Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Cyrluke    14/03/2015    2 recensioni
La solitudine è veramente una cosa grave. Non vivi e più vai avanti, più cadi in un baratro. Un baratro così profondo che è veramente difficile che qualcuno riesca a farti uscire. O forse no?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Io volevo un amico. Non chiedevo nient'altro. Non volevo nient'altro. Volevo qualcuno con cui ridere, con cui piangere, di cui fidarmi. Nessuno mi voleva, nessuno voleva stare con me.
Ogni volta che mi avvicinavo, mi picchiavano, mi maltrattavano, mi insultavano. Come se fossi un mostro. Io volevo solo giocare.
Non facevo male a nessuno. Una volta mi tagliarono la frangetta con le forbici. Nemmeno le maestre mi proteggevano, restavano lì a guardare.
Perché? Eppure non ero strano, tanto meno diverso dagli altri. Ma allora perché tutti si allontanavano da me? Perché nessuno mi voleva? Non capisco. Volevo una spiegazione..avevo bisogno di una spiegazione.
Per tutte la scuola materne ed elementare sono sempre stato solo. Vedevo sempre gli altri bambini giocare al parco, ma nessuno mi chiamava. 
Successivamente sono caduto nel baratro della solitudine. Un baratro in cui era difficile uscire. Più andavo avanti, più il baratro si faceva oscuro. Ero caduto in depressione.
E per un bambino non è facile uscirne. Vedevo il mondo come un luogo triste e malvagio. 
Verso le medie, sentivo le persone che si mettevano con una ragazza e i "single" lamentarsi di non aver una ragazza. Io osservavo soltanto, ma non mi lamentavo di nulla.
Tanto nessuno mi avrebbe ascoltato. La mia depressione, il mio baratro, mi aveva portato a rinchiudermi sempre di più, fino a diventare asociale e a scappare da tutto e tutti. Mi sentivo davvero solo.
A casa passavo le giornate sui videogame. Almeno lì potevo essere qualcuno, qualcuno rispettato e amato. Avevo tanti amici in quel mondo, ma era tutta fantasia, non mi avrebbe fatto felice.
Ho passato molti anni rinchiuso in me stesso e non ho potuto essere un bambino. Giocare come un bambino. Divertirmi come un bambino. 
Mentre mi trovavo nel mio baratro, qualcuno venne in mio aiuto. Qualcuno che mi è stato vicino sempre, qualcuno che mi ha fatto divertire. Qualcuno con cui mi sono potuto fidare.
In primo liceo ho conosciuto il mio primo migliore amico. Con lui ho passato un anno davvero favoloso. Condividevamo parecchie passioni come i manga e anime. Portavamo le carte e giocavamo a briscola in classe.
Ci davamo una mano durante le verifiche, io a matematica lui a italiano. Quando uno dei due stava male moralmente, l'altro lo supportava.
Lui mi ha fatto uscire dal baratro della solitudine dove per anni ho vissuto e pensavo di non uscirci più
La solitudine, che per anni mi aveva inseguito era scomparsa. Non mi sentivo più solo. Avevo un amico, un compagno d'avventure.
Non lo dimenticherò mai. Anche se non starò più vicino a lui, anche se non lo vedrò mai più, lui resterà un ricordo felice nella mia testa, un vecchio capitolo della mia vita che posso rileggere, ma che non posso riavere.
Ora che sto nell'aereo, mi rendo conto che è veramente difficile dirti addio. La vita, per quanta ingiusta sia, farà sempre succedere qualcosa di bello. 
Bisogna solo aspettare come se fosse un dono. 


//Salve a tutti! Spero che il racconto vi piaccia. Vorrei sapere i vostri pensieri. Cosa ne pensate? Aspetto i vostri commenti. Bye!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Cyrluke