Due
Parte
prima – gli uomini non urlano al vento i propri sentimenti
“Oggi faremo pratica per
l’utilizzo delle
bombe fumogene!”
Il sensei era entrato in classe
soltanto
da pochi minuti, ma il mormorio tra gli alunni era già
notevole: dovevano
essere entusiasti di poter uscire in cortile in quel giorno di sole,
perché di
solito non si risvegliavano che a metà mattinata.
Guardò alcune facce a caso e
le scoprì tutte contente e illuminate. Soltanto la solita
ragazzina se ne stava
con lo sguardo basso e imbronciata in un angolo, le braccia conserte
come a
voler tenere gli altri a distanza.
“Mettetevi in
coppia.” ordinò, e tutti
si alzarono vociando, avvicinandosi a chi desideravano. Soltanto lei
no. Se ne
restò seduta nel suo angolino a testa ancora più
bassa: sarebbe stato un bel
problema. La guardò sospirando e si lanciò alla
ricerca di qualcuno che potesse
essere appaiato con lei: c’era soltanto Minato,
l’alunno migliore del suo corso,
che forse tutti evitavano per non essere messi in cattiva luce. Almeno
per quel
giorno il problema Kushina Uzumaki era stato evitato: sin da quando era
arrivata a Konoha dal villaggio del Vortice, qualche settimana prima,
non
l’aveva mai vista muovere un dito per farsi accettare o per
fare amicizia con
gli altri.
“Kushina-chan,
c’è Minato-kun che è rimasto
da solo. Puoi fare coppia con lui!” suggerì in
tono fintamente bonario. La
bambina, però, non diede segno di averlo sentito,
perché non si mosse di un
millimetro. Aveva quasi deciso di costringerla ad alzarsi alzando la
voce,
quando vide che Minato si stava dirigendo verso di lei, e decise di
lasciarlo
fare. Avrebbe cominciato a far uscire gli altri bambini
dall’aula e sarebbe
stato a lui convincerla.
Minato si fermò a venti
centimetri dalla
sedia di Kushina, in attesa che lei lo degnasse di attenzione, cosa che
non
avvenne. Soltanto allora si schiarì la voce e sorrise.
“Mi chiamo Minato
Namikaze, sono
contento di fare coppia con te, oggi.”
Con una smorfia incredula,
finalmente la
bambina alzò la testa e lo guardò negli occhi. I
suoi erano sgranati
all’inverosimile: quel ragazzino non doveva essere normale.
Non si erano mai
parlati prima, e la salutava con quel fare tanto amichevole.
“Io sono Kushina Uzumaki,
ma lo sai già.
In classe non si fa che sparlare di me da quando sono
arrivata.” replicò,
piccata, sperando che lui scappasse a gambe levate. Il sorriso di
Minato, però,
si allargò senza diventare sarcastico o scherzoso.
Alzò le spalle, come a dire:
“Non ci pensare” e poi aggiunse:
“Vogliamo andare?”
Sbuffando, Kushina annuì
ed afferrò la
sua sciarpa, sistemandosela attorno alla vita mentre seguiva fuori
dall’aula il
suo compagno di classe.
Il sensei li aveva condotti tutti
nel
cortile sul retro della scuola e aveva già fatto sistemare i
suoi compagni uno
accanto all’altro in una lunga linea che arrivava fino alla
staccionata.
Dovettero raggiungerli sfilando davanti a tutti mentre i parlottii si
sollevavano e morivano nel momento in cui superava ognuno di loro.
Irritata, si
sistemò alla fine della fila, sorpassando anche Minato. Per
quel motivo non li
sopportava: non avevano neppure provato a fare amicizia con lei, quando
si era trasferita
a Konoha, l’avevano messa da parte e basta. Parlottavano
sempre alle sue
spalle, ridevano di lei quando credevano non guardasse nella loro
direzione,
guardavano con una smorfia i suoi capelli rossi. Era strano che Minato
Namikaze
l’avesse avvicinata con così tanta confidenza,
doveva fare attenzione.
Persa nei suoi pensieri, non
capì quasi
nulla della spiegazione che il sensei diede per
l’esercitazione: quando poi egli
passò a distribuire le bombe, si ritrovò con una
palla nera e dei bastoncini per
accendere il fuoco in mano senza sapere cosa fare. Lanciò
allora un’occhiata in
tralice a Minato: lui si era già accovacciato per terra e
stava trafficando con
la bomba, rimuovendo un pezzo di corda sottile
dall’involucro. Quando sollevò
la testa, i loro occhi si incontrarono a due diverse altezze, e lei
distolse
subito lo sguardo.
“Ho preparato la prima
bomba.” le spiegò
gentilmente, rialzandosi in piedi, e gliela mise tra le mani anche se
lei
fingeva di non prestargli attenzione. “Comincia pure per
prima.”
“Non se ne
parla!” Un po’ più concitata
di quanto avrebbe voluto sembrare, la sua copertura saltò e
Kushina allungò le
braccia verso Minato per restituirgli la bomba: non aveva sentito
neppure una
parola, non voleva cominciare per prima e mettersi, così, in
ridicolo.
“Comincia tu!”
“Come vuoi.”
Leggermente sorpreso,
Minato riprese la bomba tra le mani e si chinò di nuovo per
raccogliere i
bastoncini per azionarla. Sfregandone uno con cautela contro i vestiti
bruciò
la miccia della bomba e la lanciò nel punto in cui il sensei
aveva ordinato.
Anche altri bambini avevano già fatto lo stesso, infatti una
cortina sottile di
fumo prese ad alzarsi intorno a loro.
“Hai visto? È
facile!” Minato allungò di
nuovo una bomba verso di lei con il sorriso, e Kushina tossì
per prendere
tempo. Come faceva ad essere così tranquillo mentre
maneggiava qualcosa che
avrebbe potuto esplodergli in faccia da un momento all’altro?
La afferrò
saldamente e si chinò a raccogliere un bastoncino per
appiccare il fuoco alla
miccia. Con la mano destra, sfregò velocemente il bastoncino
sui vestiti come
aveva fatto Minato, ma esso non prese fuoco. Provò
nuovamente, ma nulla. Minato
la osservava in silenzio. Imbarazzata e irritata, sfregò
ancora più forte in un
impeto di rabbia, e, come per miracolo, la testa del
bastoncino si accese. Entusiasta, si voltò
verso la bomba che teneva nella mano sinistra, alla ricerca della
miccia. A
colpo d’occhio, non la vide, quindi prese a girare la bomba
per cercarla: se
non era sopra, doveva essere-
“Kushina-san!”
esclamò Minato,
allarmato, interrompendola.
“Che
vuoi?”
“La tua
sciarpa!”
Come se un kunai l’avesse
appena
trafitta proprio in quel punto, all’improvviso consapevole,
la bambina si voltò
di scatto verso il suo compagno, inorridendo: la sua sciarpa stava
bruciando,
polverizzandosi a vista d’occhio ad ogni respiro per colpa
del bastoncino
infuocato che aveva perso d’occhio.
“La
mia sciarpa!” ululò afferrandola
là dove l’aveva annodata sulla vita, ma
dovette subito allontanare le mani perché il tessuto
scottava. Non fece in
tempo a riordinare i pensieri che vide quelle più grandi di
Minato lanciarsi sul
nodo della sua sciarpa per sfilargliela di dosso.
“Scotta!”
riuscì soltanto a dire, ma lui si morse un labbro e
continuò ad armeggiare sul
suo fianco a testa bassa come se la seta fosse stata fredda. Quando
afferrò tra
le mani la sciarpa, però, le sue dita erano tutte rosse e
rigonfie.
“Ti sei
scottato!” esclamò
senza riuscire a smettere di
guardarlo, senza sapere cosa fare. Si sentiva i piedi pieni di piombo.
Il
bambino, però, scosse la testa mentre le porgeva la sciarpa.
“Se non
l’avessi fatto saresti stata tu
a scottarti.” Minato sorrise per dimostrarle che era tutto a
posto porgendole
la sciarpa. “È seta, giusto? La seta brucia
davvero velocemente, siamo stati
fortunati… Puoi prendere la sciarpa, adesso è
fredda, non preoccuparti!”
Spinse di nuovo la sciarpa verso di
lei,
che continuava a fissargli le dita in preda allo shock senza dire
nulla. Minato
Namikaze non aveva avuto paura di scottarsi per aiutarla, anche se non
si erano
mai parlati prima. Afferrò quello che restava della sciarpa
stringendola forte
nel pugno senza riuscire a guardarlo.
“Non voglio
più fare questa
esercitazione. Continua da solo.”
A testa bassa, gli rimise la bomba
non
scoppiata tra le mani, lo superò e si sedette a gambe
incrociate davanti al
tronco di un albero lì vicino, scura in volto. Minato
continuò a fissarla,
sorpreso: Kushina
gli sembrava molto
sola e non tanto a suo agio in classe, ma, per qualche motivo che non
riusciva
a capire, lei non sembrava aver voglia di integrarsi. Non faceva nulla
per
scambiare due chiacchiere con gli altri, a volte non li guardava mai
neppure
negli occhi, proprio come stava facendo in quel momento con lui. Non
riusciva a
spiegarsi il perché, ma non voleva che lei restasse sola. In
classe già avevano
cominciato a circolare strane voci sul suo conto. Raccogliendo tutto il
suo
coraggio, fece un respiro e la chiamò.
“Kushina-san!”
La bambina sollevò la
testa, sdegnata
per essere stata disturbata, e lo fulminò con lo sguardo,
facendo quasi
vacillare la sua sicurezza. Ma Minato si ripeté che non
doveva arrendersi e
azzardò: “Secondo me dovremmo continuare.
Non potremo mai essere dei buoni ninja se non impariamo ad usare le
bombe
fumogene come si deve… ” Vide che lei lo stava
ascoltando e continuò, più
convinto: “Se vuoi, posso mostrarti di nuovo come si fa!
Anch’io la prima volta
ho fatto quasi esplodere una bomba in faccia al mio compagno, non devi
preoccuparti! Se ci impegniamo e proviamo prima o poi-”
Si interruppe
all’improvviso, perché
Kushina aveva cominciato ad alzarsi in piedi. Quando gli fu di fronte e
si
guardarono negli occhi, Minato sentì una strana sensazione
al petto che gli
rese più difficoltoso respirare, ma durò un
attimo, perché, sorpreso, si lasciò
sfuggire: “Vuoi… continuare?”
Lei strinse le labbra, a disagio, e
replicò: “Voglio diventare il ninja più
forte del mondo. Dammi quella bomba.”
Piacevolmente colpito, il bambino
non
riuscì a fare a meno di sorridere. Si chinò per
raccogliere una delle bombe e
gliela porse con gentilezza. Voleva davvero diventare amico di Kushina
Uzumaki,
e sperò che quel gesto riuscisse farglielo capire.
“Spero che faremo di
nuovo coppia
insieme.” aggiunse timidamente, e lei arrossì
all’improvviso. Quel
ragazzino era
davvero strano: di solito gli
uomini non urlavano al vento in quel modo i loro sentimenti.
E
vorrei solo dirti ora che te ne vai
Se
è amore, amore vedrai di un amore vivrai
(Due – Raf)
Buonasera
a tutti! ^^
Erano secoli che non scrivevo su questa coppia che adoro,
perché può essere declinata davvero in ogni
contesto, e grazie al contest di Maiko_chan ho potuto farlo di nuovo,
ed è stato tutto casuale! XD
Come avete letto, ho descritto un incontro diverso da quello descritto da Kishimoto perché, come dicevo anche a Maiko, vorrei dare unìimpronta di realismo a questa storia, anche se essa comincerà a vedersi ancora di più dal prossimo capitolo. Ebbene sì, sono in totale tre capitoli. Mi state odiando, vero? XD
In questo capitolo sono state gettate soltanto le basi della loro relazione: c'è stato un avvicinamento, e Minato è riuscito a superare la riluttanza di Kushina. Il meglio verrà dopo. Spero davvero che questo primo capitolo via sia piaciuto, e mi farebbe davvero piacere sapere cosa nel pensate! ^^
Alla prossima! :)