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Autore: agatha    14/12/2008    7 recensioni
Kevin sta male ed è a casa con l'influenza ma la visita di una certa persona gli farà tornare il sorriso sulle labbra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kevin Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shottina scritta mentre ero influenzata. Si avvicina il Natale e il mio spirito natalizio esce fuori prepotentemente (quindi preparatevi perché non sarà l’ultima su questo tema). E’ collegata al primo capitolo di “Burnin’ up”, anche se può essere letta da sola. Vi avverto, fin da ora, che mi sono affezionata molto a questa coppia e prevedo di scrivere altro su di loro (mi direte se vi fa piacere oppure no).

 

Un ringraziamento speciale, come sempre, alla mia socia ele aka beautiful_disaster che legge, commenta e sopporta le mie paranoie (grazie *__*).

 

I Jonas Brothers non mi appartengono (ahimè) e questo racconto, completamente inventato, non intende rappresentare la loro vita.

 

Buona lettura.

 

 

 

 

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I don't want a lot for Christmas
There's just one thing I need
I don't care about presents
Underneath the Christmas tree

 

 

“Etciù”

Dopo aver suonato il campanello questo fu il primo suono che sentì dalla porta ancora chiusa. Poco dopo uno stralunato Kevin, tutto avvolto in una grande coperta scozzese, la salutò facendola entrare.

“Ciao Leyla”

Lei si avvicinò stampandogli un bacio sulle labbra bollenti per la febbre, prima che lui si scostasse.

“Non farlo, non voglio farti ammalare”

“Non sarei venuta qui, non preoccuparti”

Andarono a sedersi sul grande divano che troneggiava in casa Jonas, proprio di fronte ad un grande camino e poco dopo la ragazza si alzò, avvicinandosi per scaldare i palmi delle mani. Un bel fuoco scoppiettava diffondendo un piacevole calore. Notando lo strano silenzio che regnava si voltò verso Kevin.

“Sei solo?”

Lui si era acciambellato in un angolo del divano, con la testa appoggiata mollemente contro la spalliera. A quella domanda arricciò le labbra in un’espressione da cucciolo indifeso.

“Mi hanno abbandonato tutti, nessuno che si preoccupa per me che sono malato” si lamentò drammaticamente.

Leyla, sorridendo, si avvicinò a lui scompigliando i suoi riccioli e sistemando meglio intorno alle sue spalle la pesante coperta.

“Povero piccolo. Ma adesso non ti devi preoccupare, ci sono qui io a prendermi cura di te” terminò baciandolo sulla fronte, poi sul naso e infine sulle labbra.

“Sì, ho bisogno di tante coccole” mugugnò cercando di tirarla verso di lui, per approfondire il bacio di prima ma non aveva fatto i conti con la determinazione di lei.

“C’è qualcosa che funziona meglio delle coccole”

“I baci?”

“Assolutamente no – scherzò lei – ci vuole una bella spremuta di arance”

“Odio le arance” si lamentò coprendosi il viso con la coperta in segno di protesta.

Leyla si avvicinò maliziosamente.

“Se fai il bravo e la bevi tutta sarai ricompensato” sussurrò.

Kevin rimase immobile per qualche secondo prima di scoprire un occhio per guardarla.

“Promesso?”

Quando la vide annuire abbassò il plaid.

“E va bene” concesse magnanimamente.

 

Mezz’ora dopo Kevin si sentiva molto, molto meglio.

Dubitava che il cambiamento fosse dovuto alla spremuta orribile che aveva dovuto bere fino all’ultima goccia, facendo delle smorfie assurde, anche se Leyla aveva continuato a ripetergli che la vitamina C lo avrebbe aiutato. Secondo lui stare sdraiato sul divano, con la sua ragazza che lo abbracciava, entrambi sotto la coperta era stato decisivo. Lei gli stava accarezzando piano un braccio mentre Kevin teneva il mento appoggiato alla sua fronte, respirando il profumo di albicocca dei suoi capelli.

Si sentiva rilassato, in pace con il mondo e persino la febbre e il mal di gola sembravano più sopportabili.

“Dove sono andati tutti?” gli domandò ad un certo punto.

“Mamma ha portato Frankie in centro perché i folletti di Babbo Natale si esibivano in uno spettacolo sul ghiaccio, Nick è andato con loro per comprare dei regali di Natale e Joe si è aggregato perché…” si interruppe ricordando le parole di suo fratello.

“Non mi va di fare il terzo incomodo e poi, se giochi bene le tue carte di malato, vedrai che Leyla sarà mooolto disponibile nei tuoi confronti”

“… perché non voleva che gli attaccassi qualcosa” concluse sorridendo.

Leyla si strinse di più a lui, sospirando soddisfatta per il contatto dei loro corpi. Ancora adesso, nonostante fossero passati quasi sette mesi, si domandava se non fosse tutto un sogno. Sembrava ieri quando Kevin si era presentato agli Studios per trovare un costume. La loro storia era cominciata quel giorno, tra un travestimento e un bacio anche se, dopo qualche tempo, la paura che potesse incontrare un’altra o rendersi conto che in realtà era stato solo un fuoco di paglia l’aveva tenuta sveglia spesso.

Invece non era andata così.

Lui era partito per un tour ma l’aveva chiamata tutte le sere e quando si era accorto che soffriva per la lontananza le aveva fatto quel regalo durante l’intervista, affermando di avere una passione speciale per la principessa Leila. In quel momento, mentre lo osservava alla televisione, si era coperta il viso con le mani mentre il cuore aveva perso un battito davanti a quella strana ma sincera dichiarazione. Lì si era accorta di essere perdutamente e irrimediabilmente innamorata di lui.

 

Quando Kevin le soffiò piano sul viso si riscosse da quelle riflessioni.

“Un soldo per i tuoi pensieri” le disse.

“Sono felice di essere qui con te” rispose sincera sollevandosi per baciarlo.

Le mani di Kevin si posizionarono sui suoi fianchi, risalendo lentamente seguendo le curve del suo corpo, passando poi a sfiorarle la schiena fino alla nuca. Quando la sentì mugolare soddisfatta contro la sua bocca si spostò in modo da trovarsi sopra di lei, facendo combaciare i loro corpi.

Non sapeva se era la febbre o solo il desiderio a farlo sentire in quel modo. Era innamorato ed era felice e voleva solo continuare a toccarla, a sfiorarla e assaggiarla dappertutto. Mentre la sua bocca scendeva lungo il mento, dedicandosi al suo collo e alla vena che sentiva pulsare, le sue mani cominciarono a far scendere la lampo del suo golf.

Indossava solo un reggiseno di pizzo bianco e la sua pelle era candida come quell’indumento. Assaggiò ogni centimetro lasciato scoperto come un assetato nel deserto. Leyla gli aveva infilato le mani nei capelli spostandole e arruffando i suoi riccioli.

Piano piano, scese con la bocca sul suo stomaco, sull’ombelico e poi, quando incontrò l’ostacolo dei suoi pantaloni una mano cominciò ad armeggiare con il bottone. In quel momento Leyla gli prese il viso tra le mani sollevandolo in modo da fissarlo negli occhi.

“Mi sembra il caso di fermarsi”

Lui fece una smorfia contrariata.

“Io dico di no”

“Per quanto adori l’idea di fare l’amore con te, non mi piacerebbe che la nostra prima volta fosse su un divano, con il terrore che tutta la tua famiglia possa piombare qui, all’improvviso, scoprendoci”

Lui si lasciò scappare un sorriso malizioso.

“In realtà io pensavo di farlo sul tappeto, sotto l’albero di Natale, illuminati solo dalle luci intermittenti” continuò lui con voce suadente e roca, sussurrandole nell’orecchio.

Leyla prese un profondo respiro. Non era facile mantenere la lucidità con Kevin sopra di lei, con la sua voce che le stava promettendo di farla impazzire. Tutto dentro di sé stava urlando di sì ma una piccola vocina stonata le impediva di lasciarsi andare del tutto.

Per prima cosa c’era la faccenda del voto.

Se proprio voleva infrangere quella promessa doveva essere una decisione presa a mente lucida, con la consapevolezza di quanto voleva fare e non dettata da un momento di desiderio.

Seconda cosa lui era malato ed erano in casa Jonas.

Voleva che tutto fosse perfetto e un Kevin febbricitante, per quanto molto passionale, non rientrava nelle sue idee.

Per questo raccolse tutta la sua forza di volontà per divincolarsi da lui e mettersi seduta sul divano.

“Dobbiamo fermarci, lo sai anche tu” dichiarò, facendo appello al suo senso di responsabilità.

Kevin la fissò, vide la determinazione nei suoi occhi e capì quanto aveva ragione. Anzi, di solito era lui quello più razionale, anche se doveva ammettere con sé stesso che era stato bello lasciarsi andare. Si passò una mano tra i capelli sospirando.

“Odio quando hai ragione” ammise.

Leyla gli sorrise, richiuse il golf e, dopo avergli sistemato la coperta, si allontanò dal divano per sicurezza.

 

“E’ bellissimo il vostro albero di Natale” commentò per cambiare argomento, toccando gli addobbi appesi.

“Sicuramente è molto originale con tutte quelle decorazioni fatte quando eravamo piccoli e che mamma non ha mai voluto buttare”

“Ha fatto bene, sono un bel ricordo” disse lei con una punta di malinconia nel tono di voce.

A Kevin non sfuggì e afferrò un lembo del plaid scostandolo.

“Vieni qui – alzò due dita – prometto di fare il bravo, parola di lupetto” scherzò.

Leyla annuì e torno vicino a lui che allargò il braccio stringendola a sé.

“Raccontami qualcosa, come festeggiate di solito Natale?” gli chiese.

Un attacco di tosse gli impedì momentaneamente di parlare e lei, premurosa, gli batté una mano sul petto per aiutarlo.

“Grazie. Vuoi sapere cosa succede in casa Jonas? Da qualche anno Frankie, che crede ciecamente a Babbo Natale, si è intestardito che dobbiamo andare tutti a dormire sennò lui non passa a lasciare i regali”

Leyla sorrise, divertita da quella notizia.

“Davvero?”

Kevin alzò gli occhi al cielo sospirando.

“Purtroppo sì. Guai a non farlo. Il primo anno, dopo aver fatto finta di metterci a letto, siamo scesi per mangiare i biscotti lasciati per le renne…”

“Scusa ma non si lasciano mica le carote?” lo interruppe lei.

Maliziosamente a Kevin si illuminarono gli occhi di divertimento.

“Ma a noi non piacciono, per cui gli abbiamo spiegato che mangiano anche loro i biscotti”

“Siete perfidi”

“No, solo golosi. Comunque Joe è inciampato facendo un caos pazzesco e Frankie è corso giù, pensando fosse Babbo Natale. Quando ha scoperto che eravamo noi è diventato una furia, urlando che eravamo tutti cattivi. Dopodiché anche mamma ci ha sgridato per averlo fatto arrabbiare, dicendo che dimostravano di avere due anni per come ci eravamo comportati”

“Oh santo cielo” commentò lei ridendo mentre si immaginava la scena.

“Io avevo usato un’altra espressione, beccandomi un’occhiataccia da mio padre” concluse ridacchiando.

 

Poi tornò serio perché aveva capito il motivo di quella domanda e la sua malinconia di prima.

“Quest’anno non ci sarà tuo padre?”

Leyla, sentendo nominare il genitore, si rattristò distogliendo lo sguardo e puntandolo sull’albero di Natale.

“No. Purtroppo ha avuto la licenza l’anno scorso e questa volta saranno altri soldati a rientrare”

“Mi dispiace” le disse avvicinandola a sé e dandole un bacio sui capelli.

“Grazie. L’importante è che stia bene”

“Stavo pensando una cosa” le disse passandole l’indice sul naso, picchiettandolo sulla punta finché lei non rialzò lo sguardo su di lui.

“Cioè?”

“Perché non festeggiate il Natale qui a casa nostra?”

Leyla si allontanò leggermente da lui, spalancando gli occhi per la sorpresa.

“Stai scherzando vero?”

Kevin invece rimase calmo, accennando ad un sorriso, divertito dalla sua reazione e spostandosi verso di lei.

“Perché? Che ho detto di così strano?”

“Beh, tu… no, non si può fare” dichiarò impacciata allontanandosi di nuovo da lui.

“Se non vieni Frankie ci rimarrà malissimo. Sai che sono una schiappa nelle corse con la Wii e con Joe e Nick che fanno squadra lui è destinato a perdere senza di te. Si è raccomandato che tu ci sia sennò ha minacciato di scrivere a Babbo Natale per non farmi portare niente” continuò imperterrito lui, avvicinandosi.

Leyla, confusa, si mosse indietro ancora una volta.

“Oh Kevin, io non lo so”

“Non volevo dirtelo ma anche mamma ha affermato che Frankie aveva ragione e che avrebbe aggiunto volentieri due posti in più a tavola”

 

A quel punto lei era arrivata alla fine del divano, con il bracciolo contro la schiena a bloccarla. Senza lasciarle il tempo di muoversi Kevin agilmente lui spostò la coperta mettendola alle spalle di Leyla e tirando entrambi i lembi per avvicinarla a lui.

“Come fai a non capire? – continuò decisa – un conto è venire qui a trovarti, salutare i tuoi genitori e chiacchierare con i tuoi fratelli, un altro è venire qui con mia madre a farle conoscere la tua famiglia. Sembrerebbe tanto una…”

“…cosa ufficiale” concluse lui.

“Già” annuì, soddisfatta che finalmente avesse capito cosa intendeva.

“Non vedo il problema”

Scuotendo la testa e spostando i capelli dietro le orecchie continuò.

“Ma non capisci? Far incontrare i nostri genitori, essere tutti insieme… sembra una cosa da fidanzati”

Kevin dovette trattenersi per non scoppiare a ridere apertamente

“Continuo a non vedere il problema”

A quel punto i loro visi erano vicinissimi.

“Tu vuoi davvero….”

“Sì, l’unica cosa che voglio per Natale sei tu” concluse dolcemente.

“Mi sembra tutto un sogno”

“Ti giuro che è vero, vuoi che lo dica in un’intervista?”

“No! – urlò Leyla mettendogli una mano davanti alla bocca scherzando e poi continuò con espressione maliziosa – mi lascerai un biscotto delle renne da mangiare?”

Questo era uno dei motivi per cui era pazzo d’amore per lei, per come riusciva sempre a spiazzarlo e a divertirlo. Ridendo l’attirò a sé per baciarla, senza notare il rumore della chiave nella serratura della porta d’ingresso.

 

 

I just want you for my own
More than you could ever know
Make my wish come true...
All I want for Christmas
Is you...

 

 

(testo di All I Want For Christmas Is You di Mariah Carey)

  
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