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Autore: Hika_chan    14/03/2015    3 recensioni
Charles Vane camminava con passo sicuro tra la folla, guardandosi intorno.
Quel mattino il suo umore non era peggiore dei giorni passati ed il pensiero degli affari che lo attendevano lo rallegravano quanto il guadagno che avrebbe ricavato quando tutto sarebbe finito.
[ Vane/Eleanor ] [ Jack/Anne ]
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Bonny, Charles Vane, Eleanor Guthrie, Jack Rackham
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Dopo vari anni di assenza eccomi con una nuova storia! Vorrei ringraziare in anticipo chiunque recensirà ed anche solo leggerà!
Sono un po' arrugginita, ma spero comunque che quel che ho scritto vi piaccia!
Ringrazio KikiWhiteFly per il supporto ed il betaggio! Senza te sarei persa!!
Buona lettura!


***

Anche i pirati devono comprare le braghe

 


Il sole cocente era alto nel cielo terso e i raggi si abbattevano senza clemenza, portando un caldo torrido. Charles Vane camminava con passo sicuro tra la folla, guardandosi intorno. Quel mattino il suo umore non era peggiore dei giorni passati ed il pensiero degli affari che lo attendevano lo rallegravano quanto il guadagno che avrebbe ricavato quando tutto sarebbe finito.
La polvere sulla strada veniva sollevata dal calpestio delle persone ammassate nella via principale, dove i venditori urlavano la propria merce dietro i banchi. Dopo tanti anni passati a vivere nell'isola si era abituato a respirare la sabbia granulosa che si spandeva nell'aria e si appiccicava alla pelle umida di sudore.  La confusione non era una novità a Nassau e, negli angoli delle strade protette dall'ombra, si potevano notare i corpi accasciati di coloro che la notte prima avevano fatto baldoria fino a tardi.
Si guardò intorno, alla ricerca del venditore di braghe e, seguita la traccia della sua voce, passò indisturbato tra le persone che si facevano da parte, lasciandogli il passaggio libero. Si mise sotto il tetto della bancarella, costituito da un rettangolo di stoffa rossiccio polveroso e logoro che riparava i compratori dai raggi del sole e, scostandone un lembo, notò la figura snella di Anne Bonny.
La ragazza era tanto bella quanto sboccata. Aveva deciso di imboccare la strada della pirateria, una cosa non facile per una donna, ed il suo comportamento mascolino l'aveva aiutata a farsi un nome. Anne teneva un paio di pantaloni stretti nel pugno chiuso e li sventolava sotto il naso del compratore spaventato.
- Cinque pezzi?! - sibilò minacciosa. - Mi stai prendendo per il culo?! -
Il venditore, un uomo di nome Pierre e dalla folta barba incolta, faceva vagare lo sguardo ed era improvvisamente affetto da una grave balbuzie che gli impediva di giustificarsi. Teneva le mani alte, in segno di resa, ma questo non la fermò nel continuare. Aveva lasciato la morsa sui pantaloni solo per afferrare il collo della camicia sporca dell'uomo dietro al banco. - Con cinque fottuti pezzi mi dai anche una cazzo di camicia! - lo lasciò andare con uno strattone e lo fissò con occhi socchiusi, quasi ringhiando, mentre aspettava la sua merce.
Quando l'uomo se ne andò si voltò felina verso ilo suo capitano e si raddrizzò, sistemandosi il cappello. - E tu che cazzo ci fai qui? - biascicò.
Charles spostò lo sguardo sui vestiti ammassati toccando la pelle dei pantaloni e prendendone un paio. Li ributtò nel mucchio ed aspirò una boccata dal suo sigaro, sollevò la mano all'altezza dei suoi occhi, indicando un punto dietro di lei. Si voltò e vide chiaramente la testa di Jack tra la folla.
Jack Rackham aveva i capelli neri, acconciati in un'improbabile pettinatura in quel branco di lupi selvaggi quali erano gli abitanti dell'isola. Che curasse il suo aspetto, sempre secondo il suo strano gusto, lo si notava dalla forma obliqua delle basette che rasava regolarmente e teneva fine come i piccoli baffi che toccavano il labbro. Sgusciava agile tra la folla, un po' troppo di corsa per non avere qualcosa di urgente da fare. Entrò in taverna con un fagotto tra le mani e scomparve all'interno della sala.
Anne guardò nuovamente Charles che le ordinò di raggiungerlo.
- Abbiamo affari di cui discutere. - aggiunse, per spingerla ad affrettarsi.
Anne posò i suoi occhi azzurri, poco visibili dalla falda del cappello, sul venditore che era tornato con i capi di vestiario richiesti. Glieli strappò dalle mani, lanciandogli le monete che l'uomo si affrettò a prendere tra le grandi mani sudaticce.
- Solo perché sei tu, Pierre. - specificò la ragazza, prima di girarsi e andarsene.
Attraversò la strada e, al riparo nella penombra del locale, cercò Jack con lo sguardo: era seduto ad un tavolo addossato ad una colonna, ove erano già presenti un boccale ed una bottiglia di vino.

 

***

 

Jack Rackham era seduto su una panca di legno scuro e stringeva un boccale in mano. Avrebbe canticchiato un motivetto piratesco se fosse stato solo, ma nella taverna era sempre presente qualcuno; nessuno di preoccupante comunque, solo persone che affogavano i loro pensieri nell'alcool ed i loro volti nei seni delle prostitute, a qualunque ora.
Voltò lo sguardo con un moto di disprezzo, considerava quegli uomini deboli di spirito e non certo audaci come lui nelle scelte di vita. Certo, non aveva la loro forza bruta, ed il suo naso questo lo sapeva bene, ma come si era fatto strada nella ciurma di Charles Vane si sarebbe fatto spazio nel mondo, fino a diventare ricco, famoso e magari un tantino rispettato; così il suo naso avrebbe finalmente smesso di essere rotto.
Teneva i gomiti poggiati al tavolo ed accanto a sé spiccava un fagotto di stoffa chiara appallottolato. Ogni tanto vi spostava lo sguardo, come ad assicurarsi che quella tela grezza fosse ancora lì. Cacciò in malo modo una ragazza che tentò di sedersi sulle sue gambe, non era il momento di distrazioni ed alzò lo sguardo quando vide una figura sedersi di fronte a lui. Anne fece un cenno, per richiedere il medesimo boccale, spostando lo sguardo sulla stoffa accanto a Jack.
- Quello che cazzo è? - chiese, allungando una mano ed afferrando il tessuto leggero.
- Colicot*- rispose Jack, sporgendosi verso di lei e sistemandosi meglio sulla panca. - L'ho preso da un tizio che viene dall'India. - dalle sue parole si evinceva una certa soddisfazione per l'acquisto e, quasi mangiandosi le stesse, cominciò ad elencare le proprietà del tessuto di cotone grezzo di cui amava vestirsi.
- Chiudi quella cazzo di bocca, o ti chiameranno Calico Jack. - lo rimbeccò Anne.
Lo vide ritrarsi, un po' offeso ma abituato al suo modo di fare, e le sue labbra fine si stirarono in un piccolo sorriso.
Si conoscevano da anni, ed avevano condiviso cose che andavano ben oltre un letto. Quando lo vide la prima volta nella taverna dove si trovava con l'allora marito, Anne non immaginò minimamente che quell'incontro le avrebbe cambiato la vita.
Si girò verso la porta per nascondere il sorriso che non accennava a sparire dal suo viso e rimase voltata, bevendo dal boccale con la scusa di aspettare il capitano.

 

***

 

Quando la ragazza sparì dalla sua vista, Charles riportò la sua attenzione al venditore. Lo vedeva strofinarsi le mani, ansioso, ed umettarsi le labbra secche. Mise il sigaro tra le labbra ed afferrò un secondo paio di pantaloni. Sentiva la pelle scura dell'indumento calda sotto le dita ruvide da uomo di mare e sollevò lo sguardo, fino ad incontrare quello di Pierre.
- P-per Voi, C-capitano Vane, è o-ovviamente gratis. P-prendete p-pure...! -
Questo atteggiamento intimidito non sapeva mai se lo infastidiva o divertiva, ma come al solito non ci fece caso. Era abituato ad essere trattato come un uomo pericoloso; la sua fama lo precedeva e nessuno voleva mettersi contro Charles Vane, capitano della ciurma più indisciplinata e feroce dell'isola.
Sollevò l'indumento e fece per andarsene, quando una mano pallida si posò sul suo pugno chiuso. Eleanor Guthrie lo guardava con cipiglio severo; le sopracciglia chiare erano corrucciate e gli occhi azzurri erano fissi su di lui.
- Capitano Vane... - nonostante la giovane età l'intonazione della sua voce aveva l'inclinazione di chi era abituato a stare al comando. Impossibile ignorare le labbra piene articolare il suo grado, impossibile ignorare i ricordi che questo scatenava.
- Eleanor... - salutò Charles. Le sue labbra si stirarono in un sorriso sinistro, tanto accattivante quanto animalesco. Non le avrebbe permesso di tenere le distanze, due semplici parole non potevano scalfirlo, non lui che prendeva tutto ciò che voleva.
- Che cosa succede, Pierre? - si intromise, senza distogliere lo sguardo dagli occhi di lui.
Charles sorrise, buttando il sigaro a terra e schiacciandolo col tacco. Le loro mani erano appena separate dalla stoffa dei pantaloni che stavano lentamente scivolando e il suo sguardo indugiò sulla linea bianca del collo, in netto contrasto con la stoffa rossa del vestito.
- N-niente, Signorina Guthrie! I-il Capitano Vane è venuto a comprare un paio di braghe! - nonostante l'attenzione non fosse minimamente incentrata su di lui, ancora non riusciva ad articolare bene le parole, agitato dalla piega degli eventi.
Che i due personaggi di fronte a lui fossero temibili per un motivo o per un altro era noto, come lo era il fatto che i due avessero una relazione burrascosa formata più da un tira e molla che da una qualsiasi cosa stabile.
- O, per meglio dire, a rubarle. - sibilò lei con una nota di disprezzo. Che qualcuno stoico come lei fosse a capo del commercio dell'isola di Nassau era un mistero. Certo era invece che senza di lei quel posto sarebbe stato raso al suolo da loro stessi molto tempo prima.
Il suo arrivo aveva portato regole da rispettare senza togliere nulla alla vita burrascosa che i pirati conducevano. Non era sempre vista di buon occhio, sognava troppa civiltà per un posto come quello, ma era rispettata e la sua bella presenza non disturbava mai.
Charles la tirò a sé e quasi i loro corpi si toccavano. Con la mano libera afferrò l'anello delle chiavi, che Eleanor teneva appese alla cinta, in modo tale che lei non potesse andarsene. Sorrise, arrendendosi agli ideali di giustizia della donna: quel giorno non voleva litigare con lei. Gli sarebbe servito il suo aiuto in seguito ed inoltre allontanarla non gli era mai piaciuto.
- Quanto ti devo, Pierre? - la voce profonda di lui, incomprensibile quasi ma capace di stregare chiunque, aveva una sfumatura divertita per la situazione che si era creata. Poteva sentire come il petto di Eleanor si alzasse ed abbassasse seguendo i suoi respiri e, se solo fossero stati soli, le avrebbe strappato via il vestito che indossava, lasciando le proprie mani vagare sulla sua figura candida.
Nessuno dei due si era ancora voltato in direzione dell'uomo che assisteva impotente alla scena che si stava svolgendo. Il mercante pregava che tutto finisse il prima possibile e nel migliore dei modi e non aveva certo intenzione di peggiorare le cose. Non ebbe tempo per pensare, e nemmeno la voglia di cacciarsi nei guai come con Anne Bonny. Pronunciò quindi un -”Tre pezzi” - titubante, sperando che al capitano il prezzo non creasse problemi.
D'altro canto Charles era impegnato in ben altro che a dar retta ad un uomo sporco e maleodorante che li guardava con la sola speranza di essere lasciato in vita.
Ancora non aveva allontanato la ragazza da sé, ma si costrinse a farlo per prendere le monete dal borsello. Lanciò anch'egli le monete all'uomo e prima di andarsene prese la mano di Eleanor nella sua, a mo' di saluto. La ragazza cercò di non farsi traviare da un simile gesto, il sol contatto le procurava brividi difficili da ignorare, e come frase di commiato lo redarguì benevola.
- In fondo, anche i pirati devono comprare le braghe. - sorrise Eleanor, nemmeno avesse detto “ci vediamo a cena”, e se ne andò per la sua strada compiaciuta del suo operato.
La seguì con lo sguardo, finché non scomparve tra la folla. Quando la sua testolina bionda non si distingueva più guardò finalmente Pierre. L'uomo, prese le sue monete, si era scostato subito per continuare i suoi affari o, meglio, fuggire da lui. Si diresse alla taverna dove aveva dato appuntamento ai suoi sottoposti. Entrò e trovati i compagni si sedette, ordinando anche lui da bere.


* Si pronuncia “calicò”. Tessuto leggero in cotone grezzo.

  
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