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Autore: milly92    09/03/2015    4 recensioni
Avete mai immaginato come sarebbero le cose se gli Shamy si comportassero come i Lenny e viceversa?
*°*°*
Vedere Penny, una bellissima ragazza, pregare Leonard, un occhialuto fisico sperimentale pieno di comportamenti ossessivi compulsivi e restio al contatto umano, fare coppia fissa per poi litigare, era delle cose divertenti dell’avere il fisico come coinquilino.
“E, tu, Sheldon, quando vuoi darti da fare?” sussurrò invece Amy contro il suo orecchio e poggiando strategicamente una mano sulla sua gamba.
Sheldon chiuse gli occhi, come per trattenersi, per poi appoggiare a sua volta una mano sulla gamba di Amy e fissarla intensamente, come per ipnotizzarla.
“Durante la pausa tra il primo e il secondo film...” mormorò, già su di giri nel vederla sbottonarsi causalmente un bottone della camicetta.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Leonard Hofstadter, Penny, Sheldon Cooper, Stuart Bloom
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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inversion

The Shamy-Lenny Inversion

 

Contento come non mai, Leonard estrasse il dvd de “Il Signore degli Anelli” dalla custodia e si avvicinò al televisore.

Penny alzò gli occhi al cielo, mentre Amy, seduta al fianco di Sheldon, sbuffò sonoramente.

“Tesoro, non era questa la serata che avevo in mente” disse, irritata più che mai.

“Beh, nemmeno quella che avevo in mente io contemplava due ragazze e l’ordinazione della mia cena cinese totalmente sbagliata, ma non mi lamento” sbottò Leonard, voltandosi di scatto e guardando male la ragazza del suo coinquilino.

Stanco delle sue paranoie, Sheldon si portò una mano alla fronte.

“Leonard, sono qui a guardare questa saga per la trentaduesima volta invece di essere nella mia stanza a fare cose sconce con la mia ragazza. Ergo, nessuno è felice, ma pur di assecondarti siamo qui. Ed ora sbrigati a premere play, prima inizia, prima finisce” disse, sospirando pesantemente.

“Prima che questa neurobiologa ti facesse scoprire l’anatomia femminile eri un coinquilino migliore” sbottò Leonard, per poi estrarre l’inalatore ed inalare un bel po’, come per calmarsi.

“Sai cosa non sei, invece? Un buon fidanzato. Non capisco cosa ti comporterebbe prendermi, togliermi i vestiti di dosso e farmi tua una volta per tutte. Stiamo insieme da tre anni, e mi hai mollato non so quante volte... Quante altre volte devi farlo prima di darti da fare?” piagnucolò Penny, incrociando le braccia.

Leonard alzò gli occhi al cielo, poi prese il telecomando e cliccò su “play”, sedendosi al suo posto, ovvero la poltrona singola alla destra del divano.

“Leonard, non hai risposto alla tua ragazza” disse beffardo Sheldon, ingnorando la sigla iniziale del film.

Vedere Penny, una bellissima ragazza, pregare Leonard, un occhialuto fisico sperimentale pieno di comportamenti ossessivi compulsivi e restio al contatto umano, fare coppia fissa per poi litigare, era delle cose divertenti dell’avere il fisico come coinquilino.

“E, tu, Sheldon, quando vuoi darti da fare?” sussurrò invece Amy contro il suo orecchio e poggiando strategicamente una mano sulla sua gamba.

Sheldon chiuse gli occhi, come per trattenersi, per poi appoggiare a sua volta una mano sulla gamba di Amy e fissarla intensamente, come per ipnotizzarla.

“Durante la pausa tra il primo e il secondo film...” mormorò, già su di giri nel vederla sbottonarsi causalmente un bottone della camicetta.

“Vi posso sentire, idioti! Smettetela!” urlò Leonard.

“Anche io se è per questo. Vi odio” borbottò Penny, frustrata.

“Sapete che vi dico? Basta” urlò Amy, alzandosi di scatto. “Non ne posso  più di stare in mezzo a due psicopatici sessualmente frustrati che non riescono a vivere una relazione decente e normale. Ora... Sheldon, andiamo in camera tua, ho un nuovo completo di Victoria’s Secret che aspetta di essere gettato con passione sul pavimento della tua stanza”.

Con uno scatto, Sheldon si alzò e guardò l’amico, con una sorta di false scuse dipinte in faccia.

“Ehm, Leonard, non arrabbiarti ma... In nome della scienza, devo scoprire cosa riguardi questo Segreto di una certa Victoria, mentre grazie alla mia memoria eidetica conosco il film a memoria...” disse, per poi seguire Amy come un cagnolino bisognoso di affetto e cibo.

“Ti dico io cosa non è un segreto” borbottò Penny, amareggiata.

“Cosa?”.

“Che mi addormenterò tra circa quindici minuti!”.

 

“Penny...”.

Qualche ora dopo, alla fine della serata, Amy, che abitava di fronte ai ragazzi, aspettò che la sua amica uscisse di casa dopo la serata disastrosa.

“Devo andare, Amy” la liquidò la bionda, fingendosi interessata al display del cellulare e avviandosi verso la prima rampa di scale.

“Penny, scusami, non volevo darti della “frustrata sessualmente”, davvero! E’ solo che Leonard ha tenuto occupato Sheldon tutta la settimana a causa di varie visite mediche di cui non assolutamente bisogno, non ci vedevamo da domenica e...”.

“E’ tutto ok, Amy, sul serio, se volessi offendermi ogni volta che me lo dicono non dovrei più uscire di casa. Non mi aspetto che nessuno capisca, tranquilla”.

“Io ti capisco!” disse invece Amy, accarezzandole il braccio. “Ho conosciuto tanti uomini che mi hanno trattato male, prima di incontrare Sheldon, ma so che Leonard non lo fa per cattiveria e che è particolare, diciamo. Solo che... Sei stupenda, potresti avere chiunque e lo sai! Sei libera di guardarti intorno, se vuoi, anzi, io direi che Leonard così si sveglierebbe” le consigliò.

Penny sorrise amaramente, per poi sospirare e accarezzarle a sua volta il braccio.

“Grazie Amy, sono felice di sapere che mi capisci” mormorò semplicemente, per poi voltarsi e scendere la rampa di scale, diretta verso casa sua, con la mente piena di pensieri che si sovrapponevano.

 

*°*°*

Qualche giorno dopo la disastrosa non-visione de “Il Signore degli Anelli”, Sheldon ed Amy si affrettarono ad entrare nell’appartamento di lui, ridacchiando, per poi correre in direzione della sua stanza.

“Adoro quando Leonard non c’è...”.

“A chi lo dici...” mormorò Sheldon, scambiando un’occhiata d’intesa con Amy prima di spingerla sul letto e togliersi la maglietta di Flash. “Possiamo essere rumorosi quanto vogliamo, senza sentire la sua lista delle effrazioni commesse verso il contratto tra coinquilini” aggiunse, per poi avvicinarsi a lei e baciarla.

Amy si lasciò baciare, pensando a quanto fosse stata fortunata ad incontrarlo, quando si era trasferita nell’appartamento di fronte al suo, ben tre anni prima.

Era stato davvero difficile riuscire a capirlo, capire che lui fosse interessato a lei con il suo bizzarro modo di corteggiarla, imparare a fidarsi di lui, perché era davvero diverso da tutti gli altri ragazzi che aveva conosciuto in passato.

Nonostante non fosse una donna bellissima e perfetta come richiedono i canoni della società attuale, la sua intelligenza aveva sempre ammaliato molti uomini che poi, però, finivano per lasciarla, intimiditi dai suoi successi in ambito accademico e non tollerando il fatto che lavorasse molto, riuscendo ad uscire raramente.

Con Sheldon era diverso, le sembrava di riflettersi in uno specchio che però evidenziava alcuni tratti differenti nel suo stesso riflesso, e adorava il modo in cui la faceva sentire.

Era una sua pari, sapeva di cosa parlasse quando gli illustrava le ultime scoperte effettuate a lavoro, anzi, poco a poco aveva accettato di averla come maestra nella complicata ma naturale arte di amare, vista la sua esperienza pari a zero.

Si sentiva al sicuro con lui, felice, spensierata...

Ansimò quando avvertì le sue mani sotto la camicia, per poi addentrarsi verso il grande enigma: slacciarle il reggiseno.

Erano circa due anni che quello rimaneva per lui il momento più arduo, e lei amava comprarne nuovi con il gancetto sempre più complesso, posizionato in luoghi differenti.

Adorava guardarlo mentre si fingeva disinvolto mentre commetteva quel gesto, era una cosa loro, che nessuno sapeva.

“Fammi indovinare...” chiese Sheldon, parlando nonostante avesse le labbra inccollate alle sue. “Si apre davanti questa volta!”.

“Il mio genietto!” ridacchiò Amy, annuendo. Poi iniziò a ridere ancora più forte, perchè per vendicarsi lui aveva iniziato a farle il solletico sulla pancia, sapendo che lo soffriva da morire. “Smettila, smettila!”.

“Quando la smetterai di comprare questi cosi infernali, la smetterò!”.

“E se ti dicessi che indossavo il reggiseno ma non le mutandine, solo per te...?”.

Il resto fu silenzio, composto dal tipico linguaggio dell’amore che era entrato in quella casa nel momento in cui lei stessa vi aveva messo piede.

 

Amy se ne stava abbracciata a Sheldon, mentre in sottofondo si avvertiva solo il caos di un tipico pomeriggio a Pasadena.

“A cosa pensi?” domandò, accarezzandogli il petto con un una mano.

“A una cosa che penso da un bel po’...”.

“Cioé?”.

“Amy, stiamo così bene ora, ne riparleremo”.

La ragazza si sollevò su un gomito per guardarlo meglio, tra il preoccupato e l’incuriosito, fissandolo negli occhi. “Così mi fai preoccupare, però!”.

“Ti preoccupi spesso, specialmente per me... E’ uno dei motivi per cui io, beh, ti... Ti amo” sussurrò timidamente lui, nel panico più totale in cui finì di pronunciare quelle parole.

Temeva la reazione di Amy, di rovinare tutto, ed aspettò la sua reazione, che però tardò ad arrivare,visto che sembrava immobile, incredula, senza parole.

Quel silenzio fu rotto da una serie di passi rapidi che si infrangevano contro il parquet, seguiti da tre bussate insistenti contro la porta della stanza.

“Sheldon ed Amy! Sheldon ed Amy! Sheldon ed Amy! E’ urgente, vi prego, riguarda Penny!” urlò,  facendoli spaventare a morte e facendo dimenticare momentaneamente il piccolo dramma che stavano vivendo.

 

“Sei un idiota!” urlò Sheldon mentre guidava, arrabbiato.

“Me lo dicono tutti, Sheldon, ma vorrei ricordarti che è un po’ impribabile dal momento in cui il mio quoziente intellettivo è pari a...”.

“Ma stai zitto! Ci hai fatto credere che fosse successo qualcosa di grave a Penny quando ha semplicemente iniziato a lavorare con Stuart per guadagnare qualcosa in più!”.

“Tu non capisci! Stando a facebook sono usciti per un caffè a pranzo, non mi chiama da ieri e...”.

“E’ quello che ti meriti visto come la tratti” disse Amy. “Sono stata io a dirle che poteva guardarsi intorno visto il tuo modo di trattarla... E Stuart è gentile, la guarda negli occhi quando parlano, senza controllare il telefono con aria annoiata!”.

Leonard non trovò il coraggio di ribattere, perché per la prima volta in vita sua si sentiva pieno di incertezze, vuoto, timoroso di perdere quella ragazza dal sorriso magico e i capelli color oro che mano a mano si era fatta strada nel suo cuore e nella sua testa.

Quando arrivarono al negozio di fumetti di Stuart, la trovarono intenta nel sorridere candidamente mentre parlava con il proprietario, probabilmente a causa di qualche battuta.

“Beh, direi che noi andiamo” mormorò Sheldon, facendo già un passo indietro.

“No! Chi mi accompagna a casa poi?”.

“Ti ci manderà lei a calci nel sedere, tranquillo” sbottò Amy.

Leonard la guardò male, per poi avvicinarsi alla bionda e a Stuart.

Appena Penny lo vide, lo incenerì con lo sguardo e incrociò le braccia, alterandosi subito.

“Lo so che sei qui per le tue uscite settimanali, quindi fa pure, tranquillo” lo schernì.

“Io... Io sono qui per te, in realtà. E poi oggi è mercoledì, compro i fumetti il gio...” Leonard si interruppe, notando la faccia disgustata di Penny.

“E perchè sei qui per me? Non riceverai uno sconto solo perchè uscivi con me!”.

“Penny! L’uso dell’imperfetto implica che...”.

“Che sei un coglione! Stuart, vado nel reparto delle grafic novel, ok?” chiese, allontanandosi con passo svelto, tanto da raggiungere il lato opposto del negozio in tre secondi.

“Penny! Non correre, lo sai che soffro d’asma!”.

“Sto camminando, coglione! E stammi lontano!”.

“Leonard, smettila d’infastidire la mia impiegata!” s’intromise Stuart, frapponendosi tra i due.

“Lei ti sta usando, Stuart! E’ la mia ragazza!”.

Arrabbiata, Penny sorpassò il suo capo e fronteggiò Leonard, con le braccia incrociate e il mento alzato.

“Sono stata anni ad obbedire alle tue ridicole pretese, ed ora che lavoro in un luogo in cui ho un capo gentile e centinaia di ragazzi che mi guardano come se fossi la cosa più bella del mondo, cosa pretendi che faccia, precisamente?” urlò.

“Io... Vorrei che... Non voglio perderti e... Possiamo essere felici insieme?” provò il ragazzo, intimidito.

Penny scosse il capo, sforzandosi di non piangere.

“Non posso essere felice se tu lo sei solo quando guardi stupidi film di supereroi! Sono stufa di essere sempre al terzo, quarto o quinto posto per te, se sono fortunata!”.

“Penny, io so solo che non ricevere il tuo messaggio del buongiorno oggi e non vederti mi ha reso triste. E sapere che eri fuori con Stuart mi ha fatto scoprire che ero... Ero geloso. Geloso più di quanto i ragazzi hanno avuto l’autografo di Stan Lee o sono andati al cinema a vedere l’ultimo film di Spiderman quando avevo la febbre. E il pensiero che tu non stia al mio fianco a cantarmi “Soffice Kitty” in quei momenti, beh, mi terrorizza, io...  Ho capito che sei la parte più bella della mia vita da nerd sfigato, in pratica” ammise Leonard, per poi abbassare lo sguardo.

Per tutta risposta, Penny gli si avvicinò e iniziò a frugare nelle tasche del suo giubbino, dopo essere rimasta per qualche istante immobile, come se fosse stordita.

“Cosa...?”.

La vide estrarre l’inalatore per l’asma e portarselo alla bocca, per poi riuscire a respirare meglio nel giro di poco.

Gli sorrise, e senza riuscire a trattenersi lo baciò, stringendolo a sè, seppur solo per qualche istante.

“Tanto avevo già usato il tuo inalatore, so che non lo avresti usato ma se lo avessi fatto, beh, sarebbe stato un po’ come baciarci” si giustificò, improvvisamente più energetica, vitale, rossissima in volto ed entusiasta.

Leonard annuì, senza riuscire a dire altro.

“Quindi... Mi perdoni?”.

“Solo se stasera andiamo a cena da soli, nostante sia la serata della pizza”.

“Va bene... Ma mangeremo pizza!”.

Risero, finalmente riappacificati, mentre Sheldon e Amy li guardavano, inteneriti.

Uscirono dal negozio, pensierosi, lasciandoli soli mentre Stuart tornava al bancone alquanto depreso, finchè Amy non disse: “Si amano, proprio come noi”.

Sbigottito, Sheldon la fissò, incredulo come non mai per quelle parole, tanto che si bloccò e smise di camminare.

“Ma se non mi hai risposto!” obiettò.

Amy sorrise, sospirando e prendendo le sue mani tra le sue, per poi intrecciarle.

“Non ne ho avuto il tempo! E’ stata una cosa bellissima ma nessuno me lo aveva mai detto prima ed ero così incredula, felice che... Ero paralizzata. Speravo me lo dicessi, perchè, beh, so da anni che ti amo anche io, davvero” ammise, occhi negli occhi, sincera come non mai.

Sheldon non sapeva sul serio cosa dire a causa di tutti i brutti pensieri che avevano occupato la sua mente da quando il suo “Ti amo” non era stato ricambiato, così si limitò a baciarla, inebriandosi nel suo profumo dolce e stringola a sè, pregustando già il modo in cui avrebbero potuto festeggiare quel traguardo nella loro relazione, visto che Leonard  e Penny sarebbero stati fuori tutta la serata.

“Che significa che lavorerai da Stuart? Mi sono ingelosito, basta...!”.

“Non puoi dirmi cosa devo fare, Leonard! Sono una donna libera ed indipendente che ha un disperato bisogno di soldi!”.

Udendo le urla dei loro amici, si separarono, contemplando il tutto con una mezza risata.

“Non cambieranno mai” constatarono all’unisono, per poi guardarsi e scoppiare di nuovo a ridere, in stintonia e innamorati come non mai.

 

°°°°

Bene, che ne dite?

L’idea di questa OS mi è venuta tanti mesi fa, avevo scritto solo le prime cento parole, circa, e quando l’ho ritrovata nei meandri del mio pc ho deciso di terminarla.

Mi sono sempre chiesta come sarebbero gli Shamy e i Lenny se si invertissero i ruoli, e questa è la mia breve risposta.

So che non è nulla di che, ma ho preso ispirazione dall’episodio in cui Leonard dice a Penny che la ama nella terza stagione, da quello in cui Sheldon chiede ad Amy di diventare la sua ragazza e quello in cui la bacia per la prima volta.

Fatemi sapere che ne pensate, se vi va ^^

Bacioni,

milly.

  
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