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Autore: imperfectjosie    07/03/2015    4 recensioni
« Cinque mesi, Katie. E sono preoccupato per entrambi. Tu sembri un fantasma, quell'altro invece non fa altro che gironzolare per il set, euforico come se avesse vinto alla lotteria! Ora, se non vi conoscessi bene, direi che vi siete fatti con qualche strana sostanza a me ignota. Ma visto che, purtroppo, vi conosco, posso dire senza ombra di dubbio che scopate come ricci da quando sono cominciate le riprese della quinta stagione » snocciolò, osservando compiaciuto il rossore sulle gote dell'amica.
Katie gonfiò le guance, sbuffando sonoramente. Poi il suo sguardo assunse un'aria vagamente malinconica, mentre le labbra si piegavano in un sorriso privo di divertimento.
Fu lì che Brad capì.
« Oddio, ti sei innamorata di lui! » commentò, sgranando gli occhi prima di passarsi una mano sul viso, quando la vide distogliere in fretta lo sguardo e puntarlo sulla finestra al lato opposto del tavolo. Un'involontaria risposta positiva.
Oh sì che l'aveva fatto, come una povera stupida!

| Colin/Katie |
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bradley James, Colin Morgan, Katie McGrath
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Merlin (Cast)
Pairing: Colin/Katie
Rating: Arancione
Note: Katie sa di essere un passatempo per Colin. E la cosa le è sempre andata bene, almeno finché un Brad decisamente ficcanaso non le apre gli occhi su ciò che sta accadendo davvero. E se Colin, cominciasse a diventare un tantino geloso?
Ehhh, chissà!
Josie's corner: 
Allordunque (eh?) Boh, diciamo che mi sono da poco appassionata a questa serie TV e, ovviamente, ho già le mie ship! Ho subito amato questa coppia, mi piace anche nei loro due rispettivi alter-ego. Insomma, indecisa sul scrivere una Merlin/Morgana oppure no, alla fine ho optato per qualcosa di più drastico.
È una one shot con poche pretese. Critiche, apprezzamenti, complimenti, critiche (parte seconda!) sono tutti bene accetti, insulti NO.
Non scrivo a scopo di lucro, non conosco gli attori e sì, ho dei seri problemi di vita sociale, ma questo è risaputo. Va benissimo così. Divertitevi a leggerla e, se vi va, recensite.
PS: Ho usato i nomi inglesi per il racconto, li preferisco, decidendo di cambiare solo quello del personaggio di Katie. Perché, se non erro, Morgana diventa Morgan. Morgan è anche il cognome di Colin. Troppa confusione!
PPS: Il titolo è liberamente ispirato alla canzone degli All Time Low, che si intitola appunto Time-bomb. Se vi va, potete trovare il testo su internet.
Kisses,
Josie.



Time-bomb
 
Well there's no way out of this
so let's stay in
Every storm that comes,
also comes to an end.
Oh, resistance is useless
just two kids stupid and fearless
Like a bullet shooting the love-sick
there's only one way down this road
All Time Low - Time-bomb


 
 

« Sul serio, non ti sembra arrivata l'ora di darci un taglio? »
Katie McGrath si riteneva una persona piuttosto pacata. Paziente, gentile, razionale, a volte troppo ingenua. Ed era molte cose, masochista, tra le altre sfumature della sua vita sentimentale che proprio non riuscivano a funzionare, nonostante ci si mettesse di impegno. Nonostante, alla fine, ci tenesse sul serio.
E ci teneva.
Aveva fatto pace con tanti difetti, accettando il suo lato sognatore con riluttanza e totale abbandono. Cos'altro poteva fare? Degli altri, di quello che pensavano al riguardo, non gliene fregava un fico secco. Certo, durante le riprese dell'ultima stagione di Merlin, sperava di poter camuffare il tutto al resto del cast, probabilmente era stata abbastanza stupida da non mettere in conto l'enorme appendice nasale di Bradley James. Non gli sfuggiva nulla di ciò che succedeva intorno a lui. Ma proprio niente! Ogni minimo sguardo, ogni parola sussurrata e gesto impulsivo, qualsiasi cosa i suoi amici facevano o dicevano, Arthur lo captava senza alcuna difficoltà.
Per Katie, quell'aspetto del carattere del biondo, cominciava a risultare abbastanza fastidioso. Arricciò il naso, scrollando le spalle con evidente noncuranza.
« Non capisco a cosa ti riferisci, Brad, davvero » commentò confusa, tornando a sorseggiare il proprio the nella roulotte che, per inciso, avrebbe dovuto ospitare solo lei.
Ma le buone maniere di James erano conosciute a tutti, là in mezzo. Se c'era da ficcare il naso, trovava il modo di riuscirci, anche invadendo gli spazi altrui.
Il biondo sollevò un sopracciglio, osservando la piega delle labbra all'insù sfiorare la porcellana della tazza e sorridendo sghembo a propria volta, prendendo posto di fronte a lei. Si sistemò comodo, incrociando le braccia sopra al tavolo senza smettere di fissarla.
Katie studiò il compagno d'avventura con calma, addosso portava ancora il costume di scena e cominciava seriamente ad odiare i bustini che Morgana vestiva abitualmente. I capelli morbidi le ricadevano sulle spalle, donandole un'aria principesca ma altezzosa. Come era scritto nel suo personaggio. Sbuffò, posando la tazza sul ripiano con stizza e coprendosi le spalle con un plaid rubato a Richard. Faceva freddo, non abbastanza da nascondere le pesanti occhiaie sotto al trucco e il mezzo sorriso stanco.
Perché Katie era stanca. Solo sperava che nessuno se ne accorgesse.
Bradley si mosse sulla sedia, afferrando un biscotto dal piattino per poi staccarne un pezzo con velocità strabiliante. Ficcanaso e pure scroccone, tra le altre cose.
Lo adorava, però a volte avrebbe preferito che si impicciasse dei fatti suoi, soprattutto considerando il fatto che quella scenetta andava avanti da oltre cinque mesi e il biondo non ne aveva ricavato un ragno dal buco.
« Ti sei guardata in faccia, Kat? Fai spavento » soffiò ironico, aspettando che l'amica reagisse.
« Carino. Hai altre parole romantiche da dedicarmi, o puoi levarti dai piedi? » ribattè, sorridendogli in una maniera che a Brad ricordò molto Morgana.
Facile, c'erano argomenti intoccabili con Katie, primo fra tutti, Colin Morgan.
Merlin.
L'idiota con le orecchie a sventola.
« In effetti » cominciò cauto, alzandosi per dare una sbirciata fuori e controllare che nessuno li disturbasse. Conosceva la storia, conosceva soprattutto Katie.
Nessuno si era accorto delle sue manie autodistruttive, tranne lui, ovviamente.
« Vorrei parlarti di Cole » la ammonì, donandole un'occhiata colma di preoccupazione.
Ad occhi esterni, poteva sembrare che Brad nutrisse disprezzo nei confronti del collega, o gelosia, in verità gli piaceva Morgan. Nel senso lato del termine, ovviamente. Avevano legato subito, ancora prima delle riprese e in lui, ci aveva trovato un buon amico. Quello però che lo infastidiva, era il meccanismo di dolore e sofferenza che aveva innescato nella ragazza che gli stava di fronte in quel momento.
« Non mi va di discuterne adesso, se non ti dispiace, avrei da fare. Tra poco si torna sul set » gli fece notare, posando i palmi sul tavolo pronta a tirarsi in piedi e decretare così la fine della discussione.
Ma Brad sapeva essere insistente. E dannatamente cocciuto. Si leccò il labbro superiore, aggirando l'ostacolo per riuscire ad avvicinarsi. Guardandolo dal basso, Katie poteva vedere il suo sguardo deciso e la voglia che aveva di sentirla sfogarsi, così non riuscì ad impedirsi di rimettersi seduta, con un lungo sospiro.
« È complicato »
« Un cazzo. Senti, sono mesi che ti fai usare e non apri bocca, non lo insulti, non lo mandi a fanculo come hai fatto con l'intera lista di tuoi ex... comincio seriamente a preoccuparmi! Non è da te, Kat. Non ti riconosco più. Neppure ti vedo mangiare! E di certo non dormi, basta guardarti in faccia » commentò, indicandola con un movimento fluido del braccio. Poi sospirò, piegando la testa al primo singhiozzo della ragazza.
La vide passarsi una mano nervosa sui capelli, scompigliandoli un po'. Per un attimo, l'idea che la parrucchiera dovesse ripetere l'intero lavoro sfiorò la mente del giovane Arthur, ma gli occhi lucidi di Katie lo riportarono in quel camper immediatamente.
« Come hai fatto a capirlo? »
« Mi credi davvero così stupido? » rimbeccò annuendo piano con un grande sorriso.
Katie pensò subito che se si fosse innamorata di Brad, forse le cose sarebbero state molto più facili da gestire. Colin era un enigma con gli occhi azzurri. Un bel sorriso, senza dubbio, viso ingenuo, sguardo dolce e arrendevole, ma a dispetto di come appariva, dentro nascondeva qualcosa di ben più pericoloso.
« Non è questo, è solo che... »
« Cosa hai intenzione di fare? » la bloccò, posando la schiena sulla spalliera della sedia dove si era rimesso a sedere e incrociando le braccia al petto in un modo che a Katie ricordò suo padre.
Corrugò la fronte, giocherellando con il piattino del the.
« Che vuoi dire? »
« Cinque mesi, Katie. E sono preoccupato per entrambi. Tu sembri un fantasma, quell'altro invece non fa altro che gironzolare per il set, euforico come se avesse vinto alla lotteria! Ora, se non vi conoscessi bene, direi che vi siete fatti con qualche strana sostanza a me ignota. Ma visto che, purtroppo, vi conosco, posso dire senza ombra di dubbio che scopate come ricci da quando sono cominciate le riprese della quinta stagione » snocciolò, osservando compiaciuto il rossore sulle gote dell'amica.
Katie gonfiò le guance, sbuffando sonoramente. Poi il suo sguardo assunse un'aria vagamente malinconica, mentre le labbra si piegavano in un sorriso privo di divertimento.
Fu lì che Brad capì.
« Oddio, ti sei innamorata di lui! » commentò, sgranando gli occhi prima di passarsi una mano sul viso, quando la vide distogliere in fretta lo sguardo e puntarlo sulla finestra al lato opposto del tavolo. Un'involontaria risposta positiva.
Oh sì che l'aveva fatto, come una povera stupida!
Il tutto era cominciato senza problemi, con la consapevolezza di usarsi a vicenda per cancellare i ricordi di una storia finita male. Così Colin arrivava, prendeva ciò che voleva e poi lasciava il camper, degnandola di un bacio finale, come a dirle che ci sarebbero stati altri momenti.
All'inizio andava bene, Katie non aveva sollevato nessuna discussione in merito, il sesso serviva anche a lei per rilassarsi e cancellare un paio di pensieri negativi, per non parlare poi di tutte le sue relazioni finite nella merda. Insomma, un muto patto di convenienza per entrambi.
Con il tempo, i gesti del moro si erano fatti più urgenti e una sera, mentre erano nel letto della sua roulotte, Katie gli fermò la testa, osservandolo attentamente in viso.
Capelli spettinati, occhi liquidi e labbra schiuse al piacere che lei stessa gli stava donando. Comprese il cambiamento di quel patto in un secondo, ma alla domanda « Cosa c'è? » rispose con un  « Niente » imbarazzato, tornando ad assecondare i movimenti e mordendosi le labbra a sangue, sopra alla sua spalla bianca.
Era ormai un appuntamento notturno, non riusciva a dirgli di no e, anche se sapeva sarebbe stato giusto farlo, non riusciva a mettere fine al patto che la stava consumando.
Brad capì in un lampo i pensieri della ragazza e si affrettò a riportarla alla realtà, schiarendosi la voce.
« Non ne ha idea, vero? » domandò ironico, mentre Katie scuoteva piano i boccoli scuri.
Sembrava una bambina indifesa, nei guai fino al collo. E sotto molti punti di vista, lo era. Il biondo sbuffò sonoramente, scompigliandosi i ciuffi sulla fronte.
« Senti Kat, è sempre Colin, insomma... secondo me se gli parlerai apertamente, aprirà gli occhi sulla faccenda »
« No! »
Quasi un grido allarmato, poi si ricompose, stringendosi nelle spalle. L'idea che scoprisse dei suoi sentimenti, la mandava in panico. Non aveva mai preteso nulla che non fosse semplice contatto fisico.
« Non essere stupida! Non puoi di certo continuare in questo modo! » commentò confuso.
Brad osservava il grande sorriso dell'amico, un sorriso che non vedeva da tempo, ed era certo che fosse merito di Katie. In qualche modo si sentiva in dovere di fare qualcosa, per avvicinare quei due testoni!
Katie aveva capito e non si vergognava di ciò che provava, almeno non con sé stessa. Invece Morgan, ottuso come un mulo, ancora non era giunto alla conclusione che quello scambio di favori gli era senza dubbio sfuggito di mano, muovendogli il cuore. E forse ne aveva paura, vista l'ultima delusione, ma questo Brad non poteva dirlo con certezza.
Sapeva solo di dover ficcare il naso, che Katie lo volesse o meno.
« Sai che non sta andando a letto con nessun'altra, vero? » insinuò, con finta noncuranza, osservandosi le unghie con fare distaccato.
Il tono retorico la riscosse. Velocemente sollevò lo sguardo, piantando gli occhi increduli in quelli divertiti del biondo. Si stava divertendo un mondo a farla capitolare! Ma Katie aveva notato il luccichio di compiacimento aleggiare intorno all'iride cerulea e tornò in sé, distogliendo lo sguardo con un movimento veloce del capo.
« Con chi si rotola tra le lenzuola nel tempo libero, non è affar mio! » commentò convinta, senza riuscire a mascherare il tono acido e indispettito. Brad sghignazzò, prima di tirarsi in piedi.
Stava quasi per ribattere alla battuta, quando la porticina del camper si spalancò rivelando il volto sorridente del moro in questione.
« Che diavolo state facendo qui? È mezz'ora che la troupe vi cerca! »
Quella voce scatenò un brivido lungo la spina dorsale di Katie. Il movimento involontario non passò inosservato allo sguardo indagatore del biondo, che prese subito parola, avvicinandosi all'amico.
« Calmo Dumbo, arriviamo! » commentò ironico, tirandogli una schicchera sull'orecchio sinistro e scoppiando a ridere allo sguardo furente del finto mago.
« Simpatico James, come al solito! E piacevole soprattutto, un dito in culo darebbe meno fastidio! » rimbeccò sarcastico, scostandosi per evitare altri contatti indesiderati.
Brad salutò in fretta Morgan, volgendo l'attenzione su Katie che non accennava a spostarsi dalla sedia.
« Pensa a quello che ti ho detto McGrath! » cantilenò, prima di sparire sotto allo sguardo confuso di Colin.
Poi spostò lo sguardo sulla schiena rigida di Katie, indicando la porticina chiusa con sospetto.
« Mi sono perso qualcosa? »
Avrebbe voluto urlargli che solo un cieco si sarebbe comportato in quel modo, forse con più riguardo, ripensandoci. E di certo avrebbe visto chiaramente, con tutto il suo handicap, il sentimento che la legava a lui. Ma invece no, quel cretino biblico non riusciva a notare un accidente! Incredibile.
Presa da un moto di rabbia repressa, spinse la sedia all'indietro con il sedere, tirandosi in piedi talmente in fretta, che Colin scattò sul posto dallo spavento, osservandola con un sopracciglio inarcato.
« Che ti prende? »
« Niente, Morgan. La tua voce mi irrita oggi, continuiamo con l'episodio? Sono stanca e vorrei tornare a riposare. » rispose atona, voltandosi solo per prendere il soprabito. Stava quasi per abbandonare il camper, al sicuro dalla situazione che lei stessa aveva creato, quando una mano decisa le intrappolò il polso, mentre l'altra chiudeva la porta.
« C'è qualcosa tra te e Brad? » domandò, calcando il tono indagatore con un pizzico di fastidio.
La voce suonava dura, quasi... che fosse?
Katie si sentì profondamente offesa da quelle parole, strattonò la presa con forza, voltandosi per fronteggiarlo e, involontariamente, schiaffeggiarlo con i lunghi boccoli mori. Colin evitò quello schiaffo, spostandosi indietro, confuso dagli occhi furiosi che lo stavano scrutando.
« Sei geloso, per caso? »
L'attore serrò la mascella, punto sul vivo. Non che lo avrebbe mai ammesso, era una questione d'orgoglio.
« Se vai a letto con Brad, vorrei semplicemente esserne informato, visto che facciamo sesso da mesi! Mi sembra il minimo » terminò, sorridendole con l'intenzione di smorzare un po' l'aria tesa che cominciava ad avvolgerli.
Non capiva quello sguardo ferito, né il tremolio sulle labbra piene che in quel momento avrebbe semplicemente voluto assaggiare, al diavolo le riprese!
Si sporse appena, ma Katie spostò il viso dall'altra parte, voltandosi alla ricerca della maniglia che l'avrebbe portata fuori da quella situazione. Stava per piangere e non poteva permetterselo, non davanti a lui.
Colin fu più veloce e la bloccò di nuovo, trascinandola lontano dalla salvezza e inchiodandola alla parete. Due tazze sul ripiano alto del mobiletto si infransero al suolo. Katie le seguì con lo sguardo per un po', prima di tornare a fissare il volto deciso del moro.
Sembrava quasi entrato nella parte. Che fosse un bravo attore non c'era alcun dubbio, e la ragazza si domandò se anche con lei ogni tanto provava divertimento a recitare.
Quando le sorrideva durante le riprese, nei bloopers finiti su Youtube, oppure semplicemente in mensa, dopo il lavoro, sul letto, appena finito di fare l'amore.
Amore.
Aveva smesso di catalogarlo come sesso da un pezzo, ormai. E la cosa non la disturbava. Perché era così e non c'era altro modo di spiegare i battiti di un cuore così veloci, da sfiorare le costole.
« Se fosse? » domandò a bruciapelo, osservando le iridi azzurre muoversi alla ricerca di una risposta logica.
« No, sul serio Colin, sono curiosa. Dimmelo! Se fosse? Diciamo pure che vado a letto con Brad e la cosa mi aggrada parecchio, cosa faresti? » lo sfidò con tono ironico, aspettando ben poco prima di ritrovarsi schiacciata tra il mobile e il corpo deciso del ragazzo.
La teneva salda all'anta dell'armadietto, senza smettere di guardarla. Gli occhi attenti, ridotti in due fessure pericolosamente scure. Labbra strette, mascella ferma. Ansimava appena, ma Katie, nonostante non lo avesse mai visto così furioso, si era decisa a scoprire le proprie carte.
Provò a liberarsi dalla presa che le imprigionava i polsi, inutilmente, così si arrese, rilassando i muscoli e aspettando.
Aspettava un cenno di fastidio, una parola che le facesse capire quanto non fosse sola in quel labirinto di sentimenti spaventosi e ingestibili. Aspettava qualsiasi cosa, qualsiasi cosa che uscisse da quelle labbra piene tanto amate.
Colin profumava di buono. Aveva un odore strano sulla pelle, particolare. Non era dolce, per niente, eppure vantava un retrogusto di frutta e muschio bianco. Era il suo sapore e lo amava davvero, come riusciva ad amare solo il suo lavoro.
« Stai dicendo sul serio? »
« Ti ripeto la domanda, Morgan: Se fosse? » continuò imperterrita, ruotando appena il polso per consentire alla circolazione di fare ciò per cui era concepita.
Le facevano male le braccia, ma non si azzardava a proferire parola. Continuava ad aspettare, abbassando lo sguardo di tanto in tanto ad osservare il costume di Merlin muoversi al ritmo del respiro di Colin. Era quasi ipnotico, tremendamente eccitante.
Si accorse appena di averlo pensato e subito i suoi occhi vagarono sulle labbra di lui. Sorridevano divertite, prima di schiudersi e dare voce a quel tono che tanto la faceva infuriare.
« Non dici davvero, me ne sarei accorto » commentò di rimando, scuotendo appena la testa, senza tuttavia lasciarla andare.
Non ancora.
Katie sarebbe scoppiata a ridere di gusto e ingoiò con fatica una risata sommessa alla battuta del suo amante. Se ne sarebbe accorto, come no! Lui si che era un tipo sveglio! Colin Morgan, l'investigatore degli impulsi umani.
Si domandò, con sarcasmo, come mai allora l'idea di essere amato non gli avesse sfiorato il cervelletto neppure per errore.
« Sinceramente, Morgan, non riesco a spiegarmi perché continuiamo » disse infine, dando voce ad un minuscolo pensiero che la stava torturando da giorni.
Gliene voleva parlare molto prima e ci aveva persino provato, ma poi il cuore aveva dettato legge come sempre. Al suono di quella frase, il corpo del moro si irrigidì, mentre Katie sentiva i polsi di nuovo liberi e il calore abbandonarla.
Si era allontanato da lei lentamente, stringendo entrambi i pugni delle mani stese lungo i fianchi.
« Colin? » lo chiamò con un filo di voce, massaggiandosi la pelle che bruciava nel preciso punto in cui lui l'aveva toccata.
Bruciava sempre, ma non faceva male. Era più una strana sensazione di possesso che, nel masochismo in cui sguazzava, le faceva addirittura piacere. Il suo intero corpo vibrava, quando nelle vicinanze c'era lui. Se ne era accorta durante le scene tra Merlin e Morgana, ma aveva deciso di ignorarlo per un po', almeno finché fosse stato possibile. E non lo era più.
« Stai cercando di dirmi che è finita? »
Non c'era rabbia nella voce, solo un sottile velo di malinconia che toccò subito il cuore di Katie, subito prima d'essere riempito con una buona dose di furia incontrollata.
Finita.
La sua mente elaborò in fretta quella singola parola. Per finire, qualcosa doveva cominciare. E quando, per l'amor di Merlin, avevano cominciato davvero?
Serrò le labbra, staccandosi dal mobile per avvicinarsi con passo svelto alla figura confusa del collega, indecisa se scappare o rimanere lì. Colin non si mosse, sfidandola apertamente.
« Finire che cosa, di grazia? » lo aggredì, sfiorandogli il naso con il proprio. Colin sorrise sincero. Bingo! Ecco il vero problema. In tutti i mesi passati insieme, aveva chiaramente percepito qualcosa negli occhi della sua collega, soprattutto nei gesti addolciti da movimenti sempre più carezzevoli e lenti, durante i loro amplessi. All'inizio credeva di essere diventato un pazzo visionario, pronto ad immaginarsi ogni minima sciocchezza, ma quella sera dovette ricredersi.
« La cosa ti diverte, Morgan? Sono felice per te, adesso levati di torno! » lo apostrofò acida, raggirandolo per poi chiudersi nel bagno, decisa a sfogarsi un po', quel tanto che bastasse da non dover scoppiare in lacrime durante le riprese. Sarebbe stato davvero poco professionale.
Ma non riuscì ad essere abbastanza veloce nel chiudere la porta, perché Colin la seguì e senza che se ne accorgesse, si ritrovò intrappolata nei minuscoli servizi del proprio camper, schiacciata tra il corpo dell'uomo che amava, e la porta chiusa a chiave. Chiave che, per inciso, il finto mago le stava sventolando davanti al naso con puro divertimento e sguardo vittorioso.
« Cerchi questa, per caso? » domandò retorico, facendola ringhiare.
« Dammi. La. Chiave. Morgan. Adesso. » scandì tra i denti, tentando in tutti i modi di strappargliela dalle mani. Ma i riflessi del ragazzo erano pronti ad eludere ogni movimento. Alla fine Katie si arrese, imprecando al soffitto per poi incrociare le braccia sul petto con stizza.
Colin sghignazzò vittorioso, facendo scivolare il bottino d'ottone nei pantaloni di scena.
« Bravo, hai vinto! Cosa vuoi da me, si può sapere? » doveva suonare come una domanda sprezzante, ma il tono uscì incrinato e l'attore se ne accorse.
Si avvicinò per abbracciarla e non ci riuscì. Il corpo di Katie evitò quel contatto, spostandosi a destra. Il moro roteò gli occhi, levando le braccia al cielo.
« Mi spieghi qual è il tuo problema? »
« Sei tu. Tu sei il mio dannato problema! » quasi urlò, spintonandogli il petto al ritmo di ogni parola e imponendosi di non scoppiare in lacrime.
Colin la lasciava fare, divertito dall'intera situazione. Aveva capito i sentimenti che nutriva per lui, sentimenti ricambiati, ma era ancora troppo presto per farglielo presente. Quella scena gli piaceva parecchio! Perciò abbandonò le braccia lungo i fianchi, appena sollevate dai colpetti di lei, lasciandosi spingere con una leggera risatina che ebbe cura di fare infuriare Katie ulteriormente.
« Sei davvero insopportabile! Pigro, indolente, insensibile e maschilista! Le tue orecchie mi danno fastidio, quel dannato mezzo ghigno soddisfatto mi da fastidio! La tua intera faccia mi da fastidio! Mi urti il sistema nervoso, Morgan! Adesso lasciami andare, devo raggiungere il set e anche tu dovresti, poi finalmente non sarò costretta a vedere il tuo brutto muso almeno fino a domani! » snocciolò con un basso ringhio, senza ovviamente smettere di colpirlo.
Le brevi spinte dell'indice, diventarono presto piccoli pugni dati per fargli male, del tutto inutili, visto e considerato che, nonostante il fisico abbastanza asciutto, Colin rimaneva comunque un uomo. Inarcò un sopracciglio, scoppiando a ridere sotto lo sguardo indispettito della ragazza. Katie si fermò, osservandolo attentamente con rabbia.
Era bello. Non bello nel senso più superficiale del termine, ma bello in ogni suo piccolo difetto.
Colin Morgan era bello e alla luce di quella consapevolezza, arrossì vistosamente, ritraendo le mani come se si fosse scottata.
« Senti un po', bulla di quartiere » azzardò ancora divertito, avvicinandosi abbastanza da sfiorarle le labbra con le sue « non è che Morgana si è innamorata di Merlin? » insinuò infine, facendo schizzare l'imbarazzo dell'attrice fino alla punta dei capelli.
Non era di certo una stupida, aveva capito che i loro alter ego c'entravano ben poco. Si stava semplicemente prendendo gioco di lei, come al solito.
« V-Vaneggi! » rispose immediatamente, strizzando gli occhi per lo sforzo.
Si domandò dove diavolo fosse finito Brad e come mai, quando davvero ce n'era bisogno, non riusciva a portare il suo regale deretano nel camper. Avrebbe pagato oro a chiunque l'avesse tolta da quella situazione!
« Certo! » acconsentì, annuendo e acchiappando il labbro inferiore con gli incisivi. Poi scoppiò nuovamente a ridere, sotto ad una violenta spinta che arrivò subito dopo.
Si scusò malamente, aprendo le braccia al soffitto e scuotendo piano la testa, eppure il tono di voce tradiva ancora la sua ilarità.
« Sei davvero incredibile! » commentò divertito.
« Ah, io? Bisognerebbe stilare un'intera enciclopedia di tutti i disagi mentali che hai! » rimbeccò risentita, guardando quel sorriso – stupendo – di sottecchi.
Quando la risata dell'attore riuscì a trovare pace, Katie sospirò pesantemente, abbandonandosi alla porta del bagno. Non sapeva che fare, non sapeva neppure come comportarsi.
“Andiamo, ci sei andata a letto per dei mesi e adesso non sai gestire una conversazione? È assurdo!”
Di certo, la coscienza non la stava aiutando.
« Hai intenzione di fissarti le scarpe ancora a lungo, oppure mi guarderai negli occhi prima o poi? »
Sempre quel dannato tono ironico, lo detestava.
« Sto ancora decidendo » replicò, mantenendo il sarcasmo per riuscire a salvarsi almeno un po'.
La verità era che aveva sinceramente paura di fissare quelle iridi azzurre, il fatto poi che avessero scoperto i veri sentimenti che la legavano ancora lì, la terrorizzava.
Si stava avvicinando, lo percepiva. Fece appena in tempo a sollevare la testa, che due labbra le impedirono di dire o fare qualsiasi cosa.
Sgranò gli occhi per la sorpresa, ma poi si aggrappò a quelle spalle, ricambiando il contatto con urgenza. Piano, fino a premergli il seno sullo sterno. Lo sentiva respirare, sentiva il battito del cuore che credeva non gli sarebbe mai appartenuto. E in quel momento, Katie si accorse di quanto poco le importasse.
Colin aveva il suo, tanto bastava.
Sfiorò il labbro inferiore, tornando a baciarlo nuovamente, prima di spingerlo contro la finestrella del piccolo bagno e posargli le mani sui lembi della casacca di scena.
Si staccarono per respirare, continuando ad ansimarsi addosso.
« Mi devi una spiegazione »
Il tono incrinato dal piacere. La voleva, eccome se la voleva. Avrebbe desiderato che gli altri si dimenticassero di loro, per potersi dedicare a quel corpo così perfetto. Katie osservò rapita il pomo d'Adamo muoversi velocemente, ignorando i pensieri del moro, per poi staccarsi. Con la schiena ancora sul vetro, Colin non smetteva di guardarla, un mezzo sorriso stampato sul volto.
« Tu mi devi una spiegazione, Morgan. Mi hai baciata! » concluse, additandolo con indice tremante e accusatorio.
Era rossa come un pomodoro maturo e per Colin non c'era nulla di più adorabile al mondo. Ringraziando mentalmente Brad – qualsiasi cosa le avesse detto – si avvicinò, aggiustandosi la giacca del costume e leccandosi il labbro come farebbe un leone davanti alla propria preda.
Katie deglutì, ma non si mosse. Tremava, eppure qualcosa le diceva di non spostarsi, perché lo avrebbe rimpianto a lungo.
Quando Colin la raggiunse, le sorrise appena, addolcendo lo sguardo prima di trascinarsela nuovamente addosso. Un gemito di sorpresa morì sugli abiti di Merlin, prima che Katie li artigliasse con le unghie, pronta a tenersi al corpo di lui, se le sue ginocchia avessero dovuto abbandonare l'equilibrio.
« Cosa stai cercando di dirmi, Cole? » sussurrò piano, usando il vezzeggiativo che solo Brad utilizzava, di tanto in tanto.
Eppure in quel momento le sembrò stranamente appropriato. Morgan sorrise appena, abbassandosi per parlarle direttamente nell'orecchio, con il voluto intento di provocarle qualche brivido sparso.
Lo faceva apposta, e gli riusciva dannatamente bene.
« Sto cercando di dirle, mia Signora, che sono innamorato tanto quanto lei » soffiò lentamente, scostandosi appena per godersi l'immagine di due occhi meravigliosamente chiari, sgranati dalla sorpresa e lucidi d'amore.
Le labbra di Katie presero a vibrare appena, mentre Colin non smetteva di ridacchiare.
« Perché non me l'hai mai detto? » domandò confusa, spostandosi per guardarlo negli occhi. In quel momento, sentì chiaro il bisogno di averlo. Ignorando l'immagine di tutta la troupe furiosa, intenta a setacciare ogni angolo del set, Katie concentrò i suoi occhi sul corpo che aveva tra le mani. Lo vide abbassarsi ancora e leccarle il labbro inferiore. Chiuse gli occhi, godendosi quel contatto quasi fosse stato il primo, prima di ascoltare le ultime parole che preannunciavano la fine di ogni freno inibitorio.
« Probabilmente per lo stesso motivo che ha spinto te a non farlo »
E non ci fu tempo, né bisogno di dirsi altro.
Tenendola dai fianchi, quasi come se dovesse sfuggirgli dalle mani, la baciò ancora, lentamente. Cercò la gemella della sua lingua, danzando insieme a lei e chiudendo gli occhi, prima di sollevare le mani sul seno e sfiorarlo appena, quel tanto che bastasse da sentirla gemere. Sorrise compiaciuto sulle labbra ormai prive di rossetto, osservando le esili dita che andavano su per il suo corpo fermarsi ad agguantare la giacchetta di pelle e sfilarla con dedizione.
Stavano perdendo il controllo.
Nessuno dei due si accorse del rumore di una porta che si apriva. Nessuno, almeno finché un bussare incessante non li costrinse a separarsi.
« Tutto bene lì dentro? »
Colin serrò le labbra, mordendosi quello inferiore, prima di posare la fronte sulla porta del bagno e il braccio sopra, in un misero tentativo di mantenere lucidità. Katie arrossì, reprimendo un sorriso.
« James. » cominciò, con un mezzo ringhio frustrato « Non hai nulla di meglio da fare? »
Quel tono tradiva un certo bisogno emotivo. Brad, dall'altra parte del legno, lo intuì subito e si rilassò sghignazzando, prima di allontanarsi in direzione dell'uscita.
Quei due erano riusciti ad aprire il cuore, si poteva dire soddisfatto del suo ficcanasare in giro! Soprattutto, era felice per Katie. Colin sapeva essere davvero irritante, ma aveva piena fiducia in lui e in ogni caso, lo conosceva abbastanza bene da capire che nel caso l'avesse fatta soffrire, sarebbe stato il primo a non perdonarselo.
« Raffredda i bollenti spiriti, Dumbo! Johnny vi sta cercando e sta pensando seriamente di cacciarvi dal cast a pedate! Fossi in voi mi farei vivo al più presto » cantilenò sornione.
Il moro ignorò apertamente l'odioso soprannome che detestava, soffiando un sorriso contro la superficie sul quale poggiava la fronte, prima di sollevarsi di nuovo e incontrare il viso finalmente sereno di Katie. Si staccò da lui con evidente imbarazzo, ma sentiva ancora gli occhi bruciarle addosso.
« Smettila di guardarmi così! » lo apostrofò, coprendosi il seno messo in vista dal bustino medievale.
Le labbra gonfie di baci dell'attore si stirarono in un ghigno eloquente.
« Sei davvero- »
« Lo so, lo so. Un maniaco! » la anticipò, annuendo per darle ragione.
Nei fatti non era proprio così. Certo, era un uomo e aveva i suoi bisogni, ma l'effetto che riusciva a procurargli la pelle di Katie, non lo avrebbe scoperto in nessun'altra.
« Dannato James! » commentò infine, storcendo il naso con stizza alla prospettiva di dover aspettare un paio d'ore ancora, prima di riuscire ad amarla come meritava. Sarebbe stato diverso quella volta, lo sapevano entrambi.
E Katie sorrise debolmente, un po' imbarazzata per quella ritrovata voglia di donarsi completamente.
« È sera, Morgan, non ci sono esterni da girare, solamente qualche scena nel castello! » gli fece notare, divertita dal finto istinto omicida verso un certo biondino.
« Dobbiamo andare, vero? » domandò con tono infantile, arrendendosi al tono retorico che gli uscì dalle labbra.
Katie annuì, promettendogli con un ultimo bacio la notte tanto sognata. Accettò quel contatto, ma venne fermato dalle mani tremanti di lei, quando lo sentì spingersi oltre.
Non si sarebbero più fermati.
« Dobbiamo andare »
Decise di rispondere alla domanda retorica per farlo ragionare. Per riuscire a controllare sé stessa, soprattutto. Con lui nei paraggi, non era affatto semplice. Colin sbuffò, sfilando la chiave del bagno dalla tasca e aprendo la porta, prima di trascinarla per mano fino all'uscita.
Colta di sorpresa, Katie non oppose alcuna resistenza e sorrise, fissando il contatto tanto desiderato. Incredibile come due mani potessero intrecciarsi in maniera tanto perfetta. Si rese conto di un piccolo particolare: le dita di Colin erano asciutte, ma grandi e calde. Arrossì un pelo, stringendogli l'avambraccio con una mano per stare al suo passo. Una piccola parte della sua mente – quella meno orgogliosa – ringraziò Brad con tutto il cuore.
Poco distante da loro, Angel era già accanto al finto Arthur.
« Allora? » chiese, curandosi di soffiargli le parole direttamente a fior d'orecchio. Sembrava ansiosa, ma il biondo sorrise, rassicurandola immediatamente.
« Ce l'hanno fatta! » commentò divertito.
La collega, sua moglie negli schermi di tutto il mondo, ricambiò quel gesto annuendo vittoriosa.
« Hai fatto un ottimo lavoro, sai? Io stessa non avrei saputo fare di meglio! » constatò compiaciuta.
La loro attenzione fu catturata da due figure ben distinte che si avvicinavano, non lontano dalla roulotte di Katie. Non si tenevano per mano, ma Brad era sicuro del fatto che quel contatto si fosse sciolto da poco. Erano così vicini, da richiamare l'attenzione persino di Richard, che aveva preso a guardarli con fare sospetto.
James abbozzò un lieve sorriso.
« Non sono perfetti? »
« Le orecchie di Colin rovinano il quadro! » fu il commento sarcastico della sua collega.
Si scambiarono una veloce occhiata. Brad fece in tempo a sollevare un sopracciglio, poi risero di gusto, pronti per tornare ai loro rispettivi ruoli.
Nel frattempo, ignorando i commenti cospiratori dei due amici, accanto al direttore della produzione Katie fissava Colin tentare di calmarlo con scarsi risultati, e non poteva fare a meno di pensare quanto la felicità le fosse stata vicina in tutti quei mesi. Aveva solo paura di raggiungerla pienamente. Ma si sentiva bene, un lieve odore di muschio bianco fruttato solleticò le sue narici, suggerendole che non era e non sarebbe più stato solo un sogno.
Osservava il profilo sorridente dell'uomo che amava e si domandava divertita come avrebbe fatto a fingere di odiarlo, nei panni della strega Morgana.

 


FIN

 
 
  
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