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Autore: Elly Chan    10/12/2008    1 recensioni
Ecco la mia seconda storia! Voi avete già pensato alle vacanze? NO?! Allora fate in fretta, altrimenti rischiate di finire come Clara, con un fratello buffone, un'amica casinista e una mamma iper-organizzata, cosa ci sarà mai di bello in questa vacanza?! E riuscirà il misterioso biondino francese a rendere la sua vacanza un po' meno disastrosa?
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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vacanze! cap3
La Vale ci porta fino alla ormai conosciuta fermata dell'autobus. 'Mazza quanta gente...
Fa abbastanza caldo, e, ovviamente, la gente esce quando fa caldo.
Stiamo ad aspettare più o meno cinque minuti, quando finalmente il bus arriva.
La gente che deve prenderlo per andare chissà dove comincia a spintonare, cercando di superare gli altri.
Si è formato un gruppetto in mezzo alla strada, e di certo non si sprecano insulti, botte e calci.
Però, ai lati, c'è la strada libera, anzi, liberissima.
- Dio, quanto è stupida sta' gente... - commento, passandomi una mano sulla faccia.
- Ehi! Ci siamo anche noi, fateci passare! - esclama la Vale, andandosi a unire a quegli idioti.
- Come non detto... - bisbiglio, e la afferro per la maglia. Con l'altra mano libera stringo il braccio di mio fratello, e me li trascino via fino all'entrata del bus.
Saliamo la scaletta senza problemi, ma il vero problema si presenta sul bus: è tutto pieno, a parte alcuni sedili occupati da scarpe e piedi di tizi di cui non voglio indagare l'identità.
Sospiro tristemente, chiudendo gli occhi: dovremmo stare in piedi.
- Tranquilla, Cla! Trovo io la soluzione! - mi sussurra Valentina tutta eccitata.
Apro un occhio: cosa vuole fare? Strillare che c'è una bomba a bordo dell'autobus e mandare via tutti?
Spalanco gli occhi di scatto: con la Vale, tutto è possibile.
Sto per andare a recuperarla, quando vedo che si è avvicinata a due ragazzi carini nei sedili in fondo, che da soli occupano quattro posti.
La Vale si mette a parlare del più e del meno, molto tranquillamente, mentre li convince a farla sedere vicino a loro, lasciando me e Stefano in piedi come due baccalà.
Non ci resta che vagare senza meta per il mezzo pubblico, alla ricerca di anche solo un posto, possibilmente libero.
Stiamo passando vicino alla Vale, troppo intenta nei suoi discorsi per notarci, quando sento una mano tirarmi per la gonna, e poco ci manca perchè me la tiri giù.
Mi volto e mi trovo davanti un bambino carinissimo, tutto pacioccoso! Che, appunto, mi sta tirando la gonna.
Mi guarda incuriosito, così mi piego verso di lui.
- Cosa c'è? - chiedo gentilmente.
- Se non hai un posto, puoi sederti qui. - indica un posto pieno di giocattoli, vicino a lui, con una vocina piccola piccola da cartone animato che mi fa sorridere.
- Ah... grazie! - non so che dire.
Il bambino mi rivolge un grande sorriso e sgombera il sedile dai vari robot e bambolotti.
Mi siedo con cautela.
- Ehm ehm! E io dove mi siedo? - mi chiede Stefano, imbronciato.
Il bambino sorride anche a lui e sposta i giocattoli in una borsa appoggiata sul pavimento del bus, ai piedi di una signora che gli somiglia tantissimo, presumibilmente la madre.
Stefano si siede vicino a me, guardandosi in giro.
- Signorina... - incomincia il piccolo, con un dito alla bocca.
- Sì?
- Posso sederti sulle tue gambe? - mi sorride e non riesco a dirgli di no.
- Ok. - assentisco e lo prendo da sotto le ascelle.
Lo poso con delicatezza sulle mie ginocchia, anche perchè lui ha ceduto il suo posto per mio fratello.
Lui inizia a dondolarsi avanti e indietro, guardando di qua e di là, mentre io fisso il paesaggio attraverso il finestrino.
E' da tanto tempo che non tocco più un bambino. Hanno la pelle così morbida, vellutata... e poi sono così carini!
Durante tutto il tragitto presto un'orecchio distratto alla conversazione della Vale che filtra spietatamente con quei due poveri Cristi (che però non sembrano scontenti), mentre con tutto il resto del corpo mi dedico al bambino che porto sulle ginocchia. Meno male che non lo porto in gembro...
Guardo fuori dal finestrino e mi perdo nei palazzi che sfrecciano veloci (ma non troppo, il bus mica può fare miracoli).
All'improvviso sento che l'autobus frena bruscamente.
Stringo di più la presa attorno al bambino, per evitare che si spacchi la testa cadendo in avanti.
Sento una mano sulla mia spalla e mi volto, sospettosa e già pronta a ficcare un pugno a quell'impudente che si è permesso di toccarmi.
Ah! Devo rimandare l'incontro di box: è la Vale.
- Vale! Grazie mille per averci tenuto dei posti. - sibilo a denti stretti, facendo ben attenzione a non farmi sentire da nessuno oltre che da lei.
Valentina, per tutta risposta, mi fa una linguaccia.
- Comunque, è la nostra fermata... - afferma svogliatamente Stefano, alzandosi e camminando per il corridoio del bus, mentre si gratta la testa con molta poca eleganza.
- Come lo sai?! - bisbiglio acida, ma non mi sente.
- Ciao piccolo, e grazie mille! - dico dolcemente al bambino, accarezzandogli la testa con una mano.
- Prego! - dice educato, facendo uno splendido sorriso.
Ci affrettiamo a scendere anche noi. Valentina saluta con la mano i due tipi in fondo al bus e io sospiro, esasperata.
Appena scese, il sole mi batte in faccia prepotente e io sono costretta a tirare fuori i Ray-Ban.
Mi volto e sussulto: la Vale, di fianco a me, fa una posa da star sfoggiando i suoi occhiali da sole che recitano, a grandi lettere d'oro, 'Dior'.
Sembra sprizzare feroromoni, non è un caso se un gruppo di ragazzi con l'aria poco raccomandabile si fermano a guardarla, dall'altra parte della strada.
Solo in quel momento mi accorgo che non c'è un cane. There is nobody, per dirla all'inglese...
Insomma, non c'è nessuno.
Sarà colpa del caldo soffocante (a causa del quale, vorrei aggiungere, sto facendo il bagno del sudore)? Oppure hanno tutti paura di un'altra ondata di maltempo improvviso? Che poi non sarebbe proprio improvviso dato che è da un secolo che piove...
Ponderando una a una tutte le possibilità, mi incammino verso un grande edificio posto in mezzo alla natura: il centro commerciale.
Sembra che tutta la città si sia riversata in massa in questo posto, anzichè andare a lavorare.
Bè, perlomeno adesso è spiegato il motivo dello svuotamento cittadino a cui avevo assistito prima.
- Aaaah... - mi volto e vedo la Vale che sta praticamente sbavando di felicità, ferma davanti a me sul marciapiede.
Spero che ci stia tanto, così guadagno tempo prima di entrare all'inferno...
- Su! Sbrighiamoci! - esclama Stefano, prendendoci entrambe per un braccio per portarci dentro al centro commerciale.
Perchè tanto entusiasmo? Ha visto una bella ragazza? No, forse è solo impaziente di entrare in un posto con l'aria condizionata.
La Vale si riscuote e insieme mi prendono ognuno per un braccio trascinandomi verso l'entrata.
- Noooo... - piagniucolo molto teatralmente, strisciando i piedi per terra nel tantativo di fermarmi.
- Siiì! - dice di rimando la Vale, un pugno alzato al cielo in segno di vittoria.
Ma perchè vittoria? Boh.
Tutto quello che mi ricordo del momento in cui sono entrata nel centro commerciale sono poche parole.
Gente.
Caldo.
Saldi. Quest'ultima parola urlata dalla Vale nell'esatto momento in cui sono svenuta per la disperazione.

Sapete che sto iniziando a detestarmi anch'io, per i miei ritardi? Ma bado alle cancie che non interessano a nessuno...
Grazie a DarkViolet92! ^^



  
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