Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: Eriok    09/03/2015    2 recensioni
Dopo un'anno circa dalla famosa "estate ghiacciata", Elsa ed Anna dovranno affrontare problemi molto più "scottanti" dell'inverno pungente di quest'anno.
Elsa, regina di Arendelle, incontrerà i nuovi emissari del neonato regno "Le Terre del Fuoco".
Con una sovrana dai poteri molto - troppo - simili a Elsa. Facendole nascere dubbi su di sé e sul mondo che l'ha circondata fino a quel giorno.
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri, FemSlash | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 5.

 

I know you, I walked with you once upon a dream

[So chi sei, ho camminato con te una volta in sogno]

(Once Upon A Dream – Lana Del Rey)

 

Enos era appoggiato alla colonna del piano superiore del castello, che dava sul giardino interno. La luna era magnifica, quella sera, ma il ragazzo non vi badava, perché i suoi occhi erano concentrati su qualcos’altro, o meglio, su qualcun altro.

Anna, inconscia degli occhi di Enos su di sé, parlava con Olaf nel giardino, entrambi distesi a guardare la luna.

Enos la ammirava da lontano, osservandone i movimenti, ascoltando le risate che giungevano alle sue orecchie. Sorrideva mestamente il ragazzo, conscio che non voleva avvicinarsi di più. Per ora voleva solo guardarla. Guardare i suoi capelli rossi adagiarsi sul terreno, le mani muoversi verso il cielo, indicando le stelle. Perdersi nei meandri del suo corpo disteso e nei suoi pensieri, immaginando cosa nascondesse quella donna sotto le vesti...

Immaginò di essere lui Olaf, di poter vedere da vicino quel sorriso, di sentire solo lui la sua risata, anzi di essere lui a farla sorridere. Di essere solo lui quello che le sfiora il vestito con delicatezza, giocare con le sue ciocche, di essere lui a poterla baciare sotto la luna piena.

Le sue fantasie vennero spente dall’entrata in scena del biondo ragazzo di nome Kriguoff – o Krigoff , o Kristoff, non ricordava bene.

Anna si alzò e l’abbracciò, dandogli un bacio delicato sulle labbra. E tutto finì lì, lui si allontanò, dirigendosi alla stalla insieme a una renna – una renna, ma che razza di animale da compagnia aveva?! – e lei riprese a parlare con Olaf.

Ma che razza di fidanzati erano quelli?

 

«Ti presento il mio fidanzato, Enos.» disse la rossa, indicando un uomo biondo alto più o meno come lui. Gli strinse la mano, e sentì che la presa di lui non era per niente forte.

Non era per niente contento di stringergli la mano.

«Piacere.» mormorarono entrambi, reticenti a parlare. Anna passava gli occhi prima su uno e poi sull’altro cercando di carpire il motivo del loro comportamento.

Il trio, con il susseguirsi di Olaf, andarono in giro per il borgo, passeggiando per le vie.

E il ragazzo notava come si comportavano, e più li guardava più non capiva. Si comportavano come amici, per la maggior parte del tempo, e lui era peggio di lei in questo.

“Ma questo ha mai avuto una ragazza in tutta la sua vita?” pensò il ragazzo, scrutandolo.

«Anna.» bisbigliò Kristoff all’orecchio della ragazza «È da quando me l’hai presentato che mi fissa. È inquietante!» confessò all’orecchio della donna, mostrando disagio sul volto.

«Lo so!» rispose bisbigliando la ragazza, e andò a parlare al ragazzo, chiedendogli se andava tutto bene.

«Sì, tutto apposto.» e li guardò in maniera strana, prese il coraggio a due mani, e fece la domanda che gli frullava nella mente ormai da ore.

«Ma voi due da quanto tempo siete fidanzati?» domandò, e vide il rossore passare tra i due. Lui si grattò il retro della testa, sistemandosi il cappello in testa. Lei scoppiò in un risolino nervoso.

«U-un anno circa, vero cara?» rispose lui, imbarazzato.

«Sì, sì, quest’estate facciamo un anno.» aggiunse lei, prendendolo a braccetto, si voltò e lo guardò sorridente.

Enos perse un colpo al cuore.

 

“Un anno. Secondo me lui è vergine, da come si comporta con lei.” I pensieri, ora diventati di astio verso l’uomo si rispecchiavano sul suo volto. Sentì una mano sulla sua spalla e, colto alla sorpresa, si girò compiendo una presa di pressione sul polso.

«AHI!» urlò Kristoff, dal dolore.

«Oh, scusa, non mi ero accorto che fossi tu.» disse il ragazzo, mollando la presa. Ma, internamente, sorrise.

«Wow...sei forte...» disse l’uomo, stringendosi il braccio. Poteva ancora sentire la pressione sul polso, e gli faceva ancora male.

«Anni di allenamento.» rispose distratto, tornando ad appoggiarsi alla colonna.

«Oggi la luna è bellissima, vero?» domandò il biondino, guardandolo di sbieco.

“Proprio adesso vuoi intavolare una conversazione con me?” pensò il giovane, ma quando vide Anna incamminarsi all’interno del castello si arrese.

«Sì, bellissima. Non l’ho mai vista così vicina.» rispose, con tono neutro «Posso chiederti una cosa? Da uomo a uomo.» incalzò il ragazzo, fissando intensamente il biondo.

Lui si grattò la testa, deviando per un secondo lo sguardo. Platealmente in imbarazzo, parlò.

«Dimmi pure, Enos.».

«Ma tu...sei vergine?».

Il biondo rimase come bloccato un secondo.

«Come?» domandò, sperando di aver sentito male. O meglio, che il ragazzo avesse usato un termine sbagliato.

«Hai mai scopato?» riformulò in modo più plebeo la domanda, domandandosi se l’uomo di fronte a lui stesse evitando volontariamente l’argomento.

«Ecco...Ma sì! Che domande! Sono un grande donnaiolo io!».

«Bugiardo.» Enos aveva gli occhi fissi su di lui, come se potesse leggergli dentro. Era troppo strafottente, e il suo linguaggio del corpo diceva il contrario. Tutto platealmente il contrario.

«Ehm...» il silenzio calò sul dialogo «Ma Enos, tu non hai diciotto anni?» domandò il biondo, spiazzato da come un ragazzo così giovane possa già sapere tutto su...quell’argomento.

«Sì, e allora?» il ragazzo aveva un ciglio alzato «Nella mia terra a sedici anni diventi adulto, e puoi andare con le donne, per tua informazione.» Kristoff sbiancò.

«Oh...Davvero?» il biondo non sapeva capacitarsene.

«Sì... E al bordello mi conoscono come “Enos l’insaziabile”.» disse, tutto inorgoglito. Vide il biondo voltarsi, capo chino e schiena ricurva.

«Dove vai?!» chiese il moro, ma l’uomo era già sceso per le scale, lasciando Enos con un pugno di mosche.

«Mi sa che veramente quell’uomo è vergine...» disse, pensando ad alta voce.

«Cosa significa “vergine”?» la voce di Anna lo fece sussultare, girandosi di colpo.

«Cosa?!» Anna, dietro di lui, aveva il volto serio, le mani giunte dietro la schiena.

«Cosa significa “vergine”?» ripeté la rossa, fissandolo intensamente.

«Ehm...».

“Enos. Sei fottuto! Ecco cosa ti direbbe tua sorella ora!” e per un secondo pensò alla sorella che non vedeva da giorni ormai.

 

 

 

Elyce sa quale sporco lavoro deve fare. Tira, solleva, scava. Armata di un badile rozzamente inventato da un pezzo di legno, scava cinque fosse, per cinque uomini.

Libera i cadaveri dagli oggetti terreni, deve commemorare la memoria di cinque uomini, morti per colpa sua.

Trova un orologio fuso, un disegno che ritrae un bambino bruciacchiata.

Lacrime.

Scava, Elyce, conscia della colpa sulle sue spalle, eppure non si ferma. Non c’è tempo per l’autocommiserazione.

“Dopotutto, è colpa tua. Tu, disgustoso essere immondo, un essere fatto a metà.”.

Il pezzo di legno si blocca nel terreno, spinto con troppa foga nella terra fredda.

“Basta Elyce, basta...”.

Cinque cadaveri sono seppelliti, con una rozza tomba di pietre raccolte. Le spade, gli oggetti, i mantelli, nascosti, lanciati dentro una grotta piccola e stretta sul versante della montagna, l’entrata nascosta da un cespuglio secco.

La donna si gira, tergendosi il sudore dalla fronte. La luna, è piena. Non si era nemmeno accorta che il sole così come era sorto era anche tramontato. La luce della luna è così forte, e l’asteroide così vicino. Si possono vedere le sue creste, le sue cicatrici.

“Se fosse così anche con me...Nessuno si avvicinerebbe”.

Abbandona il badile per terra e si ripulisce dalla terra, Elyce, nascondendo la colpa nel profondo.

Cammina ora, la mora, verso il castello, sperando di non esser vista.

Una nuvola passa sulla luna, bloccando la luce, rallentando il camminare della donna. Un rumore alla sua sinistra, come di passi, la rende cauta, e si nasconde dietro un albero.

Quando la luce riprese a trapassare l’oscurità, notò Elsa camminare verso una pietra lontana dal castello, il mantello di ghiaccio che disegna il suo percorso con dolcezza sulla neve candida, le mani giunte al ventre.

Elyce, incuriosita, rimase nascosta ad ammirare la bellezza della regina che, arrivata a pochi metri dalla pietra, si fermò, come meditando. Gli occhi, che brillavano sotto la luce della luna, erano intensamente blu, ripieni di inquietudini, e come pronta a compiere un passo importante. Battito di cuore.

Con velocità scagliò un raggio di ghiaccio verso la pietra, investendola in pieno. Elyce rimase bloccata, sorpresa e frastornata. Ma non si mosse, talmente era rapita. La sua potenza, la sua bellezza nei movimenti delle mani, gli occhi concentrati nella magia che stava compiendo. Elsa, sotto quella nuova luce di donna dal potente potere di manipolare e creare il ghiaccio, era ancora più bella e intrigante per Elyce, sentendo il cuore vibrare di nuovo ai sussulti dell’amore prematuro.

La pietra, alta alcuni metri, era completamente ricoperta di stalattiti di ghiaccio, un’opera mostruosamente bella. Elsa con le mani cercò poi di controllarne i poteri, modellando il ghiaccio, ora grezzo, in qualcosa di più malleabile ed elegante. A poco a poco il ghiaccio, levigandosi e trasformandosi in cristalli volanti, diventò una bellissima statua di un cigno con le ali spalancate.

Bellissima e stupenda, qualcosa di talmente idilliaco e magnifico, che Elyce rimase rapita dalla bellezza che Elsa poteva creare col suo potere.

E provò empatia. Si sentì meno sola. La regina di ghiaccio era come lei.

Elsa sospirò, come se si fosse tolta un peso, e sorrise. Ora, i suoi occhi, brillavano di felicità.

«Ce l’ho fatta... finalmente.» mormorò, parlando a se stessa.

Una nuvola di nuovo bloccò la luce della luna, e un rumore di passi rese inquieta la regina.

«Chi va là?» urlò, le mani brillavano di potere, pronta a difendersi e ad attaccare...se necessario.

 

I know you, the gleam in your eyes is so familiar a gleam

Yet I know it’s true that visions are seldom all they seem

[So chi sei, il luccichio nei tuoi occhi è così familiare, un bagliore

Eppure io so che è vero che le visioni sono raramente quello che sembrano]

 

Un fuoco, nato dal nulla, comparve, per rischiarare le tenebre. Elsa si sorprese di vede Elyce, con la mano che manipola una piccola fiamma sospesa a mezz’aria.

Elyce ora aveva capito, ora sapeva.

Ora...lei era libera.

Finalmente.

«Elyce! Come...».

Elyce, per la prima volta, si sentì al sicuro, si sentì capita, si sentì compresa.

Aveva finalmente trovato qualcuno che potesse fermare il suo potere distruttivo.

Cosa c’è di meglio del ghiaccio per fermare il fuoco?

«Una volta sognai, da piccola, una donna dai lunghi capelli biondi prendermi per mano, e sorridermi.» le mani di Elsa si spensero del potere, e ascoltava le parole della donna, rapita. Nei suoi occhi vide una pace che non le aveva mai intravisto. Era come una visione, e quel fuoco era caldo, era tranquillo. Il buio non faceva più paura ora, con Elyce al suo fianco.

«Ho sempre avuto paura di...questo.» e con la mano indicò il piccolo fuoco nato nelle sue mani.

«Non so controllarlo, non so come fare. E così l’ho sempre sottomesso, imbavagliato, chiuso dentro di me. Aspettando che se ne andasse.» e con la mano chiuse a pugno il fuoco, intrappolandolo tra le sue mani, combattendo per uscire.

«Ma in realtà, ottenni solo il contrario.» la mano non riusciva più a trattenere le fiamme, e infine aprendole con forza, il fuoco proruppe in una piccola esplosione, spegnendosi subito dopo. Il buio tornò prorompente, e nell’aria si sentiva odore di bruciato.

«Elyce!» Elsa si avvicinò all’ombra della ragazza, prendendole il braccio «Sei ferita?!» Elyce fissava la mano, e gli occhi di Elsa videro come la pelle, con lenta velocità, riprendeva a crescere e a curarsi. La mano tornò come prima, senza tracce, né cicatrici.

«E ottenni dolore. Ottenni paura.» Elsa alzò lo sguardo, e vide le lacrime della donna cadere copiose dal suo volto. «Tu mi capisci, vero Elsa?» chiese, tra i singulti del pianto.

La donna passò la mano fresca su quella di Elyce, intrecciando le dita. La mora sentì il tatto fresco e genuino della bionda, e il cuore iniziò a battere forte nel suo cuore. Poteva percepire il sentimento crescere e mettere radici, rimanendo rapita dalla bellezza dei suoi fiori.

Le dita di lei scostarono le lacrime dal suo volto, e Elyce poté vedere il sorriso di Elsa oltre la nebbia del dolore. Ed era oltre l’emozione, ed era oltre la bellezza.

 

But if I know you, I know what youll do

Youll love me at once, the way you did once upon a dream

[Ma se so chi sei, so che cosa farai

Ti innamorerai di me una volta sola, come facesti una volta in sogno]

 

«Va tutto bene...» disse la sua voce incantevole, ed Elyce sentì l’anima sollevarsi, come liberata di un peso troppo grande che non riusciva più a sostenere. E le sorrise.

Elsa rimase come shockata dalla bellezza che mostrava a lei, e solo a lei, in quel momento quella donna. Il suo sorriso, le sue debolezze, solo a lei. Il cuore che si dilatava nel suo petto, e a milioni i sentimenti che l’attraversavano.

La luce della luna, d’un tratto, illuminò i loro volti. La bionda la guardò negli occhi, rapita e presa da emozioni sconosciute. I suoi capelli, scombinati, cadevano sulla fronte coprendo di poco gli occhi. Li scostò con un dito, e vide il boccolo arricciarsi intorno al suo indice, come se non volesse più lasciarla andare, la pelle calda e liscia al tatto, gli occhi castani che le riscaldavano l’anima, così talmente vicini da poter vedere pagliuzze dorate nell’iride.

Le labbra sottili e rosa.

E sentì l’istinto di assaggiarne il sapore, e sentì il corpo muoversi da solo.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: Eriok