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Autore: bluemary    14/12/2008    3 recensioni
Nel continente di Erhedyas esiste un’Accademia in cui si formano i difensori della giustizia, guerrieri illuminati che lottano contro i Notturni per difendere la razza umana; ma quale Luce può squarciare le Tenebre di un cuore bruciato dal rancore e dal desiderio di vendetta?
Storia scritta per la IV Disfida di Criticoni.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prompt personale: Libertà/Schiavitù
Prompt di squadra: "Sfolgorante e insieme soffice, capace di racchiudere in un suono l'amore che aveva sempre cercato", dalla storia Certamen di Alessia Heartilly.




Prologo: Scelta

È tutto buio attorno a lui, nell’istante in cui sta per compiersi la volontà che l’ha sostenuto fin dall’infanzia, quando non affidava al caso la sua sorte, ma già sentiva ardere nel suo cuore quell’insistente richiamo che lo avrebbe destinato a questo stesso giorno, in attesa della propria morte o della propria rinascita.
Solo il silenzio lo circonda, una pace che lo avvolge come il più impalpabile dei veli, ma i suoi sensi affinati di guerriero percepiscono delle ombre invisibili alle sue spalle, figure mute e immobili, indistinguibili dalle stesse tenebre di cui è permeata la stanza, dallo sguardo ardente e le mani implacabili. Anche senza vederli, sa che stanno studiando ogni suo gesto, pronti ad accoglierlo come nuovo alleato, nella loro lotta senza fine come protettori degli Umani, o ad eliminarlo in quanto troppo debole, indegno di custodire il potere insito nel suo stesso sangue.
- Avanza, difensore della Luce.
Lentamente fa un passo in direzione di quella voce perentoria a cui non riesce ad associare un volto.
Un bagliore si accende all’improvviso dinanzi ai suoi occhi, fino ad assumere la forma di un pugnale intarsiato d’argento, un’arma dai mille riflessi, che, per un solo battito di ciglia, squarciano l’oscurità come la lama affilata pare capace di penetrare senza resistenza nella carne pulsante.
L’attimo successivo, prima che i suoi occhi parzialmente accecati riescano a fissarsi sulla figura di fronte a sé, quell’innaturale chiarore si affievolisce fin quasi a spegnersi, impedendogli di scorgere i volti sconosciuti di chi lo attornia.
Nuovamente la voce inespressiva, quasi innaturale, del Guardiano gli ferisce le orecchie.
- Sei pronto a mettere la tua vita al servizio della Luce?
Mentre ancora l’eco delle sue parole riverbera nella stanza buia, percepisce la sua mente penetrare nella propria, frugarla negli angoli più remoti alla ricerca di un dubbio o un’insicurezza che potrebbe condannarlo a morte certa; eppure il suo respiro è calmo e regolare come il battito del cuore, le mani adagiate lungo i fianchi, per la prima volta dopo anni sguarniti della spada, non tremano per la tensione o la paura e i suoi occhi azzurri, che vagano ciechi nell’oscurità, rimangono lo specchio di un ideale privo di esitazioni, limpidi come il cielo dopo la tempesta.
- Lo sono.
Percepisce, più che sentire realmente, il pugnale contro il suo braccio destro, prima che l’uomo dinanzi a lui gli guidi le dita attorno alla lama.
- Giuri di proteggere il tuo popolo con il tuo sangue?
Mille immagini gli attraversano la mente, nell’istante in cui comprende la reale portata della missione di cui sta rivendicando la responsabilità, ma tutte risultano incentrate su un unico soggetto: un volto dai ridenti occhi castani e la bocca sempre in movimento, costellato di tenui lentiggini che sembrano ammiccare al sole.
- Lo giuro.
Un lampo improvviso di dolore, il coltello che penetra nella sua carne e la calda sensazione di un liquido vischioso lungo il suo palmo, mentre l’uomo sconosciuto si concede un sorriso invisibile privo di ogni emozione, una statica piega delle labbra che non scalfisce in alcun modo la sua indifferenza.
- Qui si conclude il tuo cammino di semplice umano. Benvenuto tra noi, Zaech, Guardiano della Luce.
Il suo corpo si rilassa impercettibilmente e lui stesso assume un’espressione più spensierata sui lineamenti di un ragazzo appena divenuto uomo, rendendosi conto di aver superato la prova per cui si era preparato per gran parte della vita.
L’ultima goccia vermiglia scivola a terra nell’oscurità.
Ed è in quell’istante che
lei percepisce ogni cosa, ogni respiro, ogni parola, ogni pensiero formatosi in quella stanza buia, comprendendo il reale significato di quella scelta con un’intensità tale da toglierle il respiro. Rimane in silenzio, nelle stesse tenebre in cui, a miglia e miglia di distanza, l’unico ragazzo che è riuscito a sfiorare la sua anima ha appena segnato per sempre il suo destino. E per un battito di ciglia, leggera e impalpabile quanto la rugiada mattutina, una lacrima sembra affacciarsi dai suoi occhi.

   
 
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