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Autore: Lady_loneliness    13/03/2015    1 recensioni
Bill si sentiva davvero fortunato ad averla incontrata.
Certo, il loro incontro non era stato dei migliori, anzi, avrebbe potuto definirlo quasi tragico.
Insomma, chi avrebbe definito allegro l’incontro di due ragazzi su un tetto di un grattacielo, l’una in procinto di buttarsi e l’altro di farsi uno spinello di nascosto?
Però, nonostante le circostanze fossero state davvero tristi, Bill ricordava quel giorno sempre con il sorriso sulle labbra, e non perché era un pazzo, sadico o chissà cosa, no.
Ricordava quel giorno con il sorriso sulle labbra perché, grazie al destino nel quale aveva imparato a credere, aveva conosciuto quella che sperava sarebbe stata l’amore della sua vita.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Premetto che questa è la mia prima storia / oneshot / comevoletechiamarla sui Tokio Hotel ( Bill in particolare, ma se ne scriverò altre saranno tutte su Bill, credo).
E.. Sì, ammetto di aver scritto una bomba di dolcezza – penso mi sia venuto il diabete mentre la stavo scrivendo, lol.
Niente, spero sarete clementi con me, e come al solito ogni tipo di recensione è sempre gradita!

 
 
 
 
 
 
Thanks for saving me.
 
 
 
 
 
 
Bill si sentiva davvero fortunato ad averla incontrata.
Certo, il loro incontro non era stato dei migliori, anzi, avrebbe potuto definirlo quasi tragico.
Insomma, chi avrebbe definito allegro l’incontro di due ragazzi su un tetto di un grattacielo, l’una in procinto di buttarsi e l’altro di farsi uno spinello di nascosto?
Però, nonostante le circostanze fossero state davvero tristi, Bill ricordava quel giorno sempre con il sorriso sulle labbra, e non perché era un pazzo, sadico o chissà cosa, no.
Ricordava quel giorno con il sorriso sulle labbra perché, grazie al destino nel quale aveva imparato a credere, aveva conosciuto quella che sperava sarebbe stata l’amore della sua vita.
La stessa ragazza che ora, con il sorriso stampato sulle labbra carnose, gli si stava avvicinando con passi lenti, quasi calcolati.
Subito le labbra del ragazzo si distesero a loro volta, e le braccia corsero ad avvolgerle la vita in modo da stringere quel delicato corpicino contro il proprio.
« Bill.. »
« Ssh, non dire nulla.. »
A quel punto la risatina della ragazza vibrò contro il petto del moro, che si scostò quel tanto per riuscire ad incrociare quegli occhi di zaffiro con i proprio color nocciola.
Un’espressione perplessa si dipinse sul volto del più alto, che non fece altro che far ridere ancora di più la ragazzina.
« Che c’è da ridere? Nena? »
Non ricevendo alcuna risposta, Bill sbuffò, scostandosi ancora ed incrociando le braccia al petto.
A volte era così permaloso, si offendeva davvero con poco.
« Scusa, Bibi. » ridacchiò ancora Nena, mordicchiandosi teneramente il labbro inferiore.
Bill adorava quando lo faceva, e la ragazza lo sapeva bene – per questo spesso e volentieri ne approfittava.
Un sorriso, l’ennesimo della serata, ed allacciò le braccia intorno al collo del maggiore – il suo ragazzo – e si strinse a lui, scoccandogli un bacio a fior di labbra.
« Io non volevo rovinare il momento, giuro. Volevo solo dirti che tuo fratello e gli altri sono arrivati. »
Ed in effetti, ora che faceva attenzione, Bill poteva sentire la risata di Tom in lontananza, insieme agli schiamazzi dei loro amici e delle loro fidanzate.
Il moro, il più piccolo del gruppo – in quanto nato dieci minuti dopo il gemello, era l’unico a non avere ancora la ragazza.
O meglio, le aveva, ma erano tutte avventure di poche settimane.
Mentre con lei, Nena, durava ormai da circa otto mesi.
Visto da un occhio esterno non era poi così tanto tempo, ma per Bill, oh!, per lui era un vero e proprio traguardo.
La sua piccola Nanù era così diversa dalle altre.
Con i suoi lunghi capelli nocciola, quegli occhi così brillanti da sembrare due veri e propri zaffiri incastonati a posto delle iridi – sempre nascosti da quegli occhiali dalla montatura troppo grande per il suo visino che le donavano, insieme alla corporatura minuta, l’aspetto di una bambina.
La sua bambina.
Quella che aveva visto piangere, disperarsi, e che ora per merito suo rideva e scherzava con tutti, di continuo.
Quella che ora era la più ottimista di tutti quelli che conosceva.
Quella che, nonostante tutto, rimaneva sempre troppo timida e che quindi arrossiva con un nulla.
Forse era per questo che Bill si era innamorato di lei, o forse per altro.
Non lo sapeva, ancora.
In quel momento, nel vedere suo fratello abbracciare così affettuosamente la sua piccola, il moro sapeva solo che l’amava davvero, e che lei e solo lei era riuscita a rimettere insieme i pezzi della sua famiglia, che stava inesorabilmente cadendo.
 
« Tom, non me la sciupare troppo! » esclamò ridendo, mentre andava ad avvolgere i fianchi di lei con le braccia e le poggiava il torace alla schiena.
Nena amava quando Bill la abbracciava in questo modo; la faceva sentire così.. Al sicuro, protetta come mai lo era stata in vita sua.
Il ragazzo non ne era a conoscenza, però.
Non sapeva ancora il perché del suo tentato mettere fine alla sua vita.
Bill conosceva solo parte della storia.
Conosceva la parte minore, quella meno brutta.
Sapeva della morte prematura della gemella di lei, della depressione della madre, ma era all’oscuro della violenza, fisica e psicologica, da parte del padre.
« Sei uno sbaglio! » le urlava sempre quel mostro quando era sbronzo, « lei doveva vivere, non tu! » continuava.
E lei, Nena – che alla sorella teneva più della sua stessa vita, alla fine a quelle parole ci aveva creduto davvero.
Forse era per questo che si era affezionata così tanto ai gemelli Kaulitz.
Certo, doveva ammetterlo: era gelosa, invidiosa del loro rapporto, quello che lei non avrebbe più potuto avere con nessuno.
Però, detto sempre sinceramente, in loro rivedeva un po’ sua sorella, con quei caratteri allegri, sempre sorridenti e pronti a combinare guai.
Stando vicina a loro avrebbe sempre avuto Rebeka accanto, in un modo o nell’altro.
Ma non era solo per questo che voleva Bill al suo fianco, no.
Bill l’aveva salvata, le aveva impedito di sprecare la sua vita e l’aveva aiutata a capire che lei, nonostante tutto, era speciale.
Lui la faceva sentire speciale.
Con quei piccoli gesti, come quei delicati baci che ora le stavano riempiendo il collo, o magari quegli abbracci a tradimento – quando litigavano – che le toglievano il fiato.
Era vero: non appena lo aveva visto, con quei capelli corvini lunghi fino alle spalle, gli occhi scuri ma chiari allo stesso tempo contornati di matita nera ed uno spinello in mano – be’, non gli aveva dato un briciolo di fiducia.
Poi lo aveva visto.
Aveva visto quel briciolo di determinazione a salvarla nei suoi occhi, ed allora era cambiato tutto.
 
Fu quel ricordo a farla sorridere, ancora, ed a farla stringere con più forza al corpo magro del più grande – anche se di solo qualche mese, ci teneva sempre a precisare lei.
« Uh-uh, ma che bei piccioncini! »
Georg, il maggiore del gruppo, adorava prenderli in giro, ma in realtà era davvero felice per il suo piccolo Bill e la “nuova arrivata”, come la chiamavano agli inizi.
Nena adorava i suoi nuovi amici.
Adorava Tom e Larissa, che non si facevano problemi a pomiciare in pubblico.
Adorava Georg e Donja, che sapevano sempre come mettere allegria.
Adorava Gustav e Silke, che con i loro modi silenziosi sapevano metterti a tuo agio.
Ed infine, e di questo ne era certissima, amava Bill.
Il suo ragazzo dai lineamenti delicati, che adorava truccarsi e farsi la manicure.
La “checca isterica”, come lo chiamava lei quando dava di matto se magari non trovava uno smalto in particolare o la piastra per capelli.
Bill, il ragazzo dalle sembianze demoniache ma con la voce di un angelo.
 
Si erano trovati, grazie ad uno scherzo del destino, e si erano aiutati a vicenda, legandosi in una maniera indissolubile.
« Bill? » sussurrò, quando gli altri erano abbastanza lontani da non sentirli.
« Mh? »
« Grazie per avermi salvata. »
  
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