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Autore: RosaNera_Rinnegata_30613    07/03/2015    1 recensioni
Come sarebbe stato se il girono in cui Morzan venne ucciso a Gil'Ead con lui ci fosse stato qualcuno che lo amava? Cosa avrebbe pensato assistendo alla sua morte?
Io ho provato ad immaginarlo...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brom, Morzan, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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NDA:
Ciao a tutti, volevo solo dirvi che il nuovo personaggio è lo stesso della storia: "Morzan, un Rinnegato capace di amare", perchè la mia idea iniziale era di scrivere una OS collegata ad essa, ma poi ci ho ripensato quindi  si può leggere anche come una storia a sè. Detto questo vi lascio alla OS. Buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe molto piacere.
RosaNera_Rinnegata_30613




Era quasi il tramonto e una leggera brezza soffiava tra le vie di Gil’Ead, muovendo appena i capelli dei due sposi, che camminavano mano nella mano, parlando piano tra loro, ma nonostante fosse con la sua amata, Morzan aveva Zar’roc al fianco. Odiava doverla portare sempre con sé, ma non poteva farne a meno, soprattutto ora che aveva recuperato l’uovo di drago blu rubato a Galbatorix da una spia dei Varden. Non aveva detto niente a Fibi, non voleva farla preoccupare, così continuava a camminare come se niente fosse, facendo vertere il discorso sulla possibilità di avere un altro figlio. Lei lo voleva, ne era consapevole e a Murtagh non sarebbe dispiaciuto avere qualcuno con cui poter giocare. La loro tranquillità venne interrotta da una voce che entrambi conoscevano bene. Si voltarono nella direzione da cui proveniva e videro Brom, in piedi con la mano sulla spada, pronto a sguainarla.

“ Che ci fai qui? ” Chiese Morzan, ogni traccia di dolcezza era sparita dalla sua voce e dal volto.
“ Lo sai benissimo e non ho nessuna intenzione di rimandare ” Disse Brom.
“ Amore … ” Sussurrò Fibi, guardando preoccupata il marito.
“ Principessa, devo farlo per forza ” Il Rinnegato la portò fin sotto il portico che circondava la piazza, per tenerla al sicuro. “ Aspettami qui ”
“ Non voglio. Ho paura. Se ti succedesse qualcosa … ”                                      
“Non dire così, non succederà niente” Sorrise e poi la baciò, assaporando il sapore delle sue labbra, cercando di calmarla, prima di allontanarsi bisbigliando un incantesimo che le avrebbe impedito di intromettersi.
“ È stato veloce come saluto” Commentò Brom. “ Cos’è, non ti piacciono i lunghi addii?”
“ Quello non era un addio” Morzan sguainò Zar’roc e nello stesso momento la sua dragonessa atterrò alle sue spalle, ringhiando contro l’altro. “ Finiamola in fretta, una volta per tutte ”  
I due si squadrarono per un istante e attaccarono insieme. Le lame si incrociarono a metà strada e furono ritratte insieme, per poi colpirsi di nuovo. Era uno scontro alla pari, ad ogni affondo seguiva una parata e una risposta dell’altro e persino con la magia, le forze sembravano equivalersi. Ad un certo punto, Fiamma, la dragonessa di Morzan, approfittando del fatto che i duellanti si erano allontanati, sputò fuoco contro Brom che riuscì a ripararsi con un incantesimo.
“ Questo non è leale, Morzan ” Disse, fermandosi a riprendere fiato.
“ Non dare la colpa a me. Non sono stato io a dirglielo ” Morzan lo attaccò di nuovo, tentando una finta che però non riuscì, perché l’altro si spostò, avvicinandosi a Fiamma e ferendola alla zampa anteriore destra, prima che lei avesse il tempo di allontanarsi. L’effetto fu quello sperato, infatti il Rinnegato allentò la presa su Zar’roc, rischiando di farla cadere, sentendo il dolore che provava Fiamma.
Brom ne approfittò e diresse la lama al ventre dell’avversario, riuscendo a ferirlo, ma solo di striscio, perché Morzan riuscì a spostarsi e, nonostante il dolore al braccio, a rispondere al colpo, senza però colpirlo.
Fibi era rimasta a guardare tutto il tempo, fino a quel momento. Tentò di avvicinarsi, ma scoprì di non poter fare più di un paio di passi e capì al volo il perché. Morzan la conosceva fin troppo bene, sapeva che avrebbe tentato di farlo e si era premunito, costringendola a rimanere a guardare, impotente. Così non poté fare niente quando vide il marito, indebolito dalla perdita di sangue, cadere in ginocchio e parare maldestramente un colpo di Brom.  Fiamma lo allontanò dal suo Cavaliere con un colpo d’ala e lui ne approfittò per alzarsi. Sapeva di non essere in grado di continuare quel duello ancora a lungo, ma non si sarebbe più fatto mettere in ginocchio. Non sarebbe stato lui a morire. Alzò lo sguardo e vide Fibi con le lacrime agli occhi, la paura dipinta sul volto e sentì la rabbia invaderlo. Se non fosse stato per Brom in quel momento si starebbero godendo la passeggiata e poi sarebbero tornati a casa, da Murtagh.
Con un urlo, in cui riversò tutta la rabbia che aveva, si scagliò contro Brom, ma la ferita era più grave di quanto pensasse e quello sforzo fu troppo. La vista gli si annebbiò per un attimo solo, ma quell’attimo gli fu fatale. L’altro, infatti, se ne accorse e senza perdere tempo, gli affondò la spada nel petto, trapassandolo da parte a parte, inchiodandolo contro Fiamma, per poi sfilarla e dare il colpo mortale anche a lei.
“ No! Morzan! ”Urlò Fibi, cercando di raggiungerlo e accorgendosi di poterlo fare; l’incantesimo si era spezzato e lei sapeva cosa questo significava. Si inginocchiò accanto a lui e, ignorando completamente Brom, che stava cercando qualcosa nelle bisacce appese alla sella, gli prese la mano, chiamandolo piano, le lacrime che le rigavano le guance mentre guardava il volto ora pallido di Morzan. Un rivoletto di sangue colava dall’angolo della bocca fin nei capelli, macchiando il  nero con il rosso.
“ Principessa ... ” Disse lui con un filo di vove, respirando a fatica. “ … perdonami … ”
“ Non parlare, risparmia le forze … ”Cominciò lei, la voce rotta dal pianto, prima di essere interrotta. “ È … troppo tardi … è finita … per me ”
“ Non dire così. Tu ti salverai. Abbiamo bisogno di te ”
Morzan le strinse debolmente la mano e le sorrise. “ Sarai … un’ottima … madre … Ricordati la … promessa che … ci siamo … scambiati ”
Fibi non rispose. Ricordava quella sera, si erano promessi che se fosse successo qualcosa all’altro, avrebbero dovuto pensare prima di tutto a Murtagh e aveva intenzione di farlo, per quanto difficile fosse. Lo sguardo le cadde sulla ferita al petto. Il sangue usciva a fiotti, inzuppandogli la maglia e cominciando a tingere anche il terreno.
“ Non piangere … ” Le accarezzò una guancia, asciugandole una lacrima. “ Fammi … vedere … un ultimo … sorriso ”
“ Non ce la faccio. Come farò senza di te?”
“ Sei forte … ce la … farai … principessa ” Cercò di avvicinarla a sé. “ Ti amo ”
“ Anch’io ” Fibi si chinò su di lui e gli diede un ultimo bacio, dolce e doloroso al tempo stesso. Quando si separarono, lui le sorrise di nuovo e lei fece lo stesso. Almeno l’avrebbe vista sorridere un’ultima volta. Un attimo dopo lo vide chiudere piano gli occhi e sentì la stretta già debole della sua mano allentarsi del tutto. E in un istante, la consapevolezza che se n’era andato per sempre, che non avrebbe più sentito la sua voce, visto il suo sorriso, sentito le sue labbra sulle sue, le sue mani forti e delicate sulla sua pelle, la invase con tutta la sua crudeltà. Se solo ci fosse stato un modo per riportarlo in vita, anche se avrebbe dovuto sacrificarsi per lui, l’avrebbe fatto. Ma non c’era nessun modo, lo sapeva e l’assenza del battito del suo cuore che aveva sentito tutte le volte che aveva poggiato la testa sul suo petto, ne era la prova. Si portò la mano di Morzan, ormai fredda e bianca, alle labbra, come se quel gesto avesse potuto riportarlo indietro, bagnandola con le lacrime che ormai scendevano copiose lungo le guance.
Alzò gli occhi dal corpo del marito, facendoli scorrere distrattamente sul corpo della dragonessa, che, come la vita, condivideva anche la morte con il suo Cavaliere, per poi fissarli sul cielo. Il sole stava tramontando, tingendo il cielo di varie sfumature di rosso che veniva scacciato piano dal blu e dal nero della notte che stava sopraggiungendo, proprio come la morte aveva scacciato la vita dal corpo del marito, fermando il battito del suo cuore e spegnendo la luce dei suoi occhi.
La gente intanto stava cominciando ad arrivare, per vedere se la voce della morte del peggiore dei Rinnegati, l’uomo che era il loro peggior incubo, fosse vera. Ma a lei non importava. Le bastò uno sguardo per capire cosa stavano bisbigliando. Stavano parlando di lei, incapaci di capire come poteva veramente amare quello che per loro era un mostro. Qualcuno arrivò a dire che per amarlo così, doveva essere crudele come lui. Ma a lei non importava. Non le importava se amarlo l’aveva condannata ad essere considerata una traditrice,se quell’amore era stato il suo lasciapassare per l’Inferno. Piuttosto che Rinnegare il suo amore, preferiva passare il resto della vita come una rinnegata, perché il loro era un amore che nemmeno la morte era in grado di distruggere. E Fibi avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggerlo, sicura che, se ci fosse riuscita, un giorno si sarebbero incontrati di nuovo.  
   
 
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