Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: gunpowder_tea    12/03/2015    2 recensioni
Lo aveva fatto...
Alla fine aveva telefonato davvero!
Alla giovane età di 22 anni... Aveva chiamato un servizio di host a domicilio.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hanji, Zoe
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ehm.... Salve a tutti, cari lettori ^^
Losolosoloso che non devo iniziare altre fic quando ne ho un vagone da finire, ma non ho resistito XD 
In seguito a una rottura sentimentale un'amica mi ha consigliato uno shojo per consolarmi, e una delle storielle raccontate nel volumetto che ho trovato mi ha colpito così tanto (mi sono riconosciuta un po' nella protagonista) che ho ben deciso di scopiazzarla e adattarla a fic con i miei pg preferiti ^^
Prima di augurarvi buona lettura apro una breve parentesi su cosa sono gli Host per chi, ignorante come me (l'ho scoperto solo pochi giorni fa), non lo sapesse: gli host sono uomini pagati per una serie di servizi alle clienti che richiedono le loro prestazioni, le quali vanno da semplici appuntamenti fino a rapporti sessuali.
Io l'ho trovato piuttosto divertente dopo essermi informata, perciò vi auguro buona lettura in questo capitoletto introduttivo! Se vi va, lasciate una recensione :*









Hanji, imbarazzata a morte, guardò lo schermo del telefonino che le tremava tra le mani, indugiando sul tasto di chiamata. 


Dopotutto... Era normale voler essere consolata dopo una rottura, no?! Questo sarebbe stato un segreto che non avrebbe mai potuto rivelare a nessuno.

- Che umiliazione... - Mormorò a se stessa.

Erwin, il ragazzo con cui usciva da circa un anno, l'aveva lasciata improvvisamente, Dicendo che si sarebbe sposato con un'altra.
Di punto in bianco si era stufato di lei, inoltre sembrava ci fosse di mezzo anche una gravidanza con quella Maria...

E lei era diventata un peso, la seconda scelta, uno scarto.

Le lacrime iniziarono a salirle agli occhi al solo pensiero di quello che aveva passato. Arrabbiata, scosse la testa e decise di chiamare il numero dell'agenzia digitato sul display.




    *    *    *



- Che genere di uomo le piace? -

- Non mi vanno quelli troppo artefatti - Balbettò - ... Tipo quelli lampadati - Poi si ricordò di Erwin, non voleva qualcuno che le ricordasse lui - E nemmeno biondo. Uno normale... Proprio normale -

- Come uno studente? -

- Esatto. Un tipo normale -

Riagganciò la linea e fece un lungo sospiro, lasciandosi scivolare a terra dal muro al quale era appoggiata.

Che vergogna.

- ... E adesso? Cosa faccio? - Sussurrò a se stessa - Mi lavo, mi trucco... E aspetto? -



    *    *    *



Hanji guardò l'orologio sul muro: erano le 21 e 30 precise quando il suo campanello suonò. Puntualissimo, come promesso dall'agenzia.

Si sistemò i capelli che aveva accuratamente sciolto dalla sua consueta coda e raggiunse la porta, cercando di placare l'ansia e il suo cuore che tamburellava nel petto a un ritmo frenetico a causa dell'imbarazzo, prese un lungo respiro ed aprì.

Quando vide il ragazzo che le si era presentato davanti, arrossì così tanto da sentire le guance bruciare e rimase quasi a bocca aperta. Era davvero bellissimo, nonostante sembrasse poco più grande di lei e, come richiesto, rispecchiasse degli standard di normalità: non era particolarmente alto, aveva capelli neri rasati sulla nuca e tenuti più lunghi sul davanti, e i suoi occhi... Erano sottili e intensi, grigi come l'acciaio.

- Sono Levi, piacere. Mi manda l'agenzia -

Hanji non sapeva cosa dire, non riusciva a parlare. Poi però notò che anche lui sembrava sorpreso.

- Tutto a posto? -

Scosse la testa e abbassò lo sguardo.

- Ehm... Sì -

- Meno male - Sorrise appena - Avevo paura che volessi cambiarmi...-

- Mh? -

Perché, si poteva fare?!

- Oggi mi è andata bene - Disse lui, guardandola con attenzione - Essere chiamato da una ragazza così carina... -

- ... - Proprio un'uscita da Host - Scommetto che lo dici a tutte - Disse facendo una smorfia infastidita.

- Ma come, non sei abituata ai complimenti? Strano... - Disse sorridendo - ...Sei così bella... -

Hanji incrociò le braccia e abbassò il capo.

- Smettila... Mi vergogno! - Borbottò con il viso in fiamme.


In realtà... Ad Hanji faceva un discreto piacere.


Levi era simpatico, anche se un po' troppo serio. Tuttavia, Hanji ebbe l'impressione che lui non potesse farci niente, forse era semplicemente così di natura.

Parlarono un po' fino a quando, quasi improvvisamente, le dita di Levi raggiunsero delicatamente la base della sua schiena a tradimento, sfiorando un lembo di pelle che la maglietta non aveva coperto. Hanji rabbrividì quando lo sentì fare piccoli movimenti circolari con l'indice lungo la sua schiena, andando fino al collo e tornando poi alla vita.

- Cosa stai facendo? - Chiese imbarazzata.

Il ragazzo moro smise di muovere la mano e arretrò un poco, in modo da guardarla negli occhi.

- Secondo te? - Sorrise, posando le labbra sulla sua fronte e scendendo verso il collo, sul quale cominciò a deporre una scia di baci.

Con un movimento rapido, Levi la spinse delicatamente a terra. Poi si fermò per un attimo, il suo respiro caldo le sfiorò i capelli castani e Hanji sentì la tensione fra loro farsi ancora più grande.

Hanji si tirò indietro a sua volta per guardarlo meglio.

- Vuoi farlo? - Chiese imbarazzata, distogliendo in fretta lo sguardo.

Levi tornò a baciarla nell'incavo del collo, poi sfiorò le sue labbra con le proprie.

- Se vuoi, smetto... -

Hanji non rispose, si vergognava troppo, perciò si limitò a chiudere gli occhi.

A poco a poco Levi approfondì il bacio fra loro, inclinando la testa di lato e aprendo la bocca lentamente, toccandole delicatamente le labbra con la lingua. Hanji infine schiuse le labbra a sua volta, rispondendo al suo bacio.

Senza staccarsi da lei, Levi fece scorrere la mano che aleggiava sul suo collo fino alla vita, poi dietro le ginocchia, spingendola verso di lui e attirandola all'altezza dei suoi fianchi. Hanji strinse automaticamente le braccia intorno al collo di lui, rendendo la sua mossa successiva molto più semplice.
Levi la sollevò da terra, portandola sul letto, facendosi cadere insieme sul materasso.

In mezzo a quel vortice di sensazioni e respiri accelerati, Hanji lasciò che il suo istinto avesse la meglio e iniziò a sbottonare la camicia che Levi indossava. Presto tutti i bottoni furono liberati, permettendole di accarezzare con le dita la sua schiena nuda. Nel frattempo, Levi baciò le sue spalle, tirandole la manica del maglione fino a rivelare la sua pelle.

Hanji borbottò qualcosa di incomprensibile quando le mani che la stavano toccando scesero verso i fianchi. Le sue dita stavano passando sotto i suoi jeans, spogliandola poco a poco. 
Chiuse ancora gli occhi, sentendo il tessuto scivolare via poco a poco. Avvicinò la testa al suo ventre, baciandolo in ogni suo punto, per poi saltellare con le labbra fino alla sua bocca per richiedere un bacio avido.
Le sue labbra erano così morbide e il suo corpo così bello... Presto perse il controllo, iniziando ad avvicinare i fianchi a quelli di Levi mentre lui si faceva strada con la mano attraverso le sue cosce, cercando la sua parte più intima.

- Ah... Levi -

Levi la guardò per qualche secondo, sulle sue labbra c'era un leggero sorriso.

- Sei davvero bella - Le sussurrò prima di tornare a baciarla.

La strinse a se, le lenzuola intorno a loro erano disordinate. Con un movimento lento e deciso esplorò il suo corpo, fino a raggiungere un ritmo frenetico.

Sussurri, carezze, sudore, passione... 
In quel momento, erano diventati tutt'uno.


"Quando si parla di un legame fisico tra due persone... Sicuramente era qualcosa come quello che aveva appena provato con lui" Pensò Hanji mentre sfregava divertita la mano dietro la testa di Levi, sentendo il fruscio della testa rasata contro la sua pelle.

- Cosa? - Chiese lui vedendola sorridere.

Hanji scosse la testa con noncuranza e si riappoggiò al materasso.

Non avrebbe mai pensato di poter fare una cosa così audace... Chissà cosa diavolo le era preso.

Ma, in ogni modo, quando il fidanzato in affitto ricevette il compenso per il suo lavoro... Alla fine se ne andò senza nemmeno chiederle il suo nome.
 
  
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