ShikaIno #1:
“Il Fascino Del
Seccante”
Con un pesante tonfo, Ino si lasciò cadere sul
morbido letto, sdraiandosi su quelle trapunte visibilmente datate, ma profumate
di fresco e di bucato. Il fastidioso scricchiolio della struttura in legno del letto
le suggerì che non erano solo le coperte ad avere una certa età, ma tutta la
piccola pensione in cui si erano rifugiati per nascondersi quella notte. Tutto
profumava di vecchio, ma nel complesso quella cameretta spartana andava più che
bene per un sonno riposante.
La ragazza si tirò su a sedere aiutandosi con le
mani - avvolte dai lunghi guanti di seta bianca in coordinato col vestito
– sentendosi terribilmente impacciata in
quell’ingombrante abito bianco, che la faceva sembrare una bomboniera più che
una sposa.
Cercò di trovare una posizione stabile, sebbene il
grosso tulle della gonna le impedisse di assumere una qualsiasi posa che non
prevedesse l’essere sdraiate o lo stare in piedi: decisamente non era l’abito
che avrebbe scelto per il suo matrimonio.
Uno sbuffo contrariato sfuggì dalle labbra della
Yamanaka, mentre cercava di tirarsi su con l’agonia di una tartaruga rimasta
schiena a terra, nell’inutile intento di raddrizzarsi.
In quel momento, la piccola porticina di legno
della camera 22 si aprì, lasciando entrare uno Shikamaru dal viso stanco e un
po’ provato.
Lo smoking nero, che avrebbe dovuto farlo apparire
elegante, gli dava invece un’aria trasandata, essendo tutto sgualcito e
stropicciato; la camicia era sbottonata presso il collo, mentre la cravatta
probabilmente non si era nemmeno avvicinata alla giugulare del Nara, quasi vi
fosse una specie di allergia reciproca che gli impediva di convivere.
Nel vedere Ino in quella situazione comica, un
sorriso divertito si spaziò sul volto di Shikamaru, che si richiuse la porta
alle spalle scuotendo la testa, come rassegnato dalla poca grazia della
compagna pure in una situazione come quella.
-“Sì, ridi pure, non sei tu quello impachettato in
una trappola di tulle, pizzi e perline, con tanto di corpetto a prova di
asfissia!”- sbottò Ino, cercando disperatamente di slacciare i nodi che le
comprimevano il petto in quel corpetto angusto.
-“Mendokuse, Ino…”- sogghignò Shikamaru, avvicinandosi alla
ragazza e sedendosi accanto a lei sul letto. –“Se restassi ferma un secondo ti
aiuterei io…”-
-“Ma se non riesco nemmeno a stare seduta! Mi
tengo in equilibrio per miracolo, Nara! Ora ti prego liberami da questa tortura
infame!”- sbraitò la biondina, con voce roca dall’isteria e dal fiato corto.
-“Okay, okay…”- assentì il ragazzo, prendendo a
snodare l’intricato intreccio di fili del corpetto con un profondo sospiro
seccato. –“Senti, la prossima volta che uno psicopatico daimyo* ti rapisce per sposarti,
cerca di farmelo sapere prima di farti portare all’altare, così oltre al
rischio di farci trucidare dalle sue guardie con la mia entrata in scena
all’ultimo secondo, evito la fatica di slacciarti il pastrano che ti ha messo
addosso.”- sbottò infine, riuscendo lentamente nell’impresa.
-“Mi scusi signor Nara, ma quello minacciava di
farvi del male durante il ritorno dalla vostra missione. Cosa dovevo fare?!”-
protestò Ino, continuando a dargli le spalle, premendosi le mani contro le
tempie doloranti.
Shikamaru divideva il suo sguardo tra i fili del
corpetto e le spalle e il collo della Yamanaka – lasciati nudi dal vestito da sposa privo di
spalline, teso a risaltare le forme del petto.
La sua pelle nivea pareva morbida e vellutata come
la neve, ma calda come seta arroventata dai raggi del tramonto. Invitante.
-“Hai finito?”- domandò la ragazza, impaziente.
In quel momento, Shikamaru dovette affondare i
denti nel labbro inferiore, distogliendo immediatamente gli occhi dalla pelle
nuda della Yamanaka. Non sapeva se sentirsi più simile ad un vecchio perverso o
ad un vampiro assetato.
-“Mendokuse…”-
sibilò infine il ragazzo, slacciando con velocità anormale gli ultimi laccetti
del corpetto.
Finalmente, l’aria riprese a riempire i polmoni
della biondina, che con un sospiro di sollievo si sollevò in piedi.
-“Oh, finalmente!”- esultò Ino, levandosi con uno
strattone i lunghi guanti bianchi.
Senza badare alla presenza del compagno, Ino si
levò il corpetto – che era anche la parte superiore dell’abito – con smania,
restando presto in un semplice reggiseno senza spalline, sotto lo sguardo
attonito di uno Shikamaru dalla mascella insolitamente spalancata.
-“I-Ino…”- cercò di
richiamarla lui, grattandosi la nuca nell’intento di dissimulare l’imbarazzo –
sebbene le gote arrossate parlassero benissimo da sole.
-“No, aspetta! La gonna, la gonna! Devo levarmi
questa roba da ballerina classica obesa il più presto possibile!”- si disperò
la ragazza, saltellando ovunque nell’esasperato intento di levarsi di dosso
l’ingombrante gonna di tulle.
-“Ino…”- deglutì nervosamente Shikamaru, voltandosi
nuovamente dall’altra parte nel notare che la ragazza era rimasta praticamente
in lingerie, una volta che la gonna aveva raggiunto il corpetto al suolo.
-“Oh, finalmente libera!”- esultò Ino, lasciandosi
andare sul letto. –“Oh, Shikamaru, che ci fai nell’angolino? Non ti metterai a
fare il vergognoso, adesso!”- lo schernì poi lei, prendendo a levarsi le calze
autoreggenti con sensuale lentezza.
-“Non faccio il vergognoso! Sei tu quella che si è
dimenticata il significato della parola pudore!
Ma ti pare che ci si spogli così davanti al primo uomo che capita?!”- sbottò il
Nara, tradendo un certo nervosismo nella voce, cercando con febbricitante
nervosismo il pacchetto di sigarette nelle tasche dello smoking.
-“Ma tu non sei il primo uomo che capita!”- sbottò
Ino, stupita –“Insomma, ci conosciamo da una vita!”- concluse perplessa,
lasciando a terra le calze.
-“Sì, ma la questione non cambia…”- sbuffò
Shikamaru, rinunciando alla ricerca delle sigarette per portarsi la mano ad
asciugarsi i rivoli di sudore che gli imperlavano la fronte.
-“Sei nervoso, signor Nara?”- domandò la voce
improvvisamente vicina della Yamanaka, che, silenziosa, gli si era avvicinata
da dietro le spalle.
Si era aggrappata al suo collo – alzandosi sulla
punta dei piedi nudi per cercare di raggiungerlo, tanto era alto – e ora gli
sussurrava con voce calda e suadente all’orecchio, provocandolo con volontaria
e mirata malizia.
-“Oh, come sei rigido, Shika! Non pensavo di farti
quest’effetto!”- gli soffiò sul collo Ino, ridacchiando scherzosa.
Ma sentiva chiaramente il corpo del compagno fermo
e irrigidito come una statua, così tanto che non riusciva nemmeno a voltarsi
per guardarla. E forse, non era nemmeno felice.
La consapevolezza che l’unica a scherzare in
quella stanza era lei investì Ino quando percepì le mani del Nara afferrarle
con forza i polsi, scostandoli con uno strattone alquanto seccato dal suo
collo.
-“Ehi… ahia Shika…”- brontolò fievolmente Ino,
massaggiandosi i polsi e scoccandogli uno sguardo contrariato.
-“Piantala con queste stronzate.”- sibilò freddo
il ragazzo, levandosi la giacca e lanciandogliela addosso, in un chiaro invito
a coprirsi.
Senza aggiungere altro, Shikamaru la sorpassò,
uscendo dalla stanza velocemente e chiudendo la porta con rumorosa veemenza.
Sì, era decisamente arrabbiato.
Quando rientrò nella stanza, circa mezzoretta
dopo, Shikamaru aveva l’aria ancora più stravolta e un profumo amaro di
nicotina lo avvolgeva da capo a piedi.
Aveva passato gli ultimi minuti in una specie di
stato di autoconvinzione, nel quale si era ficcato in testa l’idea di essere
immune al fascino sensuale della compagna di squadra.
Entrando nella stanza, sebbene spossato da tutto
quello stress psicologico, il Nara era seriamente convinto di essersi vaccinato
contro il “fascino del seccante”.
Ci volle esattamente un minuto per far crollare la
sua mezzora di duro allenamento psicofisico.
La stanzetta era illuminata solo dalla fioca luce
di una piccola lampada abat-jour appoggiata sul comodino accanto al letto.
Lì, Ino se ne stava accucciata in un angolino del
letto, le snelle gambe nude piegate al petto, indosso solamente l’intimo e la
giacca nera sgualcita, i lunghi capelli biondi sciolti lungo le spalle -
finalmente liberi dalla pressione di mille forcine.
All’udire Shikamaru rientrare, Ino alzò la testa,
che teneva appoggiata alle ginocchia, di scatto, fissandolo con occhi sbarrati
e perplessi.
-“Shikamaru!”- esclamò lei, sorpresa.
Avrebbe voluto aggiungere altri mille insulti e
tempestarlo di domande, ma non ne ebbe la forza. Era ancora allibita dalla
reazione insolita di pochi minuti prima del compagno, e cominciava a prendere
in considerazione l’idea di aver seriamente esagerato, questa volta.
-“Scusa, non volevo.”- sbuffò Shikamaru,
grattandosi la nuca, nuovamente imbarazzato.
-“No, mi sa che sono stata io ad essere un po’
stronza…”- ammise Ino, storcendo il naso, perplessa.
-“Sì, decisamente stronza.”- assentì lui, senza
troppi giri di parole.
-“Ah. Okay.”- sussultò la ragazza, vagamente
offesa, visto che non si aspettava quella risposta. Ma del resto sapeva bene
che Shikamaru non era uno da troppi complimenti.
-“Non puoi venirti a strusciare su di me mezza
nuda.”- commentò il Nara, mettendosi a sedere di fianco a lei con un sospiro
seccato.
-“Sì che posso.”- contestò Ino, ravvivandosi i
capelli, con altezzosità. –“L’ho fatto per scherzare, mica con cattiveria!”-
-“Mendokuse, Ino… ma non lo capisci che… conciata così…”-
brontolò fra sé e sé il ragazzo, grattandosi la nuca irritato e indicando la lingerie
della compagna.
-“Scusa tanto se sono una donna.”- commentò la
Yamanaka, sbuffando offesa.
-“Eh, scusa tanto se sono un uomo!”- ribatté
prontamente Shikamaru, irritato dal commento della ragazza.
-“Ah.”- asserì Ino che, solo ora, realizzava quale
fosse il vero problema del Nara.
–“Shikamaru Nara! Non starai davvero fantasticando su di me?!”- scoppiò in una
risata cristallina, infine.
-“…vado a chiedere all’oste se ha un’altra camera
libera…”- borbottò il ragazzo, alzandosi per nascondere l’imbarazzo,
infastidito dalle risate della compagna.
-“Ma dai, resta qui!”- lo pregò Ino, trattenendolo
per il braccio, con occhi languidi e supplichevoli, che lasciavano trasparire
tutto meno che innocenza –“Non vorrai lasciarmi sola durante la mia pseudo-luna di miele!”- protestò la ragazza, trascinando
lentamente Shikamaru sul letto, accanto lei.
-“E perché dovresti volere proprio me a farti
compagnia?”- domandò il Nara, ghignando rassegnato alle provocazioni della
compagna.
-“Perché non dovrei?”- rispose lei, sorridendogli
maliziosa e appoggiando il volto sulla sua spalla.
I due si osservarono per qualche secondo: lo
sguardo scocciato di Shikamaru tradiva uno strano bagliore nelle iridi castane,
lo sguardo languido di Ino trasmetteva desiderio e dolcezza accompagnate da un
delizioso sorrisino malizioso.
-“Resta qui…”- sussurrò Ino, soffiando sulle
labbra estremamente vicine del Nara, percependo improvvisamente un braccio del
ragazzo cingerle la vita con forza.
-“Mendokuse, Ino-chan…”- mugugnò
Shikamaru, prima di spegnere con la mano libera la piccola abat-jour sul
comodino.
Ino pensò che in fondo rischiare di sposarsi con
un altro uomo non era poi così male, se era questo ciò di cui aveva bisogno
Shikamaru per svegliare l’uomo che era in sé.
Shikamaru, invece, si preoccupò seriamente: non
avrebbe mai immaginato che Ino Yamanaka con un abito da sposa indosso potesse
fargli quell’effetto devastante. Non osava immaginare l’ansia che il futuro
marito di Ino avrebbe provato nel trovarsi all’altare con una bellezza sconvolgente
e mozzafiato del genere.
…lo
appurò sulla sua pelle un anno dopo.
š›
*Il daimyō era la carica feudale più
importante tra il XII secolo e il XIX secolo in Giappone.
*Angolo di Luly*
Care
Mosche Bianche e non che leggete la prima shot di questa
raccolta ShikaIno, grazie per aver letto! *O*
Lo so che
la qui presente Sakurina ha una marea di long-fic da completare, ma si suppone che la sottoscritta
non sempre sia ispirata nel continuarle. E poi non è colpa mia se ogni cosa che
vedo mi ispira ShikaIno!
Così per
diletto di tanto in tanto pubblicherò qualche shottina
ShikaIno, giusto per scrivere qualcosa di leggero ed estremamente biancoH… <3
Il titolo
“Il Fascino del Seccante” viene da una mia ficcy AU, “Un
petalo di rosa nella notte d’Oriente”, ed è particolarmente piaciuto a zia Eleanor così ho deciso di riciclarlo. ù_ù
Spero vi
aggradino! ^^
Una
dedica speciale alla zia Eleanor, che ultimamente mi vizia troppo, e che si è
gentilmente offerta di betare (ovvero si è
catapultata XD) questa prima shottina.
Un’altra
dedica di parte è da fare alla mamy Lee, visto
che il “Mendokuse, Ino-chan…”
è una citazione tratta da una delle sue ficcy che io
amo particolarmente. (“Buongiorno perfetto” di Coco Lee, per chi voglia
usufruire ù_ù).
Detto
questo mi dileguo. <3
Baci bianchiH,
Luly