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Autore: Shinkocchi_    03/03/2015    1 recensioni
Dalla cima di quella collina pare tutto più distante, al calar della sera, e il cielo più vicino. Il mondo si staglia davanti a loro, e Alba pensa sembri accoglierlo a braccia aperte, ricolmo di promesse e nuove emozioni solo per lui.
[SPOILER volume 4, capitolo 17]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ho solo lacrime da versare in questo momento.
Fic scritta principalmente perchè Senyuu è finito e io sono ancora in denial.




 

 
♦ ♦

Il crepuscolo dell'ultimo giorno sorprende Alba ad un incrocio in cima a una collina, lì dove strade di campagna meglio o peggio tenute si intrecciano fra di loro, prendono direzioni diverse e si perdono verso orizzonti sconosciuti. Il cielo esplode in tinte vermiglie e dorate che diventano più tenui, livide, man mano che si alza lo sguardo verso la volta celeste, man mano che il sole precipita dietro il castello in lontananza.
È infine a quell'incrocio che la sua avventura ha fine.
È Foyfoy il primo a salutarlo; lo fa con disinvoltura e noncuranza, mentre si stringe nelle spalle e alza gli occhi al cielo in un sospiro. È stato lui il suo primo vero avversario, e Alba trova difficile pensare si tratti di un caso il fatto che sia anche il primo a dirgli arrivederci.
-Abbi cura di te.- ammicca divertito, con lo sguardo di chi la sa lunga -Vedi di non farti arrestare a breve termine.-
Alba sobbalza e apre le braccia per replicare, ma prima che ne abbia il tempo sente una mano sulla spalla e l'espressione da menefreghista approfittatrice di Ares fa capolino davanti il suo viso -In tal caso potrai contare sul mio aiuto, Alba-kun!-
Lui la guarda, sospira -Non sono ricco, ne sei consapevole?- Ares non è mai stata una persona disinteressata, come gli ricorda la tirata d'orecchi che la ragazza riceve da Hime, e l'eroe si ritrova a ridere di cuore alla scena, mentre ricordi su ricordi si affacciano alla porta della sua memoria, e sono così tanti, così intensi, che Alba non riesce a richiamarne a sé nessuno in particolare.
I tre si avviano verso la città, sei mani alzate in segno di saluto, tre schiene rivolte verso di lui e altrettante ombre che diventano meno consistenti man mano che si allungano contro il lato della collina.
È poi il turno di Janua, e Alba risponde subito al sorriso gentile che gli viene offerto prima che l'altro prenda parola -È stato bello giocare a dodgeball assieme, Alba-kun, facciamolo ancora, okay?-
-Ah, però magari la prossima volta scegliamo una situazione più appropriata.-
Il demone ride mentre viene affiancato dalla figura robusta di un Samejima che porta in spalla un Teufel assopito; Alba guarda allontanarsi anche loro, il riverbero del sole negli occhi, e si trova a pensare con nostalgia che quei tre non siano cambiati affatto negli anni.
È tuttavia con Ruki che la sua scorza inizia a scalfirsi. La bambina tiene lo sguardo basso e tira su con il naso mentre gli tira un lembo del mantello in cerca di un abbraccio; e lui glielo dà, la stringe così forte che ha paura di soffocarla per un momento, ma poi si ricorda che sta parlando del Re dei Demoni e ride piano, sentendola singhiozzare, pattandole la testa e promettendole che la prossima volta che si vedranno le porterà una dozzina di lattine di Fanta. Poi Rin la prende per mano, fa un cenno ai due ragazzini poco distanti e si fa da parte; sono cresciuti Salt e Lake, sono cresciuti tanto che ad Alba pare essere trascorsa un'eternità dalla prima volta che li ha incontrati, quando erano più di ogni altra cosa dei bambini cocciuti e avventati. Nessuno dei due piange, al contrario prendono ciascuno una mano del ragazzo stringendola con la promessa di diventare ancora più forti.
-Non vedo l'ora di vederlo.- risponde Alba, e mentre il piacevole tepore sudaticcio delle loro mani abbandona i suoi palmi li guarda allontanarsi, uno affianco all’altro, e si chiede fino a dove si allungheranno un giorno quelle ombre sul terreno.
C’è molto più silenzio ora sulla cima della collina, all’eroe si stringe il cuore a pensarlo; sospira, chiude gli occhi e sforza un sorriso nel sentire i passi di Crea fermarsi accanto a lui; poi apre gli occhi e lo guarda, specchiandosi in grandi e limpidi occhi blu, tersi come il cielo e di norma accompagnati da una risata rumorosa, che tuttavia oggi stranamente manca all’appello.
-Su, non fare quella faccia, Alba-kun.- si accosta per tirargli una guancia, facendolo mugugnare –Non è che non ci vedremo più!-
-Ahi ahi ahi, Crea-san, mollami, fa male, fa male!-
Il giovane ridacchia e si scosta, lancia a qualcuno alle sue spalle un’occhiata a cui Alba non vuole dare importanza e che preferisce ignorare, prima di schiarirsi la voce –Sai, quello che sto per dire non ha molto senso in effetti, ma…pensavo a tutto quello che è accaduto in passato, quello che mi è capitato e la faccenda di Rukimedes. Se non mi fosse mai successo niente di tutto ciò io quasi certamente non avrei mai conosciuto nessuno di voi.- si gratta la guancia e scompiglia i capelli –Quindi…insomma, se mi ha permesso di incontrare persone come te, Ruki e tutti gli altri, allora mi ritrovo a pensare che alla fine non sia stato poi tanto terribile.-
Ad Alba è sempre stato detto che Crea è uno stupido e guardandolo ora non fatica a immaginarne il motivo. È uno stupido di dimensioni colossali, ma a cui è impossibile non affezionarsi.
-Mh, beh se…se può valere altrettanto, allora anche io ne sono contento…insomma, non sono contento del fatto che tu sia praticamente stato ucciso e posseduto e tutto il resto, ma…hai…capito…hai capito, vero?-
I due si fissano qualche istante, trattengono il fiato e poi scoppiano a ridere all’unisono; è una risata così pura, liberatoria e genuina che al giovane fa quasi male il cuore ad ascoltarla.
L’avventura di Alba, l’Eroe Alba, è infine giunta a termine. Si è portata dietro tanti imprevisti, ha cambiato il fato di molte persone nel suo passaggio, intricando fili già intricati fra loro fino a dare forma a un groviglio di eventi e di destini che Alba aveva sempre pensato essere inestricabile, in qualche modo. Nonostante egli sia perfettamente conscio del fatto che il legame venutosi a creare fra tutti loro non sia così fragile da morire sotto quel crepuscolo in cima alla collina, una parte di lui si sente inevitabilmente ferita da questo taglio netto e improvviso, e ciò è decisamente poco eroico a suo parere.
A dirgli arrivederci per ultimo è Elf, e nuovamente Alba si trova a pensare non possa essere casuale che proprio lui sia stato sia la causa che l’obbiettivo conclusivo del suo viaggio. Come al solito Alf gli sta di fianco, commenta piano e controlla che non si comporti in maniera sfacciata o lo infastidisca, perché Elf è sempre il solito Elf, e Alf è chi lo conosce meglio di tutti.
-Sono felice.- esclama raggiante come era poche ore prima il sole che ora sta morendo alle sue spalle, e l’eroe non dubita nemmeno per un attimo delle sue parole –Sono davvero, davvero felice di poter affidare questo mondo a te, Alba-san. Sarà in ottime mani, così come lo siamo stati tutti noi.- “io per primo” vorrebbe dire, ma tace.
Alba gli legge negli occhi una marea di sentimenti diversi e per un momento pensa potrebbe annegare nelle sue iridi, dense e scure come pece che inghiotte ogni colore.
-Grazie.-
-Grazie per cosa?- ridacchia imbarazzato.
Grazie per aver salvato Alf.
Grazie per aver salvato me.
Grazie per non aver rinunciato.
-Mh.- il ragazzo scuote il capo e un sorriso stupido gli si stampa in volto –Per essere quello che sei, Alba-san.-
-Anche tu sei un eroe, Elf. Non scordarlo.-
-Ah, lo pensi davvero Alba-san?- si sfrega il naso, dondolandosi sulle punte dei piedi -Ah, ne sono onorato, ma così mi metti in imbaraz—
-Lascio il futuro nelle tue mani.-
Mentre lo dice il suo volto si apre in un sorriso tenue, che trova riscontro nello stupore che guizza nello sguardo di Elf, ma è solo un momento prima che anche l’espressione del giovane si sciolga in quella che pare comprensione, e l’eroe è certo di intravedere un bagliore umido nei suoi occhi.
-Farò del mio meglio.-
Alba rivolge un sorriso ad entrambi e mentre le loro sagome si allontanano, sbiadiscono e si disperdono nella brezza serale, pensa che il loro futuro sia in ottime mani.
E così, l’avventura di Alba, l’Eroe Alba, è infine giunta a termine.
È finita la sua ricerca e tuttavia lui non si sente poi così diverso dal bambino che di notte leggeva le storie di cavalieri e gloriosi combattenti sotto le coperte a ora tarda, né dal ragazzo partito all’avventura anni prima, con la nomina di quarantacinquesimo eroe portata fieramente e la compagnia di un soldato reale sadico al suo fianco. I suoi obbiettivi in quanto eroe sono sempre gli stessi, si sono limitati a cambiare forma man mano che il mondo che si è dispiegato davanti ai suoi occhi si è mostrato più complicato di quello che si aspettava. Se ora quegli occhi li chiude, Alba il peso della vecchia armatura sulle spalle non lo sente più: è stato rimpiazzato da responsabilità maggiori, fardelli e oneri ben più grandi di quanto una persona di norma potrebbe sopportare, ma che ha voluto accettare in nome di ciò in cui credeva o che in altri casi non ha potuto rifiutare, nel bene e nel male.
La sera si affaccia già sopra tutto il regno e gli angoli infuocati di cielo si spengono come fiamme flebili dietro l’orizzonte, portando via i rumori del giorno.  Alba chiude gli occhi, sospira stancamente e si abbandona alla frescura che l’imbrunire porta con sé; in tutto quel silenzio surreale i passi leggeri di Ros sono come un tuffo al cuore. Vorrebbe dirgli tante cose, l’eroe, così tante che non saprebbe nemmeno in che ordine cominciare, e incontrare quegli occhi scarlatti fissi nei propri non contribuisce certamente a favorire il suo ordine mentale.
-…Ros, io—
-Mh?-
-A-Ah…insomma, ecco—
-Yuusha-san, ti stai esercitando per una gara di gorgheggio?- Alba si blocca, lo fissa qualche secondo e poi rilassa le spalle, lasciando cadere il capo a peso morto.
-Cosa c’è? Ti fa male la gola? Te la devo guarire di nuovo? Sei proprio un bambino.-
-…Dovresti cercare di avere un po’ più di tatto, lo sai?- sospira il castano –Hai anche rovinato il momento commovente, dannazione.-
-Yuusha-san, Yuusha-san, non mi dire che ti stavi immedesimando nella protagonista di un qualche manga shoujou?-
-Smettila di prendermi in giro!-
-Vuoi anche tu la tua confessione al tramonto con il ragazzo più corteggiato dell’istituto?-
Alba apre la bocca per prendere fiato, ma si blocca nel mezzo della risposta e le mani smettono di fare forza sul viso arrossato, lasciandosi scivolare molli lungo i fianchi. Rimangono immobili, circa un paio di metri a separarli, e nessuno dei due osa fiatare per i successivi dieci, venti, trenta secondi.
Quando Alba alza il viso Ros è ancora fermo dove lo aveva lasciato e il suo sguardo è pieno di tante di quelle cose non dette che il giovane non riesce a capire come faccia a non annegarvi dentro. Gli piacerebbe riuscire a comprenderlo fino in fondo a volte, quel ragazzo che mille anni prima ha salvato il mondo, mentre altre giura a se stesso che non vorrebbe mai mettere piede nella sua mente contorta e sadica.
-È…curioso, sai.- Ros sussulta impercettibilmente a sentirlo aprir bocca, lo guarda stringersi nelle spalle ma non proferisce parola –Tu e io non ci saremmo mai dovuti incontrare. Saremmo dovuti rimanere due individui in due realtà distinte, inconsapevoli uno dell’esistenza dell’altro.- respira piano -Se non fosse stato per Elf e Alf sarebbe andata così.- il tono di Alba si affievolisce ad ogni parola e Ros ancora non si azzarda a dire nulla -Eppure se ripenso alla mia avventura, a tutto quello che ho dovuto affrontare, non riesco a riportare alla mente un singolo istante in cui io abbia pensato tu non facessi parte del mio stesso mondo. Appartieni a un’epoca diversa, a una realtà differente, tuttavia sei…stato con me dall’inizio, e io non potrò mai esserti abbastanza grato per aver scelto me fra tutti i possibili candidati al titolo di eroe come tuo compagno di viaggio.-
Ora è Alba a restare muto, china il capo curioso, cercando di decifrare l’espressione stordita dell’altro, e la risposta che riceve è prevedibile –Ah, penoso. Yuusha-san, quanto tempo ci hai messo a scrivere un discorso del genere? Ti sei fatto aiutare da tua mamma, forse?-
-Ma perché non puoi mai essere serio quando ti parlo!?- esclama agitando le braccia –Accidenti, ero sincero! Sincero! Ehi, mi stai ascoltando!?-
-Certo che ti ho ascoltato.- la risposta del moro è rude e secca, ma non scortese –Ho sentito tutto, alla perfezione.-
-…Bene. Ne sono davvero felice.-poi tacciono ancora.
Dalla cima di quella collina pare tutto più distante, al calar della sera, e il cielo più vicino. Il mondo si staglia davanti a loro, e Alba pensa sembri accoglierlo a braccia aperte, ricolmo di promesse e nuove emozioni solo per lui.
-La mia avventura non è finita. Non davvero.- Ros lo guarda di sottecchi, senza piegare il capo e forse è un invito a lasciarlo continuare -Ci sono ancora così tante cose di questo mondo che non so, e io voglio vederle, voglio conoscerle e continuare questo viaggio.-
-Yuusha-san non pensavo fossi così sentimentale.-
-È un problema forse!?- sbotta e l'altro scoppia semplicemente a ridere, lasciando che un colorito tenue si propaghi sulle guance dell'eroe. Prima di replicare, Alba rimane a viso chino qualche secondo -La mia avventura non è finita.- ripete, e questa volta il tono è più fragile -Sarà solo un po' più solitaria, a tratti nostalgica, ma...sono certo sarà divertente.-
-Te la caverai.- la risposta improvvisa dell'altro lo fa sussultare e Alba si ritrova ad alzare lo sguardo di scatto; l'espressione di Ros è divertita, ma lui non riesce a prendersela sul serio -Per quanto sia arduo da superare l'ostacolo che ti si parerà di fronte, sono certo riuscirai a risolvere la situazione in qualche modo. È questo il tipo di persona che sei.-
È un sorriso vero quello che il moro gli rivolge ed Alba sente di avere il bisogno di replicare, dirgli che è ingiusto e sleale, che non può dirgli una cosa del genere in quel momento, con quello sguardo e pretendere non fiati; eppure, una dopo l'altra, tutte le parole gli muoiono in gola, inghiottite da un groppo così stretto da fare quasi male.
-Ti affido la mia sciarpa. Tanto ormai è rovinata e sporca, con tutto il tempo che l'hai tenuta non la rivoglio indietro.-
Mentre stringe le dita contro il lembo dei pantaloni fino a far sbiancare le nocche, il tono nulla più che un flebile mormorio grato, Alba vorrebbe rispondergli che per lui quella sciarpa è sempre stata preziosa -Sì, ne avrò assoluta cura.-
La sera cala inesorabile, silente, come un tendone rosso di velluto su un’opera teatrale ormai giunta a conclusione, e nel buio comincia a farsi strada la luce fioca di una prima e solitaria stella.
-E quindi.- sospira Ros mentre si massaggia la nuca, scompigliando i capelli corvini -È giunto infine il momento di salutarci, eh.-
-Così pare.-
-Nonostante mi urti ammetterlo, abbiamo vissuto un sacco di avventure assieme.-
-Non è sembrato tanto tempo.- annuisce Alba mentre un sorriso sereno gli si dipinge sul volto, e il moro risponde con uno sbuffo e un'alzata di spalle prima che continui -Ricordati di darmi tue notizie ogni tanto.- ride impacciato -Non sparire come al tuo solito.-
-Yuusha-san, sei forse uno stalker? Vuoi il mio numero e indirizzo per poter venire a scattarmi foto di notte?-
-No! Perché mai dovrei farlo!? E poi, da quando in qua hai un numero!?-
-Ah, sei sempre così nervoso Yuusha-san.- ma questa volta l'affermazione non ha il tono di un rimprovero.
Questa volta, quando il loro sguardo si incrocia, entrambi sanno che è il momento di salutarsi davvero.
-Arrivederci, Ros.-
-Arrivederci, Alba. È stato divertente.-
Così l'avventura di Alba, l'Eroe Alba, ha nuovamente inizio. Non ha uno scopo preciso, né una meta designata, ma lui sa che da qualche parte oltre l'orizzonte conosciuto qualcosa lo attende. E lo attenderà sempre.
Quando si volta indietro Ros non c'è più; dell'eroe leggendario resta solo la nuova strada che ha deciso di intraprendere, e di fronte a lui invece un sentiero ancora inesplorato.
Per quanto si sforzi di trattenerle, le prime lacrime rompono il silenzio della sera e gli scavano un vuoto dentro. Alla fine Alba si abbandona; alza il viso al cielo, si aggrappa con quanta più forza possibile a quella vecchia, consunta sciarpa che tiene fra le mani e piange fino a non avere neanche più la forza di deglutire; dell'eroe alla fine del suo viaggio non rimane che l'immagine sfocata di un bambino che al crepuscolo ha smarrito la via di casa, e nulla ha più davvero importanza.
È solo la lieve pressione che avverte all'altezza della nuca a fermarlo. Mentre avverte due mani calde cercare le sue, mentre sente il peso di un corpo abbandonarsi contro la sua schiena e un viso affondare fra i suoi capelli, Alba si domanda quanto tempo riuscirà a resistere prima di ricominciare a piangere come un bambino.
-Ho così tante cose che vorrei dirti. Così tante che non so nemmeno da che parte iniziare.-
La voce di Ros è appena rotta, debole e gli solletica la nuca -Siamo pieni di tempo.- le dita si intrecciano, gli occhi si chiudono e il cerchio si completa, riacquistando l'equilibrio che ha sempre avuto -D'altronde questo è un viaggio senza fine, giusto?-





 
The End


 
  
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