile!”- si disperò la ragazza, saltellando ovunque nell’esasperato intento di levarsi di dosso l’ingombrante gonna di tulle.

-“Ino…”- deglutì nervosamente Shikamaru, voltandosi nuovamente dall’altra parte nel notare che la ragazza era rimasta praticamente in lingerie, una volta che la gonna aveva raggiunto il corpetto al suolo.

-“Oh, finalmente libera!”- esultò Ino, lasciandosi andare sul letto. –“Oh, Shikamaru, che ci fai nell’angolino? Non ti metterai a fare il vergognoso, adesso!”- lo schernì poi lei, prendendo a levarsi le calze autoreggenti con sensuale lentezza.

-“Non faccio il vergognoso! Sei tu quella che si è dimenticata il significato della parola pudore! Ma ti pare che ci si spogli così davanti al primo uomo che capita?!”- sbottò il Nara, tradendo un certo nervosismo nella voce, cercando con febbricitante nervosismo il pacchetto di sigarette nelle tasche dello smoking.

-“Ma tu non sei il primo uomo che capita!”- sbottò Ino, stupita –“Insomma, ci conosciamo da una vita!”- concluse perplessa, lasciando a terra le calze.

-“Sì, ma la questione non cambia…”- sbuffò Shikamaru, rinunciando alla ricerca delle sigarette per portarsi la mano ad asciugarsi i rivoli di sudore che gli imperlavano la fronte.

-“Sei nervoso, signor Nara?”- domandò la voce improvvisamente vicina della Yamanaka, che, silenziosa, gli si era avvicinata da dietro le spalle.

Si era aggrappata al suo collo – alzandosi sulla punta dei piedi nudi per cercare di raggiungerlo, tanto era alto – e ora gli sussurrava con voce calda e suadente all’orecchio, provocandolo con volontaria e mirata malizia. 

-“Oh, come sei rigido, Shika! Non pensavo di farti quest’effetto!”- gli soffiò sul collo Ino, ridacchiando scherzosa.

Ma sentiva chiaramente il corpo del compagno fermo e irrigidito come una statua, così tanto che non riusciva nemmeno a voltarsi per guardarla. E forse, non era nemmeno felice.

La consapevolezza che l’unica a scherzare in quella stanza era lei investì Ino quando percepì le mani del Nara afferrarle con forza i polsi, scostandoli con uno strattone alquanto seccato dal suo collo.

-“Ehi… ahia Shika…”- brontolò fievolmente Ino, massaggiandosi i polsi e scoccandogli uno sguardo contrariato.

-“Piantala con queste stronzate.”- sibilò freddo il ragazzo, levandosi la giacca e lanciandogliela addosso, in un chiaro invito a coprirsi.

Senza aggiungere altro, Shikamaru la sorpassò, uscendo dalla stanza velocemente e chiudendo la porta con rumorosa veemenza.

Sì, era decisamente arrabbiato.

 

 

Quando rientrò nella stanza, circa mezzoretta dopo, Shikamaru aveva l’aria ancora più stravolta e un profumo amaro di nicotina lo avvolgeva da capo a piedi.

Aveva passato gli ultimi minuti in una specie di stato di autoconvinzione, nel quale si era ficcato in testa l’idea di essere immune al fascino sensuale della compagna di squadra.

Entrando nella stanza, sebbene spossato da tutto quello stress psicologico, il Nara era seriamente convinto di essersi vaccinato contro il “fascino del seccante”.

Ci volle esattamente un minuto per far crollare la sua mezzora di duro allenamento psicofisico.

La stanzetta era illuminata solo dalla fioca luce di una piccola lampada abat-jour appoggiata sul comodino accanto al letto.

Lì, Ino se ne stava accucciata in un angolino del letto, le snelle gambe nude piegate al petto, indosso solamente l’intimo e la giacca nera sgualcita, i lunghi capelli biondi sciolti lungo le spalle - finalmente liberi dalla pressione di mille forcine.

All’udire Shikamaru rientrare, Ino alzò la testa, che teneva appoggiata alle ginocchia, di scatto, fissandolo con occhi sbarrati e perplessi.

-“Shikamaru!”- esclamò lei, sorpresa.

Avrebbe voluto aggiungere altri mille insulti e tempestarlo di domande, ma non ne ebbe la forza. Era ancora allibita dalla reazione insolita di pochi minuti prima del compagno, e cominciava a prendere in considerazione l’idea di aver seriamente esagerato, questa volta.

-“Scusa, non volevo.”- sbuffò Shikamaru, grattandosi la nuca, nuovamente imbarazzato.

-“No, mi sa che sono stata io ad essere un po’ stronza…”- ammise Ino, storcendo il naso, perplessa.

-“Sì, decisamente stronza.”- assentì lui, senza troppi giri di parole.

-“Ah. Okay.”- sussultò la ragazza, vagamente offesa, visto che non si aspettava quella risposta. Ma del resto sapeva bene che Shikamaru non era uno da troppi complimenti.

-“Non puoi venirti a strusciare su di me mezza nuda.”- commentò il Nara, mettendosi a sedere di fianco a lei con un sospiro seccato.

-“Sì che posso.”- contestò Ino, ravvivandosi i capelli, con altezzosità. –“L’ho fatto per scherzare, mica con cattiveria!”-

-“Mendokuse, Ino… ma non lo capisci che… conciata così…”- brontolò fra sé e sé il ragazzo, grattandosi la nuca irritato e indicando la lingerie della compagna.

-“Scusa tanto se sono una donna.”- commentò la Yamanaka, sbuffando offesa.

-“Eh, scusa tanto se sono un uomo!”- ribatté prontamente Shikamaru, irritato dal commento della ragazza.

-“Ah.”- asserì Ino che, solo ora, realizzava quale fosse il vero problema del Nara. –“Shikamaru Nara! Non starai davvero fantasticando su di me?!”- scoppiò in una risata cristallina, infine.

-“…vado a chiedere all’oste se ha un’altra camera libera…”- borbottò il ragazzo, alzandosi per nascondere l’imbarazzo, infastidito dalle risate della compagna.

-“Ma dai, resta qui!”- lo pregò Ino, trattenendolo per il braccio, con occhi languidi e supplichevoli, che lasciavano trasparire tutto meno che innocenza –“Non vorrai lasciarmi sola durante la mia pseudo-luna di miele!”- protestò la ragazza, trascinando lentamente Shikamaru sul letto, accanto lei.

-“E perché dovresti volere proprio me a farti compagnia?”- domandò il Nara, ghignando rassegnato alle provocazioni della compagna.

-“Perché non dovrei?”- rispose lei, sorridendogli maliziosa e appoggiando il volto sulla sua spalla.

I due si osservarono per qualche secondo: lo sguardo scocciato di Shikamaru tradiva uno strano bagliore nelle iridi castane, lo sguardo languido di Ino trasmetteva desiderio e dolcezza accompagnate da un delizioso sorrisino malizioso.

-“Resta qui…”- sussurrò Ino, soffiando sulle labbra estremamente vicine del Nara, percependo improvvisamente un braccio del ragazzo cingerle la vita con forza.

-“Mendokuse, Ino-chan…”- mugugnò Shikamaru, prima di spegnere con la mano libera la piccola abat-jour sul comodino.

Ino pensò che in fondo rischiare di sposarsi con un altro uomo non era poi così male, se era questo ciò di cui aveva bisogno Shikamaru per svegliare l’uomo che era in sé.

Shikamaru, invece, si preoccupò seriamente: non avrebbe mai immaginato che Ino Yamanaka con un abito da sposa indosso potesse fargli quell’effetto devastante. Non osava immaginare l’ansia che il futuro marito di Ino avrebbe provato nel trovarsi all’altare con una bellezza sconvolgente e mozzafiato del genere.

…lo appurò sulla sua pelle un anno dopo.

 

 

 

š

 

 

 

*Il daimyō era la carica feudale più importante tra il XII secolo e il XIX secolo in Giappone.

 

 

 

*Angolo di Luly*

Care Mosche Bianche e non che leggete la prima shot di questa raccolta ShikaIno, grazie per aver letto! *O*

Lo so che la qui presente Sakurina ha una marea di long-fic da completare, ma si suppone che la sottoscritta non sempre sia ispirata nel continuarle. E poi non è colpa mia se ogni cosa che vedo mi ispira ShikaIno!

Così per diletto di tanto in tanto pubblicherò qualche shottina ShikaIno, giusto per scrivere qualcosa di leggero ed estremamente biancoH… <3

Il titolo “Il Fascino del Seccante” viene da una mia ficcy AU, “Un petalo di rosa nella notte d’Oriente”, ed è particolarmente piaciuto a zia Eleanor così ho deciso di riciclarlo. ù_ù

Spero vi aggradino! ^^

 

Una dedica speciale alla zia Eleanor, che ultimamente mi vizia troppo, e che si è gentilmente offerta di betare (ovvero si è catapultata XD) questa prima shottina.

Un’altra dedica di parte è da fare alla mamy Lee, visto che il “Mendokuse, Ino-chan…” è una citazione tratta da una delle sue ficcy che io amo particolarmente. (“Buongiorno perfetto” di Coco Lee, per chi voglia usufruire ù_ù).

Detto questo mi dileguo. <3

 

Baci bianchiH,

Luly

  
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