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Autore: Neflehim    11/03/2015    5 recensioni
"Anche se é patetico dirlo dopo tutto questo tempo, mi dispiace Tetsu."
Il ragazzo lo fissò senza espressione, sembrava gli stesse scavando dentro, come se volesse capire se fosse sincero oppure no, stavolta.
" E' vero, é patetico Aomine-kun."
[...]
“Tu invece?”
Tetsu lo fissò “Io cosa?”
“Non fare il finto tonto! Che succede con Kagami?”
[...]
Se Taiga ci avrebbe davvero, messo un secolo prima di dichiararsi, allora era il caso che un esterno si intromettesse. E chi meglio di lui di cui Kagami era già geloso?
[AoKuro, Aokise,Kagakuro, Kurokise. Altri pairing nel corso dei capitoli.]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daiki Aomine, Ryouta Kise, Satsuki Momoi, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Certi silenzi parlano da se, come certe presenze non hanno bisogno di parole.
Cap I

Certi silenzi parlano da se, come certe presenze non hanno bisogno di parole





"L'unico che può battermi sono io"

"Allora se ti scontrassi proprio contro te stesso ... cosa succederebbe?"
"Un vincitore non ha nulla da dire ad un perdente".

Le parole che si era scambiato con Kise durante quella partita continuavano a risuonargli nelle orecchie come un disco rotto, senza che potesse fare nulla per farle smettere.

"Smetterò di ammirarti..."
"Smetterò di ammirarti..."
"Smetterò di ammirarti..."

Era come un mantra che lo stava facendo uscire fuori di testa.
Non riusciva a capire perché lo turbassero tanto quelle parole.
Vedere negli occhi di Kise rassegnazione, delusione e ... anche tristezza gli aveva stretto il cuore in una morsa.
L'ammirazione di Kise per lui era sempre stata una cosa piuttosto scontata. Uno dei suoi tre unici punti fermi in quella noiosa vita.
L'amicizia di Kuroko.
La persecuzione di Satsuki.
L'ammirazione di Kise.
Gli unici a cui aveva permesso di entrare nella sua quotidianità. Gli unici che erano riusciti a scuoterla almeno un po'.
Chiuse gli occhi rendendosi conto che ora gli era rimasta solo Satsuki.
Ripensare a Kuroko e a come stupidamente lo aveva perso, continuava a fargli male. Nonostante le parole crudeli che gli aveva detto alla partita contro la Seirin, il solo rivederlo poteva dire di averlo reso felice.
Lo sguardo fiero, le parole taglienti e il volto inespressivo.
Non era cambiato,Tetsu.
Scosse la testa quasi ridendo di sé.
Da quando mentiva anche a sé stesso, pur di rendere il carico sul suo petto un po' più leggero?
In realtà si era accanito sul Seirin per un motivo preciso.
Kagami Taiga.
Non c'era molto da dire.
Era geloso.
Geloso del fatto che Kuroko avesse scelto una nuova luce. Una luce che non era alla sua altezza. Geloso dei momenti che la suddetta luce passava con Tetsu; momenti che lui stesso aveva passato con Tetsu.
Geloso dei momenti che Kagami avrebbe ancora passato con lui.
Si schiaffò una mano sulla faccia, comprendendo che quei pensieri non lo avrebbero portato a nulla di buono.
Ordinò alla sua mente di smetterla.
Ovviamente quella gli disobbedì e si ritrovò a vagare tra i ricordi dei tempi delle medie.

"Il ghiacciolo che prendevano sempre al combini.
 Lo stridio delle scarpe sul pavimento,il rumore della retina che veniva scossa dalla palla che entrava nel canestro. Il respiro affannato di due persone che si allenavano in solitario nella palestra di sera tardi .
- Ah! Hai perso ancora Tetsu!-
- Aomine-kun ... sei irritante-
Come al solito lo lasciò spiazzato. Dopo avergli detto quelle cose, come se niente fosse gli aveva prima passato un asciugamano e poi offerto un ghiacciolo.
-Sei strano Tetsu- gli disse prendendo il gelato.
-Non è bello sentirselo dire proprio da te,Aomine-kun -
Non rispose alla provocazione ma gli scompigliò i capelli sapendo che gli avrebbe dato fastidio.”

Sospirò chiedendosi se per caso quella era una punizione di qualche tipo.
Una corrente d'aria proveniente dal basso lo fece rabbrividire.
A quanto pareva, il clima era troppo fresco per continuare a salire sul tetto.

Sei un idiota.

Ottimo, ora la sua mente gli parlava. Lo insultava!
Scosse la testa e rise silenziosamente. Si stava insultando da solo!
Alla fine però, era davvero un idiota.
Aveva abbandonato Tetsu, lo aveva lasciato a Kagami.
"Non ricordo neppure più... come ricevere i tuoi passaggi."
In quel momento le sue stesse parole gli parevano una sentenza di morte.
In senso simbolico, ovviamente. La morte del loro rapporto.
Era stato lui a distruggerlo.
Poteva riaverlo?
Poteva davvero riappacificarsi con Tetsu?

<< Smetterò di ammirarti...>>
Ecco di nuovo che la sua mente tornava a tormentarlo.

Con Kise era stato diverso.
Lui era diverso.
Non aveva iniziato assieme agli altri Miracoli, ma era comunque un talento nascente.
Come Kagami.
Quel pensiero gli fece storcere il naso dal fastidio.
Kise era un talento e in poco tempo era arrivato a superare Haizaki e arrendere il suo posto nella Teiko.
Era da sempre stato l'unico che, dopo un " one-on-one" in cui perdeva costantemente, continuava a non arrendersi e chiedeva la rivincita.
Una qualità che gli era piaciuta dalla prima volta che ci aveva giocato contro. Dopo ogni scontro perso, Kise migliorava un po' di più.
Ogni sfida era sempre più difficile e questo rendeva le cose sempre più divertenti. Era una delle poche cose che dopo lo sbocciare del suo talento rendevano il basket ancora interessante.
" Non ricordo neppure più ... come ricevere i tuoi passaggi."
Già. Era successo anche con Kise quando vinsero il loro secondo torneo nazionale alle medie.
Le loro sfide non lo avevano più entusiasmato come un tempo.
Eppure era rimasta la convinzione che l'ammirazione di Kise sarebbe rimasta. Che il luccichio nei suoi occhi quando giocavano assieme non sarebbe mai sparito e che non avrebbe mai smesso di voler giocare con lui. Di chiedergli la rivincita.
Lo sguardo che gli aveva rivolto in quella partita però, gli diceva che non avrebbero più giocato con il sorriso sulle labbra.
Niente più "one-on-one" solo per divertimento.
Gli faceva male ricordare gli occhi di Kise spenti e annoiati come i suoi.
Le lacrime che aveva versato quando aveva perso. Il maledetto abbraccio che il capitano gli aveva dato per sostenerlo.
Era sbagliato.
Come era stato sbagliato lo sguardo sofferente di Tetsu quando li aveva battuti, schiacciati, come se  lui non fosse mai stato il suo migliore amico.
Il disprezzo che aveva visto negli occhi di Kagami quando li aveva incrociati dopo aver detto quelle parole crudeli a Tetsu, guardandolo con superiorità.
Quanto ancora vuoi ferirlo? parevano dire.
Aveva dovuto distogliere lo sguardo e andarsene.
Non si era sentito un vincitore dopo aver battuto il Seirin. Non si era sentito bene come aveva sperato. Sapeva il motivo: nel momento in cui sarebbero usciti da quello stadio Kagami si sarebbero  fiondato a consolare Tetsu avvicinandoli ancora di più.
Gli faceva una rabbia cocente, quanto vedere Kasamatsu abbracciare Kise con troppo affetto.
Ora si rendeva conto quanto possessivo fosse nei confronti dei due compagni.
"Dai-chan?"
La voce sottile di Satsuki lo risvegliò dai suoi tormentosi rimorsi ma dal tono capì, che non lo avrebbe cambiato il corso dei suoi pensieri.
"Satsuki..." la voce non era annoiata come al solito, pareva piuttosto spezzata.
Alzò lo sguardo su di lei e la vide inginocchiata accanto a lui lo sguardo preoccupato.
" Dovresti risolvere le cose con loro se ti fa così tanto male..."
" E' passato quasi un anno... con Tetsu ... e le ultime partite..." solo con lei riusciva a dire davvero cosa pensava.
Erano come fratelli.
Fin da piccoli erano rimasti assieme. O piuttosto era Satsuki che lo aveva sempre seguito ovunque e sopportato anche nei momenti peggiori.
"Sai perfettamente che Tetsu non è minimamente capace di odiare qualcuno ne di provare rancore per chiunque. Kise... lui ti ha adorato per tre anni ... " Daiki stava per ribattere quando lei lo interruppe " una cosa del genere non si smette di provare a comando e le lacrime che ha versato a fine partita credo che lo provino."
Quelle parole gli avevano tirato su un po' il morale.
Un po'.
" Io..." non sapeva cosa dire.
La verità é che aveva paura.
Non lo avrebbe detto a Satsuki ma sapeva che lei lo aveva già capito .
"Avere paura di parlare con dei tuoi amici non ti fa molto l'unico che può battermi sono io, sai?" ci stava scherzando su ma poteva notare che non c'era neppure un po' di vero umorismo in quella frase o nei suoi occhi.
" Non è da te avere paura di un rifiuto, ne arrenderti Dai-chan!"
Aveva ragione come sempre, ma non era facile.
" Che cosa potrei dirgli?"
" Inizia a dire quello che provi, poi sono certo che i vecchi tempi faranno il resto."
"Quello che ... provo?"
Lo sguardo di Satsuki non gli piaceva per nulla.
" In effetti dovresti capire per bene se quello che ti piace è Ryouta-kun o Tetsu-chan..."
Arrossì stavolta e il cervello andò in blackout.
Era così simile a Kagami in quelle occasioni!
Un prodigio nel basket ma un macaco nelle relazioni umane.
Satsuki scoppiò in una risata divertita.
" Dai- chan sei sempre il solito!"
" A me piacciono le donne!"esclamò saltando seduto, ma neanche lui ci credeva più.
Erano secoli oramai che non apriva una rivista di modelle per vedere Mai-chan e il suo bel davanzale.
Anzi gli unici a cui aveva pensato assiduamente erano dell'altro sesso, belli ma decisamente piatti .
Il rossore che prima si poteva confondere con la sua pelle scura aveva raggiunto livelli ben visibili.
"Dai-chan... non c'è nulla di cui preoccuparsi sai? Io starò sempre dalla tua parte."
Sorrise debolmente mentre un pizzico di sollievo si faceva spazio dentro di lui a quelle parole.
Purtroppo però, ora la sua mente era in completo stato confusionale e di certo non poteva presentarsi da Tetsu o Kise in quello stato.
Fissò di sottecchi Satsuki ricordando in parte il sollievo che aveva provato quando gli aveva detto di essersi innamorata di Sakurai e che quindi avrebbe lasciato Tetsu in pace per un po' "Perché non potrei mai stare troppo lontana dal carattere così adorabile di Tetsu-chan!"così se ne era uscita.-
Arrivato a casa si ritrovò a riflettere sdraiato sul letto .
Gli piaceva Tetsu?
Per questo era stato sollevato dal fatto che Satsuki avrebbe smesso di stargli appiccicata?
Oppure era semplicemente l'istinto di protezione che faceva di nuovo capolino in lui per salvare l'amico da una morte certa per soffocamento?
Se chiudeva gli occhi e rivedeva l'immagine di Tetsu provava un misto di affetto e nostalgia.
Quando per dispetto la sua mente accostava la figura di Tetsu a quella di Kagami l'affetto e la nostalgia venivano sostituite dal fastidio e da un pizzico di rispetto in quanto non si poteva negare che il ragazzone avesse talento .
Provò ad immaginarsi Satsuki e l'affetto tornò. Se l'accostava a Sakurai invece gli veniva solo da ridere, visto i due caratteri completamente diversi  - Chissà quante volte si era già scusato di esistere?-.
Si ricordò quando , ridendo, Satsuki gli aveva raccontato come le si era confessato.
 "Mi dispiace ma mi piaci! Mi dispiace mettiti con me!"
Ridacchiò un attimo per poi tornare serio e constatare con un gemito che la figura del bel davanzale di Mai-chan non gli faceva nessun effetto.
Tetsu aveva decisamente più fascino. Perfino Kagami poteva essere giudicato un bel ragazzo.
Poi c'era Kise.
Lui ... dire che era bello era riduttivo.
Non lo avevano preso a fare il modello per nulla.
Fisico tonico, viso splendente e un didietro...
Scosse la testa cercando di far volare via dalla sua mente tutti quei pensieri sugli uomini, ma arrivando all'amara constatazione che ...
" Cazzo! Sono gay!"
Per fortuna i suoi non erano in casa, in quanto l'aveva detto a voce un po' troppo alta.
Non capiva davvero quando era successo!
Cioè : un giorno sbavava dietro alle riviste delle modelle scoperte e il giorno dopo verso i suoi due ex migliori amici!
Non era una cosa normale!
Si prese la testa tra le mani un po' terrorizzato e molto confuso.
Che doveva fare?
Decise di mandare un messaggio a Satsuki sperando di non disturbarla mentre era con Sakurai.
Sono gay scrisse semplicemente.
Satsuki ci mise ben cinque minuti a rispondere. I cinque minuti più lunghi di sempre.
Ben svegliato Dai-chan.
Grugnì infastidito a quell'assenso un po' troppo ironico.
Non so che fare.
Aspettò ancora, in ansia per una risposta che poteva risolvere tutti i suoi problemi esistenziali ma che quando arrivò gli sembrò piuttosto inutile.
Cosa vorresti fare?
Scrisse furiosamente abbastanza irritato.
Se lo sapevo non te lo avrei chiesto!
Stavolta ci volle un po' di più prima che quella rispondesse.
Hai deciso chi ti piace di più tra Tetsu-chan e Ryouta-kun?
Daiki sbiancò e arrossì allo stesso tempo, almeno così gli parve anche perchè non era sicuro che potesse accadere.
Un problema alla volta!
In effetti aveva appena capito di essere omosessuale, era un po' troppo per la sua piccola mente piena di palle da basket farci entrare anche la scelta tra quei due.
Non hai pensato che  forse quello é il Problema?
Rimase un attimo interdetto e rilesse la frase sul piccolo schermo un paio di volte non capendone il significato sottinteso.
In che senso?
Poteva vedere Satsuki dall'altra parte sospirare sconsolata.
Non ti sei reso conto che ti piacciono gli uomini proprio perchè pensavi in un modo diverso a Tetsu-chan e Ryouta-kun?
Aveva ragione da vendere ed ecco che nel suo cervello tornò il blackout.
Ok capire che era dell'altra sponda ma ora...
Gli prese il panico anche più di prima.
Arrivò un altro messaggio che lesse avidamente per poi avere quasi l'istinto di gettare il cellulare di sotto.
Scommetto che ora sei nel panico vero? Vorrei essere li per vederti.
"Satsuki...." era un averti meno che la ragazza prese al volo.
Su su Dai-chan non ti arrabbiare! Perché non lo scopri tu stesso?
Cioè?
Vai da Tetsu-kun e parlaci.
Lasciò cadere il cellulare sulla moquette .
"Vai da Tetsu e parlaci."
 Non sembrava una cattiva idea.
Poteva iniziare con il farsi perdonare per tutto quel tempo.
Si stupì di come ora gli paresse più facile parlare di quelle cose rispetto all'altro enorme problema che aveva.
Farò così , poi capirò cosa provo.
Gli mandò quel messaggio mentre un peso sul cuore gli si toglieva.
Bravo, Tetsu-kun sarà al campetto domani pomeriggio.
Non si chiese nemmeno come lo sapesse. Meglio non saperlo.
Notte.
Notte Dai chan.
Si rese conto che però così non bastava. Doveva dimostrare almeno un po' a Satsuki quanto gli facesse piacere il fatto che lei fosse sua amica e continuasse a supportarlo continuamente.
Satsuki... Grazie.
Quello era il massimo che ci si poteva aspettare da un tipo come lui e lo sapeva anche lei.
Di nulla Dai-chan, sarò sempre dalla tua parte ricordalo.
Chiuse il telefonino e si sdraiò di nuovo sul materasso leggermente più rilassato.
Dopotutto aveva una mente semplice Daiki : quando trovava un problema che non riusciva a risolvere ci rimaneva impigliato per secoli, ma se qualcuno gli faceva capire come sbrogliarlo allora  tutte le preoccupazioni passavano.

Nonostante avesse una mente semplice, decise che il pomeriggio del giorno dopo era arrivato decisamente troppo in fretta!
Alle quattro si era vestito e precipitato in fermata per non perdere il bus, tutto in meno di dieci minuti.
Ora si trovava imbambolato a fissare la porta del campetto da basket, incerto se entrare oppure rinunciare.
Mandò al diavolo tutto ed entrò trovando sorpreso, già una marea di gente sugli spalti.
Dal tabellone pareva si stesse tenendo un torneo di street basket e che in quel momento si stesse disputando la finale.
Dov'era Tetsu?
Lo cerco tra gli spettatori fino a che non si rese conto che stava giocando proprio in quel momento.
Rimase incantato nel vedere i movimenti fluidi e la coordinazione che Kuroko e Kagami stavano mostrando a tutti.
In pratica in attacco giocavano per lo più loro due, lasciando gli altri tre a difendere.
Non c'era da specificare che la squadra di Tetsu vinse con un gran vantaggio.
Parevano aver arrangiato dei giocatori a caso per iscriversi.
Sentì una fitta al cuore quando lo vide esultare e battere il pugno con Kagami alla fine della partita, e avrebbe voluto uccidere quest'ultimo quando lo vide abbracciarlo affettuosamente e Tetsu ricambiare un po' imbarazzato dai gesti espansivi dell'amico.
Li vide uscire dal campetto assieme agli altri giocatori che stupidamente gli battevano le mani sulle spalle.
"Come se avessero fatto qualcosa, loro!" si ritrovò a pensare infastidito.
Il fatto però, che Tetsu fosse così felice per aver vinto una semplice partitella del genere lo fece sorridere. Il basket sarebbe stato sempre parte preponderante nella vita dell'amico.
Fissò Kagami per bene: una mano del ragazzo era ancora appoggiata sula spalla di Tetsu, la sua ombra che dopo aver bevuto dalla borraccia la passava d'istinto all'altro che la prendeva come se fosse una cosa naturale.
Strinse i pugni e ricacciò la bile che stava salendo nello stomaco.
Rimase un attimo fermo mentre pensava al da farsi.
Forse non era il momento adatto per parlargli.
Forse la cosa migliore era andarsene, prima che dovesse assistere a qualche scenata smielata.
Forse... era un idiota che per la seconda volta in vita sua stava cercando di scappare da una situazione che avrebbe potuto ferirlo. E quella era esattamente la ragione per cui voleva parlare con Tetsu.
Scosse la testa e decise che era ora di fare l'adulto .
Scese le scalinate andando nella direzione che avevano preso quei due. Mise le mani in tasca cercando di farle smettere di tremare.
Poteva diventare adulto, ma l'ansia non gliela toglieva nessuno.
E se Tetsu non lo avesse perdonato ?
Se Satsuki avesse torto e il vecchio amico gli portava rancore?
Tanti se e nessuna risposta, ma di certo non poteva scappare.
Aveva già perso una volta, alle medie quando aveva permesso, anzi, aveva abbandonato Tetsu per non essere ferito.
Li vide nel campetto più piccolo, da soli.
Parlavano e scherzavano, mangiando qualcosa preso al bar li vicino.
Daiki prese un bel respirò e si fece vedere.
Il ciarlare si spense sul nascere ed entrambi si alzarono. A passo lento si avvicinò a loro e lo stesso fece Tetsu con la solita espressione indifferente, ma nei suoi occhi poteva leggere agitazione e sorpresa.
"Aomine-kun."
"Tetsu."
Taiga si avvicinò a loro.
"Kagami."
Bene, l'appello era completo.
Adocchiò con fastidio come il rosso si era accostato a Tetsu con fare protettivo.
Gli aveva appoggiato una mano sulla spalla e lo fissava minaccioso. Si ricordo quel documentario sui lupi che Satsuki lo aveva costretto a guardare : parlava di come il capo branco, l'alfa, fosse possessivo/a verso il proprio compagno e di come attaccasse chiunque provava ad avvicinarsi troppo a lei o a lui.
In quel momento Kagami sembrava uno di quei lupi visti in quelle scene, pronto ad attaccarlo se avesse provato a portargli via Tetsu. Ogni volta che Aomine voleva avvicinarsi a Tetsu, Kagami sembrava entrare in modalità: Stai lontano, da lui. Portamelo via e ti ammazzo.
Si accorse in quel momento che Tetsu non provava alcun fastidio alle attenzioni del ragazzone dietro di lui. Sembrava appoggiarsi a lui. Sostenersi.
Atterrito per un secondo, si rese conto che in qualche modo Tetsu sembrava appoggiarsi a Kagami per colpa sua.
Come se dovesse proteggersi da lui.
Possibili che avesse avuto un impatto psicologico così grande su di lui?
Che la sua presenza lo debilitasse tanto da doversi appoggiare a qualcuno?
Sentirsi felice per l'importanza - negativa- che aveva su Tetsu gli fece provare un bel po' di disgusto per se stesso.
Eppure quello era lui e se Tetsu avesse accettato le sue scuse avrebbe dovuto accettare anche quella parte .
Si stupì, quando Kagami lasciò la presa su Kuroko – non senza avergli lanciato uno sguardo minaccioso- e se ne uscì con un " Vado a prendere due Pocari alla macchinetta, tu vuoi qualcosa?"
Aveva saputo tramite Satsuki, che Kagami se ne era andato per un po' in America ma non pensava che fosse maturato.
" Una coca, grazie."
Il ragazzo annuì e poi se ne andò.
Quando fu fuori dalla visuale di entrambi, Tetsu sorrise " Kagami -kun non é per nulla discreto, ma almeno non si è messo ad urlarti contro o altro. L' America gli ha fatto bene."
Lo aveva detto con una dolcezza nella voce che lo fece rabbrividire.
Non c'era molto da capire: a Tetsu piaceva Kagami e a Kagami piaceva Tetsu.
L'unico mistero restava nel perchè non stessero già assieme.
Perché in quel caso Satsuki sarebbe stata praticamente la prima a saperlo, anche se non sapeva bene come ci riusciva.
E se lo sapeva Satsuki allora lo sarebbe venuto a sapere anche lui.
Sospirò cercando di mettere a tacere il tumulto che gli regnava dentro e si sedette sul muretto. L'altro fece lo stesso.
"Aomine-kun ... non credo che tu sia solo venuto a farti offrire una coca da Kagami-kun per quanto sia una cosa straordinariamente rara."
Daiki alzò lo sguardo su di lui " No."
"Perché sei venuto qui ?"
Aomine sorrise.
Andare dritto al punto. Tipico di Tetsu.
Cercò di raccogliere le idee ma non pareva per nulla facile.
"Io..io..." non era decisamente da lui balbettare. " Sono un idiota."
Sarcasticamente si complimento con se stesso perché ora Tetsu lo fissava con espressione un po' perplessa.
" Questa non é una novità per me, Aomine -kun."
Si trattenne davvero tanto dal non tirargli un pugno e questo parve notarlo anche Tetsu che sorrise di nuovo " Pare che Kagami-kun non sia l'unico ad essere maturato in questi giorni."
" Taci Tetsu!"
Il ragazzo obbedì e così calò di nuovo il silenzio. Probabilmente stava aspettando che lui dicesse qualcosa. Dopotutto era venuto lì per quello.
Aomine però , non era riuscito ancora a formulare un pensiero che avesse un senso concreto , così Tetsu decise di incitarlo enigmaticamente " Per quanto Kagami-kun sia maturato, non credo che la sua pazienza duri per più di una mezz'ora, prima che torni qui."
"E' una leggera insinuazione per dirmi di sbrigarmi a parlare per caso?"
Tetsu lo fissò.
" Non era leggera, Aomine -kun. Perché sei qui?"
Questa volta non c'era nulla di ironico nella sua voce. Più che altro pareva stanco. E non in senso fisico. Come se non ce la facesse più a reggere quella situazione che in effetti durava da troppo tempo.
"Sono un idiota , Tetsu."
"Aomine-kun, questo lo hai già detto"
"E' vero, ma intendevo che avrei dovuto accorgermene tempo fa,"
L'espressione di Tetsu cambiò drasticamente e lo vide spostare lo sguardo verso il canestro.
"Capisco, ma non importa."
"Si che importa."
Tetsu annuì.
Mentire non avrebbe di certo migliorato le cose.
"Anche se é patetico dirlo dopo tutto questo tempo, mi dispiace Tetsu."
Il ragazzo lo fissò senza espressione, sembrava gli stesse scavando dentro, come se volesse capire se fosse sincero oppure no, stavolta.
" E' vero, é patetico Aomine-kun."
Quello era davvero un brutto colpo da accusare, tanto che ritrovò ad abbassare lo sguardo.
Faceva male.
Era sempre stato egoista. Prendeva tutto quello che voleva e lasciava ciò che non gli serviva più . O che poteva minargli le vittorie.
Quest'ultima parte era quella che odiava di più di sé e che aveva minato il rapporto con Tetsu... e con Kise.
Quelle parole sembrava come un taglio netto al sottile filo che lo legava a Tetsu. Filo che ,egoista come era, non avrebbe permesso di recidere.
Non poteva permettersi di reciderlo.
Tetsu, da sempre, era stato una parte essenziale della sua carriera sportiva e della sua vita in generale.
L'unico ad essersi ritagliato uno spazio abbastanza ampio nella sua esistenza. Con calma e silenziosamente si era intrufolato nella sua quotidianità. Non chiedeva nulla, ne voleva nulla da lui se non restargli accanto e giocare a basket assieme la sera dopo gli allenamenti.
Era diventato il suo migliore amico senza neppure che se ne accorgesse.
La mattina lo aspettava appoggiato al muro davanti a casa sua, un libro tra le mani, la borsa dell'allenamento in spalla.
Senza pensarci lui, Satsuki e Tetsu avevano iniziato a pranzare assieme e a tornare a casa , passando prima per il combini per prendersi un gelato.
Allenarsi assieme loro due da soli, anche se vinceva sempre, era divertente. Vederlo impegnarsi sempre per migliorare. Vederlo crescere, come giocatore.
Anche i ghiaccioli nella maglietta per ripicca non erano male, se serviva alla loro amicizia.
Ora però...
"Tenevo molto a te , Aomine-kun. Eri il mio migliore amico. Mio fratello. Il mio idolo. Non ho abbandonato il basket solo perché tu me lo impedisti quel giorno. Sono quello che sono grazie a te. Se tu e Akashi-kun non mi aveste dato quegli indizi su quale fosse il mio stile di gioco non sarei neppure mai entrato in prima squadra..." il suo sguardo era lontano, nostalgico.
Gli piacevano quelle parole. Le condivideva.
Tetsu era stato il suo migliore amico. Lo aveva considerato il suo fratellino, anche se avevano la stessa età. Gli piaceva prendersi cura di lui e anche la sua compagnia.
" Mi fidavo di te, Aomine-kun. Avrei fatto qualsiasi cosa pur di farti brillare. Essere la tua ombra era la ragione principale per cui giocavo. Un'ombra senza luce smette di esistere."
Parole dure, che gli stavano dolorosamente scavando un bel solco dentro .
Non poté far altro che abbassare la testa e restare in silenzio.
“Avrei voluto odiarvi, il giorno in cui la Teiko vinse l'ultimo campionato. Invece odiai me stesso per non aver potuto mantenere la mia promessa ad Ogiwara-kun. Odiai il mio modo di giocare a basket e anche il non aver potuto fermare quello che vi stava accadendo.”
Stavolta il suo tono pareva sofferente. Stava ricordando il periodo in cui aveva odiato il basket. Quei pochi mesi in cui non aveva avuto alcuna notizia su di lui.
Tetsu stava parlando più del solito.
La cosa paradossale era che avrebbe dovuto parlare lui e non Tetsu.
Lo vide prendere un bel respiro “ La verità é un altra Aomine-kun. Tu ti stavi allontanando e io non sono riuscito ad impedirlo. La colpa per quello che é successo e tanto mia quanto tua.”
Aomine rimase a fissarlo per un attimo.
“Non ho dormito stanotte. Continuavo a domandarmi se avevo davvero il diritto di chiederti perdono dopo così tanto tempo. E ora mi rendo conto di quanto però, sia importante tu per me Tetsu. Sono un idiota, me ne sono accorto solo dopo aver perso contro di voi.
Nonostante tu dica che sia colpa di entrambi, io non lo sento allo stesso modo.
Tu non hai colpa Tetsu.
E anche per quello che successe alle medie, al torneo.
Non ti mentirò, però. Non mi pento del modo in cui giocai quel giorno. Io sono io. E' così che gioco. Mi conosci.
Questo però non vuol dire che tu debba incolparti per qualcosa .”
Vide chiaramente Tetsu scuotere leggermente la testa, per nulla persuaso.
Non lo avrebbe convinto su quell'ultimo punto.
“Ora sei qui Aomine-kun. Io sto cercando di riparare alla mia colpa, tu sei qui per rimediare alla tua?”
Non era una domanda difficile.
Tetsu gli stava chiedendo implicitamente se perdonandolo oggi avrebbe mai potuto abbandonarlo di nuovo.
A quella domanda si era già risposto quella mattina.
“ Si, Tetsu. Sono qui per quello.”
L'amico – si, ora poteva di nuovo chiamarlo così-, gli sorrise. Uno sincero che gli scaldò il cuore.
“Non solo per questo, giusto?”
Senza poterselo impedire, Aomine arrossì fin sopra le orecchie.
“Non proprio.”
“ E allora per cos'altro sei qui?”
In qualche modo sentì di poterlo a Tetsu.
Aveva capito che Tetsu non gli piaceva in quel senso.
Era un bel ragazzo e l'attaccamento che aveva con lui era più di quello che si provava per un semplice amico. Ma non … insomma non gli piaceva.
A Tetsu piaceva Kagami. E nonostante provasse un astio e una rivalità, del tutto naturale, Kagami era una brava persona ed era quello giusto per Tetsu.
Diciamolo : uno era silenzioso, inespressivo e passava completamente inosservato, l'altro rozzo, rumoroso e esuberantemente emotivo.
Il mix perfetto. Si compensavano completamente.
Poteva accettarlo senza troppi problemi e questo gli provava che Tetsu non era la sua... come diavolo l'aveva definita quello stupida di Satsuki?
La tua anima gemella Dai-chan!
Ecco … Tetsu non era la sua anima gemella.
“ Satsuki mi ha fatto arrivare... cioè, mi ha indirizzato verso una novità su me stesso a cui... non potevo arrivare da solo.” Praticamente non aveva detto un bel nulla e Kuroko glielo confermò lanciandogli uno sguardo perplesso.
“ Aomine- kun, so che voi tenete molto in considerazione la mia capacità di leggere i comportamenti delle persone, ma in questo caso neppure io, credo di poter leggere tra le righe e sono abbastanza certo di non essere telepatico.”
Infatti.
Daiki sospirò.
Era Tetsu e gli piaceva Kagami. Non aveva nulla di cui vergognarsi. Non era comunque per nulla facile e sperò che stavolta l'amico avesse tutti gli indizi per arrivare da solo alla conclusione.
“Insomma : Mai-chan e il suo bel davanzale non mi fanno più nessun effetto.”
Tetsu non ci mise neppure un secondo per capire stavolta. Ovviamente non cambiò espressione.
“Lo avevo capitò già da un po'.”
Sarebbe sembrata una frase fatta e strafottente per chiunque, ma non per Daiki che conosceva abbastanza bene Tetsu da sapere che probabilmente era vero.
“ Immaginavo.”
“ Kise - kun, giusto?”
E fu così che Aomine prese di nuovo il colore dei capelli di Kagami.
“ Cosa... ah lasciamo perdere, neanche te lo chiedo!”
Tetsu era un mistero per ogni comune mortale. Lui non faceva eccezione.
Sospirò passandosi una mano tra i capelli.
“Sinceramente non lo so... ieri sera ho scoperto che sono gay e solo perchè mi sono accorto che guardavo te e Kise in modo diverso e ora ...”
Si rese conto di quello che aveva detto,solo quando vide un leggero e anomalo rossore scurire le guance solitamente pallide dell'amico.
“ Io... dimentica la parte che ti riguarda ti prego...” gemette schiaffandosi una mano sul volto, in imbarazzo. Gli era capitato troppo spesso nelle ultime dodici ore.
“Come vuoi.”
Se non fosse stato per il fatto che non lo guardava in faccia, Tetsu poteva sembrare tranquillo.
“Che cosa vuoi fare con Kise- kun?”
“Non ne ho idea … devo ancora capirci qualcosa. Quello che vorrei, per ora , è riallacciare il rapporto che avevo con lui, come ai vecchi tempi. Sarà difficile,ma voglio provarci.” Tetsu annuì concorde con quella strategia. “Dopo penserò a cosa fare.”
“ E' una buona idea. Se ti serve un consiglio sai dove trovarmi”
Aomine sospirò sollevato che l'amico fosse d'accordo e che fosse così disponibile, poi gli venne in mente qualcos'altro: Tetsu lo aveva perdonato e gli dava consigli. Ora toccava a lui a capire come stavano le cose con Kagami.
“ Tu invece?”
Tetsu lo fissò “Io cosa?”
“Non fare il finto tonto! Che succede con Kagami?”
Non arrossì, come ci si sarebbe aspettati da chiunque. Abbassò solo lo sguardo e rispose “Niente.”
Non era una negazione, ma una semplice affermazione.
“Che vuol dire niente?”
“Vuol dire niente, nulla di nulla”
Aomine sbuffò infastidito “ Suvvia Tetsu! A te Kagami piace e si vede lungo un miglio che a Kagami piaci tu! Che c'è di così complicato?!”
L'occhiata tagliante che l'amico gli lanciò gli fece ricordare che non era proprio la persona giusta per parlare di queste cose.
“Il complicato sta nel fatto che Kagami-kun é un idiota come te che ti sei reso conto solo ora di essere gay. Inoltre è estremamente timido e s'imbarazza facilmente. Ci metterà un secolo prima di capire che gli piaccio, ed un altro prima di prendere coraggio per confessarsi.”
Daiki si accigliò “ In pratica starete insieme nella tomba.”
“In pratica.”
Aomine stava per rispondere quando la previsione sulla poca pazienza del rosso di Tetsu si avverò e Kagami spuntò dall'entrata del campetto con le bibite.
Una lampadina si accese nella mente di Aomine: perché non accelerare il processo ?
Quando arrivò davanti a loro si accorse che la sua coca non c'era.
“ Era finita” dichiarò Taiga con uno sguardo minaccioso che il moro accolse con un sorrisetto.
“ Fa nulla stavo andando” sotto gli occhi dardeggianti del rosso si avvicinò a Tetsu che lo guardò un po' perplesso, e lo strinse in un mezzo abbraccio per poi scompigliargli i capelli.
“ Il numero é sempre lo stesso ?”
Il ragazzo annuì con un sorriso appena accennato sulle labbra. Probabilmente aveva capito le sue intenzioni.
“ Allora ti chiamo domani, così magari usciamo, che dici?”
“ Per me non c'è problema Aomine-kun.”
“ Kagami” lo salutò sempre sorridendo di scherno.
“ Aomine.”
Voltò le spalle ad entrambi e si diresse verso l'uscita.
Non era andata male, anzi.
Con Tetsu le cose erano andate piuttosto bene! Certo, ci avrebbe messo un po' prima di tornare ad essere il rapporto di un tempo, ma si sarebbe impegnato perché divenisse più saldo delle medie in modo da non rischiare che si rompesse di nuovo.
Tetsu lo aveva perdonato ma non gli bastava per essere davvero soddisfatto.
Voleva fare qualcosa di concreto per renderlo felice ed essere davvero degno di quel perdono.
Se Kagami sul serio, ci avrebbe messo un secolo prima di dichiararsi, allora era il caso che un esterno si intromettesse. E chi meglio di lui di cui Kagami era già geloso?
Il sorriso si allargò diventando quasi inquietante.
Si, avrebbe aiutato Tetsu.
Ma prima doveva telefonare a Satsuki.
   
 
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