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Autore: the spirit eater    07/03/2015    3 recensioni
E prima di servire Ciel Phantomhive Sebastian avesse servito una persona molto strana? E se avesse incontrato un Ciel ancora bambino?
Una storia dal sapore di Zenzero e Miele: la storia di Charles Clock e la storia di Sebastian.
Warnings: Basato sulla versione manga, possibile shonen-ai
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Undertaker, Vincent Phantomhive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Stringeva tra le mani un bicchiere in un cristallo finemente lavorato.

“Dimmi Sebastian, da quanti anni è che lavoriamo insieme?”

Un uomo dagli occhi nocciola, profondi come un pozzo di cui non si vede il fondo, e i capelli neri e lisci come la seta in una giacca nera rispose velocemente.

“Sono ben cinque anni, Charles.”

“E ora rispondimi nuovamente Sebastian”

“Dimmi Charles.”

“Quanto tempo mi rimane prima che il nostro patto vada adempito?”

Il giovane e affascinante uomo nascose perfettamente un sorriso malizioso.

“Domattina alle sette mancherà esattamente una settimana. Sette giorni o 168 ore o ancora 10080 minuti ovvero 604800 secondi.”

“Capisco”

La mano dell'uomo tremò leggermente, ma la convulsione venne immediatamente fermata con decisione.

“Ancora un'ultima faccenda, dobbiamo sbrigare solo un'ultima faccenda.”

Un bagliore rosso guizzò nelle iridi di Sebastian.

Un dolce sussurro uscì dalle sue stupende labbra filiformi mentre prendeva in mano un meraviglioso orologio da taschino in argento: “Se ne avrai il tempo, Charles”

 

Sebastian era esterrefatto: nonostante quanto i due si fossero detti la sera precedente, anche quella mattinata iniziava le altre.

Charles e Sebastian erano seduti ai due estremi di un tavolo circolare apparecchiato in modo sobrio con una tovaglia orientaleggiante e posate in argento. Al centro del desco vi era una minuta portata ricolma di dolci classici inglesi.

In due tazze da tè in porcellana cinese il maggiordomo gli aveva appena servito la solita bevanda.

Per Charles Clock, un uomo davvero eccentrico per certi aspetti, non esisteva il the delle cinque o la classica colazione inglese.

Per Charles Clock ogni mattina alle 10 andava servito un honey ginger ed andava servito nella sala degli svaghi: come se i due fossero bambini a merenda.

Come ogni mattina il latte fresco veniva scaldato e vi veniva delicatamente disciolto del miele d'acacia e della polvere di zenzero.

Sebastian come ogni mattina osservò il commensale.

Non era un caso se Charles Clock odorasse perennemente di miele e zenzero: un profumo inaspettato per il loro tempo, un profumo da orientale e lui stesso pareva un uomo fatto di latte e zenzero: un giovane sui venticinque anni dalla carnagione bianca, come il latte, i capelli biondi, come lo zenzero e il miele, e gli occhi nocciola e candidi come quelli di un neonato. Il viso era dolce e iniziava ad assumere i connotati di un uomo, ma il volto era glabro, curato, come a voler rinnegare il tempo, come a voler dimenticare Quella cosa.

“Non è forse buonissimo, Sebastian?” Charles interruppe il profondo pensare del suo commensale.

“Lo sai Charles, noi demoni non siamo grandi estimatori del vostro cibo, se potessi fare a meno di questa brodaglia sarei molto felice”

L'espressione di Charles divenne irritata come ogni mattina e alzò la voce all'improvviso

“Certo che è impossibile farti cambiare idea, eh?!”

Il demone provò a parlare, ma venne immediatamente interrotto

“Eppure non la senti? Non la senti la dolcezza del latte fresco di giornata? Il sapere delle erbe di montagna che contiene in se?Non senti l'aromatizzazione del miele? La fragranza dell'acacia? La sfrontatezza del suo sapore? E quel piccante che prolunga la sensazione di calore? E' quello che rende questa vivanda speciale! E' lo zenzero, polvere degli dei!”

Facendosi trasportare dalla passione Clock era finito per alzarsi dalla sedia e poggiare un piede sul tavolo.

“Certo che dimostri proprio cinque anni, eh Charles?”

Sebastian non abbandonò la sua pacatezza: continuò a sorseggiare la bevanda completamente indifferente alla scenata dell'”amico”, sapeva che lo avrebbe fatto infuriare e far infuriare gli umani era il suo passatempo preferito.

“Ma insomma Sebastian, sei proprio incorreggibile!”

Mettendosi una mano sulla fronte Charles espirò vigorosamente.

Si alzò dalla sedia dopo aver bevuto il suo honey ginger in rigoroso silenzio, andò in camera da letto seguito da Sebastian, si slacciò la vestaglia: rimase con il pigiama notturno, la giornata era definitivamente iniziata.

Sebastian si avvicinò alle spalle di Charles per poi iniziare a spogliarlo delicatamente.

“Cosa dobbiamo fare oggi Sebastian?”

Iniziò con la prima delle quattro domande che ogni mattina il ragazzo poneva al demone.

“Oggi con la massima priorità devo rintracciare un informatore in mattinata, in seguito il pomeriggio sarà dedicato ad ottenere le informazioni. Nella mattinata lei si recherà al ricevimento del signor Hearts, nella nottata non ci sono programmi, tranne La solita cosa.”

“Ottimo, ti sei dimenticato di appuntare gli orari, ma stai migliorando nell'ordine di esposizione”

Sebastian lo sapeva: il suo padrone conosceva già alla perfezione la tabella oraria, ma voleva sentirsela ripetere da Sebastian per qualche motivo. Il demone faceva sempre il possibile per omettere dettagli e infastidire Charles, quella mattina stranamente non vi era riuscito.

L'alto uomo dai capelli corvini era dietro al proprio padrone ormai nudo: il corpo di Charles si rifletteva nei pochi specchi presenti nella stanza: un fisico asciutto e vagamente tonico, alto non più di un metro e sessantacinque: pareva un bambino coi suoi capelli arruffati, ma i suoi occhi, anche se pieni di luce, celavano nel profondo un'infinita oscurità.

L'uomo dagli occhi ormai divenuti rossi iniziò a vestirlo lentamente con un sorriso malizioso sul volto. Il sigillo del contratto brillava di una luce azzurra sulla spalla sinistra del signor Clock.

“Quanto tempo mi rimane Sebastian?”

Eccola, la seconda domanda: uno dei momenti della giornata che davano massima gioia al demone.

“Sei giorni, 8 ore, 50 minuti o 152 ore e 50 minuti o ancora 9170 minuti. Ovvero 550200 secondi.”

Charles deglutì mentre la sua testa dai tanti capelli faceva dolcemente capolinea dalla maglietta in seta, tentava di nascondere la preoccupazione al famiglio, senza successo.

Ed ecco la terza domanda, quella che più scocciava il demone e che gli ricordava l'ostentata noncuranza nei confronti di tutto del suo padrone.

“Sebastian, ricordami qual è l'impegno più importante della giornata!”

“La solita cosa Charles: rubare un pugno di zenzero in polvere”

“Esattamente, Sebastian. Esattamente.”

 

Charles uscì dalla stanza, il suo demone era ormai già perso tra le strade di Londra. Per un attimo le gambe del giovane uomo cedettero costringendolo ad appoggiarsi all'uscio che aveva chiuso dietro le proprie spalle.

Un diffuso tremore lo colse. Si fermò il polso in modo deciso col braccio destro.

“Io...Non Voglio...Non Voglio...Mo...” Strinse i denti, non doveva dire quelle parole, non era quello il luogo, non era quello il momento.

“Devo riuscire a fare quella cosa, lo devo trovare, io...Io”

Il tremore riprese, le gambe cedettero del tutto: Charles scivolò lentamente appoggiato alla porta finendo col sedersi a terra e rannicchiandosi. Così, come chiuso in un bozzolo sentì l'odore di zenzero e miele che permeava i suoi vestiti. Una eco della propria memoria, un volto, luce.

“E' proprio vero che gli odori riportano alla mente molti ricordi”

Disse queste parole aprendo gli occhi dolcemente e sorridendo.

Clock si alzò in piedi, il tremore era finito: iniziò a camminare, una lacrima scese sulla sua guancia.

“Sono proprio uno stupido.”

Si voltò: dietro le sue spalle vi era un lungo corridoio, in fondo, sulla destra era situata la sua camera, mentre sulla sinistra un altra porta sembrava attirare l'attenzione del giovane...

Ginger and Honey, this is the magic. Put them into milk, and of your wish think”

Sorrise.

“Sono proprio uno stupido, scusami”

 

Le strade affollate di Londra non erano la miglior cosa per una persona della costituzione di Charles: da sempre i membri della sua famiglia avevano sofferto di gravi problemi di salute, indubbio retaggio dei molteplici matrimoni interfamiliari. O almeno queste erano le conclusioni dei migliori medici che avesse consultato.

La carnagione molto chiara non gli permetteva prolungate esposizioni solari, e fortunatamente abitava in Inghilterra. Inoltre lo smog londinese offendeva i suoi polmoni irreparabilmente, tanto che dopo un paio di ore nelle zone più inquinate iniziava a tossire malamente.

Era inadatto a vivere.

Grazie a Dio con lui c'erano Sebastian, Celine e Walter: il suo “amico” e i suoi maggiordomi.

Per sfortuna quello adibito ai pasti principali era proprio Sebastian: un cuoco orribile incapace di cucinare cibo con un sapore accettabile. I due maggiordomi di vecchia data riuscivano a stento ad organizzare le pulizie e le faccende dell'enorme casa in cui risiedevano .

Sebastian non doveva fare troppo, era infondo un ospite.

 

Ed ecco che dopo diverse minuti di cammino si ritrovò davanti a casa Hearts: un ricevimento in pieno giorno, quasi di mattina presto. Si vedeva che i valori vittoriani continuavano a scemare: la dedizione agli affari veniva sempre meno.

“Oh, signor Clock.”

“Salve Signora...”

Venne inglobato dalla festa, ma nella sua mente un pensiero restava fisso, un orologio continuava a ticchettare, il sussurro di un diavolo gli ricordava quale fosse la sua imminente fine.

 

Due ore dopo Charles si stava abbandonando sulla poltrona del salone di casa sua, era sfinito: gli eventi mondani assorbivano la poca energia che gli era rimasta.

Si rialzò in breve mettendosi a tavola dove Sebastian aveva preparato “qualcosa”: nel senso che era come al solito dal sapore indistinto. Ma Charles Clock non dimenticava mai la propria filosofia di vita.

“E' ottimo, Sebastian”

Il demone doveva trattenersi ogni volta dall'inveirgli contro, era perfettamente conscio del fatto che quel cibo era nauseabondo.

Voleva chiederlo, voleva assolutamente saperlo: perché Charles si ostinava a dire che era buono?

Ma non poteva, sarebbe stato segno di debolezza, un voler sapere degli esseri umani: lui era superiore, lui doveva essere distaccato nei confronti del mondo degli umani.

“Mi fa piacere Charles”

Il sorriso angelico che Sebastian riusciva a ostentare era come al solito degno del migliore attore di Londra.

Dopo aver ingurgitato il pasto provando a sentirne il sapore il meno possibile Charles assunse improvvisamente un'aria seria, che quasi non gli si adiceva.

“Allora?”

“Ecco: ad una persona si potrebbe anche chiedere, ma...”

Sebastian pareva stranamente a disagio

“Forza, dimmi di chi si tratta!”

Il demone inspirò a fondo e quasi con un ribrezzo di fondo parlò

“Si chiama Undertaker, è un bacchino con mani in pasta un po' ovunque con la malavita. Si dice sappia molte cose dato che davanti ai suoi occhi passa tutto il male della società.

Charles fece un espressione vagamente disgustata

“E va bene.”

Il ragazzo guardò un attimo Sebastian negli occhi: ora la sua voce era algida e fredda, era serio, con tutto se stesso, il demone non poteva rispondere in modo vago quando il suo padrone lo comandava con uno sguardo così autoritario.

“Pensi che saprà anche dell'incidente di cui ti ho parlato?”

“Certo.”

“Andiamo Sebastian!”

Yes My Master”

 

Il sole stava tramontando: ci avevano messo davvero un sacco di tempo per rintracciare quel bugigattolo fatiscente.

Charles provò a bussare alla porta, ma questa si aprì al primo colpo emettendo un suono stridulo ed inquietante: il giovane uomo aveva un aspetto vagamente spaventato.

“S...Se...Sebastian, vai prima tu...E' un ordine!”

Il demone si abbandonò ad una breve risata.

“Non pensavo foste così pauroso, Master”

L'espressione del londinese mutò in pochi secondi da impaurita ad arrabbiata

“Sebastian! Quante volte te l'ho detto! Il mio nome e Charles, non Master, Cha-R-Les! Vada per quando ti do ordini secchi con quel tuo stupido -Yes my Master-, ma non chiamarmi Master anche normalmente!”

“Va bene Charles, va bene”

Sebastian rimarcò il nome del suo padrone quasi in segno di scuse, ben consapevole che la cosa avrebbe irritato il suo Master.

Il demone si addentrò nel tetro luogo di lavoro di quel pazzoide seguito da un impaurito Charles che sobbalzava ad ogni ragnatela in cui incappava e ad ogni suono stridulo o improvviso.

Arrivati in una saletta piena di bare ad un certo punto il coperchio di una di queste cadde rovinosamente facendo aggrappare Clock a Sebastian che sorrise divertito.

“Benvenuti miei cari clienti”

Un uomo dai lunghi capelli bianchi con una profonda cicatrice sul viso parlava dalla bara quasi fosse una cosa normale.

Charles si fece coraggio e parlò con voce stridula e impaurita

“No...Noi...Ecco...Lei...Ehem...Potrebbe darci delle informazioni?”

Il becchino sorrise.

“Dipende da che tipo di informazioni. Se volete quelle sul prezzo dei miei “servigi” sono gratuite” si mise una delle due mani, coperta da una lunga manica, per soffocare una risatina “altrimenti sappiate che per informazioni “preziose” è richiesto un pagamento speciale”

Sebastian sembrava non trovarsi a suo agio.

“Avanti parla!”

Charles stava progressivamente riprendendo coraggio, era assolutamente necessario

Undertaker gioiva sotto i folti capelli

“Io voglio...”

Charles deglutì profondamente

“...Una risata di prim'ordine”

L'espressione del cagionevole londinese era inappagabile: un misto tra lo stupefatto e l'inorridito. Intuendo che tipo fosse quel becchino il “Master” decise di provare ad ottenere le informazioni da solo.

“Ehem, ecco. Sebastian, puoi lasciarci un attimo soli?”

Charles indicava la porta dalla quale errano arrivati con il volto vagamente arrossato e lo sguardo basso.

Sebastian fu sorpreso, ma senza ribattere uscì dall'esercizio.

Dopo pochi minuti una acida, ma piena risata sopraggiunse da dietro il portone di legno contro il quale era appoggiato Sebastian

Charles salì le scale da solo con un viso scuro e pallido.

“Andiamo Sebastian”

Aveva gli occhi vitrei, assolti, tragici. Cosa era successo là dentro?

“Dove mio Ma...Charles” Di nuovo quella sensazione: Sebastian voleva sapere, cosa diavolo era successo lì sotto?! Come demone aveva sempre fiancheggiato i suoi padroni, aveva visto e udito le loro vicende più oscure, ma da Charles nulla! Solo sorrisi e quello stupido Honey Ginger! Perché si stava interessando così tanto, cosa c'era di interessante in quell'esseruccolo fragile ed incostante?!

“Alla Casa di Città dei Phantomhive, stanotte le persone che cerco si dirigeranno lì.”

Sebastian provò a parlare, ma venne subito interrotto.

“Questa notte, dovrai eseguire tutti i miei ordini, non fiatare, non chiedere nulla.”

Finalmente il suo lato autoritario era venuto fuori, anche lui allora era come tutti i suoi precedenti padroni, eh? Il demone provò una specie di sadica soddisfazione

Clock si voltò un attimo guardandolo negli occhi“Per favore”

Gli occhi del demone si affossarono nelle orbite, lo sguardo si fece tremulo

no,no, no! Non poteva essere così! Nessuno, nessuno aveva mai osato trattarlo in modo così umano, nessuno doveva azzardarsi a farlo: lui era un demone...Lui...

La luna scintillava flebilmente su Londra che veniva lentamente avvolta da una coltre argentea: Clock si rifugiò sotto il suo cilindro e dentro il suo mantello grigio, Sebastian lo seguì coperto da una giacca nera, in silenzio.

As You Wish, my Master

Charles non rispose se non con un nuovo passo deciso verso casa Phantomhive,

 

Il suo studio era nuovamente “vuoto”.

Undertaker si stese dentro una delle tante bare, quel giorno aveva vissuto una situazione molto interessante: solo diversi anni dopo un bimbo dai capelli blu gli avrebbe nuovamente regalato una così piacevole giornata.

“Quell'umano, era molto interessante”

I capelli che coprivano il volto di quello strano individuo vennero scostati dalla fronte lasciando liberi due occhi dal colore verde-giallo penetranti e ricolmi di oscurità.

“Quel demone, Sebastian, non credo si sia nemmeno accorto di quanto stia venendo manipolato”

Il becchino si abbandonò ad un'altra sguaiata risata .

“Divertente, davvero divertente!”

Salve a tutti!
Per chi non mi conosce sono the Spirit Eater autore dalle diverse idee e dal poco tempo!
Quattro parole su questa fan fiction: Sebastian's Countdown nasce come un mio piccolo tentativo personale di rivincita: in passato tentai di pubblicare un'altra ff a tema kuroshitsuji che si rivelò però un grande fallimento (100% colpa mia eh).
Volendo provare a riscattarmi questa ff che già ora mi sta molto a cuore: sarà una miniserie di 7 capitoli in linea teorica.
Buona lettura e se potete lasciate una recensione
“Ginger and Honey, this is the magic. Put them into milk, and of your wish think"

P.S.
"Yes my Master" è la "nuova" formula di Seb in quanto clock non è un nobile, ma un appartenete ad una famiglia di borghesi arricchiti 
"Ma Sebastian é il nome che gli ha dato Ciel blahblahblah" tranquilli lo so, capirete più avanti ^^
"Ma sto' capitolo è da verde, perché hai messo arancione?" wait for the new chapter
        
P.P.S. 
Sono uno dei due membri del duo RedCircus: un account per più persone che vogliono scrivere fan fiction a 4 o più mani.
Se cercate nuovi autori con cuii confrontarvi o con cui scrivere storie potete fare una richiesta al sottoscritto ^^
  
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