Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: zaynseyes_    08/03/2015    2 recensioni
Tratto dalla storia:
< Lui si girò al suono della sua voce. Dio, i suoi occhi, pensò Harry, erano come dei fari in mezzo al mare in tempesta, che riuscivano a mettere in salvo anche le navi più mal ridotte. >
~One Shot Larry, prima volta in assoluto che scrivo qualcosa~
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ogni giorno la solita routine: alzarsi, salutare il proprio amico di avventure, fare colazione, dire delle battute pessime per farlo ridere e poi correre per andare all'università. Sì, correreperchè si sa, Harry non punta mai la sveglia in anticipo, Harry è un ritardatario nato. E Louis questo lo sa bene.

Eh già, il nanetto deve sopportarlo ogni giorno da ben due anni. In fondo in fondo però (Louis non l'ammetterá mai) gli è sempre piaciuta la sua compagnia. Come amico, ovvio, come migliore amico.

Tutto iniziò da un incontro al bar o, meglio dire, da un incontro per caso con un Harry completamente fuori di sé. Quel giorno, infatti, Harry era ubriaco fradicio. Louis non l'aveva nemmeno notato il riccio seduto sul tavolino all'angolo del locale, con lo sguardo perso sul suo boccale di birra, e perciò si sedette al primo tavolo libero che vide, casualmente, vicino al suo.

Louis messaggiava con un suo amico d'infanzia e non si accorse nemmeno dello sguardo dello sconosciuto su di sé. Se non fosse stato per tutto quell'alcool ingerito, il ragazzo non gli avrebbe mai rivolto parola, Harry lo sa bene.

Tutto ad un tratto, Harry incominciò a raccontare tutti i particolari della sua vita e del perché si fosse ridotto in quella maniera. A quanto pare aveva discusso pesantemente con i suoi genitori per il fatto del suo coming out a scuola e di quanto li aveva imbarazzati e che poi lo avevano cacciato di casa.

Louis, attirato da quel mucchio di parole sparate alla rinfusa, voltò lo sguardo sul ragazzo e rimase senza parole. Era davvero bellissimo.

Beh, che Louis fosse gay lo sapevano tutti, perfino il criceto della sua vicina, ma poco gli importava. La sua vita gli piaceva così com'era e non avrebbe cambiato nulla del suo passato.

A prima vista gli era sembrato molto giovane, quasi un diciassettenne. Si chiedeva infatti se avesse già raggiunto l'età per bere alcolici.

"Quanti anni hai?" gli chiese perciò. Poteva considerarsi maleducato il fatto di aver chiesto ad un perfetto sconosciuto prima l'etá che il nome ma chissene. In fondo ormai sapeva più lui della sua vita che il suo migliore amico.

"19" mi rispose. Ah, direi portati molto bene.

"Ah, e comunque io sono Harry" biascicò.

"Louis" rispose lui.

Poi il riccio continuò a parlare dicendo che non voleva tornare a casa, perché lì non era il benvenuto e che non sapeva nemmeno com'era arrivato in quel bar.

E poi all'improvviso, Louis provò un senso di tenerezza nei confronti di quel piccolo, che poi tanto piccolo non era, che stava affrontando tutto quello da solo.

Anche lui c'era passato ed era una cosa che non augurava nemmeno al suo peggior nemico: l'ansia, la paura, il vedere ogni giorno la delusione negli occhi dei genitori e degli amici, la rabbia, la voglia di scappare via e non di non voltarsi più indietro. Era stato un periodo davvero terribile ma in fondo tutto questo l'aiutò ad affrontare la vita con una marcia in più.

"Senti, di solito non sono così impulsivo ma credo che tu sia un bravo ragazzo e se i tuoi genitori ti hanno cacciato di casa significa che pensano che tu te la sappia cavare anche da solo ma...credo che ridotto in quelle condizioni non riusciresti nemmeno a prendere un taxi. Quindi...perché non vieni con me, a casa mia, mh? Solo per questa notte. Non sono un maniaco, giuro" rise Louis. Non aveva nemmeno considerato l'ipotesi di poter essere preso come un depravato stupratore ma...ehi, Louis era fatto così.

Harry lo guardò con occhi lucidi e, dopo averci riflettuto un pò, accettò la proposta. In fondo era vero, non poteva di certo vagare in città in quelle condizioni. E poi Louis, il nome del ragazzo da quello che si ricordava, gli era sembrato un tipo apposto.

In realtà, l'unica notte che dovevano passare insieme, diventarono in seguito due, tre, quattro, dieci, venti, fino a quando Louis se ne uscì con un "Ehy, ma sei sempre qui! Tanto vale che ti ci trasferisci!" e forse furono quelle parole dette per scherzo che fecero riflettere Harry.

Un giorno glielo chiese, se poteva trasferirsi da lui in modo definitivo, e Louis nonostante le piccole incertezze iniziali accettò, con alcune condizioni ovviamente: dividere le spese; nessun uomo in casa (o almeno non senza vestiti addosso) e ognuno si lava i propri indumenti, perchè qui- come dice sempre Louis- non sono la cameriera di nessuno, a meno che tu non voglia pagare i miei servizi"e lì Harry, puntualmente, arrossiva per il doppio senso.

Oggi era un giorno diverso, Harry lo sentiva. Non riusciva a capire però se fosse una sensazione positiva o negativa. Si era appena svegliato e si stava strofinando gli occhi quando sentì un odore diverso nell'aria, un odore di...di bruciato?

Sparirono gli ultimi barlumi di sonno e corse immediatamente in cucina. Louis era davanti ai fornelli mentre stava cucinando, o meglio bruciando, la colazione. Indossava dei pantaloni della tuta e una maglietta larga e scolorita, sembrava quasi un personal trainer vestito da barbone. Il riccio sorrise appena lo vide e arrossì leggermente. Louis lo metteva a disagio, anche quando non diceva nulla, il solo aspetto lo faceva sentire minuscolo e insignificante. Si, era molto più basso di lui ma non si poteva dire di certo che non avesse un fisico statuario. Sembrava quasi un dio greco. I suoi occhi poi, rappresentavano tutto ciò che poteva esserci di bello al mondo: i tramonti sul mare, una dormita dopo una lunga e stressante giornata di scuola, un arcobaleno dopo una giornata piovosa.

Ad Harry piaceva Louis, eccome se gli piaceva. Non sa precisamente quando è iniziato questo sentimento per lui, però sa solo che Louis lo vede come un semplice amico. Diciamo che era ancora nell'area della Friendzone.

"Lou, quante volte te l'ho detto? Non devi avvicinarti ai fornelli senza di me" disse il riccio ghignando.

Lui si girò al suono della sua voce. Dio, i suoi occhi, pensò Harry, erano come dei fari in mezzo al mare in tempesta, che riuscivano a mettere in salvo anche le navi più mal ridotte "Non è colpa mia se qualcuno qui presente, non si è svegliato presto e di conseguenza non ha cucinato la colazione. Io ho tentato solo si sopravvivere" rispose lui.

"Oh, certo, come ho fatto a non pensarci prima! Le mie scuse, nanetto" rispose lui facendo un piccolo inchino e avvicinandosi, scompigliandogli i capelli.

"Ehi, sta fermo con quelle mani! Sei proprio insopportabile la mattina" disse lui, mettendo il broncio.

"Oh, ma dai! Tu mi hai fatto prendere un colpo con quell'odore di bruciato, lo sai? Potrei rimanerne sconvolto a vita"

"Quanto sei stupido" borbottò lui, dandogli un colpo sul braccio.

Harry sorrise di vittoria: per una volta Louis non poteva controbattere o cercare una scusa qualunque, perché sapeva perfino lui di avere torto marcio.

Il riccio prese Louis dalle braccia, lo alzò, lo trasportò fino al tavolo e lo fece sedere lì sopra, come se fosse un bambino di cinque anni, prendendo poi il controllo dei fornelli.

Louis protestò per essere stato trattato in quel modo, ma si ammutolì di colpo quando Harry, dopo essersi girato diverse volte per lanciargli delle occhiate divertite, si girò completamente verso di lui e si avvicinò lentamente con un sorriso sbilenco sul viso.

Si avvicinò al suo viso, poggiò le mani sul tavolo dove era seduto Louis e dopo un paio di secondi avvicinò le labbra al suo orecchio. Non sapeva da dove gli era venuto tutto quel coraggio ma sicuramente avrebbe fatto meglio a sfruttarlo.

"Se un piccolo nanetto maldestro non avesse combinato tutto questo casino, a quest'ora staremmo già mangiando. Non fare il bambino impaziente, Loulou"

Louis non si aspettava un gesto del genere. Beh, di certo non si aspettava Harry Styles, il suo migliore amico, che gli sussurra all'orecchio con voce tutt'altro che amichevole. Direi quasi...sensuale. Dio, che sta succedendo?

Louis si ritrovò a boccheggiare, ma poco dopo si riprese e cercò di pensare lucidamente. Voleva trovare una risposta intelligente, magari sarcastica, da rivolgergli, ma l'unica cosa che riusciva a pensare era "l'ha fatto? Si, l'ha fatto. Ma perché l'ha fatto?" questo senso di panico, pensò poi, probabilmente era dovuto all'astinenza dal sesso. Si, sicuramente era quello.

"O-okay" riuscì a balbettare e si diede mentalmente dello stupido. Louis William Tomlinson non balbettava. Mai.

Harry sembrò soddisfatto delle risposta e si allontanò dal viso di Lou, riprendendo il lavoro ai fornelli.

Molti, tanti, interminabili minuti dopo, la colazione fu pronta. I due mangiarono in silenzio, beandosi dei rumori di una Londra che si stava svegliando.

Oggi era sabato e nessuno dei due doveva lavorare o andare all'universitá, decisero perciò di passare una serata un pò diversa dalle altre: una serata in discoteca.

Harry non ne era molto convinto. Il sudore, le luci, il rumore assordante della musica, i corpi premuti tra loro, non rispecchiavano molto lo stereotipo di divertimento del riccio. Ma Louis voleva andarci, davvero tanto, (gli aveva fatto perfino il labbruccio con tanto di occhi a cucciolo) e beh...Harry non può resistere a Louis, semplicemente non può.

Perciò si preparono per la tanto desiderata (da Louis) serata. Una volta pronti, si incamminarono verso la macchina del più grande e si diressero verso la discoteca più rinomata di Londra.

Harry quasi trema. Queste serate non gli sono mai piaciute, le discoteche non gli sono mai piaciute. Louis invece ne era entusiasta, non vedeva l'ora di entrare e divertirsi.

Il riccio prese un profondo respiro ed uscì dalla macchina. In fondo dovevano restare lì solo un paio di ore. Un paio di ore. Un paio di lunghissime ore.

Entrarono e subito percepirono un forte odore di alcool. Dio, Harry pensava di restarci secco lì, ed era entrato da nemmeno due minuti.

I due si presero da bere, per sciogliere di dosso un pò di agitazione, e poi si buttarono in pista, a ballare.

Harry, nonostante l'incertezza iniziale, cominciò a fare dei piccoli movimenti dettati dell'imbarazzo, fino a quando la musica lo catturò del tutto e riuscì a scatenarsi. Non stava pensando a nulla, si sentiva libero e forse sì, si stava addirittura divertendo.

Poi però sentì delle mani sul corpo. All'inizio aveva cercato di non pensarci più di tanto, forse era solo frutto della sua immaginazione e non voleva essere quello paranoico e noioso, così continuò a ballare. Poi però un'altra mano si spostò più giù, verso il suo sedere e questa volta Harry non se l'era immaginato. Si girò, cercando di capire chi fosse stato, ma era impossibile individuare il colpevole con tutte quelle persone che lo circondavano.

Cercò allora di fuggire da quella massa accaldata di persone e si diresse verso il bar. Forse una bibita poteva rinfrescarlo un pò.

Tutto ad un tratto si sentì strattonare per il polso e trascinato all'interno dei bagni, poco distanti dalla sua meta.

Harry chiedeva aiuto ma la musica era sua nemica. Nessuno poteva sentirli.

Non appena entrarono nel bagno, una mano gli coprì la bocca ed Harry entrò completamente nel panico. Non voleva morire e non voleva nemmeno essere stuprato. Ma perché era venuto? Ah, già Louis. Louis! Dove sarà finito? Mi ha visto? O almeno avrà notato la mia assenza?

Finalmente riuscì a vedere in faccia l'uomo che avevo davanti. Era carino, tutto sommato: occhi e capelli castani, zigomi pronunciati, piercing al labbro, qualche tatuaggio qua e là, e corpo sicuramente più massiccio e forte di quello esile di Harry.

"Ma che bel bocconcino. Come ti chiami boccuccia di rosa?" disse, sbattendolo sulle mattonelle fredde di quel gelido bagno e premendo il corpo su quello del ragazzo.

"Lasciami stare stronzo, vaffanculo!" rispose il riccio, cercando di divincolarsi.

"Che maleducato. Sai, ho già un'idea su come farti tappare quella bocca. Sarebbe l'idea perfetta per avere un meraviglioso pomp-"

"Che cazzo sta succedendo?"

Ringraziai tutti santi del mondo che qualcuno fosse intervenuto. Mi girai, curioso di vedere il mio salvatore, e con mia sorpresa vidi Louis. Oh Louis.

"Vuoi per caso unirti a noi?" rise sguaiatamente quello che aveva letteralmente bloccato Harry fra lui e il possente corpo tatuato.

Louis si gira verso di me "Harry, mi spieghi cosa diavol-"

"Questo qui mi ha praticamente trascinato in bagno e...beh, non credo abbia buone intenzioni" aggiunse poi Harry per sdrammatizzare la situazione.

"Okay. Tu," esclamò Louis indicando il moro appiccicato a me "puoi tranquillamente andartene a fanculo e stuprare qualcun'altro. Lui è con me"

Il tatuato rise e si stacco da me per avvicinarsi a Louis "Oh, ma che paura" annunciò agitando le dita in aria.

Louis serrò la mascella "Ti conviene andartene"

"E perchè, se no cosa mi fai? Sentiamo un pò"

Louis strinse il pugno, lo alzò in aria e colpì il moro. Evidentemente non si aspettava di certo che quest'ultimo fosse abbastanza lucido da schivare il colpo e colpirlo sul viso senza esitazione.

"Louis!" gridò Harry quando vide del sangue uscire dal naso del maggiore.

Preso da uno strano coraggio si avvicinò quasi correndo verso il suo quasi stupratore, lo fece girare e con tutta la forza che potè, gli diede un pugno alla stomaco. Vide il suo corpo accasciarsi al pavimento e mosso da un altro impeto di rabbia, gli diede un altro calcio allo stomaco.

Poi la sua attenzione venne catturata da un dolorante Louis con la mano sul viso che imprecava mentre saltellava per tutto il bagno, imprecando in tutte le lingue del mondo.

Nonostante tutto, Harry non potè non trattenere una risata di fronte a quel nanetto.

"Cazzo c'è da ridere?" chiese perciò accigliato Louis.

"Niente, sei buffo." scosse la testa Harry, continuando a sorridere "Andiamo a casa, dai"

"Che serata di merda. Mi sono perfino rovinato il mio bel visino" affermò lui, dirigendosi verso l'uscita del bagno.

"Io te l'avevo detto di non andare" disse Harry sorridendo, ancora una volta, vittorioso.

Louis alzò gli occhi al cielo ed uscì definitivamente dal bagno, non aggiungendo un'altra parola. Silenziosamente, ad eccezione dei lamenti di dolore del nanetto, entrarono in macchina e guidarono fino a casa.

Harry sentendosi leggermente in colpa propose, o meglio dire obbligò, Louis a farsi medicare la ferita.

Non doveva finire così la serata, non così. E poi Louis, secondo il riccio, non si meritava un occhio nero e un bel pò di sangue sul naso per lui. Ad ogni modo era felice che Louis fosse arrivato al momento giusto.

"Non ci credo a quello che poteva succederti se solo...se solo..." incominciò Lou dopo minuti di silenzio, mentre il riccio gli controllava e gli disinfettava la ferita.

"Non pensarci nanetto, è tutto passato" lo interruppe lui, approfittando del momento per accarezzargli il viso.

"No, se non fossi riuscito a trovarti in tempo, io.."

"A proposito, come hai fatto a trovarmi?" chiese il riccio curioso.

Louis arrossì. Di certo questo non passò inosservato ad Harry, visto che era molto raro vedere il maggiore imbarazzato "In realtà ti ho tenuto d'occhio per l'intera serata, sai, per evitare che ti succedesse qualcosa, e poi ho visto qualcuno trascinarti via. Pensavo che...ehm, si, che vi volevate divertire, perciò vi ho lasciati in pace"

Harry sorrise, leggermente imbarazzato, e si avvicinò ancora di più al suo viso. Per curargli la ferita, ovvio.

"Cosa, mh, ti ha fatto cambiare idea?" chiese, incapace di frenarsi.

Louis lo guardò e fece spallucce "Non so, forse un sesto senso...e poi non credo che tu sia un ragazzo da sveltine in bagno" rise lui, gli occhi luccicavano di divertimento.

"Oh, e questo chi te l'ha detto?" disse lui maliziosamente.

"Sai, ti conosco abbastanza bene ormai" disse lui continuando a sorridere e alzando il viso verso di lui, a causa della differenza di altezza.

"Davvero? Allora cosa vorrei adesso, secondo te?" chiese Harry, troppo divertito dall'intera situazione.

"Un'idea ce l'avrei" affermò lui, avvicinandosi fino ad annullare le distanze fra di loro.

All'inizio il bacio era dolce, solo un leggero sfioramento di labbra per conoscersi meglio, poi il bacio sfociò in un qualcosa di più intenso e profondo. Lingue che si accarezzavano, denti che sfregavano tra loro, mani che si cercavano e si volevano.

Dopo quella che parve un'infinità, si separarono e si guardarono negli occhi.

"E ci voleva tanto?" chiese Harry ironicamente. Il suo cuore poteva scoppiare di gioia da un momento all'altro, non poteva credere che fosse successo davvero.

Louis rise. Rise di felicità, di amore e di divertimento. Forse non si era reso conto di aver appena baciato il suo migliore amico o forse non si era semplicemente reso conto di esserne innamorato da mesi. In entrambi i casi, Louis adesso è la persona più felice del mondo. 
 


__________________

Prima storia che abbia mai scritto e spero che almeno sia uscito fuori qualcosa di decente, visto che l'ho scritto tutta in una notte, senza interruzioni ahahah

Se vi è piaciuto lasciate un commento, anche uno piccolino dai♥

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: zaynseyes_