CAPITOLO
VENTIDUE
"Heroes Walk Alone at the End"
Casa
di Noa – Morbridge,
South Dakota
Tutti i presenti si
erano spostati in una delle camere
e Jade subita si era seduta sul letto, mentre Faith si apprestava a
spiegarle
quello che doveva fare.
“Grazie al
mio incantesimo, ti sveglierai non appena i
disordini verranno neutralizzati. Ricorderai ogni cosa, anche quello
successo
fino a questo momento.”
La ragazza
l’ascoltò attentamente, ma non riuscì a
nascondere la tensione: “Quindi funzionerà
sicuramente, giusto?”
“Questo
dipende dal tuo ragazzo: se porterà a termine
la sua missione, senza dubbio.”
“E...
– chiese quella, dubbiosa – se non dovesse
farcela? Cosa mi succederà se Samuel non
disattiverà questo cigno?”
“Semplicemente,
non ti sveglierai mai più.”
Samuel, allora,
dovette intervenire, per placare il
terrore che aveva visto comparire negli occhi di Jade: “Ti
prometto che non
succederà. Io ce la farò. Ad ogni costo,
ok?”
Sentendo le sue
parole, lei decise finalmente di
fidarsi: “D’accordo, – disse alla donna -
fallo! Preferisco non risvegliarmi
mai che essere una ragazza senza ricordi. Io... ne ho bisogno,
quindi… vale la
pena rischiare.”
“Bene, se
vuoi puoi stenderti sul letto adesso…”
Ma il demone la
fermò: “Aspetta, Faith, potresti darci
un minuto?”
“Ma certo!
Sono qui fuori, quando avete finito, ok?” e
uscì.
Allora, Samuel si
sedette accanto a Jade sul letto e
lei subito gli sorrise.
“Cosa
c’è? Vuoi dirmi addio, per caso? Guarda che
dormirò solamente, non andrò mica
all’altro mondo!”
Lui rise, nel
sentirla: “Lo so che non morirai, ma non
permetterò nemmeno che tu dorma per sempre come
Biancaneve.”
“Ma lei non
dormì per sempre, dato che il suo principe
arrivò a salvarla, no? Almeno le favole me le
ricordo!”
Il ragazzo,
però, tornò subito serio e le prese una
mano: “Ti prometto che farò in modo che anche tu
abbia un lieto fine…”
Fiduciosa, la ragazza
fece altrettanto: “Con te, si
spera!”
Samuel si
sforzò di sorridere: “Già…
Con me!” e lei
improvvisamente lo abbracciò, lasciandolo di stucco.
Quando Jade si
staccò, lui subito le disse: “Pensavo
che…”
“…non
saresti riuscito a conquistarmi? Se ce l’hai
fatta in soli due giorni e mezzo, non voglio immaginare quanto ti possa
amare
la Jade con tutti i ricordi!”
“Ti
amo… e non mi interessa se mi tirerai uno schiaffo
per quello che ti ho appena detto.”
“Non
preoccuparti, non lo farò. E non ti dirò nemmeno
che ti amo, perché tu dovresti già saperlo, se mi
conosci veramente come dici…”
Lui la
guardò negli occhi, prima di risponderle:
“E’
così.”
“Allora sai
già cosa provo e al mio risveglio ne avrai
la conferma.”
Poi, Samuel la
osservò ancora una volta per cercare di
catturare più dettagli possibili del suo viso, poi si
voltò verso la porta e
chiamò Faith, che aspettava fuori e che rientrò
subito al suo cenno.
“Siamo
pronti?” chiese.
“Adesso
sì!” le rispose la ragazza.
“Allora
stenditi e chiudi gli occhi.”
Prima di farlo,
però, Jade rivolse un ultimo sguardo
al demone: “Buona fortuna! Salva mia Nonna e tutti gli altri,
ok?”
“Salverò
tutti voi!” la rassicurò lui.
E, non appena la
ragazza chiuse gli occhi, la strega
iniziò a pronunciare l’incantesimo.
“La
ragazza ora cade in un sonno profondo e solo quando il suo male
sarà
morto, farà ritorno…”
Poi, Samuel
provò a chiamare Jade, ma quella,
ovviamente, non rispose e Faith annuì, soddisfatta.
“L’incantesimo
ha funzionato. Ora tocca a te, no?”
“Già…
Grazie per quello che hai fatto, anche se è
stato solo per avere salva la vita.”
“Se io
muoio, con me si annullerà l’incantesimo fatto
a Jade. Tuttavia, non l’ho fatto per avere salva la vita, ma
per me stessa.
Perchè ora sono buona, ma non avevo ancora avuto
l’opportunità di dimostrarlo,
né a me, né al resto del mondo. Da quando sono
morta e tornata in vita, è come
se avessi iniziato a vivere davvero. Ho vissuto come una persona
normale, lì
fuori e mi è piaciuto da morire: una casa, una persona che
ti ama. Niente
magia, niente buoni o cattivi, solo io e una vita normale.”
“Già.
La magia è la rovina di questo mondo e
probabilmente vivremmo meglio senza. Magari, in un giorno non molto
lontano,
saprò anche io cosa si prova a vivere in un mondo
normale...” poi si apprestò
ad uscire dalla stanza, ma Faith lo fermò perchè
aveva una domanda per lui.
“Aspetta,
perché non le hai raccontato che il vostro
nemico è suo nonno?”
“Quando si
sveglierà, se lo ricorderà, perché
farle
avere degli incubi inutilmente?” e poi, senza aspettare una
risposta, se ne
andò, pronto a tornare da Terence, che lo aspettava fuori.
Quando lo raggiunse,
l’uomo stava osservando quello
che c’era oltre il fiume, dove si trovava Brenda. Samuel,
però, lo distolse dai
suoi pensieri.
“L’incantesimo
è stato fatto.”
“E ti fidi
a lasciare Jade da sola con Faith?”
“Non le
farà del male, non preoccuparti” poi
tirò
fuori una lettera dalla tasca e gliela porse.
“Puoi dare
questa a Jade quando si risveglierà?”
L’altro
rimase un attimo sorpreso, ma poi la prese:
“Ma certo! Solo che… perché
l’hai data a me?”
“Perché
mi fido, no? Jade lo ha fatto fin da subito,
quando sei passato dalla nostra parte e avrei dovuto farlo anche io,
per quello
che vale. E poi, sono sicuro che con te arriverà a
destinazione, perché anche
tu ami qualcuno e sai benissimo quanto tutto questo sia
importante.”
L’uomo
sorrise: “Grazie per la fiducia. Considerala
già consegnata!”
Il ragazzo allora
annuì, mettendosi poi a osservare
come lui il paesaggio di fronte a loro.
“Allora,
Terence, qual è il piano B?”
“Il piano B
è insieme a Brenda. E non mi riferisco
alla spada.”
“E che
cos’è?”
“Hai uno di
quei telefoni che usate per comunicare,
per caso?”
“Siamo nel
2014, – rispose quello, ironico - tutti ne
hanno uno, anche i demoni!”
“Bene.
Dobbiamo chiamare Brenda e assicurarci che il
piano B arrivi qui con lei, allora.”
Nei pressi del
Tempio,
all’interno del Pentagono
Quando il tempio
aveva iniziato a tremare, Brenda
aveva chiuso gli occhi e, non appena tutti i suoni cessarono, gli
riaprì,
rendendosi subito conto che il tempio era scomparso del tutto: si
guardò
intorno e c’erano soltanto alberi e una vasta distesa
pianeggiante.
Improvvisamente, però, udì qualcuno piangere,
così corse verso quel suono, con
la spada stretta nella mano, finché finalmente si
fermò: davanti a lei c’era
Noa, stretto fra le braccia di Monique.
Subito la ragazza si
avvicinò, straziata per il dolore
che vedeva nell’amico.
“Noa…”
chiamò, con un filo di voce.
Sentendo sussurrare
il suo nome, il ragazzo si voltò
con gli occhi pieni di lacrime senza dire nulla. Monique,
perciò, prese la
parola al suo posto: “Hai preso la spada, a quanto
vedo…”
Brenda
abbassò lo sguardo, mortificata per l’amico:
“Sì, l’ho presa, ma adesso cosa devo
fare? Come la porto agli altri?”
Il ragazzo, allora,
si asciugò le lacrime, divenne
serio e rispose: “Troveremo un modo. Mio padre non
è morto invano!”
L’amica
annuì, grata: “Mi dispiace per quello che
è
successo. Ti ringrazio!”
E una voce alle loro
spalle mormorò: “Successo cosa?”
Noa, incredulo, si
girò e gridò: “Oh mio Dio,
papà!”
Monique, con una mano
davanti alla bocca, esclamò:
“Thomas!” e i due corsero subito ad abbracciarlo,
mentre Brenda assisteva alla
scena, sorridendo sollevata.
L’uomo rise
per la loro reazione e si sentì quasi
soffocare per gli abbracci: “Pensavate che fossi morto? Beh,
potrebbe succedere
veramente,se continuate a stringermi così!”
Subito si staccarono,
imbarazzati: “Oh, scusa! E’ che…
sono così felice di vederti!” sussurrò
Monique, ancora incredula, subito
seguita da Noa.
“Ma…
ma, come hai fatto? Ti abbiamo visto precipitare
nel vuoto!”
L’uomo,
però, era sorpreso quanto loro: “Credetemi:
non ne ho la più pallida idea. L’ultima cosa che
ricordo è che sono caduto e un
attimo dopo mi sono ritrovato disteso al suolo.”
Brenda,
però, non la lasciò finire e prese la parola:
“Sono felice di rivederla, signor Quill. E grazie.”
Lui le sorrise:
“Hey, ragazza con la spada! Vedo che
ce l’hai fatta!”
“Sì,
diciamo di sì, dai. – replicò lei,
modesta -
Peccato che ora non sappiamo come portarle fuori dal
Pentagono.”
Improvvisamente,
però, Thomas notò qualcosa di
famigliare al collo della ragazza ed esclamò: “Ma
quella è la mia collana!”
Lei, allora,
abbassò lo sguardo e lo rialzò subito,
perplessa: “Com’è arrivata
qui?”
“Forse
gliel’hai data tu, papà” propose Noa.
Ma quello scosse la
testa: “No, non l’ho mai tolta da
quando ce l’ho.”
“Allora
è stata la magia?”
“Beh,
– intervenne Monique - qui non c’è
magia, ma
potrebbe...”
“E’
sicuramente magia! – replicò invece Thomas -
Quando l’ho rubata all’uomo che la possedeva,
ricordo di non aver avuto paura,
anzi, di aver provato un immenso coraggio. Forse la collana viene
attirata dal
coraggio. Ma certo! Dev’essere senz’altro
così: Brenda ha affrontato quel
mostro con la sua balestra senza timore. E’ stato sicuramente
in quel momento
che la mia collana è passata a lei!”
La strega
rifletté sulle sue parole, ancora dubbiosa:
“Allora la magia è tornata? Io sono una strega,
eppure non sento niente di
diverso in me.”
In quel momento, il
telefono di Brenda iniziò
improvvisamente a squillare.
“E’
impossibile, i telefoni non funzionano qui!”
Quella la
guardò un attimo sarcastica, prima di
rispondere: “Allora dev’esserci una super
recezione!”
Poi lo prese in mano:
“Pronto?”
Dall’altra
parte, con qualche interferenza, si sentì
una voce debole: “Brenda? Mi senti? Sono Terence!”
Il viso di lei si
illuminò per la felicità di
sentirlo: “Terence! Oh mio Dio, come sono felice di sentirti,
anche se la linea
è disturbata.”
“Anche io,
ma non c’è più tempo, devi venire
subito
qui! Hai recuperato la spada?”
“Sì,
è qui con me.”
“Bene,
però ci serve anche un’altra
cosa…” e iniziò a
spiegarle tutto, ma, dopo qualche minuto, la ragazza lo interruppe.
“Aspetta!
C’è qui una strega con me, pensi potrebbe
funzionare?” e, subito dopo aver sentito la risposta, chiuse
la chiamata.
Gli altri,
ovviamente, erano curiosi e Monique fu la
prima a farsi avanti.
“Cosa ti
hanno detto? Cosa c’entro io?”
“Pensi sia
possibile che io abbia un po’ di magia in
me? Insomma: la collana, i solenoidi che riprendono a funzionare al mio
tocco,
il mio telefono che è l’unico a
funzionare…”
“Perché
dovresti, se qui non può esistere?”
“Non ne ho
idea, ma qui c’è sicuramente sotto
qualcosa. Forse sono una sorta di fonte magica e questa spada
è il conduttore
che mi permetterà di passare parte della mia magia a te.
Accidenti, non avrei
mai creduto di poter formulare una frase chimico-magica!”
Thomas,
però, la interruppe, scuotendo la testa: “Se
fosse così, saresti un essere soprannaturale, ma loro non
possono attraversare
il confine.”
“Beh,
comunque c’è qualcosa. – rispose lei
– Ma non lo
scopriremo mai, se Monique non tocca la spada. I miei amici mi hanno
spiegato
il loro piano, ma serve una strega per attuarlo, prima di tornare da
loro con
essa.”
Il suo discorso,
fortunatamente, aveva convinto la
donna, che acconsentì: “D’accordo,
proviamo!” e toccò la spada, tenendola
stretta fra le mani per qualche secondo.
“Allora?”
la incalzò Brenda.
“Hai
ragione: sento qualcosa. Sento... del potere
dentro di me…”
“Bene!
E’ sufficiente per fare un incantesimo?”
“Suppongo
di sì. Di cosa si tratta?”
Ma la ragazza
iniziò a correre: “Ve lo dico
strada facendo, ora dobbiamo raggiungere al più presto il
confine da cui siamo
entrati!” e il gruppo subito la seguì, mettendosi
in marcia.
Ex villa di Terence
–
Augusta, Maine
Dana ed Heith, sotto
gli ordini di John, diedero
inizio al rito che avrebbe rubato la magia alle streghe di tutto il
mondo. Tale
potere, però, sarebbe servito per separare finalmente il
Libro del Bene e del
Male e l’uomo era determinato a riuscire
nell’impresa.
“Non
fermatevi fino a quando non avrete prosciugato
ogni strega di questo pianeta, intesi?”
Senza rispondere, le
due chiusero gli occhi e stesero
le braccia con il palmo delle mani rivolto verso l’alto: “Maleficis
virtute cupimus, palmam in
manu nostra…” [“Che
le streghe mettano nelle nostre
mani il loro potere”]
Intanto, John aveva
provato a richiamare Zack, ma
questo non gli aveva risposto. Tuttavia, ad un certo punto
riuscì a percepire
dove si trovava e così si teletrasportò da lui,
trovandolo disteso a terra e
sanguinante.
Cercando di
scuoterlo, lo prese a calci: “Sveglia,
forza!”
Ma l’altro
gli rispose dolorante, con un filo di voce:
“Vorrei, ma sono conciato abbastanza male. Samuel me la
pagherà, quando mi sarò
rimesso in piedi!”
John
sospirò: “Non abbiamo tempo per le tue vendette,
abbiamo ben altro di cui occuparci al momento, perciò ti
farò guarire dall’altro
imbecille che ho come seguace – schioccò le dita e
comparve Xao – Cura questo
buono a nulla e fa presto!”
Subito quello
eseguì.
“Ora
andremo a recuperare il pezzo mancante di questa
grande opera e lo faremo davanti ai loro occhi.”
aggiunse, mentre il
ragazzo si rimetteva di nuovo in piedi.
“Di cosa
stai parlando, padrone?”
“Non sono
affari che ti riguardano, tu verrai solo con
me e mi starai dietro, perchè sto preparando
un’entrata in grande stile per i
nostri amici!”
Zack,
però, era perplesso: “Ma… si trovano
nella zona
protetta dal campo di forze!”
L’uomo,
allora, gli rivolse un sorriso compiaciuto:
“Non preoccuparti, se ne stanno occupando le nostre alleate e
presto tutte le
streghe del mondo saranno private della loro magia. E, dato che essa
nasce da
loro, se non l’avranno più, semplicemente...
svanirà. Esattamente come il campo
di forze e qualsiasi altra diavoleria da loro creata.”
Casa di Noa
– Morbridge,
South Dakota
Non appena Terence
finì di spiegare cosa aveva in
mente a Brenda e chiuse la chiamata, Faith uscì
dall’abitazione e lo raggiunse.
“Ho fatto
il mio dovere, come da accordi. Non sono più
utile qui, perciò vorrei tornare alla mia vita.”
Subito Samuel si
avvicinò a lei: “D’accordo, hai fatto
la tua parte e credo proprio che ora la tua vita non sia più
in pericolo. Se
John venisse a scoprire che sei viva, di certo non ti ucciderebbe,
perciò puoi
andare. E grazie per aver aiutato Jade!”
“Non
ringraziarla, non l’ha fatto mica gratis!”
replicò Terence, duro come sempre e la risposta della donna
fu altrettanto
cinica.
“Hai fatto
cose ben peggiori delle mie mio, caro
ex-servitore del caos. Dovresti tacere e ringraziarmi anche
tu!”
“Mai, mia
cara. Mai.”
Nel vederli, Samuel
sbuffò, roteando gli occhi:
“D’accordo, ora puoi andare, Faith. Ti auguro il
meglio per la tua nuova
vita...”
In quel momento,
però, la strega ebbe un mancamento e
il ragazzo la afferrò al volo prima che cadesse a terra.
“Hey, va
tutto bene?”
Con lentezza,
l’altra cercò di rialzarsi: “Ho avuto un
capogiro e ora mi sento debole, cosa mi succede? Sembra quasi che mi
stiano
succhiando via la magia...”
Intanto, Terence si
avvicinò a loro: “Cosa? Di cosa
stai parlando?”
Ma fu il demone a
rispondere: “Credo che John le stia
facendo qualcosa. Zack deve averla vista e forse glielo ha
spifferato.”
L’uomo,
però, era perplesso: “Sì, ma per quale
motivo?
Strategicamente parlando, non dovrebbe farle nulla se vuole preservare
il suo
piano e non uccidere anche Heith, no?”
“Ma lui non
mi sta uccidendo. Mi sta solo portando via
la magia, infatti” spiegò la donna.
Improvvisamente la
porta della casa di Noa si aprì e
ne uscì Jade, gridando.
“Si
può sapere cosa sta succedendo? Perché mi sono
già
svegliata? Non mi sembra di aver recuperato i ricordi...”
Faith capì
subito cos’era successo e lo spiegò agli
altri: “L’incantesimo dev’essersi
sciolto. Se mi viene portata via la magia,
esso diventa automaticamente nullo.”
“Accidenti!
– esclamò Samuel, per poi voltarsi verso
Terence - Secondo te cosa significa?”
L’uomo era
nervoso, ma cercò di mantenere la calma:
“Forse ho capito cosa sta facendo John, ma per ora
atteniamoci al piano e
aspettiamo, ok?”
“Farai
meglio a spiegarti, perché, se Jade non si
riaddormenta di nuovo, io non mi muoverò da qui!”
Casa di Monique
–
All’interno del Pentagono
Dopo la telefonata
con Terence, Brenda aveva compreso
di non avere più molto tempo e subito avvisò il
gruppo.
“Ci abbiamo
messo molto per arrivare qui e ci vorrà
altrettanto per tornare al confine. Peccato che, purtroppo, non abbiamo
tutto
questo tempo.”
“Non
abbiamo altra scelta, visto che possiamo solo
usare la macchina” le ricordò Monique.
Ma Noa subito si
intromise: “Scusami, se hai appena
fatto un incantesimo per gli amici di Brenda, non puoi portarci al
confine con
la magia?”
“Già!”
esclamò la ragazza, annuendo.
La donna,
però, era ancora dubbiosa: “Non so nemmeno
se quello ha funzionato. E comunque, non credo di avere la magia
necessaria per
portarci al confine.”
“Tentar non
nuoce, no?” cercò di convincerla Thomas e
lei, finalmente, cedette.
“D’accordo,
proviamo. Brenda potrà anche essere una
sorta di inspiegabile fonte magica, ma resta il fatto che questa
è una parte di
mondo priva di magia, quindi il potere che ho è limitato e,
francamente, non so
nemmeno se ne ho ancora.”
La ragazza, allora,
le prese le mani: “Ti prego,
facciamolo e basta, ok? Ho bisogno di raggiungere subito i miei
amici...”
“Probabilmente
non ho abbastanza magia per portarci
tutti al confine.”
Fu a quel punto che
Thomas si intromise: “Non è
necessario che io e mio figlio veniamo con voi. Ora è tutto
soltanto nelle mani
di Brenda”
Lei, però,
non voleva abbandonarli e si oppose: “Ma
così voi rimarrete bloccati qui!”
Noa le si
avvicinò e le mise una mano sul braccio,
sereno: “Non preoccuparti per noi. E poi, se il tuo amico
porta a termine la
missione, saremo di nuovo liberi. Le pareti a quel punto spariranno,
no? – le
sorrise - Avanti, vai!” e la ragazza abbracciò
entrambi, triste.
“Ci
rivedremo presto. Promesso!”
L’uomo
rise, ricambiando la stretta: “Questo è poco,
ma sicuro ragazza con la spada!”
“Veramente,
io sono la ragazza con la balestra. La
spada è per il mio amico demone!”
Poi, dopo
l’ennesimo saluto, finalmente si avvicinò a
Monique: “Bene, cosa dobbiamo fare ora?”
“Prendi le
mie mani” e così fece.
La strega, allora,
chiuse gli occhi, ma non successe
niente.
“Allora?
Perché non funziona?”
“Te
l’avevo detto: non ho magia. E, se l’avevo,
l’ho
sprecata per l’incantesimo di prima.”
Brenda allora
fissò la spada e la allungò verso di
lei: “Allora facciamo un altro pieno di magia. Toccala, ok?
Forse posso
trasferirti un altro po’ di magia, come prima.”
Benché
poco fiduciosa, la donna eseguì: “Ok,
sento di nuovo qualcosa scorrere dentro di me. Riproviamo!” e
le due si presero
di nuovo per mano.
Improvvisamente,
scomparvero nel nulla, sotto lo
sguardo sbalordito di Noa.
“Wow, ma
dove sono andate? Quasi non me ne sono
accorto!”
Thomas gli sorrise:
“Evidentemente ha funzionato. Ora,
però, il nostro lavoro è finito, ti va di andare
a farci una birra e un
cheeseburger?”
“Pensavo
che qui fosse stato tutto saccheggiato giorni
fa.”
L’altro gli
circondò le spalle con un braccio: “Beh,
tentar non nuoce, no? E poi, ho una gran fame…” e
i due andarono per la loro
strada.
Intanto, Brenda e
Monique erano comparse proprio nei
pressi del confine, ma la donna era estremamente affaticata, tanto da
far
preoccupare molto la ragazza, quando se ne accorse.
“Monique,
stai bene?”
“Prova tu a
gestire qualcosa che equivale ad una
goccia di magia! Comunque sto bene, non preoccuparti”
La ragazza
annuì e si girò verso il confine: “Vedo
il
fiume, ma non la casa di Noa. Dov’è?”
“Forse
siamo ricomparse in un altro punto, ma, se c’è
il fiume, significa che non siamo molto lontane.”
“D’accordo,
ma resta comunque un altro problema: come
faccio ad attraversare il confine?”
“L’ultima
volta sei stata rigettata via, prova ora che
hai la spada.”
E così
fece Brenda, ma fu respinta nuovamente.
“Niente,
anche con la spada non funziona.”
Monique, allora,
iniziò a riflettere attentamente su
tutta la situazione: “La magia qui non esiste, ma tu sembri
riuscire a crearla
in qualche modo e non riesco a capire come mai.
C’è qualcosa che ti è successo
in passato, per caso? Hai detto di non essere una strega e il fatto che
tu sia
riuscita a varcare il confine la prima volta lo dimostra.
Perché allora c’è
della magia in te?”
“E’
vero, non sono una strega, ma ho acquisito dei
poteri, tempo fa. Ci siamo imbattuti in un muro oscuro fatto di
disordini, mi
sono avvicinata troppo e... mi ha folgorata. Da quel momento ho la
capacità di
ascoltare i pensieri altrui.”
“Aspetta!
Queste pareti, o muri, sono fatti di
disordini. E tu hai ottenuto un potere, quando sei stata folgorata da
un muro
disordinato. – fu allora che ebbe un’illuminazione
– La tua magia si è
conservata, perché deriva dai disordini! Non può
svanire come quella normale,
ecco perchè ne sei immune!”
“Ma questo
non risolve comunque il nostro problema,
no?”
“Invece
sì! Se con la poca magia che mi hai trasmesso,
io provassi ad estrarre quella che c’è dentro di
te, potrei rigettarla contro
il muro e aprire un varco che ti permetta di uscire.”
Brenda,
però, era ancora perplessa: “Davvero puoi
farlo? Aspetta, ma questo vuol dire che poi non avrò
più un potere?”
“Direi che
è arrivato il momento di restituirlo al
mittente. Quel potere, infatti, sta per diventare il tuo biglietto di
sola
andata verso il mondo esterno.”
L’altra,
benché triste all’idea di perdere il suo
potere, acconsentì: “Ok, facciamolo!”
Monique, allora,
puntò la mano verso di lei, chiuse
gli occhi e lentamente estrasse il potere che aveva dentro. Subito una
sfera
oscura lasciò il corpo di Brenda, che si spaventò
nel vederla.
“Oh mio
dio, quella cosa era dentro di me?”
La donna
annuì, tenendo la sfera sospesa fra le sue
mani: “E’ la forma di magia più malvagia
di sempre e per fortuna te ne ho
appena liberato. Ora è arrivato il momento di uscire,
però!” e la lanciò contro
la parete, che da invisibile si colorò di nero,
finchè uno squarcio non si aprì
nel mezzo.
Brenda, sorridente,
esultò: “Ce l’hai fatta!”
Monique era
altrettanto contenta, ma la incitò
comunque a sbrigarsi: “Non perdere tempo, corri! Il varco non
rimarrà aperto a
lungo e non avrai altre occasioni!”
“Ma tu non
vieni con me?”
“No, io
rimarrò qui con Noa e Thomas. Sono riuscita ad
aiutarti e qui finisce il mio compito. – poi le sorrise - Ora
tocca a te,
Brenda!”
“Ci
rivedremo quando sarà tutto finito. Grazie di
tutto!” e poi, con la spada stretta fra le mani, si
gettò velocemente
attraverso il piccolo squarcio che stava per richiudersi, mentre, alle
sue
spalle, la strega le augurava ancora una volta buona fortuna. Quando si
voltò,
però, il varco si era già chiuso e la parete era
tornata nuovamente trasparente
e tranquilla; non vedeva più niente, ma sapeva che Monique
era ancora lì dentro
e la stava osservando.
Fece un grosso
respiro, aspirando di nuovo l’aria pura
del mondo esterno, poi urlò, determinata: “Sto
arrivando, ragazzi!” e iniziò a
correre, seguendo il corso del fiume.
Nel frattempo, a casa
di Noa, tutti avevano assistito
stupiti ai cambiamenti della parete.
“Cosa
è successo? – chiese Jade, confusa -
Perché la
parete si è oscurata in quel modo?”
“Non lo so,
ma ora sembra essere tornato tutto alla
normalità” osservò Samuel, mentre
Terence si guardava intorno preoccupato.
“Forse
è tornata Brenda, ma dov’è?”
Improvvisamente, alle
loro spalle, una voce
diabolicamente ironica li interruppe: “Che piacere vedervi
qui tutti insieme!”
Girandosi
velocemente, il volto di Samuel si deformò
per la sorpresa: “John! Come hai fatto
a…”
“…a
superare il campo di forze? Beh, diciamo che ho
preso in prestito la magia di tutto il pianeta e l’amuleto
è magico, no? Anzi,
lo era!”
“Cosa sei
venuto a fare qui?”
Intanto, gli si erano
affiancati Xao e Zack, immobili
alle sue spalle: “Niente, sono solo venuto a dare
un’occhiata. Un campo di
forze è sospetto, quindi ho pensato che forse nascondevate
qualcosa.”
Terence, cinico,
prese parola per primo: “Come se non
lo sapessi! Piuttosto, qualcosa mi dice che non hai rubato tutta la
magia del
mondo per abbassare un misero campo di forze. O sbaglio?”
L’altro
sorrise: “E’ questo che adoravo di te, mio
caro Terence: sei sempre stato incredibilmente perspicace. Tuttavia, i
piani di
guerra non si rivelano mai al nemico, non credi?”
A quel punto Jade,
sfacciata, intervenì: “Quindi sei
tu quello contro cui lottiamo? Ti pentirai di aver preso mia
nonna!”
John si
voltò subito verso di lei con un ghigno: “Oh,
dimenticavo la mia quasi nipote… Beh, dico quasi,
perché la tua memoria fa un
po’ schifo ultimamente, a quanto mi è stato
detto...”
Ovviamente, Jade
rimase senza parole: “Nipote?” poi si
voltò subito verso gli altri in cerca di spiegazioni.
“Nessuno ti
raccontato di me? – le chiese l’uomo,
stupito, per poi guardare Terence e Samuel – Ma che
smemorati!”
Il demone, allora,
sospirò e si decise a raccontare
alla ragazza la verità: “Il nostro nemico
è tuo nonno, Jade. Non te l’abbiamo
detto per non darti un altro dolore.”
“Già,
il dolore di tuo nonno che manda fuori strada
l’auto dei tuoi genitori!”
Arrabbiata, Jade
alzò il braccio per fargli del male,
ma non accade niente e subito John scoppiò a ridere.
“Spiacente,
tesoro, ma non hai più magia!”
E mentre Jade cercava
di calmarsi, Faith rivelò
finalmente la sua presenza: “Ciao John. Ci si rivede,
eh?”
L’uomo la
guardò per qualche secondo, come se non la
riconoscesse, poi, esitante, la chiamò:
“Faith?”
“In carne
ed ossa!”
“Ma...
ma, come è possibile? – chiese lui,
incredulo - Tu dovresti essere morta!”
“Rilassati,
non sono più collegata al tuo stupido
cigno. Sono morta e tornata in vita nel giro di un attimo, ma
è stato
sufficiente.”
Allora, John
capì e le rivolse uno dei suoi sorrisi:
“Anche tu sei passata dalla parte dei patetici buoni, a
quanto vedo. Pessimo
errore, Faith. Pessimo errore. Nella mia fetta di mondo non saranno
ammessi i
traditori, lo sai...”
“Tranquillo,
perchè non ci tengo. – replicò lei,
sfacciata - Hai reso tutti noi dei mostri e marcirai
all’inferno per questo!”
Fu allora che,
dall’altra parte del ponte, si udì una
voce affannata rispondere: “E ci marcirà molto
presto!”
Era Brenda che, con
gran sorpresa di tutti, sollevò la
spada per intimorire il nemico. John, però, non si fece
intimidire tanto
facilmente.
“O magari
lo farete voi!” poi, con un gesto della
mano, cercò di appropriarsi dell’arma, ma essa
rifletté il suo potere, facendo
risplendere la lama, mentre la ragazza, compiaciuta, osservava la scena.
“Qualcosa
mi dice che la spada sa difendersi da sola
da quelli come te!”
Ma l’uomo
era del tutto indifferente al fallimento:
“Beh, la spada saprà anche difendersi da sola, ma
gli anelli che porti al collo
no!” e, sempre con lo stesso gesto, le strappò la
collana, facendola volare fra
le sue mani aperte.
Tutti rimasero a
guardarlo, senza dire una parola,
mentre contemplava gli anelli.
“Sapete,
era tutto pianificato. Sapevo che la ragazza
umana avrebbe attraversato il confine, che avrebbe preso gli anelli da
chi me
li aveva rubati e che con il suo coraggio gli avrebbe conquistati.
Perché
questi anelli sono attirati da chi ne ha tanto coraggio e in questo
momento voi
tremate tutti di paura” e rise.
Poi, in conclusione,
aggiunse: “Tuttavia, non intendo
certo perdermi in chiacchieri inutili con voi e nemmeno sprecare tempo
a
uccidervi. Ho quello che mi serve, perciò ora me ne
vado…”
Nell’istante
in cui svanirono, però, all’insaputa
degli altri, Jade e Zack incrociarono i loro sguardi per pochi secondi.
Santuario del Cigno
presso l’isola sconosciuta
John aveva finalmente
tutto quello che gli serviva e
ora nulla avrebbe potuto più fermare i piani suoi e di Luis.
Quando arrivò
all’interno del Santuario, l’uomo era
già circondato da tutti i suoi fedeli.
“Bene, vedo
che siete tutti qui.”
Heith, avvicinandosi
a lui, gli porse un libro:
“Grazie al potere di tutte le streghe del mondo, siamo
riuscite a dividere il
Libro. Ecco il tuo grimorio!”
John rispose con un
sorriso compiaciuto:
“Finalmente…”, poi si
avvicinò al cigno, prese una lama e si fece un taglio
lungo il palmo della mano, versando il sangue nella bocca.
“Bene,
John, – gli disse Luis, quando finì - ora sei
collegato al cigno anche tu.”
“Adesso
siamo in cinque e ti tireremo fuori”
Poi si rivolse ai
presenti, ovvero a Dana, Heith, Zack
e Xao.
“Uniamoci
intorno al cigno, formando un cerchio.
Prendiamoci per mano e riportiamo indietro il nostro padrone”
e così fecero.
Allora
l’uomo pronunciò l’incantesimo: “In
olor esset exsilio, et nunc liberus
erit ab ibin” [“Nel cigno
era in esilio e ora da esso
sarà liberato”]
Improvvisamente,
un’aura oscura iniziò ad uscire dal
cigno e a prendere forma accanto a loro. I cinque, allora, lasciarono
libere le
mani e John si fece avanti per parlare con l’uomo che non
vedeva da moltissimi
anni.
Luis era ormai libero
e subito guardò il suo alleato:
“Sono libero, finalmente… – gli sorrise
– Non hai idea di quanto io abbia
aspettato questo giorno!”
Ma, in
realtà, John la capiva benissimo avendo vissuto
una situazione simile tempo prima: “Invece ce l’ho,
credimi. Comunque sia, sono
felice di rivederti...”
“Anche io,
ma fai in modo che non sia tornato invano.
Hai tutto quello che ci serve?”
Lui, allora, gli
mostrò il libro e gli anelli:
“C’è
tutto, come puoi vedere. E abbiamo anche un demone – e
indicò Zack con lo
sguardo – per lo scambio di esistenze.”
Lui annuì,
soddisfatto: “Non perdiamo altro tempo,
allora. Ho dato metà della mia vita per raggiungere questo
obiettivo e fatto
l’impossibile per procurarmi i mezzi necessari,
perciò non intendo fallire...”
1975
Luis aveva
compiuto l’ultimo dei
tre massacri e finalmente era al cospetto dell’oracolo. Non
appena essa arrivò,
l’ambiente circostante si trasformò e
diventò tutto bianco, mentre davanti a
lui comparve una donna vestita di bianco, seduta su un trono; tra le
mani aveva
un bastone, che all’estremità superiore
racchiudeva una sfera di vetro.
Impaziente
di parlare con lei, si
avvicinò: “Ho compiuto tre massacri, come da
procedura. Avrò le risposte che
cerco?”
“Certamente,
se farai la domande
giuste. E ricorda: non avrai mai più altre occasioni per
incontrarmi.”
L’uomo,
allora, non perse altro
tempo: “La profezia si avvererà? Deimos
verrà sconfitto dai prescelti?”
L’oracolo
rise: “Ma certo che la
profezia si avvererà! Avevi qualche dubbio, forse? Sai
meglio di me che il bene
trionfa sempre. O forse non lo sai, visto che i cattivi sono sempre
convinti
del contrario?”
Luis
ricambiò il sorriso: “E se
ti dicessi che ho un piano, un’arma, capace di ribaltare
questa legge?”
Ma la
donna continuò ad usare il
suo tono beffardo: “Pensi che non sappia di cosa stai
parlando? Io vedo tutto e
so tutto. Non ci sono misteri per me.”
Intimorito
dal suo tono, l’uomo
iniziò ad arretrare: “Io però ce la
farò, vero? Insomma, il mio piano è solo
all’inizio, ma…”
“…è
un ottimo piano? – lo
interruppe subito – E’ questo che vuoi dirmi? Beh,
sappi, mio caro, che anche
il migliore dei piani può fallire...”
Lui, nel
sentire le sue parole,
si indignò, arrabbiandosi: “Sto per creare
l’arma più potente di tutti i tempi.
Credimi, so per certo che non fallirò!”
“Sai,
Luis, per ogni veleno c’è
sempre un antidoto…”
“Cosa
vorresti dire? Che la mia
arma può essere distrutta da un’altra?”
“Non
mi sono spiegata bene con
quella metafora, forse?”
Luis
annuì, determinato: “Allora
troverò quell’arma e la farò sparire,
la distruggerò, farò tutto ciò che
è
necessario, insomma!”
“Ti
auguro buona fortuna allora.
E... posso darti un consiglio? Non affannarti a fare in modo che niente
e
nessuno possa ostacolare il tuo piano, perché alcune volte
il piano perfetto
può rovinarsi con le sue stesse mani...”
E dopo
queste ultime parole,
l’oracolo scomparve, ma Luis non si fece intimidire e si mise
subito all’opera,
senza darle retta.
Casa di Noa
– Morbridge,
South Dakota
Brenda si trovava
ancora dall’altra parte del fiume
con la spada fra le mani, mentre i suoi amici non aspettavano altro che
il
momento in cui li avrebbe raggiunti e avrebbero potuto abbracciarla. La
ragazza,
perciò, corse più veloce della luce,
attraversando il pontile e buttandosi
subito tra le braccia della persona che la aspettava con più
ansia di tutti:
Terence. I due si baciarono appassionatamente, dimenticandosi del resto
del
mondo per qualche secondo.
“Avrei
dovuto farlo prima di avventurarmi in
quell’inferno” gli disse lei, quando si staccarono,
strappandogli un sorriso.
“Meglio
tardi che mai, no?”
Intanto, alle spalle
di Terence, erano arrivati gli
altri.
Il primo a prendere
la parola fu Samuel: “Hey – le
sorrise – come stai? Vedo che ce l’hai
fatta!”
Brenda corse subito
ad abbracciarlo, sorprendendolo:
“Wow, – rise lui – Piano, così
mi fai male.”
“Sta zitto,
mi sei mancato!” replicò lei, fra le
lacrime e il ragazzo la strinse più forte.
“Mi sei
mancata anche tu. Sei l’ultima persona rimasta
a cui tengo e che non ho ancora perso…”
Sentendo quelle
parole, però, Jade si rattristò,
sapendo di non rappresentare più la persona capace di
colmare il vuoto causato
nel demone dalla solitudine.
Terence,
però, decise di interrompere questo momento
per passare subito al da farsi: “Ragazzi, credo che sia
arrivato il momento…”
“Di andare
sull’isola, giusto?” gli chiese il ragazzo.
“Beh,
sì” rispose.
“Siamo
sicuri che il piano funzionerà? – si intromise
Brenda - Dentro il Pentagono, la magia scarseggiava, quindi non
sappiamo se i
poteri di Monique hanno funzionato o no.”
“DEVE aver
funzionato, altrimenti siamo fregati!”
replicò Terence e subito Faith si intromise.
“Se
è stato fatto un incantesimo dall’altra parte, qui
non sarà più attivo. Heith e Dana hanno rubato
tutta la magia delle streghe e,
se non la ripristineremo, la fatica di Brenda e di questa Monique
sarà stata
vano.”
“Già,
non ci avevo pensato!” le rispose Samuel,
improvvisamente preoccupato, ma non ebbe tempo di aggiungere altro,
perchè in
quel momento Brenda si accorse della presenza della strega.
“Un
secondo, ma lei non è…?”
“Sì
è Faith, ma ora non c’è tempo per le
spiegazioni.
Sappi solo che puoi fidarti di lei, quindi rimani calma, ok?”
la tranquillizzò
subito Terence.
Sentendo che la
questione era conclusa, la donna
proseguì: “Jade è una strega molto
potente, anche se al momento non ne è
consapevole e io lo sono altrettanto, perciò forse possiamo
riportare indietro
la magia e ripristinare tutti gli incantesimi fatti, compresi i
vostri.”
Ma il ragazzo scosse
la testa: “Non possono esserci
dei forse, è vitale che la magia torni, altrimenti perderemo
Jade e anche la
battaglia!”
La strega, allora, si
girò verso la ragazza,
prendendole le mani: “Ascoltami attentamente, ora uniremo le
nostre forze per
riportare la magia a tutte le streghe e ripristinare
l’equilibrio originario,
ok? Perciò ripeti insieme a me la formula...”
Benché
titubante, l’altra acconsentì: “Certo,
d’accordo. Sì, ce la posso fare!”
“E’
necessario che tu sia calma e concentrata, perciò
non avere paura. Iniziamo!”
Intanto, non sentita,
Brenda sussurrò a Terence:
“Siamo sicuri che quella sia Faith? Sprizza bontà
da tutti pori!”
“Già,
da non credere…”
Nello stesso momento,
Jade si bloccò, quasi volesse
tirarsi indietro: “Aspetta!” gridò a
Faith.
“Che
c’è? Pensavo fossi pronta.”
La ragazza si
avvicinò immediatamente a Samuel: “Non
posso andare avanti senza …” e improvvisamente lo
baciò, sorprendendo tutti i
presenti.
Quando si staccarono,
il ragazzo parve piuttosto
confuso: “Perché questo bacio?“
“Per farti
sapere che non sei mai stato solo e che non
mi hai persa del tutto. Posso anche non ricordare tutto il tempo
passato
insieme, ma dentro di me c’è qualcosa di talmente
forte nei tuoi confronti, che
dovrebbero inventare una nuova parola per descrivere questo sentimento
che non
ho mai provato in tutta la mia vita.”
Gli occhi di lui
divennero immediatamente lucidi:
“Adesso devi andare, ma, credimi, non potevi farmi regalo
migliore per aiutarmi
ad affrontare l’ultimo ostacolo…”
Jade gli sorrise:
“Ci rivedremo quando mi sveglio,
allora!”
Terence, allora,
sbuffò e roteò gli occhi di fronte a
quella scenetta smielata, attirandosi un’occhiataccia di
Brenda: “Hey, guarda
che sono carini! E poi, si sono appena subiti il nostro bacio da premio
oscar,
perciò taci!”
“Possiamo
fare in fretta, però? Avrei un demone da
condurre verso la vittoria...”
Le due donne, allora,
si misero subito in posizione e
pronunciarono l’incantesimo.
“Maleficis
virtute cupimus noi in palmam manu nostra…” [“ Che le
streghe mettano nelle nostre mani il potere che desideriamo”]
Improvvisamente,
tutti percepirono una vibrazione
nell’aria e, dopo pochi istanti, Jade svenne e cadde al suolo.
Brenda fu la prima ad
allarmarsi e a correre da lei:
“Oh mio Dio, Jade!”
Ma Terence subito la
prese per un braccio e la
rassicurò: “Tranquilla è tutto normale
– si rivolse poi a Faith – giusto?”
La donna
annuì: “L’incantesimo che avevo fatto a
Jade
è ripartito, quindi vuol dire che ce l’abbiamo
fatta. La magia è ufficialmente
tornata a tutte le streghe!”
A quel punto Terence,
visibilmente a disagio, si
avvicinò al demone, lasciando che la ragazza si prendesse
cura dell’amica:
“Ehm… ora dovresti darmi le mani.”
L’altro gli
lanciò un’occhiata perplessa: “Co-come?
Le
mie mani, nelle tue mani, dici?”
“Non
farmelo ripetere un’altra volta!”
“E’
proprio necessario?”
L’uomo si
spazientì e alzò la voce:
“Sì, è necessario.
Vuoi andare sull’isola o no?”
Brenda li
osservò, roteando gli occhi: “Oh, andiamo!
–
esclamò - Non vi state mica sposando! Forza
Samuel!”
“Ok, ok, ho
capito!” si arrese lui.
Una volta per mano, i
due chiusero gli occhi, ma… non
accadde nulla e subito il demone li riaprì, perplesso.
“Beh?”
L’altro lo
guardò altrettanto confuso: “Strano, non ci
riesco…”
Faith allora prese
nuovamente la parola: “Non è
strano, è magia di strega! Avete l’arma che
distruggerà il cigno, John sa
perfettamente che la vostra prossima tappa sarà
l’isola.”
“Ma allora
come ci arriveranno?” chiese Brenda, preoccupata.
“A quanto
pare, via mare!” esclamò Terence,
guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Samuel, per nulla
in vena di battute.
“Scherzi,
vero? Non ho tempo di solcare i sette mari!
Siamo sicuri che non ci sia un altro modo?”
“C’è
un blocco magico che ci impedisce di
teletrasportarci lì, perciò sì, non
c’è un altro modo, se non quello che ti ho
appena suggerito. Raggiungeremo il molo più vicino
all’isola e useremo una
barca per arrivarci.”
Ancora una volta
Brenda si intromise: “Ma ci sei
sempre andato con un incantesimo, almeno sai dove si trova
esattamente?”
Il volto
dell’uomo si contrasse in una smorfia:
“Sì,
che lo so! E ora attaccatevi tutti a me, così vi
teletrasporto al molo da cui
partiremo.”
Il demone, allora,
corse subito verso la sua amata:
“Un secondo, prendo Jade” e la prese in braccio,
per poi tornare accanto a
Terence ed farsi teletrasportare insieme agli altri.
Molo 44 –
Washington
D.C.
Terence e i suoi
passeggeri ricomparvero pochi secondi
dopo presso il molo 44 del porto della città di Washington
D.C. e Brenda non
perse occasione per commentare il luogo in cui erano finiti.
“Wow, fa
tanto Orange County, vero?”
L’uomo
scosse la testa, ignorandola: “L’isola,
esattamente come il tempio antico, è stata creata dal nulla,
probabilmente da
mio padre. Perciò, partendo da qui, dovremmo metterci circa
mezz’ora per
raggiungerla.”
“Non
perdiamo altro tempo, allora e chiudiamo questa
storia” esclamò Samuel, determinato, con ancora la
sua amata stretta fra le
braccia.
Il gruppo,
perciò, si diresse verso l’approdo più
vicini e, una volta arrivati, il demone fece segno all’uomo
di avvicinarsi a
lui: “Tieni, prendi Jade!”
“Ma... io
pensavo che sarei venuto con te…”
replicò,
eseguendo quanto gli aveva chiesto e ricevendo in risposta un sorriso.
“Ti
ringrazio, ma devo andare da solo. Hai già fatto
più di quanto avrei immaginato. Del resto, negli due anni ci
siamo fatti la
guerra e ora eccoci qui, che combattiamo contro un nemico
comune.”
“Come
arriverai all’isola? E se dovessi perderti e non
sapere più in quale direzione andare?”
“Hai
ripetuto anche nella mente le coordinate di
questa dannata isola, perciò me la caverò.
Tranquillo.”
Brenda, nel sentirlo,
sospirò: “Beato te che puoi
ancora sentire i pensieri... Io ho perso quel potere per sempre e ora
sono la
ragazza comune di prima…”
Il ragazzo, allora,
si girò e le sorrise: “Brenda, tu
sei tutto tranne che comune. Sei riuscita a recuperare l’arma
più potente che
sia mai stata creata e dio solo sa cosa hai dovuto affrontare dentro al
Pentagono. Hai contribuito a salvare questo mondo e la persona che
entrambi
amiamo più di chiunque altro. Perciò, quando
tornerai a casa, ricordati che non
sarai più la ragazza comune che eri prima di questo viaggio,
ma una vera
eroina, d’accordo?”
L’altra,
commossa, gli consegnò la spada: “Sei pronto
a diventare un eroe anche tu?”
Samuel la
abbracciò velocemente, prima di prendere
l’arma: “Non vedo l’ora e
– guardò Jade per un secondo – prenditi
cura di
lei per me, ok?”
Quelle parole
lasciarono la ragazza abbastanza perplessa,
mentre lui si spostava per salutare Terence e Faith. Poi, pronto ad
affrontare
il suo destino, salì a bordo della barca vicino a loro e,
una volta al largo,
iniziò a remare.
Guardandolo
allontanarsi, Brenda decise di condividere
con gli altri i suoi pensieri: “Lui non tornerà
mai più, vero?”
Terence, con in
braccio Jade, scosse la testa e
abbassò lo sguardo: “No, non
tornerà” per poi alzarlo e vedere le guance della
sua amata rigate di lacrime.
Dopo aver remato a
lungo, il demone, finalmente, si
voltò indietro, scorgendo a malapena il molo da cui era
partito, per poi
riportare subito lo sguardo davanti a sè e osservare se
stesso. Stavolta, però,
non si spaventò.
“Ah, sei
tu!”
La Morte gli fece un
cenno: “Ti farò compagnia durante
tutto il viaggio. Ormai non manca molto tempo.”
“L’ultima
volta mi hai detto che non bisogna
ringraziare chi ti toglie la vita, ma io voglio farlo lo stesso. Mi hai
dato la
possibilità di salutare tutte le persone che amo, un
privilegio che pochi al
mondo possono avere, e di fare tutto quello che non avrei mai fatto, se
non
avessi saputo di stare per morire. Perciò grazie. Grazie
infinite!”
“Gli eroi
camminano da soli verso la fine.”
“Ed ecco
laggiù la mia fine…”
sussurrò il ragazzo,
scorgendo l’isola in lontananza.
Intanto, dentro il
Santuario del Cigno, Luis e John
aveva spedito tutti fuori, con la raccomandazione di stare in guardia,
e
trattenendo con loro soltanto Zack.
Allora Luis, con in
mano gli anelli, ne diede uno al
suo fedele amico e l’altro subito se lo mise al dito.
“Ora manca la formula ed
è fatta” disse John e l’altro
annuì.
“Lo scambio
di esistenze costa una giornata di lungo
sonno, ma, grazie all’immenso potere dei disordini,
durerà poco più di qualche
minuto. Perciò, non appena mi risveglierò, tu mi
pugnalerai, così io mi
ritroverò direttamente nel nuovo mondo. Saremo collegati
tramite gli anelli,
perciò, quando avrò preso il controllo di esso, i
disordini diventeranno
stabili sia lì che qui e avremo finalmente la nostra
vittoria.”
“E un
giorno ci rivedremo di nuovo, mio caro amico!”
esclamò il suo alleato, mentre si scambiavano un sorriso
complice.
A quel punto Luis si
rivolse a Zack, poco lontano:
“Bene, comincia con l’incantesimo!”
Obbediente, il
ragazzo iniziò a recitare la formula: “Quod
tibi destinatus, alia mutata...”
Lentamente,
l’uomo iniziò a vacillare, finchè non
si
adagiò a terra, immerso in un lungo sonno profondo. Subito,
John controllò le
sue condizioni, prima di rivolgersi nuovamente a Zack.
“Passami il
pugnale. Quando si sveglierà, lo scambio
di esistenze sarà completato e, dopo che lo avrò
ucciso, avrà inizio anche il
nostro dominio sui due mondi.”
Ebbe appena il tempo
di finire la frase, però, che
iniziò a vacillare, uno smorfia di puro orrore dipinta sul
volto.
“Co-cosa mi
sta succedendo?” sussurrò, cadendo a
terra.
Subito, il ragazzo
accorse per aiutarlo: “Mio signore,
si sente bene?”
“C-che cosa
diavolo mi hanno fatto? Che cooosaaa?” e
cadde addormentato accanto a Luis, sotto lo sguardo confuso
dell’altro.
Nel frattempo, Samuel
era sbarcato sull’isola e, dopo
aver lasciato l’imbarcazione sulla spiaggia, si era
incamminato verso il
Santuario. Quando giunse alla scalinata d’ingresso,
però, si accorse che,
appena fuori dalla porta, c’erano Heith, Dana e Xao di
guardia, così si rese
invisibile. In quel momento, però, gli occhi dei tre
diventarono
improvvisamente rossi, per poi tornare normali subito dopo, come quando
John li
aveva resi schiavi, così il ragazzo, percependo la loro
confusione, decise di
rivelarsi.
“Siete di
nuovo voi?”
L’anziana
signora fu la prima ad accorgersi della sua
presenza: “Samuel? Cosa sta succedendo?”
Intanto, Heith,
disorientata come gli altri, quando si
accorse della presenza del demone, senza dire una parola
scappò via, sotto gli
occhi indifferenti di Xao.
“Siamo
sull’isola, vero?” chiese l’angelo al
nuovo
arrivato.
“Esatto.
Siete stati sotto il controllo di John, ma,
grazie all’incantesimo fatto segretamente sugli anelli, ora
lui e Luis sono
caduti insieme in un lungo sonno e voi siete stati liberati. Adesso,
però, dovete
andare via, d’accordo?”
Dana sorrise e, dopo
essersi avvicinata a lui, gli
accarezzò una guancia: “Ce l’hai fatta,
mio caro. – una lacrima le cadde lungo
la guancia – Hai salvato la mia bambina, come mi avevi
promesso. Sappi che non
lo dimenticherò mai...”
Il ragazzo si
voltò, cercando di sfuggire al suo
sguardo: “Adesso andate, vi prego!” e i due non se
lo fecero ripetere due
volte.
A quel punto il
demone, finalmente, poté varcare le
porte del Santuario: davanti a sé ora aveva il cigno,
delicatamente appoggiato
sull’altare, i due malvagi stesi a terra nella vicinanza e,
in un angolo, Zack,
confuso, ma libero.
“Zack? Sei
di nuovo tu?” gli chiese, avvicinandosi, ma
l’altro non riusciva a parlare, perché ricordava
ogni cosa di ciò che aveva
fatto nel frattempo, così gridò ancora
più forte.
“Zack, sei
tu?”
E l’altro,
allora, si decise a rispondergli: “Tra poco
si risveglieranno, perchè il loro rito dura meno rispetto a
quello di Terence,
perciò fai presto, ok?”
Samuel
annuì, per poi correre verso l’altare con la
spada fra le mani: “Togli l’anello a Luis e poi
vattene da qui!”
Poi, senza perdere
altro tempo, la incastrò nel Cigno
e, improvvisamente, la terra cominciò a tremare: i disordini
erano stati
richiamati e lentamente stavano tornando indietro.
In
quell’istante, dentro il santuario comparve anche
Terence, che subito gli sorrise: “Il blocco magico non
c’è più. Serve una
mano?”
Il ragazzo si
voltò leggermente, in modo da poter
continuare a mantenere la spada incastrata nel cigno, in attesa
dell’arrivo dei
disordini, e annuì: “Togli l’anello a
tuo padre, presto!”
“Con molto
piacere!” rispose l’altro, per poi buttare
l’oggetto appena recuperato a terra, in un angolo lontano.
Poi vide il pugnale
che Zack aveva fra le mani.
“Dammelo!”
ordinò e, senza aspettare l’altro, glielo
strappò letteralmente dalle mani.
Poi, pieno di rabbia
e rancore, si avvicinò al corpo
del padre e lo pugnalò a morte. Proprio in
quell’istante, però, Luis aprì gli
occhi e chiese se era già giunto nel nuovo mondo, oppure no.
“No,
papà, – rispose il figlio, scuotendo la testa -
non ci sei arrivato!”
L’altro,
deluso, sospirò, sentendo la morte vicina:
“Ho fallito. Non ce l’ho fatta, ho sprecato solo
del tempo prezioso...”
Sentendo le sue
parole, Terence affondò ancora di più
la lama, sentendo gli occhi riempirsi di lacrime: “Tempo che
avresti dovuto
passare con me, non a progettare piani per saziare la tua sete di
potere. Hai
avuto solo ciò che meritavi e non avrai più altre
occasioni per rimediare.
Addio, papà!” e subito dopo Luis, piangendo anche
lui, esalò l’ultimo respiro.
Samuel assistette
alla scena in silenzio, esattamente
come Zack, ma poi si accorse che l’inevitabile stava per
accadere, che i
disordini stavano arrivando, così ruppe il silenzio per
avvisare i suoi due
compagni.
“Dovete
andarvene! Subito!”
“E di John
cosa ne facciamo?” chiese Terence,
indicando il corpo dell’uomo.
“Morirà
qui con me. Tranquillo, non sopravvivrà.”
L’altro
annuì, triste: “Mi dispiace davvero tanto,
Samuel... Ti prometto che farò in modo lei abbia la lettera
che mi hai dato,
prima di morire anche io.” poi si girò verso Zack.
“Dobbiamo
andarcene, Brenda e gli altri non sono molto
lontani da qui, quindi penso tu posso riuscire a percepirli e a
teletrasportarti fino a loro. Sbrigati!”
Ma, mentre stava
svanendo, John aprì gli occhi e saltò
sulle sue spalle, svanendo con lui.
Il demone assistette
a quella scena impotente, perchè
tutto si svolse in pochi secondi.
“NOOOOOOO!”
Subito,
l’amico si avvicinò a lui, tranquillo:
“Ormai
John non rappresenta più una minaccia, non credi? Terence si
occuperà
sicuramente di lui.”
L’altro,
però, era troppo preoccupato per lui per
pensarci: “Zack, devi andartene! Questa stanza
sarà presto invasa dai disordini
e non voglio che tu faccia la mia stessa fine!”
“Non
capisco... hai incastrato la spada, no? Allora
adesso possiamo andarcene, insieme.”
Samuel gli sorrise,
triste e abbassò lo sguardo: “Non
posso, purtroppo. Le mie mani sono come incollate alla spada, non
riesco a
muovermi. Il mio destino è qui, a quanto pare. Ma tu puoi
andartene, tornare
dagli altri e... stare con Jade, prenderti cura di lei, come hai sempre
voluto.”
Nel sentire le sue
parole, gli occhi del ragazzo si
riempirono di lacrime: “Mi dispiace talmente tanto, Samuel.
Mi dispiace
davvero. Io... io non pensavo quelle cose che ho detto, io non ti odio
veramente. Tu… tu sei mio amico!”
“Mi fa
piacere sentirtelo dire, – gli rispose l’altro,
piangendo - non è bello sentirsi odiati. Quando Jade ha
perso i ricordi che
aveva di me, non soffrivo solo per aver perso lei, ma anche per aver
perso te,
l’unico vero amico che abbia mai avuto. Sono contento di
morire, sapendo che
anche tu pensi lo stesso di me.”
Intanto, intorno a
loro, la terra tremava sempre di
più.
“Non posso
tornare da Jade, non dopo quello che ho
fatto. Ti prego, non chiedermi di tornare da loro…
Ora sono un demone e
il mio cuore è cambiato.”
“Zack, devi
andartene! Ma prima devi promettermi che
la proteggerai ugualmente, che troverai il modo di farti perdonare. Per
favore,
ora vatteneeeee!” gli urlò, sentendo la fine
vicina; l’altro capì e corse il
più velocemente possibile verso l’uscita.
“Addiooo!”
Nello stesso istante,
Terence ricomparve sul molo
davanti agli compagni guardarsi intorno preoccupato e gridando.
“Ma
dov’è andato?!?”
Brenda, felice di
vederlo, si avvicinò, confusa dal
suo comportamento: “Hey, sei tornato! Ma di chi stai
parlando?”
“John si
è attaccato a me, mentre mi teletrasportavo!”
rispose lui, agitato e subito Faith si intromise.
“Allora
dov’è, se non qui?”
A quella domanda,
però, non ci fu mai risposta, perché
poco più avanti comparvero Dana e Xao e la ragazza,
vedendoli, corse subito
verso di loro.
“Signora
Ferguson! Xao! Siete salvi!” ma l’entusiasmo
si spense subito, perché tutti si fermarono ad osservare il
cielo, diventato
ormai scuro come la pece: i disordini stavano passando proprio sopra le
loro
teste. Nubi nere arrivavano da tutto il mondo dirette verso
l’isola e pronte a
sparire per sempre.
Samuel era ormai
rimasto solo all’interno del
Santuario e sentiva la fine ormai vicina. Ma, mentre lo pensava,
davanti a lui
comparve John, che aveva intanto recuperato le forze.
Il ragazzo lo
guardò storto: “Cosa c’è?
Vuoi restare a
morire? Beh, tanto non fa differenza, perchè lo farai,
quando i disordini
spariranno definitivamente da questo mondo.”
Ma quello rise, per
poi rispondergli con la sua solita
arroganza: e John, ridendo arrogantemente, disse:
“Che meraviglia, vero?
Sono rimasto solo io... Luis si era totalmente insinuato nella mia vita
e ora
non c’è più, grazie a voi. Sai, non ho
nemmeno dovuto sforzarmi tanto, perchè
sapevo che sarebbe andata a finire così.”
Il demone lo
guardò, confuso: “Di cosa stai parlando?”
“Tranquillo,
non resterò qui a lungo. Sono solo venuto
a salutarti e a dirti che presto renderò la vita della tua
Jade e di tutti gli
altri un vero inferno. Ora in questo mondo c’è
solo un cattivo ed è così che
doveva essere fin dall’inizio. Dopotutto, non sono fatto per
dividere la mia
gloria con altri...”
Pensando fosse
impazzito, Samuel scoppiò a ridere: “Tu
stai delirando: presto morirai, come tutti gli altri che ti hanno
preceduto.”
Ma quello
continuò, sempre sicuro di sé:
“C’è sempre
un modo per scampare alla morte, mio caro Samuel. Nel tuo caso,
purtroppo, no,
ma nel mio, non è detta l’ultima parola. Sappi che
mi divertirò un sacco a far
vivere le persone che ami in un mondo di dolore, mentre tu ti
risveglierai
chissà dove. E sai qual è la cattiva notizia? Che
non potrai fare nulla per
salvarli!” e, mentre la sua risata malefica risuonava
nell’aria, scomparve.
I disordini erano
ormai arrivati e, con una forza
impetuosa, colpirono e attraversarono il demone. Lentamente,
rientrarono nel
Cigno, per poi sparire per sempre, mentre il dolore del giovane era
talmente
grande da farlo gridare disperato.
“JADEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!”
Intanto, poco
lontano, Jade, ancora distesa sul
cemento di cui era fatto il molo, riaprì gli occhi.
“Samuel…”
~
Due settimane dopo
Grazie al sacrifico
di Samuel, la battaglia era ormai
finita e i disordini solo un ricordo lontano. Nella città di
Morney Hill era in
corso la cerimonia dei diplomi e Brenda stava per salire sul palco a
ritirare
il suo. Nell’attesa di sentir pronunciare il suo nome, la
ragazza contemplava
la sedia vuota accanto a sé, dove avrebbe dovuto sedersi la
migliore amica,
assente nel loro giorno più importante.
Improvvisamente,
però, una voce alle sue spalle le
risollevò il morale: “Emozionata?”
Sorpresa, la ragazza
si girò verso la fila alle sue
spalle: “Terence, ce l’hai fatta a venire! E ti sei
messo anche un vestito
elegante!”
L’altro
arrossì, abbassando lo sguardo: “Beh, è
un
giorno importante per te, no?”
“Sì,
dovrebbe…” rispose lei, mentre il sorriso le
svaniva dalle labbra.
“Jade non
si è ancora vista?”
“Credo che
non le importi nulla di essere qui, che non
le più interessi più niente, ormai. Pensavano di
recuperare la nostra Jade, una
volta conclusa la storia dei disordini. Invece, beh, ci sbagliavamo:
ora
l’abbiamo persa per sempre e non credo che le cose torneranno
mai più come
prima. – poi lo guardò teneramente,
accarezzandogli il viso – E’ stata una
fortuna non perdere anche te.”
Terence le sorrise,
comprensivo: “Se sono ancora qui,
è solo merito tuo. Non pensavo che mi amassi a tal punto da
fare quello che hai
fatto per salvarmi.” e lo guardò innamorata,
finchè una voce non irruppe nei
suoi pensieri: qualcuno stava chiamando il suo nome.
“Brenda
Jenkins!”
Sentendo il suo nome,
si alzò, di nuovo il sorriso
sulle labbra: “Tocca a me, ora, è il mio momento.
Questo è il mio momento!”
FINE DELLA SECONDA
STAGIONE
~
INTRODUZIONE ALLA
TERZA
STAGIONE
Morney Hill, Wisconsin
In una tranquilla
casa della città di Morney Hill, una
famiglia felice, composta dai due genitori e dal loro figlioletto di
sei anni,
aveva appena finito di cenare. La madre, subito dopo, aveva portato il
bambino
nella sua camera, per poi rimboccargli le coperte, mentre il padre
lavava i
piatti, canticchiando.
Ad un certo punto, la
moglie lo chiamò dal piano di
sopra: “George, tuo figlio vuole che sali a raccontagli la
favola della
buonanotte, altrimenti ha giurato sui suoi piedini che non
dormirà!”
L’uomo
rise: “Sto salendo, ho quasi finito!” ma la
distrazione gli fu fatale, perchè si ferì ad un
dito.
“Oh,
accidenti! – esclamò, rivolgendosi alla moglie,
che nel frattempo l’aveva raggiunto e osservava preoccupata
il sangue scendere
copioso - Tesoro, dove hai messo i cerotti?”
“Secondo
cassetto in alto della cucina. Fai presto!”
Ma, quando gli porse
la scatola, si accorse di
qualcosa di sconvolgente: il sangue stava ritornando dentro la ferita.
Mentre
l’uomo si guardava sconvolto il dito, incapace
di fare i conti con ciò che aveva appena visto, la donna
continuava a chiamarlo
insistentemente, senza ricevere mai risposta.
“George?
George!”
CONTINUA…
Testo a cura di Lady Viviana.
ANGOLO AUTORE: Siamo arrivati alla fine di questa lunga seconda stagione, ringrazio Lady Viviana per aver curato i testi e i lettori che mi hanno seguito. La terza stagione partirà nella seconda metà di Aprile con la 3x01 "Il secondo avvento". Non mancante a questo appuntamento e ricordate di lasciare un commento all'episodio finale. A presto!
ECCO LE DOMANDE LASCIATE IN QUESTA STAGIONE: Cosa ne sarà di Samuel, dopo la morte? Jade scoprirà il segreto dei prescelti e del nuovo mondo? Che ne sarà di Zack? E di John? Che accadrà a Terence? Quale sarà il mistero della terza stagione?
Scoprirete cosa è successo molto presto, buon mese stregato!