"La differenza sostanziale tra me e le altre era che mi ero innamorata di James Hetfield. A questo punto si potrebbe obbiettare che non c'è nulla di strano nell'essersi presi una scuffia per il cantante e chitarrista dei Metallica, che tutto ciò rientra nella prassi interiore di un'adolescente. Il problema era che le altre erano innamorate o di efebici sgallettati con i capelli a scodella, stile Nino d'Angelo (ah, gli epigoni infausti degli anni '90!), o di post-rockettari marci, morti ed implosivi; io al contrario palpitavo furiosamente per quel leone scalmanato che era James ai tempi d'oro, ossia negli anni '80.
James non era propriamente bello, con quel suo musone lungo da anglosassone in trasferta, ma, sopratutto sul palco, mentre violentava la sua chitarra e urlava a squarciagola scuotendo la sua biondissima criniera, emanava un carisma tale che se avessi avuto modo di vederlo ai tempi d'oro sarei svenuta lì."