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Autore: Feles 85    11/03/2015    5 recensioni
"La differenza sostanziale tra me e le altre era che mi ero innamorata di James Hetfield. A questo punto si potrebbe obbiettare che non c'è nulla di strano nell'essersi presi una scuffia per il cantante e chitarrista dei Metallica, che tutto ciò rientra nella prassi interiore di un'adolescente. Il problema era che le altre erano innamorate o di efebici sgallettati con i capelli a scodella, stile Nino d'Angelo (ah, gli epigoni infausti degli anni '90!), o di post-rockettari marci, morti ed implosivi; io al contrario palpitavo furiosamente per quel leone scalmanato che era James ai tempi d'oro, ossia negli anni '80.
James non era propriamente bello, con quel suo musone lungo da anglosassone in trasferta, ma, sopratutto sul palco, mentre violentava la sua chitarra e urlava a squarciagola scuotendo la sua biondissima criniera, emanava un carisma tale che se avessi avuto modo di vederlo ai tempi d'oro sarei svenuta lì."
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Io, me e James
(Cronaca vera di un concerto extra-ordinario)




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Ognuno ha avuto la propria ossessione, sopratutto nei turbolenti anni che vanno dai quindici ai diciotto e, in questa età di passaggio, ognuno ha avuto una cotta impossibile per qualche personaggio noto e meno noto, me inclusa. 
La differenza sostanziale tra me e le altre era che mi ero innamorata di James Hetfield. A questo punto si potrebbe obbiettare che non c'è nulla di strano nell'essersi presi una scuffia per il cantante e chitarrista dei Metallica, che tutto ciò rientra nella prassi interiore di un'adolescente. Il problema era che le altre erano innamorate o di efebici sgallettati con i capelli a scodella, stile Nino d'Angelo (ah, gli epigoni infausti degli anni '90!), o di post-rockettari marci, morti ed implosivi; io al contrario palpitavo furiosamente per quel leone scalmanato che era James ai tempi d'oro, ossia negli anni '80.
James non era propriamente bello, con quel suo musone lungo da anglosassone in trasferta, ma, sopratutto sul palco, mentre violentava la sua chitarra e urlava a squarciagola scuotendo la sua biondissima criniera, emanava un carisma tale che se avessi avuto modo di vederlo ai tempi d'oro sarei svenuta lì. 
Fuoco... Ecco quello che mi scuoteva fin nelle interiora quando guardavo i suoi vecchi live, ecco cosa rendeva insignificanti i sex symbol che piacevano tanto alle mie compari. 
Fuoco ed introspezione, carisma e suggestione, impatto e lirismo: tutti quadrati semiotici che contraddistinguevano il vecchio Heavy Metal e che James incarnava a perfezione. Sopratutto negli anni '80. 
Io però sono classe 1985 e, in questo caso, il mio anno di nascita mi creava un grosso cruccio: mi ero persa il James dei tempi d'oro! Mentre lui ruggiva e si scatenava nei palchi dei tour europei e americani, io ero nel pancione di mia madre, ignara di cotanto uomo! Naturalmente ero convinta che lui sarebbe stato il mio uomo ideale. Mia mamma invece è più fortunata, pensavo, perché ha suppergiù l'età di James, ma lei non aveva saputo sfruttare questa fortuna...

«Certo che ci potevi pure andare ai loro concerti, visto che avevi l'età giusta!»
«Ma cosa stai dicendo, Eleonora? Che concerti?»
«I concerti dei Metallica negli anni '80. Ne fecero uno anche a Modena!»
«Ma figurati se andavo a vedermi quella roba!» 

Ovvio, lo sapevo perfettamente che mia madre non aveva mai amato quel genere di musica, ma nella mia follia mi piaceva immaginare che fosse andata a vederli, almeno una volta, mentre mi teneva in grembo. 
Vederlo dopo quegli anni roboanti, non sarebbe stata la stessa cosa: non si sa per quale stramba ragione, dopo gli anni '80, James è diventato una specie di orso biondo uscito dalla Dixieland! Per non parlare poi dei Metallica, che erano cambiati radicalmente. La mia personale tragedia infatti comprendeva proprio questo: James era cambiato e io avevo la consapevolezza di essermi persa il meglio!
Così passavo quarti d'ora buoni ad ammirare le vecchie foto e i vecchi video dei live, sentendomi sciogliere dentro quando lui scatenava la chioma e s'imponeva sul palco.
Carisma...
Correva l'anno 2003 dell'era volgare e i Metallica pubblicarono un nuovo album, dopo anni di silenzio. Io cominciai ad andare in fermento non tanto per l'album in sé, che non aveva più lo spirito vecchio della band, ma perché sapevo che presto sarebbero tornati a suonare dal vivo. Forse persino in Italia! Questo capitò prima che potessi pianificare qualsiasi cosa, perché suonarono a Imola all' Heineken. Io non potei andarci perché, essendo ancora per poco minorenne, non avevo avuto modo di spostarmi.
 Presto cominciai ad agitarmi perché tutti coloro che avevano assistito a quel concerto, mi dissero che i Four Horsemen avevano suonato le vecchie glorie e, sopratutto, che era da tantissimi anni che non suonavano con una tale grinta. La frase che mi fece capitolare fu questa: 

«James sembrava essere tornato ai tempi d'oro!»
«Cosa cosa? James ha fatto questo senza di me? Come ha osato! E addirittura vicino a casa mia!»

Malefico James! Come si era permesso di giocarmi uno scherzo simile? Non poteva suonare male, fare solo gli insulsi pezzi del nuovo album e fare il tricheco come aveva fatto negli ultimi dieci anni? 
Ebbene, passai l'estate intera a mangiarmi le mani, sicura che un'occasione simile non sarebbe capitata tanto presto, per giunta in un posto vicino a casa.
Mi sbagliavo.
Stava per cominciare un'epopea che mi avrebbe mostrato come la realtà, quella dura e impassibile, possa essere impastata come plastilina dalle vere ossessioni granitiche.
Dunque, era già Settembre andante e mancavano pochissimi giorni all'inizio dell'ultimo anno di scuola. Una di quelle sere decisi farmi una bella passeggiata in quel di Persiceto, mio paese nativo.
Mi godevo le ultime sere libere che avevo, prima dell'ultimo atto della mia avventura liceale. Era una gradevole serata di fine estate, con una frizzante arietta che suggeriva l'idea di mettersi addosso una giacca leggera, consiglio che avevo diligentemente seguito. Stavo spensieratamente gironzolando per la piazza, quando un calvo omaccione mi venne incontro salutandomi: 

«Eleonora! Come stai?»
«Lucio! Per la miseria, è una vita che non ci si vede! Vai ancora a thai boxe?»
«Sì! Piuttosto, perché tu non ci sei più venuta?»
«Eh, il classico esige molto da me!»

E via che cominciai a chiacchierare col mio amico Lucio, uomo più grande di me di una quindicina d'anni. Lo avevo conosciuto qualche anno prima a thai boxe e ci avevo fatto amicizia perché durante un allenamento, mi aveva inavvertitamente colpita sotto il naso. Non sanguinai né mi ruppi nulla, ma mi fece un male cane. Del resto, si trattava pur sempre di un bue alto uno e novanta, con due spalle da titano. Ma la cosa divertente era che, pur essendo un tale bestione, era buono come il pane. Infatti, dopo il pugno, si era preoccupato per me con la premura di una chioccia. Così divenne un mio amico, con il quale, ancora oggi, mi fermo volentieri a chiacchierare.
Quella sera ci raccontammo le novità che ci riguardavano. Ad un certo punto io cominciai a lamentarmi di non essere potuta andare al concerto dei Metallica.

«Ma, scusa, non suonano a Bologna? Cosa te ne frega?»
«No, no, hai capito male, Lucio! Hanno GIÀ suonato a Imola!»
«Hai capito male te, Ele. I Metallica suoneranno a Dicembre a Bologna.»
«COSA? Stai scherzando?»
«No. Suoneranno al Palamalaguti di Casalecchio.»
«Oddio! Io ci DEVO andare a tutti i costi!»
«Io non ne ho bisogno ahahaha! Io li ho visti a Modena nell' 84"
"... Come?!?»
Avevo letteralmente gli occhi fuori dalle orbite.
«Eh sì...mi sono visto Cliff Burton a due passi da me...e ti dirò di più, poi li ho visti al pub...all'epoca non erano ancora così famosi.»

Ero indecisa se schiattare d'invidia o se prostrarmi di fronte a Lucio, quale reliquia vivente. Mi spiegò che, nonostante fosse ora calvo come un uovo, era un metallaro fedelissimo e che a suo tempo aveva avuto la sua doverosa chioma lunga e folta. Passammo poi una mezz'ora a lamentarci dei metallari nerd che ora invadevano il creato. Eh, non c'erano più i metallari di una volta!

Io all'epoca non avevo internet, perciò, quando tornai a casa, telefonai immediatamente a chi di dovere per chiedere quando sarebbe avvenuto il concerto e per accertarmi che Lucio non mi avesse fatto una sorta di pesce d'Aprile ultra-tardivo (a proposito, come si chiamerebbe in tal caso? Pesce di Settembre? Pesce d'Autunno?!?).

tuuu tuuu tuuu
«Dimmi tutto, Ele!»
«Zacchi, devi subito andare a controllare una cosa!... Mi hanno detto che i Metallica verranno a suonare a Bologna!»
«Ma sei sicura? Ma se hanno già suonato a Imola a Giugno!?!»
«Te lo giuro! Devi controllare se è vero e quando suoneranno!»
«Ci guardo immediatamente!»

Dal cellulare sentii scartabellare, dei tonfi, dei fruscii, accompagnati con i dovuti moccoli tipici dell'area emiliana, e poi il silenzio. Attesi con religiosa pazienza. 

«È VERO! È verissimo! Vengono l'11 Dicembre, Ele, vengono sul serio! Non posso crederci!»
«Oddio! Fino a Dicembre non ci resisto! Quanto costa?»
«Trenta euro! Dai che ce la facciamo benissimo!»
«Sicuro! A costo di mettere via ogni singolo centesimo! Piuttosto come ci si va? Io non ho ancora la patente, la Veri nemmeno...»
«Se è per questo nemmeno Fuda e io sono minorenne... ma mio padre secondo me ci può portare tutti! Ha un mezzo furgone! Ma Angelo lo chiamiamo? Chissà cosa farebbe quel pazzo!»
«È capace di lanciarsi sul palco stile scoiattolo volate!!»
«Ahahahahaha! Come minimo! Oh, è tipo tre sere che sta provando a suonare "Ride the lightning"... comunque credo che tu, in questo caso, sia più pericolosa di lui ahahaha! Non oso immaginare cosa farai quando vedrai dal vivo Hetfield! Ahahaha!»
«Ah, guarda, non lo so! Mi verrà un coccolone!»

E via che ci esaltavamo a vicenda, più io che lui, tant'è che sembravo io la sedicenne e non il povero Paolo. Il piano di guerra era stabilito, bisognava solo informare chi era interessato. 
Dopo altre cavolate assortite, riattaccai.
Ora sapevo quando sarebbe stata la resa dei conti. Presi un indelebile rosso, aprii il diario ancora vergine, andai senza indugio alla data fatidica e, premendo con soddisfazione la punta del pennarello sulla carta, scrissi a caratteri giganteschi, rossi come il sangue, queste parole: 
A noi due, James!






  
   
 
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