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Autore: CassidyBlack    07/03/2015    1 recensioni
"Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona."
1977. Ultimo anno per il malandrini. Ultimo anno per James e Lily, per Sirius, per Remus, per Minus, Per Alice e Frank. Ultimo anno per Leticia, per scoprire se stessa e cosa vuol dire stare accanto ad un uomo dai mille volti, fragile e forte allo stesso tempo, dal costante sorriso da buffone, ma un cuore d'oro nascosto sotto un cumulo di macerie, invisibile oltre quegli occhi argentei da sognatore.
Ultimo anno prima di affrontare il mondo reale, con le sue paure, i suoi tormenti e le sue tragedie, per strare insieme mano. Perche l'amore non si sceglie e non si comanda, ma perdona colui che non viene ricambiato e ne rende puro il cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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1. Vaffanculo Rodriguez.

Il solito chiacchiericcio di fondo riempiva briosamente la Sala Grande del castello che si apriva immensa e sconfinata subito dopo aver superato la grande scalinata d’ingresso che dava sull’entrata. Quattro bancate, poste perpendicolarmente al portone in legno, finemente rifinito, e al tavolo sopraelevato in cui normalmente sedevano tutti i professori durante la prima cena di inizio anno, erano occupate da studenti di diverse casate e colori, illuminate da candele fluttuanti e grandi vetrate di cui mosaici spesso prendevano vita, soprattutto in quest’ora del giorno in cui la sala stessa si animava. Come al solito i serpeverde stavano per i fatti loro, rintananti li, nell’ estrema sinistra della sala, bisbigliando fittamente e scambiando occhiate verso i grifondoro che invece stavano esattamente dal lato opposto e che facevano di tutto per farsi sentire, orgogliosi come leoni. In mezzo stavano silenti prima i corvonero e poi i tassorosso. Due casate che avevo da sempre ammirato per il loro maniacale impegno nello studio e nel lavoro, ma alla quale non appartenevo.
Già. Fra tutte le case che avrebbero potuto accogliermi, quella rosso ed oro mi aveva scelto senza nemmeno che avessi il tempo di poggiare il cappello parlante, e sta di fatto che proprio ora, con libri fra le braccia e cappa a coprire la divisa era proprio verso il tavolo all’estrema destra che mi stavo dirigendo con un aria che non sembrava delle più felici. Lily Evans, la mia migliore amica dal primo anno in cui avevamo iniziato a condividere la stanza, insieme ad altre nostre coetanee, camminava accanto a me con un aria raggiante. Cosa ci trovasse di buono nel porridge non lo so. C’era qualcosa di dannatamente sbagliato in quel piatto che non poteva che starmi antipatico, almeno quanto non sopportavo certa gente che guarda caso non si era ancora fatta vedere in tutta la giornata, tanto meno a lezione.
Capitava di tanto in tanto che i Malandini – quel gruppo di scapestrati nullafacenti bipedi più simili a scimmie – non facessero vedere i loro brutti musi nemmeno per l'ora di pranzo. La possibilità che stessero in biblioteca a studiare era pari a… bhe, zero. Quindi di sicuro stavano organizzando qualcosa di losco alle spalle di una intera scuola che nel giro di, massimo una settimana, si sarebbe trovata sommersa dalle loro cretinate. E se qualcuno, come i professori, credeva che con l’arrivo dell’ultimo anno avrebbero messo la testa a posto, bhe… era una opzione che ne Potter, ne Black ne tantomeno Lupin o Minus si sarebbero sforzati di pensare. Limitati. Ecco cosa erano. E almeno su questo io e Lily eravamo d’accordo.
 
Fiutavo ancora l’aria incerta che fosse quantomeno raccomandabile sedersi in quel bancone in legno, sicura che sarebbero comparsi da un momento all’ altro per propinarci una delle loro cazzate e avrebbero fatto ridere mezza Hogwarts, o almeno il branco di pecorelle smarrite che andava dietro i più popolari di loro, ossia James e Sirius. Il fascino che esercitavano sulla maggior parte degli alluni di sesso femminile, per non parlare di qualche caso di sesso maschile, era dovuta al loro carattere leggermente pungente, sprezzante e giocoso che, da racconti sentiti in svaritate occasioni senza la possibilità di evitare qualche contato di vomito da parte mia, si rifletteva persino sotto le lenzuola. Ormai avevano la fila con il numerino per qualte erano le ragazze che volevano andare a letto con loro. E il fatto che esistessero ancora persone come me, o Lil, era un miracolo, perche molti, più o meno, erano stati trascinati da quei due. Tuttavia, il fatto di avere molte, se non troppe cose in comune con le serpi che li odiava dal profondo non poteva che farmi rivoltare lo stomaco. Pazienza. Di certo il mio odio verso di loro era dovuto al fatto che principalmente li ritenevo tutti dei grandi cretini, eccetto Remus. Non potevo paragonare quel mio atteggiamento nei loro confronti a quello di Lily, che invece gli odiava per davvero, anche perche il mio caratterino non era poi cosi diverso dal loro. Ma non sopportavo quella fama da bulli che si erano costruiti nel tempo e che a molte faceva girare la testa. Non sopportavo che nella stragrande maggioranza dei casi se la prendessero con i più deboli e questo aveva scatenato spesso e volentieri veri e propri litigi con tanto di bacchette fra me e il vice lider del gruppo: Sirius. Ma quando non si sforzavano di darci fastidio non posso negare che mi facesse piacere sedermi accanto a Remus e chiacchierare, anche perche fra tutti lui era quello che preferivo.
 
-Leti non ti siedi?- fu la voce di Lily a richiamare la mia attenzione su di lei e distogliermi dai miei pensieri rivolti al passato, mentre qualche primino maldestro correndo lungo la sala, rischiava non solo di travolgermi, ma di far finire la mia ricerca sulle creature fantastiche nel 1600 e del loro culto nelle religioni babbane proprio dentro quella ciotolina stracolma di materia informe, prendendosi di conseguenza qualche urletto poco educato e non privo di parolacce da parte mia, mentre andavo velocemente ad infilare le gambe fra panca e bancone, riportando lo sguardo su quella ragazza dai capelli rossi che mi osservava con aria contrariata per la mia forbita lingua.
Lily Evans era il tipico esemplare di ragazza capace di far girare la testa a molti, se non troppi studenti. Alta, snella, altamente e pericolosamente bella. Ma chiaramente troppo impegnata nello studio e nell’ odiare James Potter per avere anche il tempo di uscire con qualcuno. Il suo amore più grande erano i libri e di certo ora come ora sarebbe stata ancora amica di quel piagnone di Severus Piton se non fosse che lui era stato un vero e proprio stronzo durante il nostro quinto anno. Il stessa avevo consigliato a Lily di rompere ogni legame con lui e di pensare solo a se stessa almeno finche le acque non si sarebbero calmante. E di fatti lei e Severus non si erano più parlati. Ogni tanto la beccavo spiare verso il loro tavolo, cercarlo con quegli occhi verdi che si ritrovava, per ritonare poi ai suoi libri e al suo mondo di incantesimi. Ma non dicevo niente, anche perché in parte capivo quanto ci stesse male, nonostante il tempo passato. L’unica cosa che potevo fare era essere per lei una buona amica, o meglio una sorella, dato che la sua l’avrei volentieri schiantata, se me ne avesse dato l’occasione. Sul tavolo stava una copia della Gazzetta del profeta che mi affettai a prendere prima che qualcun'latro la notasse ed iniziasse a sfogliarla.
-Si scusa, stavo controllando che non ci fosse niente di vivo dentro la mia zuppa…- le risposi, arriccando appena le carnose labbra e ritirando all’ indietro i capelli capelli che mi ricadevano spesso disordinati su viso.
-Conoscendo quei quattro e il loro amore sporadico per gli scherzi non mi stupirei se adesso saltasse fuori una rana dal piatto… - mi fece eco lei, capendo perfettamente verso che direzione stavano andando i miei pensieri e sorridendo ironicamente, ritirando la chioma fulva in una coda bassa ed iniziando a mangiare. Cosa che feci anche io sistemando tutti i capelli di lato e andando a osservare di nuovo quel piatto stracolmo e ripieno di un sughetto bianco cosi lucido che volendo, potevo specchiarmici.
Li vedevo chiaramente, i miei zigomi alti e marcati, gli occhi nocciola dal taglio allungato e le labbra carnose, poste in viso ovale dalla pelle olivastra, baciata dal sole. Origini ispaniche le mie, importate da una madre di origini messicane e un padre mago che mi aveva trasmesso la vena magica della famiglia, tratti che trovavano spazio per affiorare selvaggi sulla mia carne e darmi un’aria da vera dura. Maschera che col tempo avevo provato a cucirmi addosso.
-Non credo… le rane erano il top al loro secondo anno, ora non so cosa sia di moda, nel loro campo… – feci, alzando impercettibilmente un sopracciglio e assumendo un’espressione a metà fra il serio e l’ironico, ignara che qualcuno da qualche minuto stava ascoltando i nostri discorsi e , ancora peggio, gravava silente sulla mia testa.
-Parli di me, Rodriguez?- una voce maschile mi arrivò rocca e graffiante alle orecchie, basta tanto da riuscire a muovere angoli del mio essere che sino ad allora erano rimasti assopiti, ma non tanto per quanto fosse bella e ammaliante, ma perché conoscevo benissimo il suo possessore. Non ero pronta psicologicamente a ritrovarmi Sirius Black alle spalle, accompagnato da un scimmiesco Potter che se ne stava con il braccio appeso alla spalla dell’amico e da un fedele Minus, che lo seguiva pure al cesso. Almeno Remus che, per quanto appartenesse al gruppetto era quello più calmo e meno piantagrane, si era gia andato a sedere lasciando un posto fra me e lui, senza infastidire me e Lily, che come la sottoscritta si era voltata a guardare con aria schiaffata quei cretini di grifondoro. Come facessero sempre a comparire ogni volta che gli nominavamo, era ancora un mistero.
-Se siete venuti per rompere i boccini allora…!- stava gia facendo la mia migliore amica, impugnando il cucchiaio ed ignara di avere proprio nell’ angolo sinistro della bocca pronunciata un chicco di riso sfuggito all’appello. Cosa che James notò nell’ immediato, tanto da andare a staccarsi dall’ amico e allungare la mano manca verso di lei, riprendendo quel chicco con il pollice e portandoselo alla bocca, lasciando sia me, che Lily che tutte le ragazze del circondario a bocca aperta per svariate ragioni.
- Calmati Evans… è ora di pranzo e anche noi mangiamo.- gli rispose lui, con quel sorriso beffardo e strafottente, risistemandosi gli occhialetti quadrati sul naso, accompagnato dalle risate grossolane degli altri due per l’espressione che “la Evans” aveva di colpo assunto, prendendo il colore dei suoi capelli.
In ogni caso lo sguardo si Sir tornò su di me, indagatore, beffardo e senza pudore, sondando la mia divisa scolastica. Maiale in piena crisi ormonale.
-No, Black, parlavo degli ippogrifi che svolazzano fuori da qui, non li hai visti?- risposi con la mia solita acidità voltandomi di scatto e riprendendo a mangiare, decisa ad ignorarlo fino alla fine. Cosa che non sarebbe stata di certo facile dato che non solo avevamo tutti gli occhi puntanti addosso ma anche perche quello andò ad occupare il posto vacante fra me e Rem.
-No, non credo di averli notati. Ero troppo impegnato a sbarazzarmi di qualche ragazzina del terzo anno.- rispose lui, gonfiandosi come un pavone e osservandomi con quegli occhi argenti che, devo ammetterlo, qualche anno fa mi avevano fatto sospirare tremendamente. Aveva di certo bisogno di un parrucchiere, per quella zazzera nera che si ritrovava in testa.
- Ah, capisco, immaginavo che invece quelle del terzo fossero proprio adatte a te. Sai, stesso IQ.- risposi, mostrandomi a mia volta combattiva e bellicosa, almeno quanto lui, scuotendo un poco il capo. In sottofondo sentii la risatina divertita di Rem, e questo appoggio da parte sua non potè che farmi piacere. E mentre proprio accanto a me, James scambiava quatto paroline con Lily, io tenevo testa a questo leone nero, cercando di non sopprimere di colpo Minus per i suoi commenti poco inappropriati, soprattutto quando assumeva quell’ espressione schifata e ricca di disprezzo nei miei confronti. Sapevo di non andargli a genio da quando con le ragazze del quarto anno, esattamente due anni fa, avevano sparso la loro biancheria per tutto il campus, per vendicarci di uno scherzo non troppo diverso dal nostro. E fra tutti avevamo scoperto che Minus era l’unico con le mutande segnate a giorno.Lunerdì, martedì mercoledì e giovedì erano rimasti per molto tempo nei nostri cuori e avevamo riso per mesi di questa cosa, noi e l’ intera scuola.
Comunque, mentre gli altri tre si erano andati a sedere, il sorcio se ne stava in piedi, cercando con lo sguardo un posticino per infilarsi fra LUI e Remus. Spazietto che alla fine trovò, facendo praticamente finire il licantropo addosso ad una povera ragazza del sesto, e causando il visibile rossore di entrambi.
Sebbene sia io che Lily non andassimo d’accordissimo con i ragazzi, durante il nostro terzo anno eravamo venute per caso a sapere della vera natura di Lunastorta. Era proprio il periodo in cui stavamo studiando le creature oscure, e da qualche tempo Lily mi aveva detto che aveva beccato i ragazzi a sgattaiolare nella foresta. Allora ci eravamo appostati e gli avevamo seguiti. E magari le cose sarebbero finite male se non fosse stato che quella notte il professor Silente non si aggirasse per la zona limitrofa alla casa in cui Rem passava le notti di luna piena. Comunque questo suo essere diverso l’aveva sempre reso una persona un po più chiusa delle altre. E sebbene l’atteggiamento mio e di Lily non era mai cambiato nei suoi confronti, quando venni a sapere degli studi dei ragazzi sull’arte della trasformazione, cosa che avvenne in un modo altrettanto particolare, mi misi anche io a studiare come assumere le forme di un animale e nel giro del quarto anno un grande gattone nero iniziò a seguire il quartetto nella foresta. Cosa che i ragazzi non avevano mai scoperto, grazie anche alle dritte del preside che in svariate occasioni mi aveva chiesto di far rapporto di come andassero le cose.
E adesso vederlo cosi paonazzo per essere finito addosso ad una ragazza riusciva ancora a farmi ridere. Cosa che non accadeva con i commenti di Codaliscia.
-Non hai la minima idea di quello che dici ragazzina… tu non sai niente di Sir.- Il modo in cui prendeva con serietà ogni insulto che io proferivo al suo amichetto dal cuore, mi aveva fatto venire vari dubbi sul fatto che in realtà Peter non fosse innamorato di lui. Ma alla fine mi ero sempre ricreduta, anche perche era ovvio che "Siiiiiir" avesse un interesse puramente rivolto alle ragazze, come manifestavano quei poster di donne in bikini e motociclette appesi nella loro camera.
-Stai zitto ratto se non vuoi che ti schiacci…- feci pungentemente con una risposta che fece tacere all'istante Minus. In fondo non si poteva dire che non sopportavo Sirius Black o James Potter come quell’ energumeno che si trascinavano dietro; ma più che altro era schifo il mio, per quel budino grassoccio con le zampe. Lo sentivo che di li a poco avrei cercato la mia bacchetta e schiantato quel roditore dal cervello di molliccio, se non fosse che Sirius riempì totalmente la mia visuale, mettendosi in mezzo fra me e il ratto.
-Ehi, ehi… non siamo qui per litigare. Vero ragazzi… vorremo un favore…- Che diavolo voleva Sirius Black da me?! Era più preoccupante che piuttosto di tirarci i capelli a vicenda lui facesse il carino e gentile. Ma ero curiosa e cosi mi mostrai interessata, accavallando sotto il tavolo le gambe e voltandomi totalmente verso di lui. Cosa che, da come scivolò il suo sguardo alla gonnella appena accorciata, probabilmente notò.
-Si tratta di una festa…- fece, senza distogliere gli occhi dalle mie calze opache, per poi riportare lo sguardo su di me, mellifluo e ferino.
-Non se ne parla!- fu la risposta di Lily che non tardò ad arrivare quando anche Potter andò a fare la stessa proposta.
Di norma i prefetti devono essere due, ma quest’anno le elezioni erano state ritardate a causa di un incidente successo nel mondo babbano non troppo distante da dove magie secolari nascondevano la nostra scuola e c'era una grande probabilità che fossero coinvolti i magiamorte. Sconvolti dall' accaduto, per assicurare una protezione agli studenti erano stati scelti dalla presidenza, quattro prefetti dell’ultimo anno per ogni casata, due ragazzi e due ragazze abili nelle arti magiche e che, nel corso degli anni si erano distinti dal gruppo per spiccate capacità. Indovinante un po chi erano i nuovi rappresentanti per i grifondoro? Ecco.
-Perche no?- fu la risposta di James, che con fare stupito e polemico non capiva la tanta opposizione da parte della mia amica.
-Perché non è un periodo adatto per festeggiare. – risposi io, volgendo il capo verso di lui e scappando cosi a quegli occhi che mi fissavano con insistenza, troppo vicini perche non mi facessero un qualche inspiegabile effetto.
-Non ha senso Rodriguez. E tu lo sai… la gente ha bisogno di divertirsi, ora come ora.- rispondeva James, mentre Remus rinfilava il naso dentro il suo tomo di almeno e Sirius si rigirava verso il tavolo ritirandosi i capelli all’ indietro e sospirando stressatamene. Che si aspettavano, che avremmo dato il permesso per una cosa tanto inappropriata e sprovveduta? Per le mutande di Merlino, NO!
- Non se ne parla, Potter. E poi non ci darebbero mai il permesso… -fu la risposta di Lily, mentre riprendeva a mangiare il suo porridge, e anche il mio.
-E chi dice che avremmo chiesto il permesso Evans?- Sirius non mancò a farsi sentire, assumendo un’espressione divertita e da vero sbruffoncello, mentre da qualche parte nella sala, qualche ragazza sospirava beandosi della sua pelle marmorea perfettamente scolpita come un vero giocatore di quidditch, di quei capelli neri e quegli occhi selvaggi. Ma non la sottoscritta.
-E in ogni caso non stiamo chiedendo nemmeno a voi… era per farvelo sapere. Tutto qui. Fra due settimane o anche meno, daremo una festa nella stanza delle necessità. Sono tutti invitati. A voi la scelta. - rispose, ancora, lasciando che lo sguardo scivolasse verso di me, assottigliandosi come il suo tono di voce. Mentre in sottofondo Minus gia cantava qualche canzoncina cretina.
-Dai Leticia… lo so che sei un animale da festa, sei una che si diverte tu… – mi fece, mentre tentavo di trattenersi da ficcargli una forchetta nell’ occhio sinistro. Ma che, ci stava provando?
-Black…- presi toni solenni ed autoritari. – Ti sarei grata se non storpiassi il mio nome ogni volta che ne hai l’occasione, e se smettessi di dare opinioni su di me, dato che non mi conosci affatto e mai mi conoscerai. E in quanto alla festa, la nostra posizione è irremovibile. Non si farà. Sono stata chiara?- distanza. Dovevo metterci pure una buona dose di distanza, anche perche se no non ne sarei uscita in piedi. Di certo la mia risposta non gli piacque perche quel sorrisetto beffardo scomparve dalla sua faccetta angelica. Si alzo di scatto, uscendo dal tavolo.
-Come immaginavo sei solo una bambina viziata e perfettina… di quelle stronzette con la puzza sotto il naso. Vaffanculo Rodriguez. E ricordati di una cosa, nessuno mi da ordini… chiaro?- Queste furono le sue ultime parole, prima di uscire dalla sala a grandi falcate, lasciandomi decisamente interdetta ed incazzata. Soprattutto incazzata.

Per capire:
Introduzione ai personaggi.
Leticia Isabela Rodriguez, conosciuta anche come Leti è una studentessa al settimo anno della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts (chiaramente un oc). Mezzosangue di origini ispaniche e coetanea dei malandirini e di Lily Evans, viene smistata fra i grifondoro e da subito stringe una forte amicizia con Lily. Leti ha un carattere tenace, ribelle, bellicoso e questo fa di lei un' ottima controparte per il famigerato Sirius Black, che gia ai tempi della scuola faceva parlare di se sebbene in una maniera molto diversa. Lei è sostanzialmente il punto di contatto fra Lily e James, fra l'ordine e il caos totale. Intelligente, sveglia e con una abilità innata per le arti magiche, diventa scopre di Remus al terzo anno, insieme a Lily e con i malandrini promettono di mantenere il segreto. Durante il quarto anno diventa un animagus dalle sembianze di un grande gatto nero con gli occhi dorati e sotto consiglio di Silente stesso inizia a seguire i ragazzi durante le notti di luna piena, assistendo anche alle mutazioni di Felpato, Ramoso e Codaliscia. Ha un carattere molto versatile, dovuto anche al fatto di dover fare da bilanciere. Durante il settimo anno diventa temporaneamente prefetto speciale, insieme a Lily, James e Sirius per le loro abilità magiche. Il legame con Lily è molto forte e simile a quello di due sorelle, mentre quello che lega lei e i Malandrini è qualcosa di più simile ad una amiciziafra ragazza-ragazzi in cui spesso le tocca essere la coscienza del gruppo se non la loro fata madrina, quando chiaro, non è impegnata a fargli la guerra. Fisicamente è una ragazza quasi anonima, leggermente più bassottina della media, e dalla pelle ambrata. Capelli castani tinti di nero e occhi scuri la rendono comunque affascinante. E forse il suo essere bella ed introversa la renderà particolarmente interessante soprattutto agli occhi di Sirius...

Angolo dell'autrice.
E si ricomincia, sperando che l'Università non mi risucchi nuovamente ogni bricciolo di forza vitale. Nuova storia, nuovi personaggi, nuovi momenti da vivere insieme. E' appena all'inzio, quindi non nego che potrebbero esserci dei cambiamenti radicali nella trama che al momento appare più come un abbozzo mal fatto di qualcosa di indecifrabile. Abiate pietà di me e leggete se vi fa piacere, scrivete se volete dirmi la vostra opinione. Non capite quanto tutto ciò mi farebbe felice. Se avete idee allora vi consiglio di perseguitarmi finche non vi risponderò. Ogni suggerimento è ben accetto dal profondo del cuore.
  
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