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Autore: Inspired_girl    13/03/2015    19 recensioni
Cosa puoi fare quando l'insicurezza ti blocca? Cosa puoi dire quando la timidezza ti opprime la gola? Come puoi vivere quando attualmente vivi solo di malinconia e depressione?
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«Non abbiamo bisogno di psicopatici appena usciti da istituti per depressi, tornatene a casa Howen»
(N.d.A: tematiche delicate trattate con estrema cura e cautela, realismo)
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo'


(Leggete lo spazio autrice)


                                  Love 

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“L'amore è come una clessidra: 
quando si riempie il cuore si svuota il cervello.”
-Arthur Bloch





«Allora Justin, ti sei dato una calmata?» chiese Chris una volta che fummo rientrati in discoteca. Justin mi parve disperso, confuso e amareggiato, si tenne il capo tra le mani e scosse la testa. Poi tornò composto e ignorò l'amico, prendendo un sorso del drink e puntando lo sguardo sulle chiazze sopra il mio seno, per poi guardare me e ghiacciarmi con i suoi bellissimi occhi color miele. Continuavo a non capire quale fosse il problema, aveva esplicitamente dichiarato che la sua non fosse gelosia ed era andato a parare sul fatto che Lizzie significasse ancora qualcosa per lui.
«Non è in vena di parlare, si vede che ha perso la voglia di insultare gratis» disse Zack mandandogli una frecciatina, che accettò di buon gusto facendo però l'indifferente, il suo comportamento mi dava i nervi, non si faceva capire.
«Ragazzi, ho adocchiato una ragazza non male. Ci vediamo dopo» interruppe il dialogo Alex, alzandosi e sistemandosi i vestiti. Si inumidì le labbra e fece un occhiolino a distanza, non avevo mai visto questo lato dei ragazzi, ma era ora che li conoscessi a fondo. «Dacci dentro» lo incoraggiò Zack dandogli una pacca sulla spalla, «attento a non metterla incinta, non vogliamo altri piccoli Alex, uno ci basta e ci avanza» prese a canzonarlo Chris. Ridacchiai, che buffo.
«Tranquillo, ho le mie precauzioni in tasca» rispose Alex tirando fuori la lingua e scendendo dal posto riservato in cui stavamo, mi scompigliò i capelli e si diresse verso quella che sembrava essere una bellissima ragazza, che lo stava già attendendo sulle scale, segno che voleva andare subito a fondo senza neanche conoscerlo un po'. Che mondo. 
«Justin! Cercane anche tu una che ti raffreddi i bollenti spiriti» seguitò a dire Chris prendendo di mira Justin, ridacchiai sottovoce, quel ragazzo era un grande, aveva una lingua tagliente come la lama di un coltello, era davvero furbo.
«Magari torna a cercare quelle tre mignotte di prima, così ti passano l'aids o l'epatite, chi lo sa?» continuò poi. 
«Perché invece non vi freddate voi i bollenti spiriti?» rispose Justin improvvisamente nervoso.
«Oh amico, allora siamo rimasti solo io e te. Perché Zack e Caren hanno fatto una sfacchinata assurda! Altro che vergine inseperta» disse ridacchiando. Il suo sguardo incontrò nuovamente il mio e mi sentii parecchio imbarazzata.
«Sai, mi chiedevo, come fosse possibile scopare a tutto sprint» in quell'istante divenni rossa come un pomodoro, Zack se ne accorse e rise sottovoce. «Chris...» sussurrai e l'attenzione ricadde su di me.
«Cosa? Oh mio Dio non avete usato le precauzioni?» chiese coprendosi la bocca con le mani.
«Zack! Sei tu il maschio devi maneggiare la stuazione. E se rimane incinta?» disse poi rivolgendosi al biondino che ormai era rosso dalle risate, «se rimane incinta facciamo accudire il bambino a Justin che è solo soletto, io e la mamma dovremmo ancora farne di esperienze». «Io non accudisco i bambini di nessuno» tuonò Justin. 
«Appunto, tra poco manco sai accudire te stesso» disse Chris. Risi cominciando a sentirmi euforica, carica di energia positiva e adrenalina. «E pensi di poterti prendere cura di me?» feci io, tirando fuori la voce, non potevo lasciar fare tutto a loro.
«Bambola se non fosse per tuo padre per me potresti sbatterti l'intera discoteca» sorprendente, non si era ancora pentito di essersi comportato male con me, mi lasciava senza parole.
«E non ti darebbe fastidio?» domandai stuzzicandolo.
«Non dire sciocchezze» rispose lui.
«Appunto Caren, non dire sciocchezze, gli brucerebbe il culo e basta, cosa vuoi che sia» mi aiutò Chris, che in quel momento lodai. Decisi di costruirli una statua crisoelefantina, avorio e oro. 
«Chris devi stare zitto» lo rimproverò Justin, che temperamento ragazzi...
«Justin, devi darti una calmata amico. Qual'è il tuo problema?», «tu lo sai» replicò Justin a Zack e nei loro sguardi percepii qualcosa di celato, qualcosa che sapevano entrambi, Chris compreso, ma che nessuno si decideva a dirmi.
I loro occhi brillavano, sembravano comunicare solo con quelli e io continuavo a non capire, imprecai mentalmente.
«Ehi piccolo, ti va se balliamo?» domandai stringendo la mano a Zack, prendendo l'iniziativa autonomamente. Chris mi fece un occhiolino, quindi stavo andando piuttosto bene. 
«Io vado a procurarmi qualche ragazza, ne ho viste alcune mangiarmi con gli occhi. Ciao Justin, resta solo che ti si addice» si aggiunse al discorso Chris, scendemmo dalla nostra postazione e lo lasciammo da solo, mentre si rigirava i pollici e abbassava lo sguardo, se lo meritava a pieno. Ricordai di quando mi lasciava da sola per ballare con Lizzie.
Ci facemmo spazio tra la folla di gente che ballava indisturbata, buttando le mani all'aria senza alcuna preoccupazione e lasciandosi i problemi alle spalle, dopotutto era così che la vita andava vissuta, al cento per cento e con il sorriso sul volto.
«Chris io ti amo» dissi una volta lontani saltandogli tra le braccia.
«Sei un grande amico» si complimentò con lui anche Zack abbracciandolo da vero amico e per la prima volta vidi l'umanità e l'amore tra loro due. In genere si prendevano sempre in giro, erano sarcastici, giocavano e scherzavano, ma mai avevano dimostrato il loro vero rapporto, il sentimento di amicizia che li legava. Fui fiera di loro due, estremamente fiera e orgogliosa.
Ci abbracciammo a tre, io leggermente più bassa stretta tra i loro tonici toraci che tra poco mi avrebbero soffocata.
«Chris sei davvero stimabile» ammise il biondino, «lo so» replicò lui.
«Volevo solo dirti che ti voglio bene» continuò poi, spalancai gli occhi da cotanta dolcezza da parte di Zack nei confronti del suo amici, non avevo mai assistito ad una scena del genere.
«Quando?» chiese Chris, «beh... Adesso», «no no, quando te l'ho chiesto?» si corresse poi. 
Scoppiammo tutti in una gustosissima risata, risi di cuore, sorridendo a trentaduedenti.
«Guarda, mister Justin ci sta raggiungendo» dissi poi con stupore, notando l'arrivo del ragazzo che mi piaceva, ma che decisi di trattare male.
«Hai deciso di muovere il fondoschiena?» chiese Zack, Justin annuì.
«Voglio ballare anche io» rispose, feci spallucce, «fai ciò che vuoi». 
«Appunto, altrimenti non sarei sceso» continuava ad essere dannatamente sfrontato, che coraggio. Lo ignorai totalmente, Chris non scherzava quando diceva di volersi procurare una ragazza, di fatto lo vidi sparire con addirittura due belle fanciulle, trascinandole dolcemente con se per le camere. Mi sentivo da sola.
Partì un lento, «QUESTO È PER TUTTE LE COPPIE PRESENTI QUESTA NOTTE» urlò il dj, 'magnifico' pensai. Ci spostammo a danzare in una zona della pista più spaziosa.
Justin che fino a quel momento stava ballando da solo si fermò e rimase impalato, mentre io e Zack ci avvicinammo come tutti gli altri presenti. Poggiai le mani dietro al suo collo e lui poggiò le sue sui miei fianchi, ci dondolammo coordinati con la musica di sottofondo.  
«Poverino» commentò Zack spostando lo sguardo di volta in volta su Justin, «se lo merita» dissi. Lui annuì e continuammo a ballare, lo guardai negli occhi e poter sentire il suo fiato sul mio viso -specialmente sulle labbra- mi stava facendo impazzire.
Mi stavo sentendo strana, proprio come prima in camera... Quando mi fece i succhiotti e stavamo per... Beh per farlo.
Il cuore mi batteva e percepivo questa sensazione, questo movimento al mio interno proprio verso l'inguine. Non capivo bene cosa mi stesse succedendo, non mi erano quasi mai capitate cose del genere con un ragazzo.
«Zack» bisbigliai, era bislacca come cosa però mi piaceva pronunciare il suo nome. Alzò il viso e mi guardò, «cosa senti?» domandai, lui aggrottò le sopracciglia e sorrise, «nel senso, come va? Cioè, come stai?».
«Sto bene, come al solito. È un po' monotona come risposta, però è così. Tu?».
«Oh io sto benissimo, con te al mio fianco mi sento sicura. Non sto scherzando, sei una forza Zack. È difficile spiegare come mi sento, perché delle volte mi fai uno strano effetto».
«Cioè?» chiese, «non lo so, però mi piace questa cosa». Ridacchiò.
Partì un'altra musica, più sensuale. Colsi l'occasione per afferrare le sue mani e posizionarle sul mio fondoschiena, mi attaccai ulteriormente a lui, «non mi provocare» mi rimproveró. La cosa mi piacque e soffiai sul suo labbro inferiore, cosa che non avevo mai osato fare con lui e che mi risvegliava i sensi femminili, la presenza di Justin al nostro fianco m'incentivava sempre di più. «Caren non ti ho mai vista così...» cominciò a balbettare. «Ti dispiace?» chiesi ridendo, fece di no con la testa. Mi alzai in punta di piedi e gli baciai l'angolo della bocca. Rimpiansi di indossare dei pantaloncini, presi nuovamente le sue mani e le portai sul mio seno. Lui sembrava in difficoltà, da una parte voleva andare avanti e cominciare a condurre lui la situazione, dall'altra invece sembrava interdetto, come se fosse indeciso.
Sentivo gli occhi di Justin penetrarmi e io mi gasavo sempre di più. Il biondino con cui ballavo era immobile, conoscevo il suo punto debole, dovevo svegliarlo. Lui moriva per i baci sul collo, quella zona era il suo punto debole e ogni qualvolta che mi avvicinavo lì, lo sentivo fremere. Vi poggiai un casto bacio, «diamine Caren» disse. Strinse la mia coscia e portò una mia gamba attorno alla sua vita, mentre con l'altra mano mi stringeva un fianco. Era chiaro, stavamo cominciando a strusciarci.
«Ti svegli adesso?» domandai cominciando a perdere la mia identità, non mi riconoscevo più. 
Lui mi sorrise, l'atmosfera mi stava dando alla testa.
«Zack» sussurrai con voce melliflua abbracciandolo lentamente, come per vivere di quel suo tatto così piacevole. Adoravo le sue spalle, i bicipiti e i dorsali, quando lo abbracciavo mi sentivo protetta, al sicuro.
«Sì?» disse avvolgendomi la schiena con le forti braccia, «sei bellissimo» mi venne istintivo dire. «Perché ti impegni con me invece che fare come Chris e Alex e goderti la vita?Insomma sei un ragazzo di diciotto anni». 
«Il fatto è che vali più di ogni singola ragazza con cui io sia mai stato» affermò, mi vennero i brividi, «quante saranno circa?».
«Cosa? Le ragazze?», annuii.
«Beh, non ti saprei dire. Non mi ricordo», «tu lo hai sempre fatto per divertimento?», «sì». 
«Con Lizzie?» posi la domanda con un groppo alla gola, «Lizzie è bravissima». Mi sentii mancare un po'.
«Cosa si prova?» chiesi stringendolo lievemente, come se potesse sparire da un momento all'altro. «Tante cose» rispose brevemente, «tipo?».
«Lo saprai quando arriverà il tuo momento», «ma io sono curiosa» protestai.
Improvvisamente infilò una mano sotto la mia camicia e mi accarezzò la schiena, mentre con l'altra mi afferrò leggermente il fondoschiena, questa volta di sua iniziativa.
Compì un movimento strano e mi ammosciai contro di lui, chiusi gli occhi e non mi resi conto di stare per cadere finché non fui afferrata, «se mi cadi con delle carezze come farai a reggere il resto?» domandò ridendo, prendendomi in giro per l'effetto che aveva avuto su di me.
«Dannazione» imprecai tastandomi la fronte, «se sei stanca andiamo a sederci».
In realtà dopo aver parlato di Lizzie che a quanto pare se la cavava anche in quel campo, mi ero sentita scoraggiata. Possibile che mi superasse in tutto?
«Posso uscire? Non riesco a respirare bene» bisbigliai tirandomi il colletto della camicia, sentendomi sudare freddo e percependo la discoteca girare. Allarmato, mi scrutò impassibile, poi mi strinse la mano e cominciò a muoversi verso l'uscita.
«Stai male?» domandò Justin che in tutto quel tempo non aveva fatto altro che osservarci, tirai fuori un «sì» debolissimo che non udii nemmeno io. «Zack è colpa tua» tuonò.
«Cosa diamine dici?» ribatté lui, «hai sentito bene amico, sei stato tu a farla ballare come un pazzo e poi a scopartela con le mani per tutta la durata del ballo».
«Parliamo di quando le hai dato della puttana», «non far ricadere la colpa su di me» gridò Justin. Non li avevo mai visti litigare, erano fratelli ormai, assistere a quella scena mi stava facendo impazzire. 
«È colpa tua se l'ho insultata, sei tu che non fai altro che mangiartela con gli occhi sapendo che mi dà fastidio il fatto che qualcuno possa anche solo respirare in sua direzione».
«Non è vero, l'hai insultata perché ti ha impedito di farti le prime mignotte di turno» rispose Zack alzando la voce di un'ottava e lasciandomi la mano, azione che mi costò un senso di debolezza maggiore e uno squilibrio totale, faticavo persino a reggermi in piedi, in aggiunta c'era questa puzza di erba e fumo, alcol e la musica troppo alta, per non parlare della gente attaccata che mi infastidiva nonostante fossimo in una zona più spaziosa.
«Vuoi davvero che parli di quante mignotte ti sia fatto tu prima di conoscerla?» chiese Justin avvicinandosi a Zack, con uno sguardo arrogante. 
«E tu dimentichi la tua vita prima di fidanzarti con Lizzie?».
«Non metterla in mezzo», «Justin qual'è il tuo problema? Non mi va di discutere».
«Nemmeno a me, ma quando vedo che sei uno stupido e che non ti prendi cura come si deve di Caren, allora passo anche alle mani». 
«Vorresti picchiarmi?» domandò Zack allibito. Scattai e grondante di paura sperai solo che non si picchiassero, non per colpa mia. 
«In questo momento non mi dispiacerebbe» fece Justin, si avvicinarono ancora di più. 
«L'ultima volta che l'hai fatto è stato quando hai saputo della relazione tra me e Lizzie prima che vi metteste insieme» rammentò il ragazzo biondo con cui ballavo dolcemente pochi minuti fa. «Non parlare di Lizzie, non tirare fuori la mia ragazza».
La 'mia' ragazza, non sapevo se avesse sbagliato a parlare in quanto Justin mi aveva detto tempo fa che l'avrebbe lasciata di sicuro. Fatto stava che mi sentii ulteriormente male.
«Perché ti dà così fastidio?» Zack era in procinto di scoppiare, «se continuo a ripetere davanti a te il nome di Ashley, come ti senti?».
'Ashley'? Chi era nuovamente quest'altra? Forse un'ex importante...
«Justin devi chiudere la tua cazzo di bocca», «devi farlo prima tu».
«Ti brucia il culo perché tu non sai far altro che ferire Caren, mentre con me si trova piuttosto bene?»  sentii il mio nome essere pronunciato, ma ormai ero all'estremo delle forze.
Più litigavano più sentivo il mio cuore andare in fiamme, avevo dei grossi sensi di colpa, mi sentivo l'artefice di una rovina. Ebbi seriamente paura di rovinare il loro rapporto di migliori amici, scombussolando tutto e facendo sciogliere così il gruppo.
«Ho visto i succhiotti e lasciami dire che anche questa volta tu sei per le ragazze solo sesso, nient'altro» gridò Justin affermando che per Zack sentissi solo qualcosa di fisico, 'sesso' disse, cosa che non avevo nemmeno mai provato. 
«Si vede come sta bene con te, dato che ora invece si sente male e ha detto che non riesce a respirare» aggiunse, «se impari a trattarla con cura tu, magari senza insultarla gratis potrei anche lasciarla nelle tue mani» udii dire da Zack.
Mi stavano trattando come un fottuto pacco da spedire da un mittente all'altro.
«Già è tanto se non ti ho tirato un pugno quando ho visto quello scempio che aveva sulle tette, ricordati che devi rispettare anche me», «Justin se io e Caren ci frequentiamo perché non possiamo fare ciò che vogliamo? Perché ti dovrei rispettare? Non sei certo il suo ex, nemmeno il padre o il fratello, tra poco nemmeno un'amico, quindi cosa pretendi?».
«Basta!» urlai tappandomi le orecchie dalle grida sovrastate dalla musica, «non litigate» bisbigliai sentendomi mancare a livello fisico, non più spirituale e sensazionale.
Successe tutto rapidamente, Zack fu afferrato rudemente per il colletto e levò la presa di Justin su di lui. Entrai nel panico, sentii gli occhi inumidirsi e non sentii più la terra sotto ai miei piedi, da una parte il loro litigio mi distruggeva, dall'altra ero spossata fisicamente.
«Smettetela» soffiai.
Caddi a terra con le lacrime agli occhi e il battito del cuore a mille, mi maledii, dovevo stare male proprio adesso, proprio quando credevo di aver superato quelle improvvise stanchezze e quegli svenimenti. Boccheggiai e il contatto del suolo fresco contro la mia pelle accaldata mi fece venire i brividi. Chiusi gli occhi per un instante e quando gli riaprii a distanza di un secondo, ero già tra le braccia di Justin.
«Stai tranquilla» m'intimò per far cessare il mio pianto e l'affannamento respiratorio, «vi avevo detto di smetterla, perché non mi ascolti mai?» gli gridai contro tra una lacrima e l'altra, con una voce rotta e sommessa. «Scusami per tutto, anche per prima, scusami» disse abbracciandomi lievemente. Zack s'inchinò soffiandomi sul collo e aiutandomi così a respirare, stavo morendo di caldo. Poi mi strofinò la schiena, le persone che ballavano vicino a noi si fermarono e quando si girarono per guardare la scena m'imbarazzai.
Girai il viso verso il petto di Justin che con uno scatto felino inserì un braccio sotto le mie ginocchia, l'altro dietro la schiena e si alzò dal terreno. 
«No, Zack» disse, «vai a prendere qualcosa di zuccherato e non farti vedere per dei buoni quindici minuti» aggiunse, poi senza attendere un minuto in più, si diresse verso le stanze superiori, quelle senza chiave in cui avevo pianto prima.
Persi la cognizione del mondo esterno e ripresi consapevolezza di tutto solo quando fui appoggiata su un letto comodo ed estremamente morbido, mi furono rimboccate le coperte, poi la porta si chiuse e mi ritrovai completamente sola. Mi lasciai andare in un ennesimo pianto liberatorio. Cosa diamine era appena successo? Stentavo a crederci.


Sentii un battibecco fuori dalla stanza, segno che Justin era lì ad aspettare che mi riprendessi. Udii la presenza di qualcun altro e il suono di un pugno, un gemito seguito da un'imprecazione e il contenuto di un bicchiere di vetro rovesciarsi a terra assieme al fracasso.
Era chiaro: Justin aveva appena tirato un pugno a Zack. Sentii una morsa al cuore.
«Ti avevo detto di sparire per un po', vai a farti una fottuta canna ma non mostrarmi la tua faccia da schiaffi», «smetti di dare sempre ordini, io non ti tollero più» rispose il ragazzo colpito. 
Passarono dei minuti e sentii nuovamente parlare, «come sta?» chiese Zack, «non lo so, penso che sia spaventata» replicò Justin, poi più nulla. Avevo un macigno sul petto, portavo solo problemi e in più non valevo neanche un chicco di sabbia.
Ero un completo disastro, mi vergognai di essere me stessa, mi schifai di quello che ero e mi chiesi perché fossi nata.
Ricominciai a piangere, questa volta più rumorosamente e non riuscii a domare il tono con con cui lo stavo facendo. Sapevo che si sentisse da fuori e che quindi quei due ragazzi a cui avevo portato solo complicazioni stessero sentendo tutto. 
Soffocai i versi e i singhiozzi sul cuscino e mi maledii, imprecai numerose volte per cercare di fermarmi, mi coprii la bocca con la mano e mi pizzicai rudemente la coscia, consapevole che si sarebbero formati dei lividi piuttosto grandi ed evidenti.
Più tardi sentii la voce di Alex e Chris e mi venne un'improvvisa voglia di vedere quest'ultimo, avevo bisogno della sua presenza, mi mancava. La porta si aprì rapidamente ed era proprio lui. 
Gli altri ragazzi buttarono su di me un'occhiata veloce, poi Chris richiuse la porta aperta e si fiondò sul letto. 
«Cristo santo» esclamò, mi prese la mano e l'accarezzò con estrema cautela e dolcezza, «come stai?» domandò.
«Io sto benissimo, loro?» chiesi con tono di voce sottile, le mie corde vocali erano andate a quel paese ed ero estremamente ridicola e per certi versi patetica.
«Loro stanno bene, sono solo un po' preoccupati per te, soprattutto Zack che si sente responsabile» rispose guardandomi nella fragilità dei miei occhi, annuii.
«Non ti chiederò di dirmi cos'è successo in quanto rievocarti il ricordo potrebbe farti stare ancora male e nessuno di noi lo vuole» disse, «perciò rilassati, dormi un po'. Tra poco vengo a svegliarti e torniamo tutti a casa. So che potrebbe infastidirti la nostra presenza quindi torniamo di sotto», «a dopo piccoletta» finì di dire baciandomi la fronte e sistemandomi sul letto.
«Buonanotte, non pensarci più» mi sorrise e uscì, senza nemmeno darmi il tempo di fare o dire nulla. 
«Grazie di esistere» parlottai prima di dormire, in effetti avevo sonno. Chris non ne sbagliava una. Chiusi gli occhi e ancora scossa, cominciai a russare leggermente.



Mi svegliai prima che venisse Chris, stavo decisamente meglio, ma avevo un senso di angoscia addosso e una sensazione funesta nello stomaco. Premetti in quella zona per far sparire l'entità che mi stava scombussolando da capo a piedi.
Mi alzai dondolandomi un po' e dovetti reggermi al muro per non crollare nuovamente a terra, inspirai.
«Smettila di essere così debole, prendi esempio dalle altre ragazze» mi sgridai. Se avessi potuto mi sarei sputata addosso e magari mi sarei anche tirata uno schiaffo. «Mi faccio così schifo» sussurrai poi sentendomi fragile come un tempo, «schifo» aggiunsi arrivando alla porta. Dalla finestra riuscii però a scorgere un'ombra famigliare fuori dalla discoteca, seduta su una panchina con una sigaretta in mano, lo riconobbi. Smantellai fino all'uscita, evitando di passare per la sala da ballo e di vedere i ragazzi, utilizzai un'uscita secondaria. Una volta fuori fui ghiacciata da una ventata artica e fui scossa da brividi.
«Zack» soffiai ancora stordita una volta raggiunta la panchina, si voltò immediatamente, stava fumando. Sapevo che ogni volta che uscivano la sera a ballare, lui e Justin si alzavano per andare a fumare qualcosa, erba, una canna, quello strano aggeggio inventato dai turchi oppure delle volte una semplice sigaretta. Però adesso mi sembrava che lo stesse facendo per distrarsi, oppure per provare del sollievo e alleggerirsi da un peso che gli opprimeva la schiena, il mio peso.
«Caren?!» esclamò, si alzò e si avvicinò a me. «Mi hai fatto spaventare» disse a bassa voce abbracciandomi delicatamente, per paura di potermi suscitare un altro malore. 
«Vieni qui» aggiunse. Ci sedemmo sulla panchina e rimanemmo in silenzio. 
Lui guardava la fontana che aveva le sembianze di un laghetto grazioso e fumava. Bloccò la sigaretta tra il pollice e l'indice, fece cadere la cenere per terra e la avvicinò alle sue morbide e rosee labbra. Inspirò per bene, come se ne potesse trarre una consolazione e poi espulse il fumo dal naso e un po' dalla bocca che schiuse leggermente.
Andò avanti così finché la sigaretta non si consumò, la buttò nella fontana e lasciò fuori uscire il fumo dalle labbra a forma di anelli, segno che ci sapeva fare con queste cose. 
«Fumare ti fa male» gli dissi, anche se il mio commento era completamente fuori luogo. 
«C'è di peggio» rispose distaccato. Mi pentii di aver parlato, sembrava odiarmi.
«Fumi per distrarti?», «mi andava».
«Zack, cos'hai?» ennesimo quesito senza senso, stava male perché lo avevo fatto litigare con Justin. Mi chiesi perché fossi così stupida, tutti pensavano prima di parlare, tutti tranne me.
«Non voglio vederti così» bisbigliai addolarata, mi prese una mano e mi fece sedere sul suo grembo mettendomi quasi a cavalcioni su di lui. Lo guardai meglio, notai il segno violaceo sullo zigomo, era lapalissiano che si fosse formato a causa del violento pugno di prima. «Quando te l'ha dato, tu non hai ricambiato?» chiesi per curiosità anche se forse conoscevo già la risposta. 
«No» rispose piatto. Quest'imperturbabilità da parte sua mi stava disintegrando, lui che non perdeva mai occasione per sorridere e ridere, lui che amava scherzare ed era il più simpatico e raggiante tra tutti noi.
«Perché?» chiesi, «perché ha ragione, perché è colpa mia e perché non tocco il sangue del mio sangue» disse alludendo al fatto che tra lui e Justin ci fosse un legame profondo, come se fossero consanguinei per davvero.
«Lui è mio fratello non di sangue, ma per scelta» voltò lo sguardo verso la fontanella alle mie spalle, «non è colpa tua» affermai accarezzandogli la guancia urtata, strizzò leggermente l'occhio, dedussi che gli facesse davvero male, ricordavo ancora il suono del colpo, non avevo mai sentito tale ferocia in un semplice pugno.
«Scusami per tutto questo, io non ho voluto che nulla di tutto ciò accadesse» tentai di giustificarmi amareggiata, dannatamente afflitta. «Tu non c'entri niente, smettila di assumerti tutti i problemi» mi sgridò, «e chi ci pensa ad assumerseli allora?» protestai. «Il responsabile» dichiarò, si riferiva a lui.
«Perché sei così freddo?» mormorai con voce flebile. Sbuffò e guardò prima il cielo, poi me.
«Caren io non voglio farti del male» fece netto, «forse se mi allontano evito di crearti problemi. Justin ha ragione in tutto quello che ha esplicitamente affermato, poi ha detto che non vuole che nessuno respiri in tua direzione, significa che gli piaci, lascia stare ciò che dice lui, non lo ammetterebbe mai. Quindi possiamo finire questa messa in scena, hai la strada spianata, Justin è single e tu puoi dichiararti. Prima era molto preoccupato per te, dovresti andare da lui, non da me» buttò fuori in un soffio. Mi venne da piangere, «tu non mi fai male, anzi, è grazie a te se ora sono più positiva e felice. Non mi abbandonare» lagnai stringendogli la maglia, «io no-non, non potrei mai abbandonarti» sussurrò sbattendosi la mano sulla fronte. Sbuffò sonoramente e scosse la testa.
«Cazzo Caren, penso di essermi innamorato di te». 


Per poco non svenivo di nuovo, balbettai qualcosa di incomprensibile e disconnesso. Non credevo alle mie orecchie, mi mancò il fiato e mi coprii la bocca con le mani. Stentavo a crederci, ecco che il mio povero cuoricino riprese a battere a raffica e fui tempestata da una serie di fremiti e sussulti. 
«Impossibile» farfugliai sconvolta, «Caren, lascia che io ti ami, almeno finché tu non impari ad amare te stessa» disse. 
«Zack, io non...» dannazione, avevo la lingua ingarbugliata, non sapevo cosa dire, ero rimasta a bocca aperta. 
«Sappi inoltre che stare con te per finta è stata forse una delle mie più grandi soddisfazioni. Tu fingevi di amarmi, io no e diamine quanto mi faceva felice averti al mio fianco», «per quanto tengo a te, ti posso promettere che non interferirò mai nella tua relazione con Justin, anzi cercherò di rafforzarvi entrambi».
«No Zack, non capisci» tremai parlando, «io sono felice» puntualizzai. «Perché anche una parte di me ti ama». 
«Quindi?» chiese poco convinto, «se ti do questo mi credi?» domandai tutta d'un fremito, scossa da emozioni fortissime.
Non gli diedi il tempo di dire nulla, poggiai le mie labbra sulle sue, che erano calde e invitanti, avevo sognato questo momento da sempre e in quell'istante ero convinta: ero innamorata anche io, ma non l'avevo mai concretizzato.
Sembrò inizialmente interdetto e solo dopo schiuse la bocca, lasciando che la sua lingua toccasse la mia. Sussultai, fu come perdere dieci anni di vita, cominciai subito ad affannarmi, Zack mi scaricava completamente.
Mi afferrò con cautela per le cosce sospingendomi più vicina a lui, amai il suo tocco affabile. Poggiai le mie mani sulle sue guance e sorrisi sulle sue allettanti labbra, che si muovevano in simbiosi contro le mie.
Ci baciavamo così: un colpo di lingua e un deciso incontro umido tra le labbra desiderose, Chris aveva ragione, era estremamente bravo ed eccitante. Però c'era più che un'attrazione fisica come invece sosteneva Justin, che dimenticai completamente.
Percepivo solo adrenalina, il mondo si fermò e mi ritrovai catapultata in un parallelismo esotico, magia e nient'altro.
Quel bacio mi stava risvegliando tutti i sensi, mi sentivo capace di amare. Mi mordicchiò il labbro inferiore e lo leccò, risucchiandolo con bravura e iniettandomi ancora più voglia, approfondii il bacio invogliata da quella blandizia. 
Spinsi la mia lingua all'interno della sua bocca, che accarezzò e poi lambì. Mi stava dando alla testa, io lo amavo tanto quanto lui mi amava e quel bacio ne era la dimostrazione. Altri colpi dettagliati di lingua e umide effusioni con la bocca.
Ci interrompemmo affannati, mi piaceva baciare, ma con Zack era molto di più che una semplice piacevolezza, avevo i fuochi d'artificio nello stomaco, pelle d'oca e fremevo, porca puttana se fremevo.
«Dannazione» sussurrai, «eh già ora ne ho la conferma, con te non è solo qualcosa di fisico», mi sorrise «dici che può funzionare tra noi due?», «funzionerà» lo rassicurai. 
«Quindi ora sono tua», «e io sono tuo», scoppiammo a ridere.
Ci abbracciammo per un lungo tempo, entrambi in silenzio, entrambi felici e innamorati.

Io Caren Eve Howen mi ero fidanzata per la prima volta e avevo dato il mio vero e proprio primo bacio.

Più tardi rientrammo in discoteca mano nella mano, prima di tornare alla postazione avvisai il mio ragazzo che sarei andata in bagno. Sorrisi euforica come non ero mai stata, ma fui bloccata al muro in tre secondi.
Un respiro caldo sul mio orecchio e l'odore di Justin Drew Bieber inebriarmi le narici, «ho visto tutto» tuonò. «E se ufficializzi le cose con Zack, io mi rimetto con Lizzie» aggiunse.












SPAZIO AUTRICE
CAPITOLO BOMBA CUORI! :)
Allora, si da il caso che 'Shining' sia ufficialmente finita! (Piango) Inoltre festeggiamo ufficialmente un anno della fanfiction, che ho creato proprio il 13 marzo dell'anno scorso. Di fatti ora ci sarà un sequel che forse continuerò a postare sempre qui, oppure lo metterò come nuova storia, non so. Avete visto quante sorprese? Zack e Caren si sono fidanzati e Justin?
Ho scritto questo capitolo con il sangue, e dato che è l'ultimo, pretendo delle belle recensioni! Dai me le merito.lol.
A dir la verità ora che ho finito Shining mi sono tolta un peso di dosso soprattutto nei confronti di voi bellissimi lettori, spero di aggiornare presto anche se penso che mi prenderò una pausa.
Non mi dilungo più, fatevi sentire. Vi lascio con delle gif, alcune foto e un ringraziamento a tutti.
Ps1. C'è qualcuno che può aiutarmi con un nuovo banner?❤️
Ps2. Ho iniziato una nuova storia intitolata 'black widow', spero passerete:) A voi il link (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3049793) Un bacione,
Sarah
x





Justin

Chris
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Alex
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Caren
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Zack


Lizzie
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Shining's sequel:

  
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