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Autore: balakov    12/12/2008    4 recensioni
“Ti giuro che non sono miei questi soldi! Bill…cazzo! Te lo giuro!” Ma Bill non gli credeva. Non poteva credergli. Tutti quei soldi, una montagna di denaro. E tutti nelle mani di Jack. I due erano negletti, figli dimenticati da Dio, affacciati ormai perennemente su un baratro in attesa solo del salto finale. Erano due drogati.
Genere: Generale, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA LEGGENDA DELLE BANCONOTE VOLANTI

dedicato a tutti quelli che cercano il Mago qui sulla terra


“Ti giuro che non sono miei questi soldi! Bill…cazzo! Te lo giuro!”
Ma Bill non gli credeva. Non poteva credergli. Tutti quei soldi, una montagna di denaro. E tutti nelle mani di Jack. I due erano negletti, figli dimenticati da Dio, affacciati ormai perennemente su un baratro in attesa solo del salto finale. Erano due drogati.
Si erano fatti di tutto nella loro vita, ma – a scanso d’equivoci è giusto dirlo – non avevano dato nulla mai a nessuno. Non un sorriso. Non un saluto. Non un bacio. Non un’imprecazione.
Spettri: letteralmente spettri privi di qualsiasi cosa, come ricci aperti di castagne abbandonati sulla strada. E quei soldi potevano far loro credere che le loro scorze non erano lì a non proteggere nulla. Erano pronti ad imbottirsi. Ma sempre di nulla, questo è il problema.
Sta di fatto che tra i due sempre buon sangue (tossico) era scorso, ma ora si stava incrinando qualcosa. A Bill non era affatto piaciuto che Jack gli avesse nascosto quei soldi.
E da dove provenivano poi? Al massimo erano riusciti a dedicarsi a piccoli furti, truffe da poco. Ma tutti quei soldi erano invece degni di una rapina fatta in pompa magna.
Certo è che gli occhi di Bill, per quanto spesso assenti, in quel frangente apparivano convincenti. Cazzo! Forse valeva la pena credergli. Ma allora da dove saltano fuori tutte quelle banconote?!
I cervelli intorpiditi non riuscirono ad andare un granché oltre questi miseri e febbrili ragionamenti. E quando non c’è più sangue da pompare al cervello, si scaldano le mani. E le parole tacciono per dar spazio a lamenti animaleschi. Che strano è potersi sentire animali quando in fondo non si è più neppure quello…
Bill afferrò repentinamente al collo Jack: le mani penzolanti e tremanti di quest’ultimo riuscirono però a trovare presa salda attorno ai fianchi di Bill, ed iniziarono a torturargli le maniglie dell’amore (e sì, Bill era un pochino in carne…). Da lì alla lotta greco-romana in terra non ci volle molto, ed i due, più simili a maiali che sguazzano nel fango smaniosi di trovare ghiande, si strisciavano sull’asfalto come fa a volte il gatto per grattarsi la schiena. Il tutto condito da versi farisei e bestiali, spasimi ed affanni. Rumori e respiri strozzati. Quanto strane sono le vicissitudini del corpo!
Da quel tumulto di arti, scatti, ire e bava nessuno dei due sembrava poterne uscire vincitore. Miseri come sempre: incapaci perfino di darsele tra loro di santa ragione.
Intanto, quel bel mucchietto di soldi, posato per terra, iniziava a fuggire lontano, portato via dalle fugaci ed improvvise folate di vento. Non appena i due se ne accorsero, rinunciato ai propri propositi berberi, scattarono invano alla cattura disperata delle ultime banconote rimaste.
Così come erano comparsi, quei soldi se ne erano andati. Recando sempre e comunque disturbo ed affanno ai due poveretti.
Questi, senza più nulla per cui valesse la pena parlare o menarsi, quasi a voler dare inconsciamente un senso poetico al tutto, si inginocchiarono perdenti in terra, con sguardo chino e regolarmente assente, mani graffiate e sudore intermittente.
Forse sarà allora vera la leggenda delle banconote volanti. Sì, quella leggenda che racconta di soldi che portati a spasso dal vento si presentano di volta in volta ai più miseri abitanti di questo infimo mondo, e nessuno riesce mai ad impossessarsene. E forse è proprio questo il senso di incomprensibile rivalsa che inutilmente anima quelle sporadiche ma immancabili volte gli spiriti poveri. Forse. Ma più di questo non ci è dato sapere. Intanto io, in cerca della mia dose quotidiana, vago alla ricerca di qualcosa per cui valga la pena cercare.
  
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