A.

Terra

Il ragazzo è a testa in giù nel fango, incapace di decidere quale osso del suo corpo gli faccia più male. I suoi stessi ricordi gli sembrano di un'altro, appannati, come quando nei sogni non riesci a decidere se eri tu a vivere quelle cose – il trasferimento, Arle Eamon e le sue urla, la fuga, la tettoia che non ha retto - o facevi solo da spettatore. Decide in quell'istante, mentre sente la pioggia che gli punge la schiena, che se quella è la fine allora può accettarlo. Accettare di dissolversi nel fango e nella pioggia, di diventare terra.
Solo terra.
Sente qualcuno che urla il suo nome in lontananza, poi altri strilli e passi.
Il ragazzo non si rialza.

Templari

- E' evidente che il ragazzo non vuole partire.-
- Non spetta a lui decidere.- la voce di Arle Eamon è nervosismo e preoccupazione, non gli piace il modo in cui il Templare Comandante lo guarda. - L'incidente di ieri sera non vuol dire niente. Il ragazzo sta bene, e partirà come previsto.-
Il Templare Comandante fa un lieve cenno di assenso, ha già visto tanti Arle tentare di liberarsi dei loro giovani bastardi e la cosa non lo sorprende più. Ringrazia e si congeda dall'Arle, che lo degna appena di un cenno di saluto.
Eamon osserva fuori dalla finestra del suo studio i Templari già schierati per la partenza, riconosce la figura imponente del Comandante mentre dà ordini al contingente e quella di Alistair, piccola e ingobbita, che sale a cavallo dietro di lui. Segue con lo sguardo il suo profilo finchè , irrimediabilmente, non scompare tra le corazze dei Templari.

Prima Notte

Alistair ha dieci anni.
Ha le guance piene, i capelli a spazzola e un terribile livido sul gomito sinistro dopo la caduta della sera precedente. Non riesce a piegarlo, ma poiché ha imposto a sé stesso di non parlare più finchè Arle Eamon non avesse deciso di riprenderlo con sé a Redcliffe, non ha intenzione di dirlo a nessuno. Il Comandante deve averlo capito però: non solo ha l'aria terribilmente spaventosa, ma gli pare di tanto in tanto di vederlo sogghignare.
La sua prima notte da solo la passa assieme agli altri templari nella tenda comune, non sa neanche quanti altri giorni ci vogliano per arrivare alla Torre del Circolo e questa cosa gli fa paura. Prima di entrare nella tenda dà uno sguardo al cielo trapuntato di stelle. Si chiede se la sua mamma lo sta guardando, e la cosa gli dà coraggio.

Jaina

La guaritrice è davvero carina. Si chiama Jaina, profuma di menta e ha i capelli tutti rossi: così carina che, per lei, Alistair ha ricominciato a parlare.
- Meno male che il Circolo non ha capanni da cui lanciarsi, vero?- sorride, e Alistair sorride pure. L'ha capito da sola, quando l'ha visitato appena arrivato al Circolo, che quel braccio non andava. Alistair la trova così speciale che infondo non gli importa molto del livido.
- Sei di Redcliffe, giusto?- fa segno di sì con la testa, mentre una luce calda dalle mani di Jaina gli sistema l'osso rotto. - Anche io vengo da lì.
- Allora poi ci ritorniamo insieme. - propone, e Jaina sorride ancora, ma più triste.
- Un giorno, campione. Un giorno.-



E...primissimo capitolo superato ^^
Spero che l'idea vi piaccia quasi quanto Alistair piace a me (cercherò di scadere il meno possibile nel fangirling intenso, lo giuro).
Lasciate un commento per dirmi cosa ne pensate :)
Pic da qui

Love&Rockets,

Himeros.