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Autore: MargaretMadison    07/03/2015    2 recensioni
Kate si é sempre accontentata.
Olivia pensa di non essere abbastanza.
Ellie mostra sé stessa per la prima volta.
Jasmine é stufa e vendicativa, ma anche troppo innamorata.
Luke non ha ancora ammesso i suoi veri sentimenti.
Michael ha paura del rifiuto.
Calum impara ad andare oltre le apparenze.
Ashton é confuso, a volte sbaglia ma alla fine rimedia sempre.
People fall in love in in mysterious ways, maybe just the touch of a hand.
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Thinking out loud
 

 
A Luke, ai suoi occhi blu e il suo bellissimo sorriso.
A Michael, perchè tra i quattro è quelloche mi ha stregato subito e lo amo con tutta me stessa.
A Calum, che la sua voce mi mette i brividi.
A Ashton, alle sue bandane, le bacchette della batteria e il suo essere "giggly" che lo mangerei di baci.
A tutti quelli che hanno il coraggio di mostrare i propri sentimenti alla persona amata.
A chi non ha paura di amare.









Le feste a casa Clifford sono da sempre le migliori e questo Kate lo sa bene. Come sa che Ellie ha bevuto troppo e che probabilmente avrebbe passato il resto della serata a tenerle i lunghi capelli castani mentre l’amica vomita nel water tutto l’alcool ingerito quella sera. E sa anche che Jasmine starà pomiciando alla stragrande con Ashton Irwin sul divano del salotto mentre Olivia e Michael cercheranno una qualsiasi scusa per sfiorarsi e lanciarsi sguardi mentre l’altro guarda altrove.
Osserva Luke mentre parla con alcuni compagni del corso di scienze e non può fare altro che sospirare, passando lo sguardo sulla sua figura slanciata, indossa uno dei suoi classici skinny jeans neri – quelli che gli fanno le gambe più belle di quelle della giovane – e una camicia a quadri blu e nera. Lo spia mentre gioca col suo piercing fatto qualche settimana fa e non vede l’ora che il biondo lasci i suoi amici per raggiungerla e far sì che sia lei a mordergli le labbra rosee.
Stanno assieme – anche se Luke non gliel’ha mai chiesto, ma lo intuisce – da circa quattro mesi e, davvero, non le importa se non hanno ancora ufficializzato la cosa, Kate sa benissimo che Luke non è mai chiaro, che gli piace girare intorno alle cose e che è un insieme di dubbi, di “se” e di “ma” che lo bloccano e non gli permettono di fare il “grande passo”.
«Vieni fuori con me» sussurra quando finalmente lascia i suoi amici per raggiungere Kate in cucina.
Senza ribattere aspetta che il biondo intrecci la sua mano in quella della castana e la guida fuori casa, percorrendo la sala gremita di persone e il giardino curato per poi fermarsi sul marciapiede.
L’aria fredda la colpisce e Kate si stringe nel vestito rosa antico che le scopre le gambe magre.
Osserva Luke tirare fuori dalla tasca le cartine lunghe e il grinder, Kate non può fare altro che alzare gli occhi al cielo perché solo Luke Hemmings è capace di tirar su una canna in mezzo alla strada.
«Mi hai trascinata fuori casa per osservarti fumare o pensi di farmi fare qualche tiro?» chiede guardando Luke buttare fuori il fumo, e – Dio! – quanto lo trova affascinante quando fuma.
Il biondo ridacchia passando la canna alla castana che chiude gli occhi azzurri per aspirare e sì, fumare le piace, ma farlo con Luke è ancora più bello.
Passano dieci minuti così, a fumare e guardare dritto difronte a sé mentre sentono le note di una canzone di Hardwell rimbomba dentro casa Clifford.
«Sai» inizia Luke «Stavo pensando che sono passati quattro mesi da quando siamo passati da “Kate e Luke” a “noi” e… penso che potremmo magari ufficializzare la cosa»
Parla velocemente e gesticola pure, mentre Kate lo osserva il profilo perfetto del suo (quasi) ragazzo.
«Ma?»
«Ma cosa?» chiede lui strabuzzando gli occhi, confuso.
Kate si alza in piedi barcollando sui tacchi «Cosa ti frenava quattro mesi fa dal chiedermi di ufficializzare la cosa?»
Luke si alza di riflesso avvicinandosi alla ragazza che ha un sorriso allegro sul volto «E lo chiedi pure? Quattro mesi fa pensavo fosse la solita relazione da due settimane e via, non avrei mai immaginato che saremmo arrivati fino a questo punto»
La castana ha le pupille dilatate puntate sulle labbra del ragazzo, le fronti si scontrano e Luke appoggia di riflesso le sue mani sui fianchi snelli di Kate «Definisci “questo punto”» sussurra lei a pochi centimetri dalla bocca di lui che non è mai stata così inviante come quella sera.
«Non avrei mai immaginato di potermi innamorare di te» sussurra mostrando le sue fossette
Kate sorride, gli occhi le si illuminano e poggia le sue mani sulle spalle di Luke «Lo dici perché lo pensi o perché hai fumato?»
Lo sente ridacchiare e poggiare le labbra alla base del suo collo «Lo penso davvero» sussurra «Ma diciamo che l’erba mi ha aiutato a prendere coraggio»
Kate sospira nel sentire il respiro caldo di Luke sul suo collo e butta la testa all’indietro come se volesse dire “di più”.
«Mi vuoi davvero, Luke?» sussurra lei affondando le dita tra i capelli biondi di lui.
«Possiamo sempre chiuderci in camera dei genitori di Michael e dimostrarti quanto ti voglio, ora»
E Kate ridacchia mentre Luke corre dentro casa tenendola per mano, si scambiano un bacio lungo le scale e si chiudono nella prima stanza che trovano libera.
Perché Luke con le parole ha sempre fatto un po’ schifo, parla coi gesti. Parla con i morsi che lascia sul collo e le spalle di Kate, parla con le sua mani delicate che la spogliano dai vestiti e dai sentimenti, parla con le carezze e gli occhi lucidi perché Luke conosce bene il sesso, ma l’amore l’ha conosciuto quattro mesi fa, quando il suo sguardo ha incontrato quello di Kate.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Che tra Olivia a Michael ci fosse del tenero, questo è chiaro a tutti meno che ai diretti interessati. Altrimenti Michael riuscirebbe a chiedere a Olivia di uscire e la bionda la smetterebbe di osservare il ragazzo seduto qualche banco lontano da lei nelle ore in comune, ma si siederebbe al suo fianco.
È evidente a tutti questo, perfino alcuni professori si sono accorti dei loro sguardi durante le lezioni e i loro amici non sanno come far aprire gli occhi ai due innamorati.
Che poi Olivia è troppo insicura per poter chiedere a Michael di uscire. Perché lei non è carina abbastanza, forse troppo intelligente e con una risata acuta, ma allo stesso tempo piacevole da sentire.
E Michael ha paura di un rifiuto, perché lui e la bionda escono nella stessa compagnia e sarebbe tutto più imbarazzante una volta scoperta la sua cotta - che dopo otto mesi è diventata un'ustione - e Olivia è un obbiettivo troppo irraggiungibile per Michael.
«Dovresti smetterla di osservare Olly in quel modo» sbotta Calum sorseggiando un bicchiere di Vodka «L'attrazione che c'è tra di voi è così palese che persino un cieco se ne accorgerebbe»
«Il fatto che sia gentile non significa che le piaccio» sbuffa Michael passandosi una mano tra i capelli blu elettrici tinti qualche giorno prima.
«Quello che tu chiami "essere gentile" io lo leggo come un "Oh Michael non vedi che non aspetto altro che tu mi noti così da cederti la mia verginità?"»
Michael ridacchia ripensando a quella volta che, giocando a "obbligo o verità", Olivia ammise di essere ancora vergine. Tirò un sospiro di sollievo al pensiero che nessuno avesse mai sfiorato la sua giovane carne lasciandola ancora pura e inesperta, cosa che non faceva altro che renderla ancora più attraente.
«E se mi rifiuta? Come facciamo poi col gruppo?» insiste Michael senza staccare gli occhi da Olly che cerca di togliere dalle mani di un'ubriachissima Ellie, la bottiglia di rum.
E ride perché Olly è sempre impacciata nei movimenti che sembra una bambina. Una bambina in un vestito troppo corto con un gran bel paio di tet-
«Michael, mi stai ascoltando?» Calum passa una mano davanti agli occhi di Michael, risvegliandosi dal suo stato di trance.
«Cosa?»
Calum ridacchia «Troppo impegnato a spogliare con gli occhi Olivia, vero?» lo sfotte «A furia di guardarla così ti verrà una di quelle erezioni che dovrai farti almeno venti docce fredde per far sì che ti passi l'ossessione per quel paio di tette»
Michael arrossisce, tira un punto sul braccio dell'amico e torna a osservare la ragazza che sposta lo sguardo nella sua direzione, lasciandogli uno dei suoi splendidi sorrisi.
«Siete così sdolcinati, accidenti» borbotta il moro «Vai all'attacco, mi occuperò io di quell' alcolizzata di Ellie»
Michael sorride grato all'amico e, facendosi spazio tra la gente, cerca di avvicinarsi alla bionda che non smette né di fissarlo né di sorridergli.
«Ciao» la saluta lui abbozzando un sorriso impacciato.
«Ciao» risponde arrossendo un poco perché sta pur sempre parlando col ragazzo di cui è segretamente innamorata da un anno.
«Ti diverti?» chiede allora Michael passandosi una mani tra i capelli con fare nervoso. Perché quegli occhi devono essere così belli?
Annuisce «Abbastanza, anche se ho momentaneamente perso di vista Ellie»
Michael la blocca per un polso, facendo sì che non lo lasci solo e borbotta un «Ci pensa Calum a lei»
Olly sa che molto probabilmente Ellie l'avrebbe uccisa il giorno dopo, ma la mano di Michael sul suo polso le ha riempito il corpo di brividi e il suo dolce profumo le inebria la mente, facendo sì che il suo cervello smettesse di funzionare.
«Ti va di ballare?» domanda e subito si maledice perché tutti sanno che Michael Clifford non sa assolutamente cosa significhi "ballare".
Olivia sorride - come tutte le volte che incontra i suoi occhi - e manda letteralmente in pappa il cervello di Michael - come tutte le volte che lo guarda in quel modo - e lo porta in pista.
Olivia ondeggia sui fianchi, scuote la testa e rende sue le note di una nuova canzone di Drake e Nicky Minaj. Michael dietro di lei, ha appoggiato le sua mani sui fianchi della bionda stringendola al suo corpo e allontanando così alcuni ragazzi che si sono girati ad osservarla.
Olivia non si è mai sentita così bene, dopo aver accumulato tutto il coraggio possibile, si gira verso Michael poggiando le sue mani sul suo petto coperto da una maglietta dei Metallica e lo sente. Sente i battiti del suo cuore aumentare la frequenza e pensa che magari qualche chances con Michael ce le ha.
Si fa sempre più vicina fino a far strofinare il suo naso con quello di Michael, i respiri si fondono e Olivia crede che il suo cuore sia sul punto di esplodere.
La bionda chiude gli occhi, sporgendosi per baciare quelle labbra che sogna da tanto – anche troppo – tempo e quando sente le mani di Michael accarezzarle le gote dentro di sé esulta pensando che finalmente il suo sogno si stesse per realizzare.
«Non posso» sussurra Michael allontanandola delicatamente con le mani.
Olivia riapre gli occhi e lo guarda con gli occhi lucidi di chi ha perso le speranze e la voglia di battersi per qualcosa che vuole da tempo. Perché alla fine ciò che pensava è vero, lei non è abbastanza per Michael Clifford.
Rassegnata e umiliata, Olivia volta le spalle al ragazzo e corre al piano di sopra, alla ricerca di un bagno dover poter piangere senza essere vista da nessuno.
«Olly!» sente la voce di Michael sovrastare la musica e i suoi passi pensanti sulle scale.
«Olly, dannazione. Aspettami, lascia che ti spieghi»
Le lacrime iniziano a rigarle il viso perfetto e con le mani cerca di togliere il mascara dalle guance, sporcandosi le mani di nero.
Una volta arrivata al piano superiore, sente la mano di Michael fermarla per un polso e il ragazzo la gira bruscamente facendo scontrare i loro corpi.
«Non andartene, ti prego» bisbiglia osservandola con gli occhi lucidi. E Olly, racchiusa in quel tubino aderente che le fascia il corpo da ballerina è tremendamente bella che più la osserva più gli occhi di Michael si fanno liquidi.
Michael muove qualche passo incerto verso Olivia che indietreggia fino a far scontare la sua schiena a con il muro.
«Adesso io ti faccio delle domande e tu risponderai dicendomi “sì” o “no”, ok?» Michael ha la voce dura e un’espressione seria sul volto che Olivia non ha mai visto ma che ama.
«Sì»
«Hai bevuto stasera?»
«No»
Michael sorride e deglutisce a fatica mentre l’ansia gli sale «Stavi seriamente per baciarmi?»
Olivia abbassa lo sguardo imbarazzata osservando la punta delle sue Jeffrey Campbell «S-sì»
«Io ti piaccio?» e lì gioca il tutto per tutto, sperando di ottenere la risposta che spera.
Olivia scoppia a ridere e sa che non dovrebbe perché sta esponendo i suoi sentimenti a Michael ma la cosa la diverte troppo, perché mai nella vita si sarebbe aspettata di dichiararsi «Sì, non sai quanto»
«Posso baciarti io, ora?»
Olivia non ribatte, circonda il collo di Michael con le sue braccia e fa – finalmente - scontare le sue labbra col quelle del ragazzo.
E beh, Michael bacia molto meglio di quanto si aspettasse.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
«Accidenti, Ellie. Era proprio necessario bere così tanto?» sbotta Olivia cercando di sfilare dalle mani dell’amica una delle tante bottiglie di rum appoggiate su un tavolino in soggiorno.
La casa è completamente uno schifo e si aspetta già il messaggio da parte di Michael sul loro gruppo di Whatsapp dove chiede agli amici se nel pomeriggio possono passare e dargli una mano a ripulire casa.
Olly è sempre la prima ad accettare, non perché fosse una maniaca dell’ordine come Kate, solo che per Michael avrebbe fatto davvero di tutto.
«Era proprio necessario che James mi lasciasse dopo quattro mesi di relazione senza uno straccio di motivazione? Era proprio necessario che i miei genitori divorziassero dopo la nascita di Brian? Era proprio necessario che Brian nascesse così
Olivia non risponde perché sa benissimo che quando Ellie beve troppo vomita tutto ciò che pensa – oltre all’alcool la mattina seguente – e la ascolta sfogarsi passandole una mano sulla schiena lasciata scoperta dal top fin troppo sexy che le fasciava il seno piccolo.
«Il tuo Clifford ti sta fissando da mezz’ora con la bava alla bocca» borbotta passandosi una mano tra i capelli neri con le punte rosa – un’idea di Michael – che le arrivano fino all’ombelico «Che aspetti a dargliela?»
Olivia si volta in direzione del ragazzo lasciandogli un dolce sorriso.
«Succederà quando succederà. Se succederà» sbotta Olivia infastidita.
Ellie alza gli occhi al cielo. Lei aveva perso la verginità a scuola, durante un’ora buca nei bagni dei maschi quando aveva quindici anni. Non si faceva tanti problemi come le amiche, lei è sempre stata quel tipo di ragazza a cui piace condividere le proprie cose. Qualsiasi tipo di cose.
Eppure con James pensava le cose potessero andare diversamente, si sentiva stranamente bene e non si aspettava che quella felicità finisse così presto.
«Oh, oh. Clifford a ore dodici» cantilenò Ellie «Meglio se vi lascio soli e mi raccomando» si avvicina all’orecchio dell’amica per non farsi sentire «Devi coprire i denti con le labbra»
Mentre si allontana dalla bionda, Ellie spera con tutta se stessa che la sua faccia sconvolta nel sentire il suo suggerimento – che in futuro le sarebbe sicuramente servito – rimanga impresa nella sua memoria a vita. La pudicizia di Olly la fa sempre sghignazzare, perché proprio non capisce come faccia una persona così diversa da lei essere una delle sue migliori amiche.
Raggiunge la cucina facendosi spazio tra le persone e, una volta dentro, manda giù il primo bicchiere che trova pieno.
«Non starai forse esagerando?»
Ellie si volta di scatto passando le mani sulle sue gambe, accarezzando la stoffa dei jeans strappati «Da quanto mi fai da baby-sitter, Hood?»
Tra lei e Calum non c’è mai stato nulla, non sapeva nemmeno se poterlo definire un amico dal momento che le uniche volte che si sono parlati – e di cose serie, non per sapere l’ora o chiedere una sigaretta – hanno finito per lanciarsi addosso insulti di qualsiasi tipo.
«Ho promesso a Michael che ti avrei tenuto d’occhio, così che lui potesse provarci con Olly» spiega mettendo le mani nei suoi jeans stretti e dopo aver lanciato una veloce occhiata al suo didietro, Ellie può dire che sì, Calum Hood oltre ad avere delle braccia muscolose e un bel viso, ha anche un culo davvero niente male.
«Non ci credo che Michael abbia deciso di fare il primo passo»
«Penso che nessuno ci crederà» sospira «Dov’è finito James?»
Ellie sospira a sua volta e si siede per terra, poggiando la schiena contro l’isola delle cucina. I presenti sono andati a ballare in soggiorno o a fumare in cortile lasciandoli da soli.
«Se n’è andato, se ne vanno sempre tutti. Nessuno che resta»
Calum si siede al suo fianco guardandola stranito «Che intendi dire?»
«Che James mi ha scaricato. Come ha fatto mio padre abbandonando me e mia madre, come ha fatto mio fratello Brian quattro anni fa per una rara malattia che i medici non sapevano come curare e come sono certa che farete anche voi prima o poi» si asciuga in fretta una lacrima «So che passo sempre come la stronza senza sentimenti ma... io non sono così. Mi sono chiusa in me stessa perché ho paura dell’abbandono e ora non so nemmeno perché io mi stai confidando con te dal momento che tu mi odi»
Calum sorride intenerito nel vederla così vulnerabile. Ellie è sempre stata quella schietta, che non si ferma davanti a niente e nessuno e con una bestemmia sempre pronta all’uso e beh, questo lato dolce gli piace molto di più, perché forse si tratta della vera Ellie e non di quella falsa che si è costruita.
Le passa una mano intorno alle spalle attirandola a sé e la mora appoggia la testa sulla spala di Calum che si ubriaca del suo dolce profumo.
«Io non ti odio, non mi va molto a genio il tuo comportamento ma odiarti, quello mai»
Ellie alza gli occhi azzurri cercando lo sguardo di Calum.
Il moro, non l’ha mai vista da così vicino tant’è che non si è mai accorto di quanto fossero intensi i suoi occhi o che le sue guance sono ricoperte da delle lentiggini poco visibili. Ma che Ellie fosse splendida, quello l’aveva notato dalla prima volta che l’aveva vista. Come aveva notato che ha sempre lo smalto nero sulle unghie e mai l’accendino a portata di mano, che ascolta il rock degli anni ’80 e non quello recente.
Sono vicini, forse anche troppo.
Il respiro caldo di Calum soffia sulle labbra rosse di Ellie che è rapita dai suoi occhi scuri così intensi e profondi.
«Forse dovremmo tornare di là» sussurra.
Calum annuisce e si alza in piedi per poi porgere la mano a Ellie che si alza a fatica «Andiamo a vedere a che punto sono Olly e Mike»
Raggiungono il salotto che la mano di Calum è ancora intrecciata a quella di Ellie e no, non ha intenzione di farle separare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Che Ashton fosse un cazzone, questo ormai lo si sapeva da un pezzo, solo che non si sarebbe mai aspettata di vederlo flirtare con una la sera prima della sua partenza.
Stanno assieme da qualche settimana - anche se il loro "tira e molla" va avanti da quando lei aveva quindici anni e lui diciassette - e Jasmine credeva davvero che fosse maturato almeno un pochino.
Perché Ashton ha vent'anni ma si comporta che se fosse un bambino, come se fosse ancora nel mezzo dell’adolescenza con gli ormoni a palla.
E ora è andata sul tetto di casa Clifford a osservare le stelle e fumarsi una sigaretta in Santa pace, altrimenti sarebbe tornata al piano di sotto e avrebbe ucciso l' (ex) fidanzato e l'oca con cui ci stava provando.
E che Jasmine fosse vendicativa è risaputo, difatti cerca tra i contatti il numero di Greg, un ragazzo che ha la casa a Perth vicino alla sua, quello con gli occhi azzurri cielo e il piercing alla lingua chiedendogli se la sera dopo gli andasse di fare un giretto in centro con lei. Quello che Ashton odia perché «Quello lì ha un’idea di amicizia che proprio non mi piace»
Si passa una mano tra i capelli neri e mossi per poi sospirare e spegnere la sigaretta. Quando aveva sedici anni, lei, Michael e Ashton erano soliti salire sul tetto e fumare assieme mentre osservavano le stelle. E una di quelle sere Ashton - che era ubriaco marcio - confessò di essere in innamorato di lei. Fu l’unica volta che glielo disse e lei non ci aveva nemmeno creduto.
«Cazzate» sbotta «Non te n'è mai importato di me»
«Parli di me?»
Jasmine si gira di scatto osservando la figura di Ashton con sguardo sprezzante.
Ha le mani in tasca, un sorriso sghembo sul viso, quello che fa sempre quando capisce di averne combinate una delle sue.
«Pensavo ad alta voce» volta lo sguardo verso la strada e nota sotto di lei Kate e Luke baciarsi.
E si, li invidia perché anche Luke, come Ashton, non esterna i suoi sentimenti con le parole ma almeno dimostra alla sua ragazza di tenerci davvero.
Estrae dai pantaloni della tuta il pacchetto di Camel e Ashton ridacchia perché Jasmine è sempre stata un maschiaccio. E a lui va bene così perché passano i sabati pomeriggio a giocare alla play o a guardare le partite di calcio mangiando pizza mentre Kate costringe Luke ad andare al centro commerciale per fare shopping.
Fuma in silenzio e tieni gli occhi chiusi ripensando a tutti i momenti passati assieme.
Sente Ashton sedersi al suo fianco e sospira.
«Me lo dirai mai?» chiede Jasmine spalancando i suoi occhi castani leggermente a mandorla come quelli di Calum.
«Che cosa?»
Butta fuori il fumo «Che mi ami, che ti dispiace, che a me ci tieni... sai, il genere di cose che si dice alla propria ragazza» butta lì
«Sì, ti amo. Sì mi dispiace, sono un idiota e a te tengo un botto e lo sai»
«Molto spontaneo detto così» alza gli occhi al cielo «E il fatto che io sappia ‘ste cose non vuol dire niente. A volte sarebbe bello sentirsele dire»
«Allora non andare a Perth, passa i tre mesi estivi con me ad Adelaide, così te lo ripeterò ogni giorno e sarò più spontaneo»
Jasmine sorride, domani sera sarebbe andata in centro con Ashton.
 
 
 
 
 
 





 
MY LITTLE TALK
Hey there!
Domani parlto con la scuola e mi sono detta “ma sì, intasiamo ancora un po’ il fandom” quindi ecco la mia nuova OS, che ne dite? Ci ho messo tutta me stessa a scriverla e spero di aver fatto un buon lavoro, lasciatemi una recensioncina-ina-ina per dirmi se vi è piaciute o se devo cancellarla, magari mi piacerebbe anche fare la parte 2, che dite?
Per chi non conoscesse la canzone, beh, correte ad ascoltarla perché LA AMO, come amo il mio cucciolo di Sheeran, aww.
Va beh, vi ho rotto le palle per troppo tempo,
bacissimi
Megghy

 
  
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