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Autore: Gobbigliaverde    13/03/2015    2 recensioni
La rima, un'arma potente e di difficile uso,
da star attenti a non farne abuso...
Cosa che accade in questa serie di versi
che troppo stupidi son da ritenersi.
Una mente malata come la mia
quando non sa che fare, ha attacchi di follia.
Una serie di rime sfortunate cadute in mano ad una pazza come me... Le storie sono stupide, ma l'importante è la morale. xD
Genere: Avventura, Demenziale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ALICIA E TRISTANO
 


Questa storia narra di un amore impossibile,
di un ragazzo per una donna dalla bellezza incredibile.
Ma ahimè, io ne sono solo portavoce,
e poiché la storia non avrà un finale felice,
ascoltate, signori, ascoltate attentamente,
e nel caso, piangete silenziosamente.

Una sera d’estate, durante una battuta di caccia,
Messere Tristano perse la sua bisaccia.
‘entro di essa tutti i suoi tesori v’erano
e padre e madre sicuramente già ingiurie dicevano
al calar del sole, mentre tutto taceva,
la paura del giovane, sempre più cresceva.
perduto pe’ i boschi, infreddolito e umido,
iniziò a preoccuparsi di trovar rifugio comodo.
Essendo amante della natura,
non rifiutò di vivere questa avventura.
Così, su un albero, il mattino attese,
e di trovare i suoi tesori più non pretese,
perché da sopra la betulla,
attirò l’attenzione di un’adorabile fanciulla.
Alla sua vista, il respiro gli venne meno,
E fu così che capì che il cuore era stato colpito in pieno.
Cadde dall’albero per vederne il viso,
si fratturò un ginocchio ma con un enorme sorriso.
La giovane accorse e Tristano le domandò il nome incantato,
"Alicia", essa rispose e subito capì che era ancor più innamorato.
Si abbandonò alle cure della bella marchesa,
e ben presto anche lei rimase sorpresa
dal sentimento che Tristano non più nascondeva,
e si innamorò pur sapendo che non doveva.
Difatti lei era promessa già ad un nobile di casata,
e sarebbe, di li a poco, diventata la sua moglie adorata.
Così amarlo non poteva,
anche se in Tristano il sentimento cresceva.
Passarono i giorni, e i due innamorati,
dei loro doveri si erano scordati.
Così Tristano baciò Sua Signoria,
decretando, della passione, la sua prigionia.
Per le affollate vie del paese,
il caso volle passasse la zia Agnese,
che vedendo Tristano e la sua nipote,
pensò bene di avvertire il sacerdote,
che immediatamente annullò le nozze
per cui le famiglie erano diventate tanto pazze.
Benché la marchesa fosse in preda allo sconforto,
tutti quanti volevano Tristano morto,
e il promesso sposo, principe Edmondo,
trapassò Tristano con un affondo,
dopo di che, dal petto strappatogli il cuore,
lo mangiò gustandone il sapore.
Alicia pianse fino a che non fu morta,
ma il resto è una storia a cui nessuno importa.

Lo sbaglio più grande fu di Tristano,
che non doveva farsi prendere la mano.
Difatti, non esistono nemici, ne eroi, ne vincitori,
ma solo noi con le colpe dei nostri errori.


 

L'angolo della gobbiglia :)

Spero di non dover specificare quanto le lezioni sulla divina commedia mi facciano male, perchè sono arrivata a livelli estremamente, ma estremamente bassi... :')

È un po' che avevo questa cosa salvata sul computer, e ho detto: «Perchè no... Un po' di auto ironia non fa mai male!», così ho deciso di condividere queste rime imbarazzanti e le prossime che verranno fuori...
Non so voi, ma anche se la storia è tragica a me viene un sacco da ridere :')

Buona Notte mondo :)
Gobbigliaverde :)

 
  
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