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Autore: Clitemnestra    07/03/2015    1 recensioni
Morgana.
Una principessa.
Una strega.
Piccole one-shot sul rapporto di Morgana con gli altri personaggi della serie.
"I personaggi e le ambientazioni delle storie appartengono al folklore inglese e dalla BBC"
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Morgana, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Buio.
Da quando si era svegliata non vedeva altro.
Solo buio.
Ma lei non aveva paura. 
Non l'aveva mai spaventata .
La disorientava.
Si sfregò le mani sugli occhi.
Tentò di alzarsi ma sentì qualcosa che la incatenava al terreno.
Si tastò le gambe e lo avvertì.
Un'anello di metallo le cingeva la caviglia in una morsa fredda e glaciale.
Urlò.
La voce risuonò acuta e stridula.
Ma non accorse nessuno.
Gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime.
Urlò di nuovo.
Le lacrime minacciarono di cadere.
I ricordi della giornata precedente presero a raffiorarle nella memoria.
Rivide i cavallieri, con i loro mantelli, che parevano infuocati alla luce del sole.
Scorse i loro volti.
Sir Parsifal, Sir Leon ,Sir Galvano, Sir Elyan
Elyan. Suo fratello.
Dov' era? 
Dove si trovava in quel momento?
-Elyan- lo chiamò -Elyan, dove sei?-  Ma le rispose il silenzio.
Erano andati a trovare la tomba del padre.
Rammentò il sarcofago di marmo e il suo volto scolpito sopra.
Lo scultore era stato  bravo e il fabbro sembrava che dormisse beato.
Nulla, sul suo volto sereno lasciava presagire  la terribile tragedia che l'aveva colpito.
Improvvisamente sentì il suono di una chiava nella toppa, seguito dal cigolio dell'apertura della porta.
E a quel punto la vide.
Il volto, rischiarato dalla luce della candela che la donna portava con sè, era pallido e scarno.
Sulla fronte ampia e bianca le ricadevano i capelli arruffati , oscurandole le sopracciglia corvine.
Gli occhi gelidi la guardavano soddisfatti e gli angoli della bocca erano incurvati all’insù in un sorriso.
La riconobbe.
Morgana
La strega sorrise e, come se le avesse letto nel pensiero, disse –Si, Gwen, sono io-
-Tu …- la regina s’indicò la caviglia –Ti prego, Morgana, aiutami.-
La donna rise.
La sua fresca risata argentina si era trasformata in un rantolo gutturale e disumano.
-Perché dovrei, Ginevra? Cosa ne guadagnerei io?-
-La mia riconoscenza. E quella di Artù-
-Mi servirà ben poco la sua riconoscenza quando l’avrò schiacciato con le mie mani.-
-Tu non puoi …-
-Cosa? Ucciderlo? E’ stato predetto che Artù morirà in battaglia.-
-Io non credo nelle predizioni-
Morgana sorrise –Strano, dato che la tua  padrona era una chiaroveggente!- gli occhi fiammeggiarono di odio per quell’improvviso ricordo del passato.
-E’ stato tanto tempo fa- mormorò Ginevra con un filo di voce.
-Ma dura ancora!- gli occhi brillarono in una strana luce –E durerà per sempre!-
-Tu potevi fermalo,Morgana! Potevi controllarlo ma hai scelto di non farlo!-
-Io non ho avuto scelta!- la fiamma della candela tremolò –Non ho mai avuto scelta, Gwen, mai!-
La regina scosse la testa – A tutti noi, la vita pone delle scelte. Dipende da noi cosa fare.-
-Ti sbagli,Gwen, e ti sbaglierai per sempre.- La strega la fissò intensamente.
Gli occhi freddi la scrutavano silenziosi.
-Che ti è successo, Morgana? Dov’è la donna che amavo e che rispettavo?- la voce della regina tradiva una nota di dolore.
Morgana rise –Sono cresciuta-
Gwen scosse la testa –No, tutti siamo cresciuti ma nessuno è diventato come te!-
La strega si avvicinò fino a che i loro visi non si sfiorarono –Non sai che cosa ho passato, Gwen-
-Dimmelo, Morgana! Sono sempre stata disposta ad aiutarti!-
-Non tentare di capirmi!- urlò e in quel momento come se una forza invisibile l’avesse tirata, Ginevra venne scagliata all’indietro e sbatté la testa contro la parete.
-Sai cosa mi ha cambiato? La magia. Questo mio dono, mio potere mi ha reso più forte e coraggiosa.-
-No …- la voce della regina era appena udibile.
Ma Morgana rise.
 
La strega uscì dalla cella.
La luce improvvisa le ferì gli occhi.
Si coprì gli occhi con una mano e iniziò a camminare per il lungo corridoio.
Potevi controllarlo ma hai scelto di non farlo
 La voce di Gwen le risuonò nella mente.
Dov’è la donna che amavo e rispettavo?
Quelle parole suonavano come un’accusa
-Ma tu dove eri, Gwen?- chiese all’aria
Sono sempre stata disposta ad aiutarti
No.
No.
No.
Gwen era come tutti gli altri, l’aveva abbandonata.
Rifiutata perciò che era, disprezzata perciò che rappresentava.
Sai che non è così
Non era la voce di Gwen quella che sentiva.
Era la sua, roca e malinconica.
Gwen c’era, è colpa tua
No, no, no.
-Tu menti!- urlò
Perché dovrei ? Io sono la tua parte che ammette ciò che è!
-Non è vero! Non è la realtà!
Stai cercando di convincere te, non me!
-Zitta!- gli occhi le brillarono in una luce dorata e improvvisamente la fiamma della candela si alzò paurosamente.
Mostro!
-No!- le lacrime presero a rigarle le guance –No, io non sono un mostro!-
Si, invece!
-No …-  Guardati,Morgana!
Dal nulla apparve uno specchio e la donna guardò la superficie argentata.
Un mostro.
Negli occhi non c’era traccia di umanità.
La pelle del volto era cerea e i suoi capelli era una massa di riccioli informe e aggrovigliata.
Ginevra aveva ragione.
Non era stata la magia a trasformarla.
L’odio, il rancore e il dolore l’avevano resa un mostro.
Una creatura disumana, orribile e odiata.
E il mostro rise.
  
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