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Autore: SamuelRoth93    17/03/2015    0 recensioni
Jade non è più una comune adolescente che frequenta il liceo ed esce a fare shopping con le amiche tutti i pomeriggi; non è più la ragazza superficiale e ingenua che era. Lei è la strega prescelta che, assieme al demone, ha salvato il mondo e compiuto la profezia, superando mille avversità. Qualcosa di nuovo, però, sta arrivando, un'oscurità che cerca vendetta e che non è mai stata così forte. Il Male sta tornando e lo sta facendo attraverso il canto di un misterioso cigno d'argento dai poteri mistici.
Una nuova avventura sta per iniziare e la sua fine segnerà profondamente la vita di tutti coloro che ne faranno parte.
N.B. La seconda stagione è composta da 22 episodi.
Genere: Avventura, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO VENTIDUE

"Heroes Walk Alone at the End"

 

  

Casa di Noa – Morbridge, South Dakota

 

 

Tutti i presenti si erano spostati in una delle camere e Jade subita si era seduta sul letto, mentre Faith si apprestava a spiegarle quello che doveva fare.

“Grazie al mio incantesimo, ti sveglierai non appena i disordini verranno neutralizzati. Ricorderai ogni cosa, anche quello successo fino a questo momento.”

La ragazza l’ascoltò attentamente, ma non riuscì a nascondere la tensione: “Quindi funzionerà sicuramente, giusto?”

“Questo dipende dal tuo ragazzo: se porterà a termine la sua missione, senza dubbio.”

“E... – chiese quella, dubbiosa – se non dovesse farcela? Cosa mi succederà se Samuel non disattiverà questo cigno?”

“Semplicemente, non ti sveglierai mai più.”

Samuel, allora, dovette intervenire, per placare il terrore che aveva visto comparire negli occhi di Jade: “Ti prometto che non succederà. Io ce la farò. Ad ogni costo, ok?”

Sentendo le sue parole, lei decise finalmente di fidarsi: “D’accordo, – disse alla donna - fallo! Preferisco non risvegliarmi mai che essere una ragazza senza ricordi. Io... ne ho bisogno, quindi… vale la pena rischiare.”

“Bene, se vuoi puoi stenderti sul letto adesso…”

Ma il demone la fermò: “Aspetta, Faith, potresti darci un minuto?”

“Ma certo! Sono qui fuori, quando avete finito, ok?” e uscì.

 

Allora, Samuel si sedette accanto a Jade sul letto e lei subito gli sorrise.

“Cosa c’è? Vuoi dirmi addio, per caso? Guarda che dormirò solamente, non andrò mica all’altro mondo!”

Lui rise, nel sentirla: “Lo so che non morirai, ma non permetterò nemmeno che tu dorma per sempre come Biancaneve.”

“Ma lei non dormì per sempre, dato che il suo principe arrivò a salvarla, no? Almeno le favole me le ricordo!”

Il ragazzo, però, tornò subito serio e le prese una mano: “Ti prometto che farò in modo che anche tu abbia un lieto fine…”

Fiduciosa, la ragazza fece altrettanto: “Con te, si spera!”

Samuel si sforzò di sorridere: “Già… Con me!” e lei improvvisamente lo abbracciò, lasciandolo di stucco.

 

Quando Jade si staccò, lui subito le disse: “Pensavo che…”

“…non saresti riuscito a conquistarmi? Se ce l’hai fatta in soli due giorni e mezzo, non voglio immaginare quanto ti possa amare la Jade con tutti i ricordi!”

“Ti amo… e non mi interessa se mi tirerai uno schiaffo per quello che ti ho appena detto.”

“Non preoccuparti, non lo farò. E non ti dirò nemmeno che ti amo, perché tu dovresti già saperlo, se mi conosci veramente come dici…”

Lui la guardò negli occhi, prima di risponderle: “E’ così.”

“Allora sai già cosa provo e al mio risveglio ne avrai la conferma.”

Poi, Samuel la osservò ancora una volta per cercare di catturare più dettagli possibili del suo viso, poi si voltò verso la porta e chiamò Faith, che aspettava fuori e che rientrò subito al suo cenno.

“Siamo pronti?” chiese.

“Adesso sì!” le rispose la ragazza.

“Allora stenditi e chiudi gli occhi.”

Prima di farlo, però, Jade rivolse un ultimo sguardo al demone: “Buona fortuna! Salva mia Nonna e tutti gli altri, ok?”

“Salverò tutti voi!” la rassicurò lui.

 

E, non appena la ragazza chiuse gli occhi, la strega iniziò a pronunciare l’incantesimo.

La ragazza ora cade in un sonno profondo e solo quando il suo male sarà morto, farà ritorno…

Poi, Samuel provò a chiamare Jade, ma quella, ovviamente, non rispose e Faith annuì, soddisfatta.

“L’incantesimo ha funzionato. Ora tocca a te, no?”

“Già… Grazie per quello che hai fatto, anche se è stato solo per avere salva la vita.”

“Se io muoio, con me si annullerà l’incantesimo fatto a Jade. Tuttavia, non l’ho fatto per avere salva la vita, ma per me stessa. Perchè ora sono buona, ma non avevo ancora avuto l’opportunità di dimostrarlo, né a me, né al resto del mondo. Da quando sono morta e tornata in vita, è come se avessi iniziato a vivere davvero. Ho vissuto come una persona normale, lì fuori e mi è piaciuto da morire: una casa, una persona che ti ama. Niente magia, niente buoni o cattivi, solo io e una vita normale.”

“Già. La magia è la rovina di questo mondo e probabilmente vivremmo meglio senza. Magari, in un giorno non molto lontano, saprò anche io cosa si prova a vivere in un mondo normale...” poi si apprestò ad uscire dalla stanza, ma Faith lo fermò perchè aveva una domanda per lui.

“Aspetta, perché non le hai raccontato che il vostro nemico è suo nonno?”

“Quando si sveglierà, se lo ricorderà, perché farle avere degli incubi inutilmente?” e poi, senza aspettare una risposta, se ne andò, pronto a tornare da Terence, che lo aspettava fuori.

 

Quando lo raggiunse, l’uomo stava osservando quello che c’era oltre il fiume, dove si trovava Brenda. Samuel, però, lo distolse dai suoi pensieri.

“L’incantesimo è stato fatto.”

“E ti fidi a lasciare Jade da sola con Faith?”

“Non le farà del male, non preoccuparti” poi tirò fuori una lettera dalla tasca e gliela porse.

“Puoi dare questa a Jade quando si risveglierà?”

L’altro rimase un attimo sorpreso, ma poi la prese: “Ma certo! Solo che… perché l’hai data a me?”

“Perché mi fido, no? Jade lo ha fatto fin da subito, quando sei passato dalla nostra parte e avrei dovuto farlo anche io, per quello che vale. E poi, sono sicuro che con te arriverà a destinazione, perché anche tu ami qualcuno e sai benissimo quanto tutto questo sia importante.”

L’uomo sorrise: “Grazie per la fiducia. Considerala già consegnata!”

 

Il ragazzo allora annuì, mettendosi poi a osservare come lui il paesaggio di fronte a loro.

“Allora, Terence, qual è il piano B?”

“Il piano B è insieme a Brenda. E non mi riferisco alla spada.”

“E che cos’è?”

“Hai uno di quei telefoni che usate per comunicare, per caso?”

“Siamo nel 2014, – rispose quello, ironico - tutti ne hanno uno, anche i demoni!”

“Bene. Dobbiamo chiamare Brenda e assicurarci che il piano B arrivi qui con lei, allora.”

 

 

Nei pressi del Tempio, all’interno del Pentagono 

 

 

Quando il tempio aveva iniziato a tremare, Brenda aveva chiuso gli occhi e, non appena tutti i suoni cessarono, gli riaprì, rendendosi subito conto che il tempio era scomparso del tutto: si guardò intorno e c’erano soltanto alberi e una vasta distesa pianeggiante. Improvvisamente, però, udì qualcuno piangere, così corse verso quel suono, con la spada stretta nella mano, finché finalmente si fermò: davanti a lei c’era Noa, stretto fra le braccia di Monique.

Subito la ragazza si avvicinò, straziata per il dolore che vedeva nell’amico.

“Noa…” chiamò, con un filo di voce.

Sentendo sussurrare il suo nome, il ragazzo si voltò con gli occhi pieni di lacrime senza dire nulla. Monique, perciò, prese la parola al suo posto: “Hai preso la spada, a quanto vedo…”

Brenda abbassò lo sguardo, mortificata per l’amico: “Sì, l’ho presa, ma adesso cosa devo fare? Come la porto agli altri?”

Il ragazzo, allora, si asciugò le lacrime, divenne serio e rispose: “Troveremo un modo. Mio padre non è morto invano!”

L’amica annuì, grata: “Mi dispiace per quello che è successo. Ti ringrazio!”

E una voce alle loro spalle mormorò: “Successo cosa?”

Noa, incredulo, si girò e gridò: “Oh mio Dio, papà!”

Monique, con una mano davanti alla bocca, esclamò: “Thomas!” e i due corsero subito ad abbracciarlo, mentre Brenda assisteva alla scena, sorridendo sollevata.

L’uomo rise per la loro reazione e si sentì quasi soffocare per gli abbracci: “Pensavate che fossi morto? Beh, potrebbe succedere veramente,se continuate a stringermi così!”

Subito si staccarono, imbarazzati: “Oh, scusa! E’ che… sono così felice di vederti!” sussurrò Monique, ancora incredula, subito seguita da Noa.

“Ma… ma, come hai fatto? Ti abbiamo visto precipitare nel vuoto!”

L’uomo, però, era sorpreso quanto loro: “Credetemi: non ne ho la più pallida idea. L’ultima cosa che ricordo è che sono caduto e un attimo dopo mi sono ritrovato disteso al suolo.”

Brenda, però, non la lasciò finire e prese la parola: “Sono felice di rivederla, signor Quill. E grazie.”

Lui le sorrise: “Hey, ragazza con la spada! Vedo che ce l’hai fatta!”

“Sì, diciamo di sì, dai. – replicò lei, modesta - Peccato che ora non sappiamo come portarle fuori dal Pentagono.”

Improvvisamente, però, Thomas notò qualcosa di famigliare al collo della ragazza ed esclamò: “Ma quella è la mia collana!”

Lei, allora, abbassò lo sguardo e lo rialzò subito, perplessa: “Com’è arrivata qui?”

“Forse gliel’hai data tu, papà” propose Noa.

Ma quello scosse la testa: “No, non l’ho mai tolta da quando ce l’ho.”

“Allora è stata la magia?”

“Beh, – intervenne Monique - qui non c’è magia, ma potrebbe...”

“E’ sicuramente magia! – replicò invece Thomas - Quando l’ho rubata all’uomo che la possedeva, ricordo di non aver avuto paura, anzi, di aver provato un immenso coraggio. Forse la collana viene attirata dal coraggio. Ma certo! Dev’essere senz’altro così: Brenda ha affrontato quel mostro con la sua balestra senza timore. E’ stato sicuramente in quel momento che la mia collana è passata a lei!”

La strega rifletté sulle sue parole, ancora dubbiosa: “Allora la magia è tornata? Io sono una strega, eppure non sento niente di diverso in me.”

 

In quel momento, il telefono di Brenda iniziò improvvisamente a squillare.

“E’ impossibile, i telefoni non funzionano qui!”

Quella la guardò un attimo sarcastica, prima di rispondere: “Allora dev’esserci una super recezione!”

Poi lo prese in mano: “Pronto?”

Dall’altra parte, con qualche interferenza, si sentì una voce debole: “Brenda? Mi senti? Sono Terence!”

Il viso di lei si illuminò per la felicità di sentirlo: “Terence! Oh mio Dio, come sono felice di sentirti, anche se la linea è disturbata.”

“Anche io, ma non c’è più tempo, devi venire subito qui! Hai recuperato la spada?”

“Sì, è qui con me.”

“Bene, però ci serve anche un’altra cosa…” e iniziò a spiegarle tutto, ma, dopo qualche minuto, la ragazza lo interruppe.

“Aspetta! C’è qui una strega con me, pensi potrebbe funzionare?” e, subito dopo aver sentito la risposta, chiuse la chiamata.

 

Gli altri, ovviamente, erano curiosi e Monique fu la prima a farsi avanti.

“Cosa ti hanno detto? Cosa c’entro io?”

“Pensi sia possibile che io abbia un po’ di magia in me? Insomma: la collana, i solenoidi che riprendono a funzionare al mio tocco, il mio telefono che è  l’unico a funzionare…”

“Perché dovresti, se qui non può esistere?”

“Non ne ho idea, ma qui c’è sicuramente sotto qualcosa. Forse sono una sorta di fonte magica e questa spada è il conduttore che mi permetterà di passare parte della mia magia a te. Accidenti, non avrei mai creduto di poter formulare una frase chimico-magica!”

Thomas, però, la interruppe, scuotendo la testa: “Se fosse così, saresti un essere soprannaturale, ma loro non possono attraversare il confine.”

“Beh, comunque c’è qualcosa. – rispose lei – Ma non lo scopriremo mai, se Monique non tocca la spada. I miei amici mi hanno spiegato il loro piano, ma serve una strega per attuarlo, prima di tornare da loro con essa.”

Il suo discorso, fortunatamente, aveva convinto la donna, che acconsentì: “D’accordo, proviamo!” e toccò la spada, tenendola stretta fra le mani per qualche secondo.

“Allora?”  la incalzò Brenda.

“Hai ragione: sento qualcosa. Sento... del potere dentro di me…”

“Bene! E’ sufficiente per fare un incantesimo?”

“Suppongo di sì. Di cosa si tratta?”

Ma la ragazza iniziò a correre:  “Ve lo dico strada facendo, ora dobbiamo raggiungere al più presto il confine da cui siamo entrati!” e il gruppo subito la seguì, mettendosi in marcia.

 

 

Ex villa di Terence – Augusta, Maine

Dana ed Heith, sotto gli ordini di John, diedero inizio al rito che avrebbe rubato la magia alle streghe di tutto il mondo. Tale potere, però, sarebbe servito per separare finalmente il Libro del Bene e del Male e l’uomo era determinato a riuscire nell’impresa.

“Non fermatevi fino a quando non avrete prosciugato ogni strega di questo pianeta, intesi?”

Senza rispondere, le due chiusero gli occhi e stesero le braccia con il palmo delle mani rivolto verso l’alto: Maleficis virtute cupimus, palmam in manu nostra… [“Che le streghe mettano nelle nostre mani il loro potere”]

 

Intanto, John aveva provato a richiamare Zack, ma questo non gli aveva risposto. Tuttavia, ad un certo punto riuscì a percepire dove si trovava e così si teletrasportò da lui, trovandolo disteso a terra e sanguinante.

Cercando di scuoterlo, lo prese a calci: “Sveglia, forza!”

Ma l’altro gli rispose dolorante, con un filo di voce: “Vorrei, ma sono conciato abbastanza male. Samuel me la pagherà, quando mi sarò rimesso in piedi!”

John sospirò: “Non abbiamo tempo per le tue vendette, abbiamo ben altro di cui occuparci al momento, perciò ti farò guarire dall’altro imbecille che ho come seguace – schioccò le dita e comparve Xao – Cura questo buono a nulla e fa presto!”

Subito quello eseguì.

“Ora andremo a recuperare il pezzo mancante di questa grande opera e lo faremo davanti ai loro occhi.”  aggiunse, mentre il ragazzo si rimetteva di nuovo in piedi.

“Di cosa stai parlando, padrone?”

“Non sono affari che ti riguardano, tu verrai solo con me e mi starai dietro, perchè sto preparando un’entrata in grande stile per i nostri amici!”

Zack, però, era perplesso: “Ma… si trovano nella zona protetta dal campo di forze!”

L’uomo, allora, gli rivolse un sorriso compiaciuto: “Non preoccuparti, se ne stanno occupando le nostre alleate e presto tutte le streghe del mondo saranno private della loro magia. E, dato che essa nasce da loro, se non l’avranno più, semplicemente... svanirà. Esattamente come il campo di forze e qualsiasi altra diavoleria da loro creata.”

 

 

Casa di Noa – Morbridge, South Dakota

 

 

Non appena Terence finì di spiegare cosa aveva in mente a Brenda e chiuse la chiamata, Faith uscì dall’abitazione e lo raggiunse.

“Ho fatto il mio dovere, come da accordi. Non sono più utile qui, perciò vorrei tornare alla mia vita.”

Subito Samuel si avvicinò a lei: “D’accordo, hai fatto la tua parte e credo proprio che ora la tua vita non sia più in pericolo. Se John venisse a scoprire che sei viva, di certo non ti ucciderebbe, perciò puoi andare. E grazie per aver aiutato Jade!”

“Non ringraziarla, non l’ha fatto mica gratis!” replicò Terence, duro come sempre e la risposta della donna fu altrettanto cinica.

“Hai fatto cose ben peggiori delle mie mio, caro ex-servitore del caos. Dovresti tacere e ringraziarmi anche tu!”

“Mai, mia cara. Mai.”

Nel vederli, Samuel sbuffò, roteando gli occhi: “D’accordo, ora puoi andare, Faith. Ti auguro il meglio per la tua nuova vita...”

 

In quel momento, però, la strega ebbe un mancamento e il ragazzo la afferrò al volo prima che cadesse a terra.

“Hey, va tutto bene?”

Con lentezza, l’altra cercò di rialzarsi: “Ho avuto un capogiro e ora mi sento debole, cosa mi succede? Sembra quasi che mi stiano succhiando via la magia...”

Intanto, Terence si avvicinò a loro: “Cosa? Di cosa stai parlando?”

Ma fu il demone a rispondere: “Credo che John le stia facendo qualcosa. Zack deve averla vista e forse glielo ha spifferato.”

L’uomo, però, era perplesso: “Sì, ma per quale motivo? Strategicamente parlando, non dovrebbe farle nulla se vuole preservare il suo piano e non uccidere anche Heith, no?”

“Ma lui non mi sta uccidendo. Mi sta solo portando via la magia, infatti” spiegò la donna.

 

Improvvisamente la porta della casa di Noa si aprì e ne uscì Jade, gridando.

“Si può sapere cosa sta succedendo? Perché mi sono già svegliata? Non mi sembra di aver recuperato i ricordi...”

Faith capì subito cos’era successo e lo spiegò agli altri: “L’incantesimo dev’essersi sciolto. Se mi viene portata via la magia, esso diventa automaticamente nullo.”

“Accidenti! – esclamò Samuel, per poi voltarsi verso Terence - Secondo te cosa significa?”

L’uomo era nervoso, ma cercò di mantenere la calma: “Forse ho capito cosa sta facendo John, ma per ora atteniamoci al piano e aspettiamo, ok?”

“Farai meglio a spiegarti, perché, se Jade non si riaddormenta di nuovo, io non mi muoverò da qui!”

 

 

Casa di Monique – All’interno del Pentagono

 

 

Dopo la telefonata con Terence, Brenda aveva compreso di non avere più molto tempo e subito avvisò il gruppo.

“Ci abbiamo messo molto per arrivare qui e ci vorrà altrettanto per tornare al confine. Peccato che, purtroppo, non abbiamo tutto questo tempo.”

“Non abbiamo altra scelta, visto che possiamo solo usare la macchina” le ricordò Monique.

Ma Noa subito si intromise: “Scusami, se hai appena fatto un incantesimo per gli amici di Brenda, non puoi portarci al confine con la magia?”

“Già!” esclamò la ragazza, annuendo.

La donna, però, era ancora dubbiosa: “Non so nemmeno se quello ha funzionato. E comunque, non credo di avere la magia necessaria per portarci al confine.”

“Tentar non nuoce, no?” cercò di convincerla Thomas e lei, finalmente, cedette.

“D’accordo, proviamo. Brenda potrà anche essere una sorta di inspiegabile fonte magica, ma resta il fatto che questa è una parte di mondo priva di magia, quindi il potere che ho è limitato e, francamente, non so nemmeno se ne ho ancora.”

La ragazza, allora, le prese le mani: “Ti prego, facciamolo e basta, ok? Ho bisogno di raggiungere subito i miei amici...”

“Probabilmente non ho abbastanza magia per portarci tutti al confine.”

Fu a quel punto che Thomas si intromise: “Non è necessario che io e mio figlio veniamo con voi. Ora è tutto soltanto nelle mani di Brenda”

Lei, però, non voleva abbandonarli e si oppose: “Ma così voi rimarrete bloccati qui!”

Noa le si avvicinò e le mise una mano sul braccio, sereno: “Non preoccuparti per noi. E poi, se il tuo amico porta a termine la missione, saremo di nuovo liberi. Le pareti a quel punto spariranno, no? – le sorrise - Avanti, vai!” e la ragazza abbracciò entrambi, triste.

“Ci rivedremo presto. Promesso!”

L’uomo rise, ricambiando la stretta: “Questo è poco, ma sicuro ragazza con la spada!”

“Veramente, io sono la ragazza con la balestra. La spada è per il mio amico demone!”

 

Poi, dopo l’ennesimo saluto, finalmente si avvicinò a Monique: “Bene, cosa dobbiamo fare ora?”

“Prendi le mie mani” e così fece.

La strega, allora, chiuse gli occhi, ma non successe niente.

“Allora? Perché non funziona?”

“Te l’avevo detto: non ho magia. E, se l’avevo, l’ho sprecata per l’incantesimo di prima.”

Brenda allora fissò la spada e la allungò verso di lei: “Allora facciamo un altro pieno di magia. Toccala, ok? Forse posso trasferirti un altro po’ di magia, come prima.”

Benché poco fiduciosa, la donna eseguì:  “Ok, sento di nuovo qualcosa scorrere dentro di me. Riproviamo!” e le due si presero di nuovo per mano.

 

Improvvisamente, scomparvero nel nulla, sotto lo sguardo sbalordito di Noa.

“Wow, ma dove sono andate? Quasi non me ne sono accorto!”

Thomas gli sorrise: “Evidentemente ha funzionato. Ora, però, il nostro lavoro è finito, ti va di andare a farci una birra e un cheeseburger?”

“Pensavo che qui fosse stato tutto saccheggiato giorni fa.”

L’altro gli circondò le spalle con un braccio: “Beh, tentar non nuoce, no? E poi, ho una gran fame…” e i due andarono per la loro strada.

 

Intanto, Brenda e Monique erano comparse proprio nei pressi del confine, ma la donna era estremamente affaticata, tanto da far preoccupare molto la ragazza, quando se ne accorse.

“Monique, stai bene?”

“Prova tu a gestire qualcosa che equivale ad una goccia di magia! Comunque sto bene, non preoccuparti”

La ragazza annuì e si girò verso il confine: “Vedo il fiume, ma non la casa di Noa. Dov’è?”

“Forse siamo ricomparse in un altro punto, ma, se c’è il fiume, significa che non siamo molto lontane.”

“D’accordo, ma resta comunque un altro problema: come faccio ad attraversare il confine?”

“L’ultima volta sei stata rigettata via, prova ora che hai la spada.”

E così fece Brenda, ma fu respinta nuovamente.

“Niente, anche con la spada non funziona.”

Monique, allora, iniziò a riflettere attentamente su tutta la situazione: “La magia qui non esiste, ma tu sembri riuscire a crearla in qualche modo e non riesco a capire come mai. C’è qualcosa che ti è successo in passato, per caso? Hai detto di non essere una strega e il fatto che tu sia riuscita a varcare il confine la prima volta lo dimostra. Perché allora c’è della magia in te?”

“E’ vero, non sono una strega, ma ho acquisito dei poteri, tempo fa. Ci siamo imbattuti in un muro oscuro fatto di disordini, mi sono avvicinata troppo e... mi ha folgorata. Da quel momento ho la capacità di ascoltare i pensieri altrui.”

“Aspetta! Queste pareti, o muri, sono fatti di disordini. E tu hai ottenuto un potere, quando sei stata folgorata da un muro disordinato. – fu allora che ebbe un’illuminazione – La tua magia si è conservata, perché deriva dai disordini! Non può svanire come quella normale, ecco perchè ne sei immune!”

“Ma questo non risolve comunque il nostro problema, no?”

“Invece sì! Se con la poca magia che mi hai trasmesso, io provassi ad estrarre quella che c’è dentro di te, potrei rigettarla contro il muro e aprire un varco che ti permetta di uscire.”

Brenda, però, era ancora perplessa: “Davvero puoi farlo? Aspetta, ma questo vuol dire che poi non avrò più un potere?”

“Direi che è arrivato il momento di restituirlo al mittente. Quel potere, infatti, sta per diventare il tuo biglietto di sola andata verso il mondo esterno.”

L’altra, benché triste all’idea di perdere il suo potere, acconsentì: “Ok, facciamolo!”

Monique, allora, puntò la mano verso di lei, chiuse gli occhi e lentamente estrasse il potere che aveva dentro. Subito una sfera oscura lasciò il corpo di Brenda, che si spaventò nel vederla.

“Oh mio dio, quella cosa era dentro di me?”

La donna annuì, tenendo la sfera sospesa fra le sue mani: “E’ la forma di magia più malvagia di sempre e per fortuna te ne ho appena liberato. Ora è arrivato il momento di uscire, però!” e la lanciò contro la parete, che da invisibile si colorò di nero, finchè uno squarcio non si aprì nel mezzo.

Brenda, sorridente, esultò: “Ce l’hai fatta!”

Monique era altrettanto contenta, ma la incitò comunque a sbrigarsi: “Non perdere tempo, corri! Il varco non rimarrà aperto a lungo e non avrai altre occasioni!”

“Ma tu non vieni con me?”

“No, io rimarrò qui con Noa e Thomas. Sono riuscita ad aiutarti e qui finisce il mio compito. – poi le sorrise - Ora tocca a te, Brenda!”

“Ci rivedremo quando sarà tutto finito. Grazie di tutto!” e poi, con la spada stretta fra le mani, si gettò velocemente attraverso il piccolo squarcio che stava per richiudersi, mentre, alle sue spalle, la strega le augurava ancora una volta buona fortuna. Quando si voltò, però, il varco si era già chiuso e la parete era tornata nuovamente trasparente e tranquilla; non vedeva più niente, ma sapeva che Monique era ancora lì dentro e la stava osservando.

Fece un grosso respiro, aspirando di nuovo l’aria pura del mondo esterno, poi urlò, determinata: “Sto arrivando, ragazzi!” e iniziò a correre, seguendo il corso del fiume.

 

Nel frattempo, a casa di Noa, tutti avevano assistito stupiti ai cambiamenti della parete.

“Cosa è successo? – chiese Jade, confusa - Perché la parete si è oscurata in quel modo?”

“Non lo so, ma ora sembra essere tornato tutto alla normalità” osservò Samuel, mentre Terence si guardava intorno preoccupato.

“Forse è tornata Brenda, ma dov’è?”

 

Improvvisamente, alle loro spalle, una voce diabolicamente ironica li interruppe: “Che piacere vedervi qui tutti insieme!”

Girandosi velocemente, il volto di Samuel si deformò per la sorpresa: “John! Come hai fatto a…”

“…a superare il campo di forze? Beh, diciamo che ho preso in prestito la magia di tutto il pianeta e l’amuleto è magico, no? Anzi, lo era!”

“Cosa sei venuto a fare qui?”

Intanto, gli si erano affiancati Xao e Zack, immobili alle sue spalle: “Niente, sono solo venuto a dare un’occhiata. Un campo di forze è sospetto, quindi ho pensato che forse nascondevate qualcosa.”

Terence, cinico, prese parola per primo: “Come se non lo sapessi! Piuttosto, qualcosa mi dice che non hai rubato tutta la magia del mondo per abbassare un misero campo di forze. O sbaglio?”

L’altro sorrise: “E’ questo che adoravo di te, mio caro Terence: sei sempre stato incredibilmente perspicace. Tuttavia, i piani di guerra non si rivelano mai al nemico, non credi?”

A quel punto Jade, sfacciata, intervenì: “Quindi sei tu quello contro cui lottiamo? Ti pentirai di aver preso mia nonna!”

John si voltò subito verso di lei con un ghigno: “Oh, dimenticavo la mia quasi nipote… Beh, dico quasi, perché la tua memoria fa un po’ schifo ultimamente, a quanto mi è stato detto...”

Ovviamente, Jade rimase senza parole: “Nipote?” poi si voltò subito verso gli altri in cerca di spiegazioni.

“Nessuno ti raccontato di me? – le chiese l’uomo, stupito, per poi guardare Terence e Samuel – Ma che smemorati!”

Il demone, allora, sospirò e si decise a raccontare alla ragazza la verità: “Il nostro nemico è tuo nonno, Jade. Non te l’abbiamo detto per non darti un altro dolore.”

“Già, il dolore di tuo nonno che manda fuori strada l’auto dei tuoi genitori!”

Arrabbiata, Jade alzò il braccio per fargli del male, ma non accade niente e subito John scoppiò a ridere.

“Spiacente, tesoro, ma non hai più magia!”

E mentre Jade cercava di calmarsi, Faith rivelò finalmente la sua presenza: “Ciao John. Ci si rivede, eh?”

L’uomo la guardò per qualche secondo, come se non la riconoscesse, poi, esitante, la chiamò: “Faith?”

“In carne ed ossa!”

“Ma...  ma, come è possibile? – chiese lui, incredulo - Tu dovresti essere morta!”

“Rilassati, non sono più collegata al tuo stupido cigno. Sono morta e tornata in vita nel giro di un attimo, ma è stato sufficiente.”

Allora, John capì e le rivolse uno dei suoi sorrisi: “Anche tu sei passata dalla parte dei patetici buoni, a quanto vedo. Pessimo errore, Faith. Pessimo errore. Nella mia fetta di mondo non saranno ammessi i traditori, lo sai...”

“Tranquillo, perchè non ci tengo. – replicò lei, sfacciata - Hai reso tutti noi dei mostri e marcirai all’inferno per questo!”

 

Fu allora che, dall’altra parte del ponte, si udì una voce affannata rispondere: “E ci marcirà molto presto!”

Era Brenda che, con gran sorpresa di tutti, sollevò la spada per intimorire il nemico. John, però, non si fece intimidire tanto facilmente.

“O magari lo farete voi!” poi, con un gesto della mano, cercò di appropriarsi dell’arma, ma essa rifletté il suo potere, facendo risplendere la lama, mentre la ragazza, compiaciuta, osservava la scena.

“Qualcosa mi dice che la spada sa difendersi da sola da quelli come te!”

Ma l’uomo era del tutto indifferente al fallimento: “Beh, la spada saprà anche difendersi da sola, ma gli anelli che porti al collo no!” e, sempre con lo stesso gesto, le strappò la collana, facendola volare fra le sue mani aperte.

Tutti rimasero a guardarlo, senza dire una parola, mentre contemplava gli anelli.

“Sapete, era tutto pianificato. Sapevo che la ragazza umana avrebbe attraversato il confine, che avrebbe preso gli anelli da chi me li aveva rubati e che con il suo coraggio gli avrebbe conquistati. Perché questi anelli sono attirati da chi ne ha tanto coraggio e in questo momento voi tremate tutti di paura” e rise.

Poi, in conclusione, aggiunse: “Tuttavia, non intendo certo perdermi in chiacchieri inutili con voi e nemmeno sprecare tempo a uccidervi. Ho quello che mi serve, perciò ora me ne vado…”

Nell’istante in cui svanirono, però, all’insaputa degli altri, Jade e Zack incrociarono i loro sguardi per pochi secondi.

 

 

Santuario del Cigno presso l’isola sconosciuta

 

 

John aveva finalmente tutto quello che gli serviva e ora nulla avrebbe potuto più fermare i piani suoi e di Luis. Quando arrivò all’interno del Santuario, l’uomo era già circondato da tutti i suoi fedeli.

“Bene, vedo che siete tutti qui.”

Heith, avvicinandosi a lui, gli porse un libro: “Grazie al potere di tutte le streghe del mondo, siamo riuscite a dividere il Libro. Ecco il tuo grimorio!”

John rispose con un sorriso compiaciuto: “Finalmente…”, poi si avvicinò al cigno, prese una lama e si fece un taglio lungo il palmo della mano, versando il sangue nella bocca.

“Bene, John, – gli disse Luis, quando finì - ora sei collegato al cigno anche tu.”

“Adesso siamo in cinque e ti tireremo fuori”

Poi si rivolse ai presenti, ovvero a Dana, Heith, Zack e Xao.

“Uniamoci intorno al cigno, formando un cerchio. Prendiamoci per mano e riportiamo indietro il nostro padrone” e così fecero.

Allora l’uomo pronunciò l’incantesimo: In olor esset exsilio, et nunc liberus erit ab ibin” [“Nel cigno era in esilio e ora da esso sarà liberato”]

Improvvisamente, un’aura oscura iniziò ad uscire dal cigno e a prendere forma accanto a loro. I cinque, allora, lasciarono libere le mani e John si fece avanti per parlare con l’uomo che non vedeva da moltissimi anni.

Luis era ormai libero e subito guardò il suo alleato: “Sono libero, finalmente… – gli sorrise – Non hai idea di quanto io abbia aspettato questo giorno!”

Ma, in realtà, John la capiva benissimo avendo vissuto una situazione simile tempo prima: “Invece ce l’ho, credimi. Comunque sia, sono felice di rivederti...”

“Anche io, ma fai in modo che non sia tornato invano. Hai tutto quello che ci serve?”

Lui, allora, gli mostrò il libro e gli anelli: “C’è tutto, come puoi vedere. E abbiamo anche un demone – e indicò Zack con lo sguardo – per lo scambio di esistenze.”

Lui annuì, soddisfatto: “Non perdiamo altro tempo, allora. Ho dato metà della mia vita per raggiungere questo obiettivo e fatto l’impossibile per procurarmi i mezzi necessari, perciò non intendo fallire...”

 

 

1975

 

Luis aveva compiuto l’ultimo dei tre massacri e finalmente era al cospetto dell’oracolo. Non appena essa arrivò, l’ambiente circostante si trasformò e diventò tutto bianco, mentre davanti a lui comparve una donna vestita di bianco, seduta su un trono; tra le mani aveva un bastone, che all’estremità superiore racchiudeva una sfera di vetro.

Impaziente di parlare con lei, si avvicinò: “Ho compiuto tre massacri, come da procedura. Avrò le risposte che cerco?”

“Certamente, se farai la domande giuste. E ricorda: non avrai mai più altre occasioni per incontrarmi.”

L’uomo, allora, non perse altro tempo: “La profezia si avvererà? Deimos verrà sconfitto dai prescelti?”

L’oracolo rise: “Ma certo che la profezia si avvererà! Avevi qualche dubbio, forse? Sai meglio di me che il bene trionfa sempre. O forse non lo sai, visto che i cattivi sono sempre convinti del contrario?”

Luis ricambiò il sorriso: “E se ti dicessi che ho un piano, un’arma, capace di ribaltare questa legge?”

Ma la donna continuò ad usare il suo tono beffardo: “Pensi che non sappia di cosa stai parlando? Io vedo tutto e so tutto. Non ci sono misteri per me.”

Intimorito dal suo tono, l’uomo iniziò ad arretrare: “Io però ce la farò, vero? Insomma, il mio piano è solo all’inizio, ma…”

“…è un ottimo piano? – lo interruppe subito – E’ questo che vuoi dirmi? Beh, sappi, mio caro, che anche il migliore dei piani può fallire...”

Lui, nel sentire le sue parole, si indignò, arrabbiandosi: “Sto per creare l’arma più potente di tutti i tempi. Credimi, so per certo che non fallirò!”

“Sai, Luis, per ogni veleno c’è sempre un antidoto…”

“Cosa vorresti dire? Che la mia arma può essere distrutta da un’altra?”

“Non mi sono spiegata bene con quella metafora, forse?”

Luis annuì, determinato: “Allora troverò quell’arma e la farò sparire, la distruggerò, farò tutto ciò che è necessario, insomma!”

“Ti auguro buona fortuna allora. E... posso darti un consiglio? Non affannarti a fare in modo che niente e nessuno possa ostacolare il tuo piano, perché alcune volte il piano perfetto può rovinarsi con le sue stesse mani...”

E dopo queste ultime parole, l’oracolo scomparve, ma Luis non si fece intimidire e si mise subito all’opera, senza darle retta.

 

 

Casa di Noa – Morbridge, South Dakota

 

 

Brenda si trovava ancora dall’altra parte del fiume con la spada fra le mani, mentre i suoi amici non aspettavano altro che il momento in cui li avrebbe raggiunti e avrebbero potuto abbracciarla. La ragazza, perciò, corse più veloce della luce, attraversando il pontile e buttandosi subito tra le braccia della persona che la aspettava con più ansia di tutti: Terence. I due si baciarono appassionatamente, dimenticandosi del resto del mondo per qualche secondo.

“Avrei dovuto farlo prima di avventurarmi in quell’inferno” gli disse lei, quando si staccarono, strappandogli un sorriso.

“Meglio tardi che mai, no?”

Intanto, alle spalle di Terence, erano arrivati gli altri.

Il primo a prendere la parola fu Samuel: “Hey – le sorrise – come stai? Vedo che ce l’hai fatta!”

Brenda corse subito ad abbracciarlo, sorprendendolo: “Wow, – rise lui – Piano, così mi fai male.”

“Sta zitto, mi sei mancato!” replicò lei, fra le lacrime e il ragazzo la strinse più forte.

“Mi sei mancata anche tu. Sei l’ultima persona rimasta a cui tengo e che non ho ancora perso…”

Sentendo quelle parole, però, Jade si rattristò, sapendo di non rappresentare più la persona capace di colmare il vuoto causato nel demone dalla solitudine.

Terence, però, decise di interrompere questo momento per passare subito al da farsi: “Ragazzi, credo che sia arrivato il momento…”

“Di andare sull’isola, giusto?” gli chiese il ragazzo.

“Beh, sì” rispose.

“Siamo sicuri che il piano funzionerà? – si intromise Brenda - Dentro il Pentagono, la magia scarseggiava, quindi non sappiamo se i poteri di Monique hanno funzionato o no.”

“DEVE aver funzionato, altrimenti siamo fregati!” replicò Terence e subito Faith si intromise.

“Se è stato fatto un incantesimo dall’altra parte, qui non sarà più attivo. Heith e Dana hanno rubato tutta la magia delle streghe e, se non la ripristineremo, la fatica di Brenda e di questa Monique sarà stata vano.”

“Già, non ci avevo pensato!” le rispose Samuel, improvvisamente preoccupato, ma non ebbe tempo di aggiungere altro, perchè in quel momento Brenda si accorse della presenza della strega.

“Un secondo, ma lei non è…?”

“Sì è Faith, ma ora non c’è tempo per le spiegazioni. Sappi solo che puoi fidarti di lei, quindi rimani calma, ok?” la tranquillizzò subito Terence.

Sentendo che la questione era conclusa, la donna proseguì: “Jade è una strega molto potente, anche se al momento non ne è consapevole e io lo sono altrettanto, perciò forse possiamo riportare indietro la magia e ripristinare tutti gli incantesimi fatti, compresi i vostri.”

Ma il ragazzo scosse la testa: “Non possono esserci dei forse, è vitale che la magia torni, altrimenti perderemo Jade e anche la battaglia!”

La strega, allora, si girò verso la ragazza, prendendole le mani: “Ascoltami attentamente, ora uniremo le nostre forze per riportare la magia a tutte le streghe e ripristinare l’equilibrio originario, ok? Perciò ripeti insieme a me la formula...”

Benché titubante, l’altra acconsentì: “Certo, d’accordo. Sì, ce la posso fare!”

“E’ necessario che tu sia calma e concentrata, perciò non avere paura. Iniziamo!”

 

Intanto, non sentita, Brenda sussurrò a Terence: “Siamo sicuri che quella sia Faith? Sprizza bontà da tutti pori!”

“Già, da non credere…”

 

Nello stesso momento, Jade si bloccò, quasi volesse tirarsi indietro: “Aspetta!” gridò a Faith.

“Che c’è? Pensavo fossi pronta.”

La ragazza si avvicinò immediatamente a Samuel: “Non posso andare avanti senza …” e improvvisamente lo baciò, sorprendendo tutti i presenti.

Quando si staccarono, il ragazzo parve piuttosto confuso: “Perché questo bacio?“

“Per farti sapere che non sei mai stato solo e che non mi hai persa del tutto. Posso anche non ricordare tutto il tempo passato insieme, ma dentro di me c’è qualcosa di talmente forte nei tuoi confronti, che dovrebbero inventare una nuova parola per descrivere questo sentimento che non ho mai provato in tutta la mia vita.”

Gli occhi di lui divennero immediatamente lucidi: “Adesso devi andare, ma, credimi, non potevi farmi regalo migliore per aiutarmi ad affrontare l’ultimo ostacolo…”

Jade gli sorrise: “Ci rivedremo quando mi sveglio, allora!”

Terence, allora, sbuffò e roteò gli occhi di fronte a quella scenetta smielata, attirandosi un’occhiataccia di Brenda: “Hey, guarda che sono carini! E poi, si sono appena subiti il nostro bacio da premio oscar, perciò taci!”

“Possiamo fare in fretta, però? Avrei un demone da condurre verso la vittoria...”

 

Le due donne, allora, si misero subito in posizione e pronunciarono l’incantesimo.

Maleficis virtute cupimus noi in palmam manu nostra…” [“ Che le streghe mettano nelle nostre mani il potere che desideriamo”]

Improvvisamente, tutti percepirono una vibrazione nell’aria e, dopo pochi istanti, Jade svenne e cadde al suolo.

Brenda fu la prima ad allarmarsi e a correre da lei: “Oh mio Dio, Jade!”

Ma Terence subito la prese per un braccio e la rassicurò: “Tranquilla è tutto normale – si rivolse poi a Faith – giusto?”

La donna annuì: “L’incantesimo che avevo fatto a Jade è ripartito, quindi vuol dire che ce l’abbiamo fatta. La magia è ufficialmente tornata a tutte le streghe!”

 

A quel punto Terence, visibilmente a disagio, si avvicinò al demone, lasciando che la ragazza si prendesse cura dell’amica: “Ehm… ora dovresti darmi le mani.”

L’altro gli lanciò un’occhiata perplessa: “Co-come? Le mie mani, nelle tue mani, dici?”

“Non farmelo ripetere un’altra volta!”

“E’ proprio necessario?”

L’uomo si spazientì e alzò la voce: “Sì, è necessario. Vuoi andare sull’isola o no?”

Brenda li osservò, roteando gli occhi: “Oh, andiamo! – esclamò - Non vi state mica sposando! Forza Samuel!”

“Ok, ok, ho capito!” si arrese lui.

Una volta per mano, i due chiusero gli occhi, ma… non accadde nulla e subito il demone li riaprì, perplesso.

“Beh?”

L’altro lo guardò altrettanto confuso: “Strano, non ci riesco…”

Faith allora prese nuovamente la parola: “Non è strano, è magia di strega! Avete l’arma che distruggerà il cigno, John sa perfettamente che la vostra prossima tappa sarà l’isola.”

“Ma allora come ci arriveranno?” chiese Brenda, preoccupata.

“A quanto pare, via mare!” esclamò Terence, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Samuel, per nulla in vena di battute.

“Scherzi, vero? Non ho tempo di solcare i sette mari! Siamo sicuri che non ci sia un altro modo?”

“C’è un blocco magico che ci impedisce di teletrasportarci lì, perciò sì, non c’è un altro modo, se non quello che ti ho appena suggerito. Raggiungeremo il molo più vicino all’isola e useremo una barca per arrivarci.”

Ancora una volta Brenda si intromise: “Ma ci sei sempre andato con un incantesimo, almeno sai dove si trova esattamente?”

Il volto dell’uomo si contrasse in una smorfia: “Sì, che lo so! E ora attaccatevi tutti a me, così vi teletrasporto al molo da cui partiremo.”

Il demone, allora, corse subito verso la sua amata: “Un secondo, prendo Jade” e la prese in braccio, per poi tornare accanto a Terence ed farsi teletrasportare insieme agli altri.

 

 

Molo 44 – Washington D.C.

 

 

Terence e i suoi passeggeri ricomparvero pochi secondi dopo presso il molo 44 del porto della città di Washington D.C. e Brenda non perse occasione per commentare il luogo in cui erano finiti.

“Wow, fa tanto Orange County, vero?”

L’uomo scosse la testa, ignorandola: “L’isola, esattamente come il tempio antico, è stata creata dal nulla, probabilmente da mio padre. Perciò, partendo da qui, dovremmo metterci circa mezz’ora per raggiungerla.”

“Non perdiamo altro tempo, allora e chiudiamo questa storia” esclamò Samuel, determinato, con ancora la sua amata stretta fra le braccia.

Il gruppo, perciò, si diresse verso l’approdo più vicini e, una volta arrivati, il demone fece segno all’uomo di avvicinarsi a lui: “Tieni, prendi Jade!”

“Ma... io pensavo che sarei venuto con te…” replicò, eseguendo quanto gli aveva chiesto e ricevendo in risposta un sorriso.

“Ti ringrazio, ma devo andare da solo. Hai già fatto più di quanto avrei immaginato. Del resto, negli due anni ci siamo fatti la guerra e ora eccoci qui, che combattiamo contro un nemico comune.”

“Come arriverai all’isola? E se dovessi perderti e non sapere più in quale direzione andare?”

“Hai ripetuto anche nella mente le coordinate di questa dannata isola, perciò me la caverò. Tranquillo.”

Brenda, nel sentirlo, sospirò: “Beato te che puoi ancora sentire i pensieri... Io ho perso quel potere per sempre e ora sono la ragazza comune di prima…”

Il ragazzo, allora, si girò e le sorrise: “Brenda, tu sei tutto tranne che comune. Sei riuscita a recuperare l’arma più potente che sia mai stata creata e dio solo sa cosa hai dovuto affrontare dentro al Pentagono. Hai contribuito a salvare questo mondo e la persona che entrambi amiamo più di chiunque altro. Perciò, quando tornerai a casa, ricordati che non sarai più la ragazza comune che eri prima di questo viaggio, ma una vera eroina, d’accordo?”

L’altra, commossa, gli consegnò la spada: “Sei pronto a diventare un eroe anche tu?”

Samuel la abbracciò velocemente, prima di prendere l’arma: “Non vedo l’ora  e – guardò Jade per un secondo – prenditi cura di lei per me, ok?”

Quelle parole lasciarono la ragazza abbastanza perplessa, mentre lui si spostava per salutare Terence e Faith. Poi, pronto ad affrontare il suo destino, salì a bordo della barca vicino a loro e, una volta al largo, iniziò a remare.

Guardandolo allontanarsi, Brenda decise di condividere con gli altri i suoi pensieri: “Lui non tornerà mai più, vero?”

Terence, con in braccio Jade, scosse la testa e abbassò lo sguardo: “No, non tornerà” per poi alzarlo e vedere le guance della sua amata rigate di lacrime.

 

Dopo aver remato a lungo, il demone, finalmente, si voltò indietro, scorgendo a malapena il molo da cui era partito, per poi riportare subito lo sguardo davanti a sè e osservare se stesso. Stavolta, però, non si spaventò.

“Ah, sei tu!”

La Morte gli fece un cenno: “Ti farò compagnia durante tutto il viaggio. Ormai non manca molto tempo.”

“L’ultima volta mi hai detto che non bisogna ringraziare chi ti toglie la vita, ma io voglio farlo lo stesso. Mi hai dato la possibilità di salutare tutte le persone che amo, un privilegio che pochi al mondo possono avere, e di fare tutto quello che non avrei mai fatto, se non avessi saputo di stare per morire. Perciò grazie. Grazie infinite!”

“Gli eroi camminano da soli verso la fine.”

“Ed ecco laggiù la mia fine…” sussurrò il ragazzo, scorgendo l’isola in lontananza.

 

Intanto, dentro il Santuario del Cigno, Luis e John aveva spedito tutti fuori, con la raccomandazione di stare in guardia, e trattenendo con loro soltanto Zack.

Allora Luis, con in mano gli anelli, ne diede uno al suo fedele amico e l’altro subito se lo mise al dito. “Ora manca la formula ed è fatta” disse John e l’altro annuì.

“Lo scambio di esistenze costa una giornata di lungo sonno, ma, grazie all’immenso potere dei disordini, durerà poco più di qualche minuto. Perciò, non appena mi risveglierò, tu mi pugnalerai, così io mi ritroverò direttamente nel nuovo mondo. Saremo collegati tramite gli anelli, perciò, quando avrò preso il controllo di esso, i disordini diventeranno stabili sia lì che qui e avremo finalmente la nostra vittoria.”

“E un giorno ci rivedremo di nuovo, mio caro amico!” esclamò il suo alleato, mentre si scambiavano un sorriso complice.

A quel punto Luis si rivolse a Zack, poco lontano: “Bene, comincia con l’incantesimo!”

Obbediente, il ragazzo iniziò a recitare la formula: Quod tibi destinatus, alia mutata...

Lentamente, l’uomo iniziò a vacillare, finchè non si adagiò a terra, immerso in un lungo sonno profondo. Subito, John controllò le sue condizioni, prima di rivolgersi nuovamente a Zack.

“Passami il pugnale. Quando si sveglierà, lo scambio di esistenze sarà completato e, dopo che lo avrò ucciso, avrà inizio anche il nostro dominio sui due mondi.”

Ebbe appena il tempo di finire la frase, però, che iniziò a vacillare, uno smorfia di puro orrore dipinta sul volto.

“Co-cosa mi sta succedendo?” sussurrò, cadendo a terra.

Subito, il ragazzo accorse per aiutarlo: “Mio signore, si sente bene?”

“C-che cosa diavolo mi hanno fatto? Che cooosaaa?” e cadde addormentato accanto a Luis, sotto lo sguardo confuso dell’altro.

 

Nel frattempo, Samuel era sbarcato sull’isola e, dopo aver lasciato l’imbarcazione sulla spiaggia, si era incamminato verso il Santuario. Quando giunse alla scalinata d’ingresso, però, si accorse che, appena fuori dalla porta, c’erano Heith, Dana e Xao di guardia, così si rese invisibile. In quel momento, però, gli occhi dei tre diventarono improvvisamente rossi, per poi tornare normali subito dopo, come quando John li aveva resi schiavi, così il ragazzo, percependo la loro confusione, decise di rivelarsi.

“Siete di nuovo voi?”

L’anziana signora fu la prima ad accorgersi della sua presenza: “Samuel? Cosa sta succedendo?”

Intanto, Heith, disorientata come gli altri, quando si accorse della presenza del demone, senza dire una parola scappò via, sotto gli occhi indifferenti di Xao.

“Siamo sull’isola, vero?” chiese l’angelo al nuovo arrivato.

“Esatto. Siete stati sotto il controllo di John, ma, grazie all’incantesimo fatto segretamente sugli anelli, ora lui e Luis sono caduti insieme in un lungo sonno e voi siete stati liberati. Adesso, però, dovete andare via, d’accordo?”

Dana sorrise e, dopo essersi avvicinata a lui, gli accarezzò una guancia: “Ce l’hai fatta, mio caro. – una lacrima le cadde lungo la guancia – Hai salvato la mia bambina, come mi avevi promesso. Sappi che non lo dimenticherò mai...”

Il ragazzo si voltò, cercando di sfuggire al suo sguardo: “Adesso andate, vi prego!” e i due non se lo fecero ripetere due volte.

 

A quel punto il demone, finalmente, poté varcare le porte del Santuario: davanti a sé ora aveva il cigno, delicatamente appoggiato sull’altare, i due malvagi stesi a terra nella vicinanza e, in un angolo, Zack, confuso, ma libero.

“Zack? Sei di nuovo tu?” gli chiese, avvicinandosi, ma l’altro non riusciva a parlare, perché ricordava ogni cosa di ciò che aveva fatto nel frattempo, così gridò ancora più forte.

“Zack, sei tu?”

E l’altro, allora, si decise a rispondergli: “Tra poco si risveglieranno, perchè il loro rito dura meno rispetto a quello di Terence, perciò fai presto, ok?”

Samuel annuì, per poi correre verso l’altare con la spada fra le mani: “Togli l’anello a Luis e poi vattene da qui!”

Poi, senza perdere altro tempo, la incastrò nel Cigno e, improvvisamente, la terra cominciò a tremare: i disordini erano stati richiamati e lentamente stavano tornando indietro.

In quell’istante, dentro il santuario comparve anche Terence, che subito gli sorrise: “Il blocco magico non c’è più. Serve una mano?”

Il ragazzo si voltò leggermente, in modo da poter continuare a mantenere la spada incastrata nel cigno, in attesa dell’arrivo dei disordini, e annuì: “Togli l’anello a tuo padre, presto!”

“Con molto piacere!” rispose l’altro, per poi buttare l’oggetto appena recuperato a terra, in un angolo lontano. Poi vide il pugnale che Zack aveva fra le mani.

“Dammelo!” ordinò e, senza aspettare l’altro, glielo strappò letteralmente dalle mani.

Poi, pieno di rabbia e rancore, si avvicinò al corpo del padre e lo pugnalò a morte. Proprio in quell’istante, però, Luis aprì gli occhi e chiese se era già giunto nel nuovo mondo, oppure no.

“No, papà, – rispose il figlio, scuotendo la testa - non ci sei arrivato!”

L’altro, deluso, sospirò, sentendo la morte vicina: “Ho fallito. Non ce l’ho fatta, ho sprecato solo del tempo prezioso...”

Sentendo le sue parole, Terence affondò ancora di più la lama, sentendo gli occhi riempirsi di lacrime: “Tempo che avresti dovuto passare con me, non a progettare piani per saziare la tua sete di potere. Hai avuto solo ciò che meritavi e non avrai più altre occasioni per rimediare. Addio, papà!” e subito dopo Luis, piangendo anche lui, esalò l’ultimo respiro.

 

Samuel assistette alla scena in silenzio, esattamente come Zack, ma poi si accorse che l’inevitabile stava per accadere, che i disordini stavano arrivando, così ruppe il silenzio per avvisare i suoi due compagni.

“Dovete andarvene! Subito!”

“E di John cosa ne facciamo?” chiese Terence, indicando il corpo dell’uomo.

“Morirà qui con me. Tranquillo, non sopravvivrà.”

L’altro annuì, triste: “Mi dispiace davvero tanto, Samuel... Ti prometto che farò in modo lei abbia la lettera che mi hai dato, prima di morire anche io.” poi si girò verso Zack.

“Dobbiamo andarcene, Brenda e gli altri non sono molto lontani da qui, quindi penso tu posso riuscire a percepirli e a teletrasportarti fino a loro. Sbrigati!”

Ma, mentre stava svanendo, John aprì gli occhi e saltò sulle sue spalle, svanendo con lui.

Il demone assistette a quella scena impotente, perchè tutto si svolse in pochi secondi.

“NOOOOOOO!”

Subito, l’amico si avvicinò a lui, tranquillo: “Ormai John non rappresenta più una minaccia, non credi? Terence si occuperà sicuramente di lui.”

L’altro, però, era troppo preoccupato per lui per pensarci: “Zack, devi andartene! Questa stanza sarà presto invasa dai disordini e non voglio che tu faccia la mia stessa fine!”

“Non capisco... hai incastrato la spada, no? Allora adesso possiamo andarcene, insieme.”

Samuel gli sorrise, triste e abbassò lo sguardo: “Non posso, purtroppo. Le mie mani sono come incollate alla spada, non riesco a muovermi. Il mio destino è qui, a quanto pare. Ma tu puoi andartene, tornare dagli altri e... stare con Jade, prenderti cura di lei, come hai sempre voluto.”

Nel sentire le sue parole, gli occhi del ragazzo si riempirono di lacrime: “Mi dispiace talmente tanto, Samuel. Mi dispiace davvero. Io... io non pensavo quelle cose che ho detto, io non ti odio veramente. Tu… tu sei mio amico!”

“Mi fa piacere sentirtelo dire, – gli rispose l’altro, piangendo - non è bello sentirsi odiati. Quando Jade ha perso i ricordi che aveva di me, non soffrivo solo per aver perso lei, ma anche per aver perso te, l’unico vero amico che abbia mai avuto. Sono contento di morire, sapendo che anche tu pensi lo stesso di me.”

Intanto, intorno a loro, la terra tremava sempre di più.

“Non posso tornare da Jade, non dopo quello che ho fatto. Ti prego, non chiedermi di tornare da loro…  Ora sono un demone e il mio cuore è cambiato.”

“Zack, devi andartene! Ma prima devi promettermi che la proteggerai ugualmente, che troverai il modo di farti perdonare. Per favore, ora vatteneeeee!” gli urlò, sentendo la fine vicina; l’altro capì e corse il più velocemente possibile verso l’uscita.

“Addiooo!”

 

Nello stesso istante, Terence ricomparve sul molo davanti agli compagni guardarsi intorno preoccupato e gridando.

“Ma dov’è andato?!?”

Brenda, felice di vederlo, si avvicinò, confusa dal suo comportamento: “Hey, sei tornato! Ma di chi stai parlando?”

“John si è attaccato a me, mentre mi teletrasportavo!” rispose lui, agitato e subito Faith si intromise.

“Allora dov’è, se non qui?”

A quella domanda, però, non ci fu mai risposta, perché poco più avanti comparvero Dana e Xao e la ragazza, vedendoli, corse subito verso di loro.

“Signora Ferguson! Xao! Siete salvi!” ma l’entusiasmo si spense subito, perché tutti si fermarono ad osservare il cielo, diventato ormai scuro come la pece: i disordini stavano passando proprio sopra le loro teste. Nubi nere arrivavano da tutto il mondo dirette verso l’isola e pronte a sparire per sempre.

 

Samuel era ormai rimasto solo all’interno del Santuario e sentiva la fine ormai vicina. Ma, mentre lo pensava, davanti a lui comparve John, che aveva intanto recuperato le forze.

Il ragazzo lo guardò storto: “Cosa c’è? Vuoi restare a morire? Beh, tanto non fa differenza, perchè lo farai, quando i disordini spariranno definitivamente da questo mondo.”

Ma quello rise, per poi rispondergli con la sua solita arroganza:  e John, ridendo arrogantemente, disse: “Che meraviglia, vero? Sono rimasto solo io... Luis si era totalmente insinuato nella mia vita e ora non c’è più, grazie a voi. Sai, non ho nemmeno dovuto sforzarmi tanto, perchè sapevo che sarebbe andata a finire così.”

Il demone lo guardò, confuso: “Di cosa stai parlando?”

“Tranquillo, non resterò qui a lungo. Sono solo venuto a salutarti e a dirti che presto renderò la vita della tua Jade e di tutti gli altri un vero inferno. Ora in questo mondo c’è solo un cattivo ed è così che doveva essere fin dall’inizio. Dopotutto, non sono fatto per dividere la mia gloria con altri...”

Pensando fosse impazzito, Samuel scoppiò a ridere: “Tu stai delirando: presto morirai, come tutti gli altri che ti hanno preceduto.”

Ma quello continuò, sempre sicuro di sé: “C’è sempre un modo per scampare alla morte, mio caro Samuel. Nel tuo caso, purtroppo, no, ma nel mio, non è detta l’ultima parola. Sappi che mi divertirò un sacco a far vivere le persone che ami in un mondo di dolore, mentre tu ti risveglierai chissà dove. E sai qual è la cattiva notizia? Che non potrai fare nulla per salvarli!” e, mentre la sua risata malefica risuonava nell’aria, scomparve.

 

I disordini erano ormai arrivati e, con una forza impetuosa, colpirono e attraversarono il demone. Lentamente, rientrarono nel Cigno, per poi sparire per sempre, mentre il dolore del giovane era talmente grande da farlo gridare disperato.

“JADEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!”

 

Intanto, poco lontano, Jade, ancora distesa sul cemento di cui era fatto il molo, riaprì gli occhi.

“Samuel…”

 

~

 

Due settimane dopo

 

 

Grazie al sacrifico di Samuel, la battaglia era ormai finita e i disordini solo un ricordo lontano. Nella città di Morney Hill era in corso la cerimonia dei diplomi e Brenda stava per salire sul palco a ritirare il suo. Nell’attesa di sentir pronunciare il suo nome, la ragazza contemplava la sedia vuota accanto a sé, dove avrebbe dovuto sedersi la migliore amica, assente nel loro giorno più importante.

Improvvisamente, però, una voce alle sue spalle le risollevò il morale: “Emozionata?”

Sorpresa, la ragazza si girò verso la fila alle sue spalle: “Terence, ce l’hai fatta a venire! E ti sei messo anche un vestito elegante!”

L’altro arrossì, abbassando lo sguardo: “Beh, è un giorno importante per te, no?”

“Sì, dovrebbe…” rispose lei, mentre il sorriso le svaniva dalle labbra.

“Jade non si è ancora vista?”

“Credo che non le importi nulla di essere qui, che non le più interessi più niente, ormai. Pensavano di recuperare la nostra Jade, una volta conclusa la storia dei disordini. Invece, beh, ci sbagliavamo: ora l’abbiamo persa per sempre e non credo che le cose torneranno mai più come prima. – poi lo guardò teneramente, accarezzandogli il viso – E’ stata una fortuna non perdere anche te.”

Terence le sorrise, comprensivo: “Se sono ancora qui, è solo merito tuo. Non pensavo che mi amassi a tal punto da fare quello che hai fatto per salvarmi.” e lo guardò innamorata, finchè una voce non irruppe nei suoi pensieri: qualcuno stava chiamando il suo nome.

“Brenda Jenkins!”

Sentendo il suo nome, si alzò, di nuovo il sorriso sulle labbra: “Tocca a me, ora, è il mio momento. Questo è il mio momento!”

 

 

FINE DELLA SECONDA STAGIONE

 

~

 

INTRODUZIONE ALLA TERZA STAGIONE

 

 

Morney Hill, Wisconsin

 

 

In una tranquilla casa della città di Morney Hill, una famiglia felice, composta dai due genitori e dal loro figlioletto di sei anni, aveva appena finito di cenare. La madre, subito dopo, aveva portato il bambino nella sua camera, per poi rimboccargli le coperte, mentre il padre lavava i piatti, canticchiando.

Ad un certo punto, la moglie lo chiamò dal piano di sopra: “George, tuo figlio vuole che sali a raccontagli la favola della buonanotte, altrimenti ha giurato sui suoi piedini che non dormirà!”

L’uomo rise: “Sto salendo, ho quasi finito!” ma la distrazione gli fu fatale, perchè si ferì ad un dito.

“Oh, accidenti! – esclamò, rivolgendosi alla moglie, che nel frattempo l’aveva raggiunto e osservava preoccupata il sangue scendere copioso - Tesoro, dove hai messo i cerotti?”

“Secondo cassetto in alto della cucina. Fai presto!”

Ma, quando gli porse la scatola, si accorse di qualcosa di sconvolgente: il sangue stava ritornando dentro la ferita.

Mentre l’uomo si guardava sconvolto il dito, incapace di fare i conti con ciò che aveva appena visto, la donna continuava a chiamarlo insistentemente, senza ricevere mai risposta.

“George? George!”

 

CONTINUA…

 

Testo a cura di Lady Viviana.

ANGOLO AUTORE:  Siamo arrivati alla fine di questa lunga seconda stagione, ringrazio Lady Viviana per aver curato i testi e i lettori che mi hanno seguito. La terza stagione partirà nella seconda metà di Aprile con la 3x01 "Il secondo avvento". Non mancante a questo appuntamento e ricordate di lasciare un commento all'episodio finale. A presto! 

ECCO LE DOMANDE LASCIATE IN QUESTA STAGIONE:  Cosa ne sarà di Samuel, dopo la morte? Jade scoprirà il segreto dei prescelti e del nuovo mondo? Che ne sarà di Zack? E di John? Che accadrà a Terence? Quale sarà il mistero della terza stagione?

Scoprirete cosa è successo molto presto, buon mese stregato!

 

 

 

  
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