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Autore: alaskainblack    09/03/2015    2 recensioni
Gisele e Leonardo dopo diversi anni dalla loro rottura si rincontreranno inaspettatamente su una spiaggia al chiaro di luna.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonardo DiCaprio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Can you see through the tears? '
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MELANCHOLIA





Stavo camminando sulla spiaggia di Montauk senza prestare troppa attenzione a dove volessi andare.
Sebbene negli ultimi anni mi fossi imposto di non fumare sigarette quella sera ero fin troppo stressato per dare retta a quegli stupidi vieti.
Era ormai quasi sera, non sapevo quante ore fossero passate dal momento in cui avevo guardato l'ultima volta l'orologio sul mio polso, e alla fine non mi interessava, volevo solo rilassarmi.
Per fortuna la spiaggia era deserta, silenziosa, potevi quasi far finta di star sognando, ma alla fine sapevo che non era così.
Il cielo e il mare erano dello stesso colore, un celeste talmente chiaro da risultare innaturale.
Ormai ero arrivato a un punto desolato, quasi certo di essermi perso, e infondo, rasserenato da quell'idea.
Ripresi a camminare guardando in basso, e non facevo che sentirmi malinconico, erano giorni ormai, sentivo come se mi mancasse qualcosa, ero infelice, e il fatto che in quel momento non fossi impegnato in nessun progetto mi rendeva ancora più annoiato.
A volte mi capitava, capita a tutti, mi dicevo per rassicurarmi, mi bastava qualche festa, una nuova modella bionda che riuscisse a farmi sentire giovane di nuovo, e il mio umore migliorava immediatamente, alla fine a lei pensavo sempre meno, con gli anni speravo di dimenticarla completamente.
Quando alzai lo sguardo mi ritrovai davanti a una casa, doveva essere di qualcuno di ricco a giudicare dalla grandezza, mi avviai verso essa senza dar importanza al fatto che non sarei potuto entrarci.
C'era qualcosa in quelle vetrate illuminate oltre le dune che mi spingeva a sapere chi ci vivesse dentro.

Salii per quella piccola collina di sabbia lasciando che i granelli s'intromettesse nelle mie scarpe da ginnastica, sfilai gli occhiali da sole dalla tasca e tirai giù la coppola per evitare di farmi riconoscere da eventuali ammiratori.
Arrivato in cima notai l'enorme cancello che mi separava dalla casa, rassegnato mi sedetti sulla sabbia a fumare aspettando che succedesse qualcosa, così guardai il mare, che riusciva sempre a strapparmi un sorriso.
E poi la vidi, era davanti a me, il mio cuore si fermò per un attimo, erano anni che non la vedevo, di una bellezza disarmante, come era sempre stata.
Mi alzai ancora fulminato.
Sfrecciava tra le onde con grazia, sembrava quasi parte del mare, si muoveva sulla tavola con eleganza quando al'improvviso i nostri sguardi si incontrarono.
Lasciai che il mio respiro si bloccasse nell'istante in cui ci guardammo, dapprima lei sembrò incredula, talmente distratta da farsi travolgere dall'onda.
Quando tornò in superficie non smise di fissarmi nemmeno un attimo, uscì dall'acqua e arrivata a riva lasciò la tavola sulla sabbia.
Per un attimo ci fissammo immobili entrambi, distanti di alcuni metri, poi, insieme iniziammo a camminare lentamente ancora confusi l'uno nel vedere l'altro.
Ci raggiungemmo lasciando una certa distanza tra di noi, parlò lei per prima, lasciandomi ascoltare il suo tono basso e rassicurante.
- Ehi - disse e si lasciò scappare un sorriso sincero, io leccai le labbra insicuro.
- Gisele? - sospirai confuso - Che ci fai qui? - la notai divertita quanto imbarazzata.
Le vidi muovere le lunghe gambe tracciando cerchi sulla sabbia - Io vivo qui - spiegò ridendo.
- Cosa? - chiesi ora io accorgendomi di star ridendo a mia volta.
Lei strinse le spalle in un elegante movimento - Già - sospirò lasciando che passasse qualche secondo di imbarazzante silenzio.
- E tu invece? - chiese curiosamente scostando i capelli bagnati dal volto.
Storsi la bocca - Stavo passeggiando - dissi semplicemente, lei si guardò attorno.
- Nessuno arriva fino a questo punto della spiaggia di solito - osservò stranita.
Io ondeggiai piano la testa e lei sorrise quando me lo vide fare - Non ho niente da fare - spiegai.
- Perchè non entri? - mi invitò con aria allegra - Non c'è Tom oggi - spiegò infine.
Feci di si con la testa, e lei mi guidò fino all'entrata dell'enorme villa.
- E' andato con Ben a fare qualche allenamento di baseball a San Francisco - spiegò - Quindi ci siamo solo io e Vivian in casa -
Io la ascoltai senza dire una parola, mi mancava il tono caldo della sua voce.
Lei si voltò verso di me illuminata - Hai mai visto Vivian? - mi chiese d'improvviso, io scossi la testa.
Mi prese la mano con un sorriso e prese a correre affrettandosi a percorrere il giardino - Te la devo far assolutamente vedere - disse voltandosi verso di me tutta eccitata.
Quando entrammo nella casa una bambina dai capelli biondi e gli occhi celesti ci corse incontro, doveva vere tre anni o anche meno.
Gisele la prese in braccio con un sorriso che non le avevo mai visto, e divenni malinconico pensando che quello sarebbe potuto essere il nostro futuro.
- Vuoi prenderla? - mi chiese porgendomi la bambina.
- Certo - dissi io allungando le mani verso la piccola, le accarezzai i capelli biondi, questi mi guardò incantata e sorrise emettendo un piccolo gemito, aveva gli stessi occhi di sua madre.
Gisele sorrise - Vado a farmi la doccia, ti va bene restare con lei ancora un po'? - io feci di si con la testa, lei si avviò su per le scale lasciandomi solo con quella piccola bambina.
Dopo averla poggiata sul tappeto mi sedetti davanti a lei - Allora Vivian, io sono Leonardo - mi presentai prendendole la piccola mano dalla carnagione chiara.
Lei sorrise ma non disse nulla, si limitò a stringermi il dito e io la lasciai fare - Avrei potuto essere tuo padre - sospirai malinconico, ma con tono fin troppo basso che lei o chiunque potesse sentirmi.
Poi Gisele tornò vestita e mi raggiunse nel salotto - Ho fatto la pasta - esclamò sapendo che era il mio piatto preferito, io sorrisi.
- Vivian non mangia? - chiesi io, lei si avvicinò alla figlia prendendola in braccio e stringendola a sè, poi scosse la testa.
- Ha mangiato prima - mi disse, poi la poggiò nella culla che aveva nel salotto e lasciò che lei si addormentasse.
Io e lei mangiammo silenziosamente, a volte alzavamo lo sguardo per guardarci, ci sorridevamo e riprendevamo a mangiare.
A fine pasto ci sedemmo sul divano - Puoi restare a dormire se vuoi - propose lei senza che me lo aspettassi - Nella stanza degli ospiti - aggiunse facendomi sorridere.
- Non credo che se Tom lo sapesse...- lei mi interruppe.
- Non glielo dirò - disse cercando di tranquillizzarmi - Vieni - disse poi scattando in piedi - Ti faccio vedere la tua camera - aveva deciso che sarei restato, e a me la cosa non dispiaceva.
Attraversammo il corridoio per arrivare in una camera dai colori principalmente del bianco, Gisele si gettò sul letto lasciando che i capelli dorati fluttuassero nell'aria per un attimo, quando mi avvicinai mi prese la mano lasciandomi cadere sul materasso insieme a lei.
Ridemmo per qualche attimo - Ti ricordi? - disse voltando la testa verso di me ora più seria.
- Cosa? - chiesi io, lei sorrise, sapevamo entrambi a cosa si riferiva.
- Quando stavamo insieme - sospirò - Eravamo carini insieme - disse malinconicamente guardando il soffitto - Vero? - chiese conferma nel mio sguardo.
- Eravamo più che carini - le dissi - Facevamo invidia a chiunque - la feci sorridere.
- Lo so - sospirò nostalgica aggrottando le soppracciglia con fare triste.
Io lasciai che la mia mano le sfiorasse i capelli ed entrambi ci girammo su un fianco, l'uno davanti all'altro.
- Come va con lui? - chiesi senza fare il nome di Tom. Lei chiuse gli occhi verde acqua dolcemente e guardò il soffitto per poi alzarsi dalla sua posizione e dandomi le spalle, seduta immobile ai piedi del letto.
Stiracchiò le mani in alto e con la testa poggiata sulla spalla si voltò dietro di me senza guardarmi negli occhi - Tom? - chiese.
- Si - dissi io piano annuendo un poco con la testa.
Lei scostò i capelli dorati dal volto - Non lo so - disse stringendo le spalle - Credo sia tutto a posto - sospirò con fare annoiato.
- Non è in casa molto spesso - spiegò - Lui si porta dietro Benjamin e io resto con Vivian, quindi non ci vediamo molto - mi spiegò malinconica.
Gisele mi guardò negli occhi accennando un sorriso - E a te, come va con Toni? - chiese lei.
Mi ritrovai a leccarmi le labbra imbarazzato - Direi bene - risposi incerto - Non so - aggiunsi manifestandomi meno sicuro.
- Lei sembra carina - disse lei storcendo la bocca, come se volesse farmi coraggio.
Io arricciai il naso al pensiero della ragazza - Suppongo di si - 
Lei sorrise stranita - Suppongo? - chiese confusa - Tutto qui? - sembrava delusa.
Dondolai la testa e mi misi seduto accanto a lei - Non credo di essere innamorato di lei - confessai.
- Mi dispiace - disse lei sinceramente sconfortata - Non potresti lasciarla? - chiese alla fine.
Io scossi la testa grattandomi piano il naso.
- Finirei per restare solo - ammisi, i suoi occhi si spalancarono un poco, visibilmente dispiaciuta si avvicinò per abbracciarmi e io la strinsi a me.
Il calore del suo corpo, la sua pelle liscia e morbida, quell'odore di mare che aveva sempre su di sè e che avevo sognato per anni di poter rivedere erano ora più vicini di quanto avrei mai immaginato, ma a me non bastava.
Quando il suo volto si trovò davanti al mio le strinsi la mano e mi avvi
cinai a lei e allungando il collo la baciai piano, con dolcezza, in modo da non spaventarla.
Lei mi guardò e poi mi baciò a sua volta lasciandoci cadere sul letto e sfilandomi il cappello mentre a sua volta si sfilava la maglietta.
Ci ritrovammo alcuni minuti dopo sotto le coperte di quel letto bianco, la sua testa appoggiato sul mio petto e io ad accarezzarle i capelli.

- E ora che si fa? - chiese lei incerta, io la guardai e strinsi le spalle.
- Siamo qui, e tra poco sarà tutto finito - sospirai io.
Lei mi guardò spaventata - Tra poco tornerà Tom e non ci rivedremo più per chissà quanti anni - si alzò un poco mettendosi accanto a me e facendo camminare le sue dita affusolate sul mio petto.
- Potrei morire in questo momento. Sono esattamente dove voglio essere - lei mi guardò.
- Non voglio che tu vada via per non tornare più - mi sorrise con aria felice - Resta qui, lascia che ti trovi - rispose poggiando di nuovo la testa sul petto con un lieve sbadiglio.

Ci addormentammo entrambi e ci svegliò il campanello, lei mi guardò preoccupata e mi strinse la mano sotto le coperte.
Tom salì le scale e Gisele si strinse a me, e io le baciai la guancia con dolcezza.
Lei chiuse gli occhi stringendomi con forza la mano cercando di non ascoltare le urla che seguirono.
Era la tempesta a cui sarebbe seguito un eterno cielo sereno.



 
  
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