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Autore: LadyVaderFrancy    04/03/2015    8 recensioni
Questa è una raccolta di alcuni One Shot tutti incentrati sulla vita di Severus Piton. Ogni capitolo racconta un piccolo pezzetto di quello che ha affrontato nella sua vita e di come è diventato l’uomo che è … almeno secondo me. Non ha un carattere facile, è distaccato, è severo, è prevenuto, molto spesso è decisamente ingiusto ma vi siete mai chiesti perché? Tutti sono sempre stati pronti ad additarlo come un traditore, come un uomo spregevole, freddo e senza cuore….… tranne coloro che lo amano davvero e io sono tra loro. ….Lettura consigliata solo per amanti si Severus……e a coloro che mi daranno una possibilità di farvi capire chi è il Principe Mezzosangue, chi è il Mangiamorte e chi è la Spia.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Ciao a Tutti
eccomi di nuovo quì ad imperversare nel web con un altra FF incentrata totalmente sulla vita di Severus....questa volta voglio raccontarvi una serie di episodi che hanno portato Severus a diventare l'uomo che è....
Questo primo capitolo, è in realtà solo un piccolo scorcio per darvi una vaga idea di quello che ho in mente. Mi soffermerò su tre diverse parti come avrete intuito dal titolo.... una parte in cui Severus cresce e diventa il Principe Mezzosangue.... una parte in cui sarà il Mangiamorte...e una parte che conosciamo la Spia...(per quanto riguarda l'ultima non ho idea di dove si concluderà.... vedrò dove mi porterà il mio cuore....
Beh a questo punto non mi resta che augurarvi buona lettura e vi chiedo una cortesia.... COMMENTATE!!!
Ciao Lady V
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La donna dai capelli corvini sospirò, mentre osservava la neve cadere fuori dalla finestra di quella angusta stanzetta. Suo marito era seduto su una sedia proprio accanto a lei, che la fissava con uno sguardo torvo in assoluto silenzio. Tobias avrebbe dovuto gioire in un momento simile, invece aveva un’espressione cupa e spenta, come se quel giorno fosse un giorno da maledire invece che da festeggiare.

Lei ancora affaticata dalle interminabili ore di travaglio, guardò con attenzione la piccola meraviglia che stringeva felicemente tra le braccia, a suo avviso era un bambino splendido. Aveva la carnagione chiara, le labbra sottili e rosee erano davvero adorabili, per non parlare delle piccole manine affusolate. Poi lo vide aprire gli occhi per la prima volta e rimase senza fiato, erano scuri e scintillanti come due perle nere, proprio come i suoi, proprio come quelli di suo padre.

Accarezzò la fronte del suo piccolo pensando a quanto avrebbe voluto condividere quel momento speciale con i suoi genitori, era sicura che sua madre gli avrebbe intimato di mettere il bambino nella sua culla per non viziarlo troppo già dal primo giorno. Ma nonostante i suoi rimproveri la donna gli avrebbe riservato la camera che era appartenuta a lei da bambina, quella che dava sul giardino interno del Manor: la più bella, la più solare, sarebbe stata arredata con i suoi colori preferiti il verde e l’argento. Avrebbe avuto vestiti eleganti, giochi magici, e gli elfi lo avrebbero servito e riverito con tutta la devozione e la fedeltà di cui le creature erano capaci, invece suo figlio era nato in un piccola e squallida casa in un quartiere babbano poco rispettabile.

Il suo illustre padre avrebbe informato ogni purosangue della Gran Bretagna, avrebbe dato un grande ricevimento vantandosi di avere finalmente un erede maschio in famiglia, sarebbe stato così orgoglioso. Gli avrebbe insegnato le tradizioni e i segreti della famiglia Prince, gli avrebbe tramandato il suo amore per la lettura, gli avrebbe comprato la sua prima bacchetta come era consuetudine lo stesso giorno gli avrebbe insegnato a lanciare il suo primo incantesimo nell’enorme studio che era proprio accanto alla biblioteca. Ad Eileen si strinse il cuore, agli occhi di suo padre lei ormai era una figlia indegna, che non aveva sposato un purosangue come si conveniva ad una donna del suo rango, era fuggita di casa sposando un lurido babbano, disonorando la sua casa, la sua famiglia, i suoi antenati. I suoi genitori avevano sempre desiderato un erede, e ora che ne avevano uno lo avrebbero rinnegato, lo avrebbero ignorato, solo perché era un mezzosangue. Suo figlio non avrebbe mai portato il nome dei Prince, non avrebbe mai soggiornato in quel magnifico maniero che gli spettava di diritto, non avrebbe mai ottenuto lo stemma di famiglia appuntato sopra le vesti da mago, una fitta di dolore la colpì al pensiero di quanto gli era costato diventare Eileen Piton.

La giovane donna prese la manina del piccolo Severus gli diede un affettuoso bacio, in quel preciso istante sentì la magia crepitare intorno al bambino. ((Un giorno diventerai un grande mago: potente, rispettato e avrai tutto ciò che ti è stato negato figlio mio)). Lei non aveva mai dato molta importanza alle sue origini, non aveva mai fatto distinzione tra purosangue e nati babbani, e ora ne era certa più che mai perché sapeva che il suo bambino era speciale ed era destinato a compiere grandi cose. Lei gli avrebbe dato tutto il suo amore, e gli avrebbe insegnato tutto ciò che sapeva sperando che suo figlio avrebbe avuto una vita lunga e felice. La donna dai capelli neri sperava tante cose mentre guardava la sua creaturina ((Amore mio sono sicura che tuo padre alla fine ti accetterà e ti amerà. E’ un uomo che per ora non capisce il nostro mondo, che ha paura della magia, ma sono sicura che con il tempo riuscirai a conquistare il suo cuore. Sei così innocente come potrebbe non amarti? In questo momento è ancora arrabbiato e scosso a causa mia, sai ha scoperto da poco che sono una strega, ma con il tempo si abituerà all’idea e tutto sarà come ho sempre desiderato. Spero tanto che un domani i tuoi nonni possano perdonarmi, e allora vorranno conoscerti e tu sarai il loro piccolo principe e tutto sarà come avrebbe sempre dovuto essere)….
9 gennaio 1960

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Era una mattina come tante Severus era rimasto seduto all’ombra del salice a leggere uno dei libri che sua madre gli aveva dato di nascosto quando era più piccolo “Storia di Hogwarts”. Nonostante lo avesse letto già innumerevoli volte era sempre un immenso piacere per il bambino leggere di quel posto incantato che sperava con tutto se stesso di poter frequentare tra soli 4 anni.

Era talmente immerso nei suoi pensieri che non si rese nemmeno conto dello scorrere del tempo, finchè guardando distrattamente l’ ombra dell’albero vide che era quasi del tutto sparita, così capì che era in forte ritardo per il pranzo e si affrettò a rientrare a casa, non voleva far arrabbiare sua madre perchè quel pomeriggio la donna aveva promesso di insegnargli una nuova pozione. Corse tutto eccitato in cucina ma non c’era nessuno, un’espressione di delusione attraverso il volto del bambino ma subito dopo si ricordò che la strega gli aveva detto che sarebbe andata a Diagon Alley a prendere alcuni ingredienti mancanti. Decise così di aspettarla nella sua camera, avrebbe impiegato l’attesa ripassando la preparazione degli ingredienti e il procedimento, voleva che anche stavolta la pozione risultasse impeccabile. Stava salendo le scale quando sentì la voce di Tobias dal corridoio “Marmocchio dov’è tua madre!”

Severus trasalì al tono dell’uomo ma cercò di non darlo a vedere, poi si voltò e rispose “Non lo so signore”

“Vieni qui” ringhiò furioso l’uomo

Il bambino scese lentamente gli scalini tenendo la testa bassa, e mentre si avvicinava alla figura in fondo alle scale, poteva sentire la paura crescere in lui. Severus aveva avvertito subito l’odore disgustoso che l’uomo emanava, un misto di alcol e sporcizia, e quando suo padre era in quello stato c’era un solo motivo per cui lo voleva vicino a se e il bambino dai capelli corvini lo sapeva.

“Non mentirmi piccolo ingrato” disse afferrando il bambino per il braccio “Tu sai sempre dov’è tua madre”
Severus portò istintivamente il braccio libero davanti al viso e rispose balbettando “Non-non lo so… dico davvero signore”. Il ragazzino era consapevole che qualunque risposta avrebbe dato al suo aguzzino non avrebbe fatto alcuna differenza, ma in ogni caso non avrebbe mai confessato che sua madre era andata a Diagon Alley per comprare degli ingredienti per preparare delle pozioni, perché avrebbe scatenato ulteriormente l’ira dell’uomo.
Tobias allora lo afferrò per entrambe le spalle e lo scosse con violenza urlando “Non sei altro che uno spreco di spazio!! Un parassita!! Possibile che non sei utile nemmeno per rispondere ad una semplice domanda?! Ahh ma io sono sicuro che tu sai dov’è…solo non vuoi dirmelo vero? E’ andata in uno di quei posti dove vi incontrate voi mostri!!” Poi lo lanciò a terra, e mentre osservava i suoi piccoli occhi pieni di terrore, si tolse la cintura dai passanti dei pantaloni logori “Ti insegnerò io un po’ di rispetto per tuo padre”.

Severus si coprì la testa con le braccia e poi sentì la prima sferzata colpirlo sul fianco sinistro che era il più esposto. Subito dopo ne seguirono altri, sulla schiena sulle gambe, il bambino dagli occhi color ossidiana rimase fermo immobile, con le lacrime agli occhi che ben presto divennero un vero e proprio pianto silenzioso, cercò di chiudere la sua mente, di non pensare a quello che stava succedendo mentre ripeteva a se stesso… ((Non piangere, non devi piangere lui lo detesta…. e peggiorerà solo le cose…presto si fermerà)). Poi con gli occhi pieni di lacrime si voltò per guardare la faccia dell’uomo che avrebbe dovuto amarlo e proteggerlo e che invece lo odiava e lo considerava un essere orribile e spregevole.

Tobias detestava quando il marmocchio lo fissava con quello sguardo intenso, così continuò a colpirlo ancora più infuriato finché esausto gli lanciò addosso al cintura con disprezzo e poi disse ringhiando “Non sei altro che una femminuccia, dovresti vergognarti di te stesso. Tu mi disgusti” Poi lo afferrò malamente per il colletto e lo trascinò su per le scale, una volta giunto davanti la porta della sua camera la aprì e lo lanciò senza troppi riguardi sul pavimento “Non osare farti vedere in giro fino a domani se non vuoi un'altra lezione”

Una volta che l’uomo chiuse la porta sbattendola con forza, il piccolo Severus si lasciò andare alla disperazione. Ora che era da solo e che nessuno poteva ne vederlo ne sentirlo, poteva smettere di fingere che le parole di quell’uomo non lo ferivano, poteva smettere di fingere che percosse ricevute non facevano male. Si sentiva così vulnerabile, indifeso e ferito nell’orgoglio, ogni parte del suo piccolo corpo e della sua anima faceva male. Così incrociò le braccia sul pavimento e pianse liberamente, e ben presto si ritrovò a singhiozzare disperatamente e in quel preciso istante giurò a se stesso che un giorno quell’orribile babbano l’avrebbe pagata cara, e che quando sarebbe cresciuto non gli avrebbe mai più permesso di posare un solo dito su lui o su sua madre. Poi improvvisamente si ritrovò a pensare a quando avrebbe camminato per i corridoi del castello di Hogwarts, a quando avrebbe non solo potuto pronunciare la parola magia, ma avrebbe potuto praticarla liberamente, così lentamente si calmò ed esausto si addormentò a terra troppo stanco e dolorante per potersi anche solo spostare sul suo letto.

10 febbraio 1967
 
   
 
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