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Autore: BiscottoAssassino_    14/03/2015    3 recensioni
"I guanti di lui, come monito, elegantemente piegati sul comodino di legno macchiato dal tempo.
La porta si chiude alle spalle dell’esorcista maledetto.
La stanza viene abbandonata con la consapevolezza che quella notte un diavolo dalla pelle caramellata
sarebbe ritornato per prendere i guanti dal comodino e lui sta già pensando di aspettarlo sveglio."
PokerPair
TykiMikkXAllenWalker
Storia revisionata e ripubblicata!
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Allen Walker, Timcanpy, Tyki Mikk | Coppie: Tyki/Allen
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Staticità Impressa
Note d'autrice
Questa è la seconda storia che io ho pubblicato su EFP nel lontano Dicembre 2010. 
Come spiego nelle  note dell'account
la prima versione di questa versione è momentaneamente ancora disponibile sul sito QUI, al termine del trasloco dell'account la precedente versione sarà eliminata. 
Quando ho scritto questa storia, quasi cinque anni fa,  mi trovavo agli albori dei miei primi esperimenti di scrittura, non ho voluto cambiare l'azzardata scelta stilistica della prima stesura, più che altro correggere qualche "impercettibile" orrore della quale, fino a qualche anno fa non mi rendevo pienamente conto.
Mi sono resa conto che questa piccola storia più che da un filo, è formata da una moltitudine di momenti di alta staticità messi l'uno accanto all'altro a delienare una zigrinata linea narrativa.
Spero che questa cosetta vi sia di gradimento, mi rendereste felicissima se lasciaste anche solo una piccolissima traccia del vostro passaggio, ma tipo felice felice. 


Staticità impressa.






Siffatto un torto, siffatta la mia condanna.


Piccole goccioline d’acqua immobili e pigre sulle spalle candide, sullo specchio il vapore rappreso offusca la vista del riflesso dell’esile esorcista, eclissa la firma, il marchio, la prova tangibile del peccato che se ne sta ferma e terribile sul collo, rossa e infuocata.
La stanza dall’aria umida si raffredda lentamente come lentamente si avvicina l'incontro con l'effimera civiltà, dove la  vergogna è florida, prospera nelle asettiche stanze e nei bui corridoi dell'Ordine Nero, dove i temerari esorcisti, cupi e ridenti, lo avrebbero fissato, scrutato e analizzato, come il suo braccio, come il suo occhio, adesso sarebbe stato quel bacio infuocato impresso fra la gola e la clavicola, mal celato dal colletto della camicia, a richiamare quegli osseravtori  ben poco indulgenti, contro le loro attenzioni solo quello scarlatto fiocco di rasso.

Siffatto il torto, siffatta la tremenda colpa.
Siffatta la mia silenziosa condanna.

Lo specchio di vetro, l’immagine riflessa è cristallina, l’esorcista è solo un’esorcista, può essere candido e innocente ma nel cuore, scrigno dell’intelletto e delle passioni, l’ultima colpa, la più grave è indelebile come l’inchiostro.
Nera come il peccato.
Lo specchio veritiero, lo specchio ingenuo, lo specchio bugiardo senza rendersene conto riflette un bambino, bianco, puro ?

I baci sugli occhi, le carezze, le cosce bollenti, le mani frenetiche.
Violenza.
Dolcezza.
Passione
    e abbandono traditore.

È solo una notte consumata nell’ignoranza, nel buio e nella violenza, la violenza nella mente e la dolcezza nel corpo, la più tremenda delle torture.

Una cosa bugiarda.
Una cosa sporca.

Il bagno è ormai freddo, lo specchio nudo rimane in silenzio mentre il letto sfatto al di là della porta sembra volere urlare a tutti il suo peccato.

Siffatto il dramma, siffatta la fine del dramma.

Che la vita continui pure nell’ignoranza, nella civiltà, dove tu sei consapevole, dove ti rodi, ti scortichi dentro, ti dilani l’anima e la coscienza come in una tragedia.
Rimane solo la morte.
Dolce eterna e definitiva.
Proprio come in una tragedia greca.

Ma il diavolo ti seguirà fino all’inferno, fin dopo la morte, per torturarti.
Ne sarebbe capace, come è stato capace quello stesso diavolo d'infilarsi nel  letto bianco al di là della porta, è entrato silenziosamente come un serpente e come un serpente ti ha avvelenato, ti ha infettato. 
Lo specchio ti deride, leale discepolo della Moira*, la porta viene aperta e abbandonata la gelida camera da bagno, il letto si mostra fiero, il letto sporco dove il poco sangue si mescola ad altro bianco sporco, il letto rimane sfatto, come monito rimangono i guanti di lui, elegantemente piegati sul comodino di legno macchiato dal tempo.
La porta si chiude alle spalle dell’esorcista maledetto.
La stanza viene abbandonata con la consapevolezza che quella notte un diavolo dalla pelle caramellata 

Le mani cercano un appiglio alla realtà allacciandosi inevitabilmente ai suoi capelli neri.

sarebbe ritornato per prendere i guanti dal comodino e lui sta già pensando di aspettarlo sveglio.

Timcampy digrigna i dentini affilati mentre zitto osserva il visino crucciato dal dolore del suo padroncino.

Le fitte di dolore salgono lente verso la schiena, il petto brucia, il cuore è avvolto dalle fiamme per autocombustione.

L’aria della stanza è irrespirabile e bollente, il letto cigola piano sotto le spinte del Noah

Assurdo, tutto questo è assurdo. 

- Credevo che sir. Tiky Mikk fosse un’amante più gentile.
- Sei tu che mi fai diventare irruento shounen.
- Non si prenda tutta questa confidenza, Sir
- stupido, docile essere umano. Tu eri già mio da molto tempo.
- Maledetto bastardo, abbi almeno la decenza di tacere. 

Una spinta, un gemito matrattenuto che squarcia il silenzio notturno.
“Come sei entrato?” Vorrebbe dire l’uno,
“Semplice come batterti a poker, piccolo baro” Vorrebbe rispondergli l’altro,
ma dalle bocche affannate escono solo singhiozzi e gemiti soffocati sulle labbra.

Le lucide scale nere sembrano infinite, mentre le croci intagliate qua e là vengono sfiorate da tocchi leggeri.

Tutto finisce in un battito, in un bacio umido sulle labbra, sulla bocca tumida
– Tiky…
Una frase bisbigliata sulle labbra.
- Vengo a prenderti domani notte piccolo baro.

L’esorcista cammina da solo mentre in giro si vocifera sottovoce che alcuni Noah si siano intrufolati quella notte, il panico dilaga ansioso, cammina il piccolo esorcista mentre tutti lo osservano, ricorda roventi i baci sulla pelle, le scie delle sue carezze bruciano sotto gli sguardi indagatori.

(- Ti avevo detto che presto avrei rubato la tua innocenza, shounen.
- Ho ancora il mio braccio, stupido diavolo-
- si, ma ho preso qualcosa decisamente più gustoso

Manca un bottone dall’uniforme dell’esorcista maledetto, il primo, può essersi perso, forse è  stato rubato.

Siffatta la condanna, siffatta scontare.

Tutti osservano il piccolo inglese e tutti si chiedono perché sorridente, viene seguito da due  ali di burro viola che ritmiche e silenziose seguono l’albino.

L’ultimo bacio è amaro come il saluto alle porte Scee*, l’ultimo bacio e la stanza rimane vuota mentre zitto si alza, sangue e sperma lenti gocciolano sulle cosce.

Si può amare il proprio peccato?

Puoi amare la tua punizione?
È ben accetto il carcere se il carceriere è il tuo amante.
È ben accetta la servitù se il padrone è il tuo amato.

È ben accetto l’inferno se il diavolo ti ama.

***

Gli esorcisti ritornano all'Ordine  dopo l’ennesima battaglia, piangono sui cadaveri dei loro amici, scrivono i nomi dei dispersi ma c’è ne uno che all’inizio della battaglia è andato incontro al nemico.
Il nome rimane sospeso, aleggia nell’aria e tocca le bocche di tutti  “Allen Walker ”.
Gli amici lo piangono, gli sconosciuti lo commiserano, cercano di capire il perché del suo sconsiderato gesto e zitti fissano il vuoto in mancanza di una salma da ossequiare.
Gli amici lo piangono , gli sconosciuti lo rimpiangono, ma lui in un castello di vetro, in una città vuota di un’altra dimensione, lui bianco come il latte vive con gli uomini neri, i demoni lo coccolano, uno in particolare conserva un bottone sul comodino, pregustando l’eternità.

Siffatta e scontata la condanna
siffatto il dolore e il piacere
siffatta l’eternità

… Perché…

Calde lacrime rigano i volti dei mortali

… perché…

Lui è morto.
Lui è morto?
Lui dal canto suo se la ride dal fondo dell’inferno.

Shounen?-
Si?-
Sei all’inferno, non hai paura?-
No. Perché il diavolo muore sulla mia bocca.-

*Moira = secondo i greci la moira era la dea del destino colei che tutto decideva e tutto sapeva, passato presente e futuro. Ho definito lo specchio un suo discepolo come a voler dire che sembrava sapere tutto XD

*le porte Scee = le porte scee erano le porte d’entrata dell’antica città di troia in Asia minore, queste porte vengono menzionate nell’Iliade, davanti si svolge una delle scene più commuoventi dell’opera, Andromaca moglie di Ettore prega il marito di non combattere contro i greci ma di salvarsi con lei, ma Ettore ritorna in battaglia, come principe e come soldato leale.
Questa scena bellissima mi ha tuttavia lasciato l’amaro in bocca.







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