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Autore: GreenBlood_    07/03/2015    4 recensioni
{HoennChampionshipping(VeraxRocco)} 
«Quella lettera.» sentenzia lapidaria, aprendo appena le labbra.
Non riesce a trattenere uno sbuffo irritato mentre si aggiusta i polsini. «Quella che mi hai lasciato in casa tua, diceva che te ne saresti andato via per un po’» Scrolla le spalle, burbera. «Eppure ti trovo sempre qui. Come se … come se ogni volta mi stessi aspettando.»
|Fluff; Romantico| Missing moments| 932 parole|
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rocco Petri, Vera
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Lei era entrata in casa sua per la prima volta -per la vera prima volta, senza che fosse Rocco stesso a spingerla per via del Team Idro- in una giornata calda, soleggiata e profumata di resina. Rocco aveva chiaramente sentito i suoi passi felpati e il suono della brezza estiva che soffiava teneramente attraverso la porta.
«Chi è?» aveva detto, ritraendosi d'istinto.
«Campione.» aveva risposto lei, mentre sobbalzava «Ciao.»

Ma adesso, quando Vera entra in quella dimora, vi trova solo il nulla.
(e una lettera)


 
 
Ogni Volta
 
 «Blaziken usa Calciardente!» Urla la giovane Allenatrice con tutto il fiato che ha in gola, prima che il suo Pokémon venga avvolto da scintille roventi e brillanti di una luce intensa; svolazzano come bandiere durante una tempesta, bollenti e graffianti.
Deve trattarsi di un orribile scherzo del destino, non vi è altra spiegazione -non può essere definito altrimenti quel finale dall'esito così inaspettato e ingiusto.-
E’ tutto così repentino che Rocco neanche si accorge di aver perso per l’ennesima volta. Mette a fuoco l’immagine del mero fallimento solo quando il suo fidato Metagross cade rovinosamente sopra le fredde piastrelle d’acciaio che ricoprono l’arena, il suono assordante investe l’intera sala producendo un leggero sisma. Tremano anche le gambe del ragazzo, gli pare un miracolo che anch’esse non abbiano ceduto.
 «Bella lotta, Campionessa, come sempre.» Le parole escono incerte e con fatica, come sforzate dai suoi stessi polmoni. L’idea di essere solo l’ex Campione di Hoenn non gli piace, per niente. L’avrebbe gridato tranquillamente a chiunque, in modo schietto e spontaneo; ma a cinque anni aveva imparato ad accontentarsi e, specialmente, di mostrarsi sempre sereno e sorridente davanti alle belle signorine -ma non è altro che una maschera per la sua fragilità.-
Sospira e richiama il compagno esausto dalla lotta, adesso riesce a comprendere quello che sta provando il Pokémon esausto.
Fissa con aria stranita la Pokéball liscia e rotonda, per poi stringerla convulsamente tra le mani, senza più aprire bocca.
Per Rocco Vera è una figura misteriosa, slanciata e dai movimenti aggraziati, evita con eleganza e abilità tutti gli ostacoli che si presentano sul suo cammino. Ma non fa mai rumore, pare sempre un pallido fantasma venuto a volteggiargli attorno, un'ombra scura nella sua vita che lo guarda dritto negli occhi.
Per lei, invece, Rocco è uno di quegli ostacoli, e lui non sa se esserne orgoglioso o meno.
 «Andiamo, la Sala d’onore ci aspetta nuovamente.»
 «Aspetta un attimo.»
Il ragazzo la osserva da capo a piedi, interrogatorio. Solo ora si accorge che il volto è rimasto ricurvo verso il basso. Lei sempre sfodera un atteggiamento serio e determinato durante le lotte, e si eclissa subito dopo aver vinto -perché vince sempre, lui ne è certo.- Ma questo piccolo particolare ancora non è apparso, rimane autoritaria. Vera mostra un corpo gracile e minuto, ma con le sue occhiate intimidatorie avrebbe fatto vacillare persino un Camerupt.
 «Quella lettera.» sentenzia lapidaria, aprendo appena le labbra. Non riesce a trattenere uno sbuffo irritato mentre si aggiusta i polsini. «Quella che mi hai lasciato in casa tua, diceva che te ne saresti andato per un po’ di tempo» Scrolla le spalle, burbera. «Eppure ti trovo sempre qui. Come se … come se ogni volta mi stessi aspettando.» La giovane non ha mai mostrato certe emozioni, Rocco ne è consapevole e rimane piacevolmente sorpreso. «Trovi strano che io pensi una cosa simile?» domanda con aria vagamente minacciosa. L'espressione concentrata di Vera gli dà la conferma di ciò.
L’allenatrice si dirige ad ampi passi verso l’ex campione. Vera non sa se è stata lei stessa oppure lui a cominciare a correre -forse non hanno nemmeno corso, solo che sono concentrati entrambi per cose più rilevanti.- Di colpo, candidamente, si ritrova tra le sue braccia. Il cuore batte ancora più forte e rumoroso.
 «Ehy ma … » le mormora lui, sovrastandone il suono. Percepiscono una prima e lieve traccia di imbarazzo; Rocco non è obbligato a tenere la presa, ma qualcosa lo costringe, probabilmente quel tepore che mai ha provato in modo diretto. «Che cosa intendi con questo?»
Il tono severo di Vera si placa definitivamente e fa largo a uno fresco e puerile, come petali imperlati di rugiada.
 «Intendo che io mi rifaccio la Lega Pokémon solo per vederti.»
 «Quindi tu mi sfidi di continuo solo per … » E lui stesso trova talmente improbabile un certo discorso che non riesce a pronunciare una frase completa.  «Per me?» 
E dalle iridi blu oltremare dell’allenatrice si legge un segno d’approvazione.
Nella mente di Rocco emergono svariati pensieri, e non gli danno tregua. Il fallimento causatogli dai suoi stessi sentimenti, dall’idea di aver ceduto ad un qualcosa di complicato e impegnativo come l’amore.
La disfatta non è mai stata così dolce. Entrambi si sono distratti a lungo, persi tra i propri respiri affannati; si sono lasciati trasportare dal loro istinto, e sono rimasti avvinghiati l’uno all’altra per chissà quando tempo.
 «Insomma, tu mi piaci, per farla breve»
Rocco sorride, profondi solchi gli scavano le guance. Ma non lo fa solo per educazione. «Anche te mi piaci» Risponde, mentre con le dita sottili le sfiora le gote rosee e pronunciate. Poi, come fosse un dispetto, la lascia andare, rompendo quel e delicato attimo di intimità. Vera ci resta un po’ male, quasi teme il rifiuto, ma il cuore viene riscaldato dall’ammiccare del ragazzo.
 «Tornerò di nuovo qui, mi sfiderai?» Esordisce speranzosa l’Allenatrice.
L’ex Campione si gira e accenna un gesto con la mano sinistra. Le spalle di Rocco potevano voltarsi una, cento, mille volte, ma la ragazza è sicura che, alla fine, avrebbe rivisto sempre il suo sorriso.
  «Ogni volta.»
  
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