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Autore: Chelinde    13/03/2015    0 recensioni
"Una terra divisa a metà, due popoli in continuo conflitto, una guerra sta per nascere, il sangue innocente si mescolerà a quello crudele.
Draghi contro draghi, le stesse creature, fratelli tra di loro attenteranno alla vita dei loro simili.
Lilidith, la principessa dalle squame viola avrà il suo battesimo del fuoco, vedrà la morte dei suoi compagni e deciderà che è il momento di fare qualcosa.
Si, ma cosa?"
Spero di avervi incuriosito, e vi invito a passare e lasciarmi una recensione.
Un bacione Chelinde!
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO V

Il mio sguardo vagava libero fuori dalla finestra dell’aula, mi ero già stancata delle parole del mio insegnate di storia, continuava a parlare a vanvera di sé stesso e del suo metodo di lavoro, bè certo era normale visto che era la prima lezione dell’anno.
Era un professore piuttosto anzianotto, aveva le squame blu scuro e gli occhi grigi chiari che si spostavano da un alunno all’altro, ogni tanto con la grande zampa si accarezzava la lunga ed ispida barba che gli ricadeva dal mento grigiastra, la sua voce era monotona e noiosa, tanto che trovavo il cielo, ora pieno di nuvoloni carichi di pioggia molto più interessanti del resoconto dei suoi ultimi dieci anni di vita.
Ogni tanto vedevo passare grandi draghi che volavano nel cielo, li invidiavo, odiavo essere rinchiusa dentro quattro mura, soprattutto se si trattava dei muri della scuola!
Il suono della campanella dell’ultima ora fu l’unica cosa capace di stamparmi sul muso un grande sorriso e mentre il professore salutava tutti cordialmente uscii in tutta fretta dall’aula, curiosa di sapere che cosa mi avrebbero mostrato Mastrong e Colings, mi fermai alle radici di una grande quercia quando mi sentii sfiorare una spalla, trasalii a quel contatto voltandomi velocemente. Davanti a me si trovava una dragonessa dalle squame rosse fuoco e gli occhi grandi e verdi, abbastanza comuni tra i draghi, tuttavia ciò che mi colpì in particolare furono le sue ali, anche se chiuse si poteva capire quando fossero possenti, una qualità che personalmente apprezzavo molto perché ti permetteva di volare molto velocemente e di raggiungere quote più alte con minore fatica.
“Mi scusi, non intendevo spaventarla” iniziò lei, non sapevo perché, ma il suo muso mi sembrava di averlo già visto, scossi la testa sorridendo “Non ti preoccupare” iniziai “Ma ti prego di darmi del tu, il lei lo trovo troppo formale ed adatto solo a persone che ricoprono un ruolo importante come mia madre” continuai tenendo a freno anche il nome di mio padre, sentii la tristezza tornare ad assalirmi ma la scacciai in fretta.
“D’accordo Lilidith” iniziò titubante, era estremamente dolce, anche se sapevo che probabilmente questo suo comportamento era solo perché io ero la Principessa, certe volte sentivo come se questo ruolo mi fosse stretto, certo, era il sogno di ogni cucciolo ed anche degli adulti ed a me piaceva molto, però certe volte mi pesava che le persone non mi si rivelassero per come erano come facevano con gli altri.
“Comunque io sono Dorotea”, annuii leggermente continuando a chiedermi dove l’avessi vista, eppure il ricordo continuava a sfuggirmi “Siamo compagne di classe”, a quella frase sgranai gli occhi, sorrisi imbarazzata, ecco dove l’avevo già vista “Ma certo Dorotea!” dissi fin troppo ad alta voce, lei mi guardò un attimo ed infine scoppiò a ridere seguita dopo poco da me.
Aveva una bella risata, cristallina e pulita ed anche la sua voce era molto bella.
“Lily!” mi voltai verso i due draghi che i stavano volando incontro, sorrisi loro, la dragonessa rimase immobile a guardarli “Allora andiamo?” mi chiese subito il drago dalle squame blu, annuii leggermente e mi voltai verso la mia compagna di classe che continuava ad osservare Colings come incantata e la stessa cosa potevo dire del drago verde.
“Vi presento Dorotea” iniziai sorridente “Loro invece sono ”Mastrong e-“ lei mi precedette “Colings” disse per poi spostare nuovamente il suo sguardo su di me “Abbiamo già avuto il piacere di conoscerci” continuò sorridendomi “Comunque adesso devo andare, mi ha fatto piacere conoscerti Lilidith” spalancò le sue ali e potetti ammirare che erano davvero possenti come me le ero immaginate, forse anche di più, “Anche per me” dissi semplicemente prima di vederla alzarsi in volo.
Tornai a concentrarmi su quelli che, non so bene come e perché, adesso consideravo amici “Allora dov’è che mi dovete portare di bello?” loro si sorrisero complici “È un segreto, lo scoprirai quando ci arriveremo”, annuii leggermente “Però vi spiace se passiamo un attimo per il castello? Devo avvertire che tornerò più tardi”, i due annuirono ed iniziammo la strada che ci avrebbe portati a casa.
Le pareti del palazzo mi fecero sciogliere un leggero peso che portavo sul cuore, era tutto a posto, esattamente come lo avevo lasciato quella mattina, atterrai nel giardino, a venirmi in contro fu uno dei servitori al quale dissi velocemente che sarei tronata più tardi e dopo essermi velocemente congedata raggiunsi nuovamente i due draghi che mi avevano aspettato volando in cerchio.
“Ma non è un problema per tua madre?” mi chiese leggermente preoccupato Mastrong “No, è fuori per lavoro, tornerà solo questa sera tardi” risposi semplicemente sorridendo.
Da quando mio padre era morto mia madre aveva sempre più lavoro da svolgere ed era sempre più stanca e triste, nonostante cercasse di non darlo a vedere non era ancora riuscita a superare nemmeno in minima parte la morte di mio padre ed ero sicura che svolgere tutti quegli impegni che prima facevano in due, o che era Fiorix a svolgere doveva ricordarglielo continuamente. La stimavo molto per la sua forza, nonostante la delicata situazione era ancora in grado di reggere l’intero regno contando solo su se stessa, io in effetti non l’aiutavo molto, non sono mai stata molto propensa a svolgere il mio ruolo di Principessa nelle cerimonie noiose e sofisticate ed ancora continuavo su quella strada. Non osavo pensare a quando sarei  stata una Regina e sarei stata costretta a partecipare a quelle noiose cerimonie formali.
“Tutto bene?” mi chiese il drago blu portandosi al mio fianco, gli sorrisi annuendo “Stavo solo pensando a come sarà quando toccherà a me fare la Regina” dissi “Io mi procuro subito un’armatura per difendermi dalla tua ira” disse Colings che era poco più indietro di noi, iniziai a ridere di gusto “Temo che solo quella non ti basterà” dissi rallentando il mio volo per permettergli di raggiungerci facilmente.
“Ci siamo” mi avvertirono iniziando una virata a destra continuando a scendere, li copiai velocemente ritrovandomi ad atterrare difronte ad una strana costruzione, era una casa completamente fatta in legno, qua e là vi era un po’ di muffa, ma tutto sommato sembrava una struttura solida.
“Ma che posto è questo?” chiesi visibilmente incuriosita, non vi ero mai stata, e che credevo di conoscere questi luoghi meglio del palmo della mia zampa!
“È una ex casa d’allenamento” iniziò Mastrong sorridendo felice di avermi stupito “Veniamo spesso qui per allenarci, studiare o semplicemente passare del tempo fuori di casa anche senza fare nulla” continuò “Posso entrare?” chiesi timidamente, il drago dalle squame verdi rise aprendo la grande porta in legno “Certo, altrimenti non ti avremmo mai portato qui!”.
Entrai dento, il legno scricchiolò leggermente, camminai lentamente, la luce filtrava dalle finestre illuminando il corridoio e le stanze.
L’ambiente era molto carino, qua e là si trovavano vari quadri rappresentanti paesaggi del regno della luce, certi erano durante la notte e presentavano un cielo punteggiato da splendenti stelle ed in uno vi era una riproduzione abbastanza fedele della costellazione dei Draghi. Le figure che si venivano a creare erano due draghi che tenevano il muso poggiato l’uno sull’altro in un atto estremamente dolce, avevo sempre amato la loro leggenda.
Erano Cristi e Jam, due draghi che avevano vissuto nell’epoca immediatamente posteriore al termine delle prime controversie tra Narick e Miriss, le due dragonesse che avrebbero dovuto prendere il posto di Yamlung. Entrambi erano figli di due famiglie molto importanti del regno della luce, si erano incontrati durante la danza della primavera, lei vi si era recata accompagnata da colui che l’avrebbe dovuta sposare, anche se in realtà non era ancora stato fatto nessun accordo formale. Purtroppo si era sentita male e lui l’aveva lasciata da sola nei pressi di una grande fontana mentre tornava a divertirsi. Cristi si era messa a guardare le stelle stesa sull’erba quando nel suo campo visivo era entrato il muso di un altro drago, aveva trasalito vedendolo lì davanti a se e si era velocemente rimessa in piedi. Avevano iniziato a parlare e ben presto tra i due era nata un sottile complicità, continuarono a mantenere i contatti anche successivamente divenendo grandi amici, passavano insieme molto tempo leggendo libri, parlando del più e del meno e come sboccia un fiore, lentamente ed inesorabilmente, sbocciò l’amore. Loro stessi non riuscivano a comprendere bene i loro sentimenti al principio, ma con i passare del tempo capirono che quel legame tanto profondo che li univa non era semplice amicizia e che non si accontentavano più di ciò che erano stati fino ad allora. Non si sa com’è avvenuta la dichiarazione, da quanto ci è arrivato di scritto pare che nello stesso giorno del loro incontro lui le abbia fatto presente i suoi sentimenti, se fosse stato così sarebbe stata una cosa veramente molto romantica, ma non possiamo sapere come sia avvenuto realmente. Fatto sta che i due non riuscirono a far accettare alle loro famiglie il loro rapporto sentimentale, Cristi sarebbe rimasta comunque la promessa sposa del drago che l’aveva abbandonata durante la festa dell’anno precedente. I due però non smisero mai di frequentarsi anche se il loro amore non andò mai oltre al mettere le due fronti a contatto e beandosi di quel momento. Non molto tempo dopo Jam fu chiamato al fronte per combattere al fianco dei suoi fratelli contro la minaccia del Regno dell’Oscurità. La separazione fra i due fu molto dolorosa, tuttavia nonostante fossero lontani molti kilometri mantennero intatto il loro dolce sentimento attraverso una corrispondenza di lettere che venivano consegnate ogni settimana dai messaggeri, Cristi attendeva quel giorno sempre con un groppo in gola, temeva sempre di veder spuntare il nome dell’amato tra i morti o i dispersi, o ancora di non vederle recapitata la sua lettera. La guerra durò molto tempo durante il quale la dragonessa fu costretta a sposarsi, inutile dire quanto questo momento fu doloroso per entrambi, non riuscivano ad accettare questa situazione, avrebbero desiderato di ribaltare i loro destini pur di farli ricongiungere nuovamente. Eppure il fato aveva deciso una strada diversa per loro, infatti solo poche settimane dopo il matrimonio di lei, Jam apparì tra i caduti in battaglia. Cristi non uscì dal suo studio per più di un mese facendosi recapitare solo il cibo da una cameriera fidata e la maggior parte delle volte i vassoi venivano riportati indietro pieni o ridotti a metà. Passava il tempo a rileggere quelle lettere che lui le aveva inviato dal fronte, piangeva e ne scriveva di altre che se fosse stato vivo gli avrebbe spedito. Esaurite tutte le sue lacrime si decise ad uscire, continuò a svolgere il suo ruolo di moglie fino a quando non restò in cinta, la piccola dragonessa che nacque divenne la sua unica ragione di vita, passava la maggior parte del suo tempo a contatto con lei, faceva tutto ciò che poteva renderle la vita migliore e desiderava che lei avesse la possibilità di sposarsi con l’uomo che amava. Dovette lottare per riuscire ad ottenere questo diritto per la figlia ed alla fine il marito cedette ritrovandosi con un salto in alto della sua famiglia nella scala gerarchica, più di quanto potesse sperare. Cristi morì vecchia ed in pace, aveva assicurato alla figlia un futuro felice con l’uomo che amava, era stata una brava madre ed una moglie discreta ed ora poteva raggiungere il suo vero amore per poter vivere con lui la vita che non avevano potuto vivere durante la loro vita mortale.
“Lilidith?” la voce di Mastrong mi riportò alla realtà piuttosto bruscamente, spostai lo sguardo verso di lui incontrando i suoi occhi rossi “Ti eri incantata ripensando alla loro storia?” mi chiese dolcemente guardando il quadro che avevo osservato fino a poco prima, annuii leggermente “È incredibile una storia d’amore così forte non è vero?” chiesi innocentemente, lui rise “Non ti facevo così sensibile principessina”, arrossii davanti al nomignolo, “Scemo” borbottai proseguendo lungo il corridoio, lo sentii continuare a ridere alle mie spalle mentre mi raggiungeva velocemente.

N.D.A.:
Autrice: "Ma salve a tutti!! aggiorno con ritardo anche questa volta ma a causa del fatto che non riuscivo a mettere l'HTML al capitolo ^^" ... si, sono una frana U3U"
Lilidith sfonda il soffitto ed atterra accanto all'autrice.
Lilidith: "Ma no Autrice tu non sei una frana!!"
A: "Oh Lily!"
L: "Oh Autrice!"

Iniziano a fuoriuscire una serie di cuoricini mentre le due si abbracciano ... mi chiedo da dove li tirino fuori tutti quei cuoricini,spendano più in cuoricini  ed in riparazioni per il soffitto che per il mio stipendio!
L: "Ma noi non ti paghiamo mica!"
Si, infatti ... -.-" ... e non capisco perché ve ne vantate tanto
A: Suvvia, è il caso di proseguire o questa nota non avrà mai una fine

A: Ma come chiudete?
L: Spazio finito?
L & A: Ma non abbiamo detto niente!

A & L: Ma spendiamo tutto in riparazioni per il soffitto e cuoricini!

L: Si certo, provate ad utilizzare le porte nguènguè parla bene lui!

Si!
L&A: Narratore!
Mbé? Non posso fare il tifo per gli altri?
L&A: NO!
Stron-
  
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