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Autore: Sam27    04/03/2015    4 recensioni
Dalla storia:
Cercò di ragionare ma il panico le impediva qualsiasi pensiero logico.
Improvvisamente la porta si spalancò lasciando entrare una figura indistinta ed Hermione per poco non gridò.
Aveva voglia di vomitare, le girava la testa, il cuore stava per scoppiarle nel petto e la sua testa era un vortice di palloncini che non riusciva ad afferrare e che, pian piano, scoppiavano uno dopo l’altro.
La figura dai capelli rossi in un pigiama troppo corto non disse nulla, le si avvicinò in silenzio ed Hermione gli fece spazio, tremante, come ogni notte.
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Hermione si sedette in cima alla collina, a gambe incrociate, ed aprì il libro iniziando a leggere. Improvvisamente un canarino le si appoggiò sulla mano e le becchettò teneramente il dito.
Hermione lo guardò sorpresa, il canarino si alzò in volo e lei lo seguì con lo sguardo: altri cinque uccellini tenevano nel becco una collana di fiori che si intrecciava fino a formare una frase che le fece mancare la terra sotto i piedi.
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Prima classificata al contest: "Dramione Fremione e Romione"
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Hermione Granger, Molly Weasley, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Tutta colpa di quei canarini


Hermione si destò all’improvviso, gridando.
Restò per parecchio tempo nel buio, con il fiato corto, aspettando che i suoi occhi si abituassero al buio fitto della notte.
Dove mi trovo?
Cercò di ragionare ma il panico le impediva qualsiasi pensiero logico.
Avvertì un dolore lancinante al braccio sinistro e la cicatrice sembrò luccicare nell’oscurità.
Improvvisamente la porta si spalancò lasciando entrare una figura indistinta ed Hermione per poco non gridò.
Aveva voglia di vomitare, le girava la testa, il cuore stava per scoppiarle nel petto e la sua testa era un vortice di palloncini che non riusciva ad afferrare e che, pian piano, scoppiavano uno dopo l’altro.
La figura dai capelli rossi in un pigiama troppo corto non disse nulla, le si avvicinò in silenzio ed Hermione gli fece spazio, tremante, come ogni notte.
Erano passati tre mesi dalla fine della guerra, tre mesi e tredici giorni esatti dalla battaglia finale. Hogwarts stava, pian piano, tornando al proprio splendore, i morti erano stati pianti a sufficienza ed ora bisognava risorgere dalle ceneri, come tante fenici.
I sopravvissuti hanno sempre trecentonovantaquattro responsabilità in più rispetto agli altri.
Hermione, inizialmente, era tornata dai propri genitori scoprendo, però, che il suo incantesimo era stato fin troppo brillante, così aveva dovuto trasferirli al San Mungo per la riabilitazione ed ora era stata fin da subito gradita ospite in casa Weasley.
Nei primi tempi era andato tutto bene poiché era ancora tutto frenetico, fresco e i giorni si susseguivano incostanti poi una notte agli inizi di luglio era cominciata: si era svegliata urlando, brividi freddi le percorrevano la schiena impregnata di sudore, aveva capelli e pigiama incollati al volto ed il panico negli occhi. Erano accorsi tutti: da Ginny a Percy ed i suoi migliori amici erano rimasti a farle compagnia.
Tre sere dopo Hermione aveva insonorizzato la stanza per permettere alla famiglia Weasley di riposare sonni tranquilli e alla propria dignità di rinsavirsi; aveva aspettato, con gli occhi spalancati nel buio, che l’attacco di panico si placasse ma questo non era successo. Erano stati i dieci minuti più lunghi della sua vita poi era entrato Ron e l’aveva presa tra le braccia, si era svegliato nello stesso momento in cui l’aveva fatto lei e quella era stata solo la prima di una lunga serie interminabili di notti.
Ed ora Ron era di nuovo lì, la strinse a sé come se niente fosse più importante al mondo, trasmettendole calore e pace.
Hermione avrebbe rifiutato l’abbraccio di qualsiasi altra persona: faceva troppo caldo per poter pensare anche solo di stringersi la mano ma le braccia di Ron le scaldavano il cuore.
-Cos’hai sognato questa volta?- sussurrò Ron senza diminuire la stretta attorno al suo corpo ma accarezzandole la schiena.
-C’era Bellatrix, mi torturava come mille altre volte ma questa volta capiva che con il dolore fisico non sarebbe riuscita a cavarmi nulla, allora..- le tremò la voce e dovette interrompersi e prendere un respiro profondo prima di continuare –Allora mandava Codaliscia a chiamarti ed iniziava a pugnalarti prima sui piedi, poi le gambe, le braccia, le mani, il viso e in ogni parte del copro. Io non potevo fare nulla, non riuscivo a fare niente, potevo solo guardarti morire-
Man mano che proseguiva il racconto, lentamente e poi sempre più veloci, gli scenari raccapriccianti le si pararono davanti, facendole spalancare gli occhi ancora e ancora. Sbatteva le palpebre e cercava di pensare ad altro ma nulla riusciva a toglierle quelle immagini dalla vista. Il cuore prese a batterle ancora più forte e gli occhi le pizzicarono.
-Bellatrix è morta, Hermione. Io sono qui- le sussurrò Ron all’orecchio.
Hermione annuì mordendosi l’interno della guancia ma, prima che riuscisse a trattenersi, scoppiò in lacrime.
Ron la strinse ancora più forte, ben attento a non farle male e lasciò che si sfogasse contro il proprio petto. Non riusciva a capire come riuscisse a svegliarsi ogni volta che Hermione aveva bisogno di lui ma ringraziava Godric che fosse così. Aveva pensato che dopo la guerra sarebbe crollato, che non sarebbe riuscito a dare ad Hermione ciò che lei si meritava, invece era stata proprio lei a cedere: lei, sempre così forte, brillante e perfetta ora non sorrideva più e non aveva più alcuna voglia di fare la saccente né con lui e né con nessun altro.
Ron cercava di consolarla e di farla stare meglio ma spesso pensava di non fare abbastanza.
Quando Hermione smise finalmente di singhiozzare Ron le prese delicatamente il viso con una mano e lo girò verso di lui.
-Domani ho una sorpresa per te-
Hermione sgranò gli occhi.
-Una sorpresa?-
Ron annuì e sorrise.
-Proviamo a dormire?-
Hermione scosse la testa contro il suo petto e tirò su con il naso.
-Forse domani potresti chiedere a Molly di spostare qui il tuo letto-
-In modo che domani si metta ad ascoltare davanti alla nostra porta?-
-Tanto è silenziata-
-Stai davvero..- disse Ron avvampando.
-No.. io..- disse in un balbettio confuso poi tacque per qualche secondo. -Mi dispiace interrompere il tuo sonno ogni notte..-
-E’ molto meglio dormire con te tra le braccia- confessò lui sfiorandole la testa con un bacio.
Hermione si raggomitolò ancora contro il suo petto e tirò un gran sospiro, assaporando quella momentanea sensazione di benessere. Poco dopo si addormentò in un sonno agitato.
 
 
Hermione si sedette in cima alla collina, a gambe incrociate, ed aprì il libro iniziando a leggere. Ron le aveva proposto di andare a fare un giro ad Hogsmeade ma non aveva voglia di firmare autografi, stringere mani, fare finti sorrisi e raccontare aneddoti, perciò si era rifugiata lassù con la speranza di rimanere sola.
Improvvisamente un canarino le si appoggiò sulla mano e le becchettò teneramente il dito.
Hermione lo guardò sorpresa, il vento leggero che le scarmigliava i capelli cespugliosi e la bocca ferma a disegnare una “o” perfetta.
Il canarino si alzò in volo e lei lo seguì con lo sguardo: altri cinque uccellini tenevano nel becco una collana di fiori che si intrecciava fino a formare una frase che le fece mancare la terra sotto i piedi.
Vuoi sposarmi?
Prima che avesse il tempo di rispondere Ron la abbracciò da dietro, intrecciando le mani alle sue e facendole cadere qualcosa di piccolo e freddo nella mano sinistra.
-Vuoi sposarmi?- le sussurrò nell’orecchio.
Hermione annuì.
Lei, che era così abituata a ragionare prima di fare qualsiasi cosa non indugiò nemmeno un istante, annuì e disse: -Sì- in un soffio.
Ron le sorrise, imbarazzato e felice, le prese la mano infilandole l’anello.
Hermione gli buttò le braccia al collo.
-Gli uccellini gialli sono gli stessi che mi hai lanciato addosso ricordi? E i fiori sono i tuoi preferiti e..-
-Ron- disse Hermione scoppiando a ridere per la prima volta dopo mesi –Ti ho detto di sì, ti amo, sì-
Ron la guardò spiazzato ed estasiato.
-Sei bellissima-
Hermione sorrise.
-Ed ora baciami- disse piano.
Ron non se lo fece ripetere due volte e si baciarono, cadendo sul manto erboso e rotolandosi come due amanti.
-Tutto per colpa di quei canarini..- le sussurrò Ron all’orecchio –Di nuovo-
A cena Ron comunicò la notizia alla famiglia e Molly che –come ogni mamma- era dotata di un grande intuito femminile fece apparire una maxi torta preparata nel pomeriggio. Verso le dieci tutti decisero di coricarsi e Ron si diresse verso la camera della propria futura sposa, cercando di non dar nell’occhio.
-Non fate troppo rumore, se potete- gli disse George passandogli accanto.
Ron gli sorrise, avvampando ma senza prendersela: era la prima battuta che sentiva fare al fratello da quando Fred era morto.
-Hermione.. posso stare con te?-
-Sì, certo che sì- rispose lei facendogli spazio.
Hermione indossava solo una vestaglia bianca e Ron, nel vederla, arrossì.
Iniziarono a baciarsi, senza il bisogno di dirsi nulla e Ron sentì che, piano piano, il desiderio che provava per lei veniva a galla e che un suo certo amico si stava svegliando.
Le accarezzò la schiena, poi i fianchi, la coscia ed infine giocherellò con il bordo del suo pigiama, Hermione gli leccò il labbro inferiore quasi spingendolo a continuare e lui le tolse la camicia da notte. Presto restarono nudi e Ron rimase a fissarla per qualche attimo, a bocca aperta, le orecchie in fiamme.
Hermione si ritrasse appena, timorosa.
-Sei così bella- le disse in un soffio.
Hermione arrossì.
–Anche tu-
Ripresero a baciarsi, questa volta c’era un’atmosfera diversa: meno tesa del solito; si sfioravano, eccitati, ma senza perdere una certa dose di timore e tenerezza, continuarono a baciarsi finché non riuscirono più a distinguere le labbra di uno da quelle dell’altro. Ron le sfiorò il ventre, scendendo fino alla sua intimità e Hermione sobbalzò; ma quando Ron fece per ritrarsi lei scosse la testa, avvicinandosi ancora a lui e esortandolo a continuare. Continuarono a baciarsi, accarezzarsi e ammirarsi per un tempo che parve loro infinito e quando Ron entrò dentro di lei entrambi socchiusero gli occhi. Fecero l’amore in una notte come tutte le altre ma mille volte più bella. Dopo che ebbero raggiunto l’apice del piacere si sdraiarono l’uno accanto all’altra, nudi, coprendosi appena con un lenzuolo e restando abbracciati.
-Ti amo- le sussurrò Ron, nell’orecchio, come fosse un segreto.
-Ti amo- rispose lei nell’incavo della sua spalla.
Hermione era felice.
Non si sentiva così felice da.. Non ricordava più neanche quando.
Sorrise respirando forte l’odore di erba appena tagliata e dentifricio alla menta che sembrava emanare il suo Ron.
Arricciò il naso mentre lo pensava: il suo Ron.
Faceva uno strano effetto.
Le venne quasi voglia di ridere.
Rotolò su un fianco e appoggiò le guance sulle mani, guardandolo e inclinando la testa.
Ron la guardò e pensò che al mondo non ci fosse ragazza più bella e sorridente.
-Guarda come appoggia la guancia alla sua mano: Oh, potessi essere io il guanto di quella mano e poter così sfiorare quella guancia!-
-L’hai letto?- gli domandò Hermione stupita.
Ron annuì.
-Me l’avevi consigliato tu-
Hermione sorrise ancora poi recitò con gli occhi socchiusi: -Prima che lo chiedessi, io t'ho dato il mio amore, e vorrei non averlo ancora dato per offrirlo ancora una volta. Io desidero quello che possiedo; il mio cuore, come il mare, non ha limiti e il mio amore è profondo quanto il mare: più a te ne concedo più ne possiedo, perché l'uno e l'altro sono infiniti.-
Ron la baciò ancora e Hermione si rifugiò nuovamente tra le sue braccia.
Socchiuse gli occhi mentre sentiva che lui la stringeva ancora più forte affondando il naso tra i propri capelli e in quel momento seppe che quella notte avrebbe dormito.
 
  
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