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Autore: LorenzoG    10/03/2015    1 recensioni
Anno 2762. Le tre Grandi Guerre, durate 6 secoli, lasciarono poco più che cenere, polvere e terriccio ovunque. Quasi tutte le forme i vita sono scomparse e tra le sopravvissute, poco più di 500 mila umani, rintanati in Kolob, l'ultima roccaforte umana contro Narhl, mutazioni genetiche avvenute durante le guerre. Solo una profezia sembra mantenere un raggio di speranza nei cuori degli ultimi umani. Una profezia vecchia di 600 anni. Una profezia che parla di un salvatore, "nato nella polvere", destinato a ricostruire le fondamenta della vita. Ma le tenebre avanzano e assottigliano sempre più i confini di Kolob e il tempo sta per scadere. Il destino della specie umana è l'estinzione...o così sembra.
Genere: Azione, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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PROLOGO

 

“Buon risveglio, Kolob. Che la pace abbondi nei vostri passi durante questa chiara giornata. La temperatura è di 2° e la neve continua a cadere ormai da otto giorni consecutivi. I satelliti continuano a segnalare bassa pressione lungo tutta la costa. Aspettate neve e ghiaccio per i prossimi due o tre mesi.

Cambiando argomento, dopo il Black-out di ieri notte che ha lasciato mezza città nell'oscuritá, i tecnici sono riusciti a ripristinare i due reattori nucleari malfunzionanti, ridando energia alla griglia principale. Un grazie più che meritato va a questi eroi che, con coraggio, affrontano questi pericolosi inconvenienti quotidianamente. Siamo felici di annunciare che tutte le attività giornaliere in Kolob sono state ripristinate a cominciare da domani 8 Aprile, 2762.

La messa delle 7 del mattino sarà sostituita con l'omelia del ArciVescovo Barnaba Khirón, terzo ArciVescovo della Quorum dei Venti. A seguire la sacra omelia sarà la benedizione dei Cacciatori, come ogni mese. I nomi dei quali verranno annunciati dal sacro pulpito, subito dopo questo annuncio.

L'annuncio é terminato. Buona giornata, Kolob"

 

"Oggi, 7 Aprile 2762, si annunciano i nomi dei nuovi Cacciatori mensili. Quindici sono le anime coraggiose e pronte a morire per la loro patria. L’ArciVescovo Khiròn presiederà l’omelia di domani 8 Aprile. I nomi dei valorosi uomini e donne che hanno accettato la missione di loro spontanea volontà sono: Permetheus Brandson, Jonah Giedeon, Madona Holler, Karlay Jogoban…”

 

< Hey spegni quell’affare… >

< Che c’è Gurt, sei già stufo di sentire chi il governo manda a morire questo mese? >

Gurt chiude gli occhi e si alza dalla panca su cui era sdraiato. Era ora di fare i preparativi per il giorno dopo e lui ed il suo collega non erano esattamente felicissimi di cominciarli. Gurt era un uomo ormai riempito di tutte le brutture che quel lavoro aveva impresso nella sua mente. Mandare la gente a morire, sapendo di essere gli ultimi esseri umani rimasti sul pianeta, non era un pensiero con il quale Gurt aveva facilità a convivere. Eppure il governo lo aveva assegnato a quel lavoro e lui lo sentiva come un segno di lealtà verso la bandiera di Kolob, bandiera che lui onorava come sacra.

L’ultimo baluardo dell’uomo sopravvissuto. L’ultima speranza della razza umana di sopravvivenza in un mondo che non la vuole più.

< E’ tutto in rovina… >

< Che vuoi dire? >

< I Cacciatori, i Narhl, questa città. Non so per quanto riusciremo a sopravivere se continuano a mandare venti di noi li fuori a morire ogni mese. >

< Non capisco, Gurt...E’ tradizione. E’ la profezia. Non credi nella profez… >

< La profezia!!! La profezia dice che un uomo sacro nascerà tra di noi, un uomo con il potere di ricostruire la razza umana, di difenderla da i Narhl e da dio sa cosa ci minaccia lì fuori. >

Il silenzio cadde nella cabina. Naziir, abbassò lo sguardo verso il pavimento metallico, freddo e polveroso.

< Naziir, amico mio, non capisci? Un solo uomo! Non venti al mese. Cosa stiamo facendo, eh? Perchè continuiamo ad accelerare la nostra estinzione in questa maniera? >

< Lo fanno per esplorare i confini accessibili all’uomo, Gurt. Stanno cercando di costruire una mappa per noi. Lo fanno per Kol… >

< Oh vai al diavolo, Naziir!!! Ma non lo vedi? I confini accessibili sono i cancelli di questa dannatissima città. Un passo fuori e sei morto. Sono quarant’anni. Quaranta dannatissimi anni che apro e chiudo i cancelli di questa città e mando innocenti, padri e madri di famiglia, giovani e vecchi, fuori dai cancelli sicuri di questa città. Sono l’ultima faccia amica che loro vedono. Sono l’ultimo uomo in questa fogna che li saluta e gli augura buona fortuna, come se davvero potessero averne. Sono bugie, quelle che dico loro, Naziir. Tutte menzogne. Non torneranno mai più. Nessuno torna. >

< E nonstante nesuno torni, loro continuano ad andare. Di loro spontanea volontà >

Come una un dardo fulmineo, il cuore di Gurt venne colpito da quella affermazione.

Naziir si voltò verso la porta e si avviò verso la sala macchine dei cancelli di Kolob, alti 200 metri e spessi quasi 50. Acciaio, titanio e cemento separavano Kolob dalle tenebre del mondo. Un mondo che ha dimenticato. Un mondo che non può più ricordare. Un mondo generato dal lato più oscuro dell’uomo.

 
  
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