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Autore: Giu01_    16/03/2015    3 recensioni
Direttamente dal testo: " Mentre salivamo sempre di più, continuava a stringermi per non farmi cadere e io decisi che risposta alle mie domande non c'era, così mi limitai a guardarlo socchiudendo gli occhi e lui, sommessamente, prima di sparire nel nulla e lasciarmi sola, sussurrò:-Tranquilla Evril, ci sarà tutta l'eternità per rispondere alle tue domande.- "
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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~Mi sono sempre chiesta che cosa ci sarebbe stato dall'altra parte: il paradiso, l'inferno e il purgatorio? Gli angeli?
Ricordo che ogni volta che ero lasciata sola in quella spoglia stanza d'ospedale, un grande vuoto mi accompagnava nel sonno e non mi lasciava neanche duranti i miei sogni: era tutto così confuso, non riuscivo a capire niente e a vedere. Che cosa mi stava capitando?
 Lo capii una sera, quando ormai le tenebre mi avevano avvolta come in un abbraccio che dovesse durare per sempre. Tutto ciò che riuscivo a capire era che stava per finire tutto e il solo suono che riuscivo a distinguere era il battere del mio cuore sempre più leggero e silenzioso. Mi sembrava tutto così dannatamente sbagliato: com'era possibile che dovessi andarmene senza aver salutato tutte le persone a cui tenevo? Com'era possibile che il Signore avesse deciso che il mio cammino doveva finire a soli sedici anni?  Tagliare così la vita di un'adolescente era possibile o anche minimamente accettabile? Secondo me, assolutamente no. Ero infuriata, stravolta e agitata quando lasciai che la stanchezza si insinuasse nelle fessure dei miei occhi che lottavano per restare aperti.
-Ehi, come stai?- Era una Voce lontana che parlava, una voce dolce, rilassante che riusciva ad insinuarsi nelle profondità del mio cuore, propagando un benessere divino. Non riuscivo a trattenermi dal rispondere e allora dissi alla Voce che stavo bene.         
-Sai dove ti sto portando?-
-Sono morta?-
-No, manca davvero poco e sono sicuro che vorrai venire con me. Nel luogo dove andremo tutto è magnifico, ci sarà sempre amore e nessuno mai ti tratterà male e ti farà ciò che ti è stato fatto.-
Ero sconvolta, però la tranquillità di quella voce continuava a ordinare a tutte le mie menbra di seguirla, di seguire la voce, perchè sarei stata bene, finalmente. Smisi di lottare e quindi risposi:-Allora,dove devo andare?-
Un  turbinio di luce mi avvolse completamente. Quella con cui avevo appena parlato era la voce di un angelo?
D'un tratto quella luce cominciò a condersarsi, come se avesse delle braccia create esclusivamente per abbracciarmi e farmi volare su, dove niente sarebbe andato storto, e a quel paese tutti! Volevo andarci, trovare un rifugio da tutte le mie preoccupazioni e scordare tutta la mia vita terrena. Avevo chiuso gli occhi e mi stavo godendo l'aria che accarezzava il mio viso, lentamente, come una mamma che fa una carezza a suo figlio o come un fidanzato che in una carezza alla sua ragazza mette tutto il suo amore. Quando aprì gli occhi però, mi accorsi che non era l'aria che mi stava accarezzando e che la luce aveva finito di condensarsi rivelando il suo vero aspetto. Rimasi abbagliata dalla bellezza di quel ragazzo che aveva la sua mano insicura ma allo stesso tempo decisa sulla mia guancia. Aspetta, era un ragazzo? Forse me lo stavo solo immaginando o forse la pazzia mi stava raggiungendo anche in quel bellissimo posto, dove sembrava che il tempo si fosse fermato ad ammirare il mio arrivo al cielo ( o in qualsiasi altro posto) e la perfezione che sgorgava da quel ragazzo o qualsiasi cosa fosse: era alto, un leggero strato di muscoli si intravedevano dalle maniche della sua maglia bianca e sotto al collo riuscivo a vedere il pomo d'adamo che s'alzava e s'abbassava ogni volta che tratteneva un sospiro e che incrociava il suo sguardo col mio. Mettevo così tanta agitazione? Il suo viso perfetto, nel quale si distinguevano quei lineamenti spigolosi ma non troppo, era adornato da una massa di capelli neri che scendevano in ciocche corte sulla fronte. Ma ciò che mi colpì di più erano gli occhi: da quei pochi  centimetri che mi dividevano da lui il grigio della sua iride era percorso da leggere sfumature azzurre, blu e viola, che rendevano il suo sguardo altamente provocante per essere un angelo. Aveva le labbra piene e un'aria altamente infastidita dal mio sguardo che era rimasto immmobile sul suo viso.
Quando parlò rispose a tutte le domande che mi ero fatta:- Sì, la voce con cui stai parlando è quella di un angelo, mi chiamo Ewan e le mie braccia non sono state create solo per abbracciarti.- La sua voce ora prendeva una nota sarcastica e burlona. -E tanto per la cronaca le parolacce non sono ben viste qui.
Ero sconcertata da quelle parole e risposi quasi a fatica:-Come fai a sapere ciò che penso, scusa?  
-Gli angeli come me riescono a leggere nella mente, ma non credo tu possa diventare così brava da saper utilizzare questa tecnica.
Dato che pensare ormai non mi era più concesso decisi di dare libero sfogo alle mie domande:-Stai dicendo che anche io diventerò un angelo? E che cosa significa 'gli angeli come me'? Ci sono per caso dei gradi? E poi come ti permetti di dirmi che non ci riuscirò?- Il mio carattere irrequieto stava venendo fuori e non potevo credere di stare a discutere con un angelo, altamente bello, ma pur sempre un angelo.
Quando facevamo Religione a scuola, gli angeli ci venivano descritti come creature bellissime e immortali, ma non mi sarei aspetta di vedere con i miei occhi questa bellezza di cui tutti parlavano. Tutti dicevano che gli angeli erano biondi, con occhi azzurri e che avevano grandi ali dorate dietro le spalle e che erano  incapaci di essere scorbutici e sarcastici, ma allora perchè Ewan era l'esatto opposto di quelle descrizioni? Forse perchè gli umani tendono a classificare gli angeli come creature tutte uguali inmcapaci di emanare una propria bellezza o forse Ewan era semplicemente diverso da tutti gli altri angeli, cosa che in cuor mio sospettavo.
Mentre salivamo sempre di più, continuava a stringermi per non farmi cadere e io decisi che risposta alle mie domande non c'era, così mi limitai a guardarlo socchiudendo gli occhi e lui, sommessamente, prima di sparire nel nulla e lasciarmi sola, sussurrò:-Tranquilla Evril, ci sarà tutta l'eternità per rispondere alle tue domande.-
   
 
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