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Autore: xadhoom    14/12/2008    1 recensioni
Alla fine Ichigo comprese che sarebbe stato un Natale indimenticabile...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vento giocava con le ultime foglie ancora ostinatamente attaccate agli alberi che circondavano la più prestigiosa università della città. La temperatura si era abbassata in maniera non indifferente in quel periodo e, secondo le previsioni del tempo, nei prossimi giorni sarebbe calata ancora. Ma di questo non si curava il giovane ragazzo che in quel momento stava camminando lungo i corridoi della scuola. Gli altri studenti dell'istituto fissarono con un certo stupore la persona di cui si è detto poc'anzi, in quanto questi era sempre apparso un soggetto assai poco incline al riso, seppure riuscisse allo stesso tempo a stringere legami di amicizia con qualunque personaggio si trovasse ad avere a che fare. I suoi compagni di università non poterono evitare di lasciarsi sfuggire un sorrisetto divertito quando il soggetto in questione entrò all'interno dell'aula di musica dell'università, poiché in questo modo i primi capirono che il ragazzo era riuscito semplicemente a trovare l'oggetto dei suoi desideri, il quale rappresentava allo stesso tempo la causa principale della sua ilarità.
Una soave musica colpì le orecchie del nuovo arrivato non appena questi entrò nella stanza. Sottili ed eleganti dita passavano velocemente da un tasto all'altro, con una tale grazia da lasciare incantato qualsiasi spettatore si fosse fermato ad osservare l'artefice di quel suono ipnotizzante. Ma lo stato di catalessi nel quale era caduto l'unico spettatore presente nell'aula era dovuto a qualcosa di diverso dalla musica. O forse sarebbe stato maggiormente corretto dire qualcuno...
Il giovane che stava suonando magistralmente il piano sembrava non essersi accorto della presenza di un'altra persona e quest'ultima non poté frenare l'irresistibile desiderio di pronunciare alcune parole, che in quell'istante sentiva dal più profondo del cuore:
"Piano! che luce rompe da quella finestra lassù? Lì è l'Oriente. E Giulietta il sole. Levati, o sole bello, a cancellare la gelosa luna sbiancata e livida di rancore perché tu, vestale sua, sei bella, molto più bella di lei. Non farle più da ancella, se è così inviosa di te: ché tanto il suo manto di vestale s'è fatto ormai livido e consunto, e non lo portano più che le pazze. Buttalo via. E' la mia donna, oh! Il mio amore"
La musica si spense in seguito a quelle parole, mentre il pianista si voltava in direzione della porta "Pensavo che il tuo dramma shakesperiano preferito fosse il MacBeth" domandò con voce neutrale, alzandosi allo stesso tempo dal suo seggio.
La persona alla quale era rivolta quell'osservazione ghignò, ma il ghigno si tramutò presto in un sorriso caldo ed affettuoso quando l'altro si sistemò gli occhiali sul naso con due dita della mano, un'azione abituale che il giovane compiva sempre e che il soggetto appena entrato nella stanza trovava assolutamente adorabile...anche se, inizialmente, essa rappresentava uno dei tanti atteggiamenti che più detestava in quel ragazzo.
Le sue braccia andarono a cingere l'esile busto dell'inviduo davanti a sé e le sue labbra si posarono lievemente sulla bocca dell'altro "Vero, ma visto il soggetto tanto femminile con cui mi trovo ad avere a che fare, ho ritenuto che per la situazione fosse maggiormente adatto Giulietta e Romeo..."Il sorriso del giovane si allargò quando l'altro ragazzo si divincolò improvvisamente da sé, o almeno cercò di farlo, visto che le braccia dell'alto ragazzo continuavano a stringerlo in maniera possessiva
"Io non assomiglio ad una donna!" replicò offeso il moro, dopo un ultimo ed inutile tentativo di recupare la propria libertà.
"Certo che no..." lo rassicurò l'altro, dandogli un lieve bacio sulla guancia dopo aver fatto aderire la schiena del giovane al suo petto "come potrei non saperlo, io, che ho la possibilità di vedere questo stupendo corpo tutti i giorni, tutte le mattine, tutte le notti...?"
Un lieve rossore colorò il volto del ragazzo che indossava gli occhiali, anche se questi non avrebbe saputo dire se per le parole pronunciate dal compagno o dai lievi ma intensi baci che avvertiva sulla pelle del proprio collo
"Che sei venuto a fare qui?" domandò, sperando con quella questione di uscire dall'imbarazzo in cui era caduto. La speranza fu ben riposta. Il compagno si allontanò del tutto da lui, non dopo essere riuscito a strappargli un ultimo bacio, per estrarre due biglietti dalla tasca del proprio giubbotto
"Indovina indovinello, dove andremo a Natale, o mio bello?"
"Dalla prosa di colui che è considerato il più grande tragediografo di tutti i tempi ai versi di Ichigo Kurosaki...è proprio vero che il livello culturale di oggigiorno è sceso ai più infimi livelli"
Il rosso lo ringraziò mostrandogli la lingua "Troppo gentile...in ogni caso" esclamò ritrovando l'entusiasmo di prima "questi sono la nostra garanzia per una favolosa ed indimenticabile vacanza natalizia a Noborimestu!"
Il moro sbatté le palpebre "La località termale?"
"Proprio!" confermò con voce euforica il rosso "purtroppo proprio nel momento in cui stava entrando nell'agenzia di viaggi Inoue e Chad, che stavano guardando qualche offerta per un viaggio da compiere durante le vacanze natalizie, mi hanno visto e, saputa la meta del nostro viaggio, hanno deciso di "
La stizza manifestata dalla voce di Kurosaki sembrava aver contagiato anche l'altro giovane ragazzo "Non preoccuparti" si affrettò ad aggiungere l'alto studente non appena notò il cambiamento d'espressione del compagno "mi sono assicurato che prenotassero in un albergo diverso dal nostro così, anche se li incontreremo ogni giorno, almeno saremo sicuri di poter trascorrere un po' di tempo da soli" e affermato ciò si chinò sul volto del ragazzo che aveva di nuovo preso fra le sue braccia, per andare incontro al dorso della mano di quest ultimo.
Stupito, il rosso si ritrasse, fissando con aperta confusione il proprio compagno "Uryuu?" chiese, mentre l'interpellato si avvicinava nuovamente al pianoforte che poco prima stava suonando "che cosa c'è? Sei arrabbiato perché vengono anche i nostri amici? Anche io avrei voluto stare solo con te, ma..."
"Non è questo" si affrettò a precisare il moro "anzi, sono sicuro che assieme agli altri ci divertiremo maggiormente"
Ichigo sbatté confuso più volte le palpebre "E allora perché hai quella faccia scura?"
La prima reazione di Ishida fu quella di alzare leggermente le spalle. Camminò fino a raggiungere il proprio zaino, nel quale cominciò a riporre con attenzione tutti i propri effetti personali. In seguito, dopo aver notato lo sguardo contrariato di Kurosaki, il quale sembrava sul punto di sfogare a voce alta il proprio disappunto, Uryuu si decise a parlare
"E' solo che..."
"Solo che?" lo incoraggiò il giovane avvicinandoglisi di nuovo
Sbuffò "Solo credevo che per Natale saremmo andati a cenare dalla tua famiglia"
Lo shinigami sgranò con evidente stupore le pupille "Dalla mia famiglia? E perché saremmo dovuti andarci? Sei già stato a cena a casa mia e non mi sembra che questo rappresenti il massimo dei divertimenti, soprattutto a causa di mio padre"
Mentre il rosso storceva il naso alle sue stesse parole, il moro scosse lentamente la testa "Mi riferivo ad una cena in cui io non figurassi come tuo semplice amico"
Quelle parole colpirono il cuore del rosso come se una lama avesse trapassato le sue tenere carni. Cercando di non manifestare apertamente tutta la confusione e terrore che provava in quel momento, chiese "Co-cosa vorresti dire?"
"Non fare il finto tonto con me, Kurosaki. Hai capito benissimo" sbuffò contrariato, poggiando lo zaino su una spalla e dirigendosi verso l'uscita "adesso ho lezione di pedagogia. Ci vediamo al dormitorio"
"A-aspetta! Dannazione, Uryuu!"
Una mano afferrò con forza il braccio del giovane quincy, prima che il corpo di questi si trovasse sbattutto contro un muro. Gli occhi dello shinigami brillavano come due carboni accessi, mentre le sue mani stringevano con forza le magre spalle del ragazzo di fronte alla sua persona
"Non mi va che tu te ne vada in questo modo...Dannazione Uryuu, dopo due anni che siamo insieme credevo che avessimo stabilito il modo migliore per evitare fraintendimenti o tensioni, ovvero quello di parlare!"
In effetti quello era stato il metodo più sensato che ai due ragazzi fosse venuto in mente, per evitare di continuare a discutere per delle ore come facevano quand'erano molto più giovani. Certo, neanche in quei simili frangenti avevano mai litigato tanto a lungo da evitare di parlarsi per più di una settimana, ma poiché già allora Ichigo aveva capito di provare qualcosa di più profondo dell'amicizia per quel testardo di un quincy, la lontanza da questi causava in lui una profonda ansia e tristezza. Non a caso, il primo a rivolgersi all'altro in seguito ad uno dei tanti loro battibecchi era proprio il giovane Kurosaki...
Nel frattempo Ishida aveva ostinatamente tenuto fisso lo sguardo sul pavimento, alzandolo con rabbia e irritazione quando Kurosaki pronunciò quella dannatissime parole che si era ormai stancato di sentire
"Credevo che di questo ne avessimo già parlato: preferirei..."
"...che non rivelassimo nulla riguardo la nostra relazione alla tua famiglia, in particolar modo a tuo padre. Si, Kurosaki, non so quante volte tu mi debba ripetere questa frase"
"E' Ichigo, ICHIGO, maledizione, quante volte ti devo dire di smetterla di rivolgerti a me usando il cognome?!" gridò furente, stringendo maggiormente il corpo del moro "Tze! Quando fai così sembriamo tutt'altra cosa che fidanzati..."
"E in fondo perché dovremmo apparire come tali, visto che vuoi tenere all'oscuro le persone a te più vicine in merito al nostro legame?"
"Te l'ho già spiegato!" gridò, allontanandosi di scatto dal compagno, forse nel timore di causargli dolore nel continuare a stringerlo in quel modo "conosco mio padre e temo la reazione che potrebbe avere se scoprisse che suo figlio..."
"E' omosessuale?" chiese il quincy, la voce che tradiva una nota di scherno
"No! che suo figlio ha trovato l'amore della sua vita!"
Una simile dichiarazione avrebbe sciolto il giovane moro come neve al sole un tempo. Ma non in quel momento. Era stanco delle continue scuse del suo compagno ed era deciso più che mai a non desistere alle preghiere del rosso. Almeno non quella volta.
Scotendo il capo, le mani di Ishida si strinsero a pugno, quasi le parole che stava per pronunciare gli causassero un forte dolore "Non capisco...non riesco a capire! Mi rivolgi simili dichiarazioni senza arrossire! Mi baci o mi stringi a te in pubblico senza provare il minimo imbarazzo, a differenza del sottoscritto! Mi presenti immediatamente ad ogni tuo nuovo conoscente come tuo compagno di vita! Tutti i nostri amici sono a conoscenza della nostra relazione e le uniche persone a cui ti ostini a non rivelare nulla sono le persone per cui rischieresti per prime la vita!"
"Anche tu sei fra le persone per cui rischierei per primo la vita"
dichiarò con convinzione Kurosaki, guardando il compagno fisso negli occhi "Non cambiare discorso!" urlò Uryuu. Improvvisamente sospirò, sedendosi per terra, quasi tutto quell'urlare lo avesse privato di tutte le forze
"Non capisci? Tutto quello che voglio è che il mio ragazzo mi presenti alla sua famiglia...Ti vergogni a tal punto di me?"
"No! Certo che no!" gridò il rosso precipitandosi a fianco del compagno, catturandolo nuovamente fra le sue braccia "come puoi affermare qualcosa di simile? Lo hai detto anche tu che dimostro sempre e pubblicamente il mio amore per te..."
"Tranne ai tuoi parenti..."
Il giovane imprecò dalla frustrazione. Si passò lentamente una mano fra i capelli, stringendo con forza il corpo dell'altro a sé, quasi temesse che se non l'avesse fatto il moro sarebbe scappato. Sospirò. Sapeva che rimandare a lungo quel problema non avrebbre aiutato a risolverlo, ma...era così difficile...
Due calde pozze color chinotto si posarono su quei sottili fili di seta color notte fra cui Ichigo amava far scorrere le dita. Sotto di essi, lo shinigami lo sapeva benissimo, vi erano i più bei zaffiri su cui l'essere umano avesse posato lo sguardo. Freddi e impenetrabili quando si trovavano davanti ad un nemico, essi brillavano d'una luce magica e suadente nel momento in cui il loro possessore comprendeva d'essere al sicuro, fra persone che lo amavano...pochi riuscivano a vedere questi indescrivibili tesori in tale condizione; uno fra questi era Ichigo, lo shinigami al quale il giovane quincy aveva dato tutto sé stesso.
Un legame sicuramente non facile, pieno di insidie e dolori, a causa della loro posizione di shinigami e quincy, alla quale si doveva aggiungere l'appartenenza al medesimo sesso. Il mondo non è tollerante nei confronti di chi appare "diverso" dalla maggioranza o da chi ha il coraggio di mostrarsi "diverso" dalla maggioranza. Questa è una legge ingiusta, ma vera.
Esistono, tuttavia, individui che sanno apprezzare e difendere le persone accanto a sé grazie all'amore che nutrono nei confronti di esse, sentimento in grado di guardare oltre quel velo dell'ignoranza che spesso offusca gli occhi altrui. Gli amici che condividevano le gioie e i dolori nella vita di Ichigo e Uryuu rappresentavano proprio quel tipo di individui. Il rosso shinigami era loro grato e sapeva che anche il suo compagno di vita lo era. Ma comprendeva benissimo che per il moro tale supporto non era sufficiente. Dopo aver passato molti anni in solitudine, interagire con altre persone non aveva certo rappresentato un problema da niente per Uryuu. Lo stesso Ichigo rammentava con quanta fatica ed ostinazione era riuscito a far comprendere all'altro l'amore che nutriva nei suoi confronti e, nello stesso tempo, l'affetto che legava il quincy stesso al rosso, visto che il primo si era ostinato fino all'ultimo di nascondere i proprio sentimenti dietro un muro di diffidenza e scontrosità.
Ma l'amore di un compagno non può colmare tutto l'affetto di cui una persona sente necessità, questo Kurosaki lo sapeva molto bene. Lui poteva considerarsi fortunato: per quanto bizzarri, Ichigo non avrebbe mai dubitato dell'affetto dei suoi famigliari. Per il giovane moro il discorso era più complesso. Non che Ishida senior non provasse alcun sentimento verso il figlio, ormai anche Uryuu aveva compreso la verità. Tuttavia ad una persona bisognosa di attenzioni non basta conoscere la verità; è necessario che le sue ansie siano acquietate da manifestazioni concrete di affetto. E Uryuu avrebbe acconsentito a perdere nuovamente i suoi poteri di quincy se ciò gli avesse concesso di ottenere l'affetto di una vera famiglia. E poiché le seppur frequenti ma tenui cene con Ryuuken non erano abbastanza, era logico pensare che Uryuu avesse riposto molte speranze nella famiglia di Ichigo, il quale, però, per qualche strana ragione, non si era mai deciso a presentarlo in qualità di fidanzato. Strano comportamento, visto che si trattava del medesimo soggetto che aveva letteralmente assediato il direttore del dormitoio affinché gli concedesse di dividere la stanza con il suo ex compagno di scuola -e questo ancor prima che i due si fossero ufficialmente fidanzati. Per Ichigo quella era stata la perfetta occasione per dimostrare il proprio amore a Uryuu e per questo non avrebbe mai smesso di ringraziare il direttore del dormitoio per l'occasione concessagli. Un po' meno grati erano gli altri studenti, visto i rumori che provenivano da quella stanza, ad ogni ora del giorno...Sia rumori causati da continui alterchi che...da altri generi di situazioni. Il direttore, non a caso, stava seriamente pensando d'installare dei pannelli insonorizzanti nella loro stanza...
In ogni caso, il problema sussisteva ed era chiaro che doveva essere al più presto risolto, se lo shinigami teneva al giovane stretto tra le sue braccia. E, maledizione, pensò mentalmente Ichigo fra sé, questo era proprio il suo caso.

Continua...

  
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