Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: emilyxxx    12/12/2008    3 recensioni
-dici che si risveglia?- sussurrò Alba a Tom. -ne dubito… certo, che quella c’è andata giù forte!- rispose lui toccando con l’indice la macchia violacea intorno all’occhio di Liz. -c…che succede?- si sentì sussurrare da una voce debole, coperta dal rumore delle auto sull’autostrada. -oh Liz! Certo che potevi non andare a stuzzicare quell’armadio!- ridacchiò Alba. -siamo nel tour bus…- continuò ancora la rossa vedendo che l’espressione persa e confusa dell’amica rimaneva al suo posto. -non ci hanno licenziate?- -no!- rispose sorridendole la rossa. Quel viaggio sarebbe stato difficile…. O forse no. [...] -ok, adesso, ditemi dov'è la mia borsetta con il trucco!- disse minacciosa Alba facendo mettere tutti in riga. -Bill lo escludo... Tom! sei stato tu...- e si avvicinò lentemante al ragazzo. -io...io non...- -zitto!!-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Si sentiva distrutta.
Si sentiva tradita, da se stessa.
Non era da lei, forse era quello il problema: chi era lei?
Ma quello non era il momento di lamentarsi soprattutto per il fatto che intorno a se circa una quarantina di persone la guardava allibita.
Ok, forse aveva esagerato!
Ma quel ragazzo accasciato a terra con le mani sul naso che gemeva di dolore, era reale.
Si guardò le nocche arrossate e face un’espressione contratta.
Si girò ad osservare il viso scandalizzato di una donnetta bassa e magra che guardava ad occhi sbarrati prima lei poi il ragazzo biondo a terra.
Purtroppo, Alba, aveva trascurato una cosa: lui era un uomo, lei una donna.
Una donna piuttosto imbranata e debole.
Proprio per questo non riusciva a spiegarsi quella forza nella mano destra, che continuava a guardare di sottecchi, ancora chiusa in un pugno.
Chiuse e aprì le dita per due volte, era tutta indolenzita, un altro colpo del genere e si rompeva la mano.
“l’uomo” in questione si alzò in quel momento con ancora una mano sul naso.
Alba sorrise timidamente prima di indietreggiare. L’espressione di lui s’indurì ancora di più.
-eh…em….io….dovrei, si, andare!- per fortuna era veloce. Le sue gambe snelle incominciarono a correre a velocità disumana.
-brutta stronza fermati!- le gridava dietro il biondo.
“certo, perché io mi fermo per farmi picchiare da te” pensò lei, cercando di tirarsi su il morale con un po’ di sarcasmo. Non ci riuscì.
Ci mise ancora più forza fino a distanziare Paul che un po’ la perse di vista, un po’ ci rinunciò.
Alba si appoggiò con entrambe le mani su un muro bianco sporco. Respirava a fatica, e il petto si alzava e abbassava troppo velocemente.
Socchiuse le labbra per far entrare più aria nei polmoni.
Chinò la testa tra le braccia, facendo cadere i capelli sul viso, piano si girò dall’altro lato, scivolando con la schiena contro il muro, si rannicchio.
Aveva la nausa, avrebbe scommesso di vomitare da li a pochi secondi, se un paio di mani non l’avessero sorretta.
-Alba! Ma guarda che deficiente che sei! Su, andiamo…- disse una ragazza dai capelli biondi e gli occhi azzurri, scuotendo la testa.
-oh grazie al cielo Liz!- si aggrappò alle sue braccia.
-è stato Paul, vero? Lo sapevo! Ti ho cercato ovunque! Ed eccoti qua…- le chiese Liz contraria, sorreggendola dalla vita.
-si…quel cretino… ti rendi conto che mi ha baciata?- Liz ridacchiò.
-ehy! È una cosa seria…- rispose l’amica, che però non riuscì a finire la frase, che le venne un attacco di tosse.
-Ally sei massa male!- Alba non riuscì a rispondere, infatti alzò una mano contro il viso della bionda che alzò gli occhi al cielo.
-poi mi spieghi eh?- Liz la sorresse meglio, mentre l’amica annuiva con una mano davanti alla bocca.

-allora?- chiese la bionda impaziente, seduta su uno sgabello davanti al letto di Alba.
-mi lasci respirare? Ho corso come una matta!- rispose lei, mentre si sedeva a gambe incrociate sul suo letto.
-dai!- Liz le diede una spintarella e l’amica ridacchiò.
-ok! Ok! Stavo uscendo dal supermercato, il mio turno era finito, e c’èra la pausa pranzo e….cazzo!- la rossa si buttò una mano sul viso.
-che c’è?- rispose l’amica curiosa.
-dovevo tornare! Cazzo il signor Schnidt mi ucciderà!- Alba iniziò a scuotere la testa.
-tranquilla… quello lo sistemo io! Comunque devi trovarti un altro lavoro e che cavolo! Ti pagano una miseria, f ala cassiera! Tu che hai studiato sempre… e quante lingue sai? Una decina!?- rispose la bionda aprendo le braccia.
-cretina…ne parlo solo 4!-
-e ti pare poco?- rispose l’altre mentre avvicinava lo sgabello al letto, Alba si sedette meglio ed annuì.
-era quello il mio intento…fare la traduttrice, o cose del genere…- disse scuotendo ancora le testa, ma lentamente.
-ok, ora stai sviando il discorso…- l’accusò guardandola di sottecchi Liz.
-ok! Discorso chiuso….dicevo, sono uscita- fece una pausa con il dio alzato –ti riassumo eh! Allora, lui stava li e mi dice “ti stavo aspettando”, proprio quelle frasi che si dicono quando poi succedono cose tremende, con quella voce… hai presente?- chiese la rossa alzando un sopracciglio.
-si! Va avanti!- rispose esasperata l’amica.
-ecco si, arriva e PAM! Senza il mio consenso, prende e mi bacia… poi mi sento tipo, come te lo dico…em…- si fermò con lo sguardo verso il soffito.
-molto incazzata?- tenta la bionda.
-em.. si, più o meno, e divento tipo fortissima e gli lancio un gancio destro sul naso…- Alba finì con un sorrisetto e la mani unite in due pugni.
Liz la guardò di sottecchi.
-wow! Non ti facevo così aggressiva!- Alba ridacchiò.
Dopo qualche minuto di silenzio e di riflessioni, Liz ebbe un’illuminazione.
-senti… mi è venuta un’idea…- prese la rossa per una mano e la trascinò con se fuori dall’appartamento.

Elizabeth e Alba erano amiche fin dalle elementari, erano diverse, ma non era una cosa molto rilevante.
Le loro madri erano morte insieme, in una crociera, “una crociera per adulti”, avevano detto i loro genitori. Purtroppo una sera ci fu una tempesta. Molto pericolosa, sopravvissero solamente una ventina di persona, tra cui i loro padri. Le due amiche si fecero forza a vicenda, diventando inseparabili.
Ci fu un periodo di litigio, alle medie, per un ragazzo, cose che capitano, che le allontanò più del previsto, ma era solo una scusa per starsene per conto proprio, per soffrire la perdita in pace, anche se non avevano che capito, che insieme era meglio.
Si ritrovarono al liceo, e li, la loro amicizia diventò impossibile da dividere.
Liz era una ragazza spensierata, che non piangeva mai, solare, coraggiosa, fiduciosa, e e sempre di buon umore, sempre con un sorriso stampato sul quel viso d’angelo, con gli occhi azzurri e i capelli lisci e biondi, con le sue labbra piene, tonde, e il suo naso alla francese, con la sua vocina acuta, e il suo collo lungo, come tutto, d’altronde.
Alba invece sembrava una bambina, anche se aveva 19 anni, aveva il viso dolce ed infantile, pallido e chiaro, il naso piccolo e all’insù, le labbra piene e i suoi occhi ghiaccio, un azzurro molto più chiaro di quello di Liz, un azzurro che contrastava con la pupilla nera, misto al verde, due occhi da contemplare per l’eternità, due occhi che scrutavano tutto.
Lei ed i suoi boccoli rossi, lunghi e morbidi, sempre legati in una coda, un rosso intenso, liquido, lava pura, che contrastava con il ghiaccio delle sue iridi. Un rosso che stonava con la sua carnagione bianchissima.
Loro, che mai si sarebbero separate, o almeno così avevano sempre creduto.

  
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