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Autore: StormyPhoenix    17/03/2015    6 recensioni
Calpurnia, moglie di Giulio Cesare, sogna la morte del marito proprio alla vigilia delle Idi di marzo, ennesimo funesto presagio che si somma a quelli dei giorni precedenti, ma non viene ascoltata (come tramandano le fonti); questo è il racconto delle fatali Idi di Marzo dal suo punto di vista e il dolore di una donna privata dell'uomo amato.
Itum est. Se ne è andato. È caduto, trafitto da ventitrè pugnalate [...].
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
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È notte, tutto tace.
Tutto, tranne la mia mente che anche nel sonno e nei sogni è così rumorosa...

Vedo la luce del sole, sento il brusìo nelle strade e il canto dei primi uccellini dopo il freddo invernale.
Vedo una persona dinanzi a me, ne osservo il viso e la riconosco. È​ l'uomo più potente e più amato e odiato contemporaneamente a Roma, ed è mio marito: Giulio Cesare.
«Calpurnia.»
Mi chiama, ed io tendo verso di lui le mie braccia sorridendo...
Un forte tremore, poi un rombo.
Vedo il soffitto della casa, sventrato da una forza quasi soprannaturale, cadere in picchiata sopra di noi; mio marito mi spinge nell'impluvium colmo di acqua per ripararmi dalle macerie, che cadendo in acqua non potranno farmi mai tanto male quanto potrebbero farmene se rimanessi lì immobile sotto di loro; non ho il tempo di chiamarlo per dirgli di raggiungermi, che tutto pare spegnersi... la luce, finanche i suoni.
Osservo per qualche secondo i pezzi di soffitto che arrivano in acqua con tonfi sordi per poi affondare lentamente, poi riemergo.
«Dove sei?» grido, cercando di vedere qualcosa nella nube di polvere che mi circonda e fatica a diradarsi.
Poi... lo vedo.
Lì, sotto un tavolo ligneo semidistrutto dal crollo, ferito, insanguinato...
Senza vita.
Il mio cuore per qualche attimo si ferma, poi sento qualcosa di simile ad una stilettata.
Mi precipito, lo raccolgo fra le mie braccia. Lo guardo, sentendo dentro un tumulto indefinibile, poi perdo il controllo di me stessa e urlo, urlo fino a sentire la gola bruciare mentre le lacrime rompono gli argini.
Mentre lo guardo, mi accorgo che sul petto ha numerose ferite, come se fosse stato pugnalato...
Che significa?


Mi risveglio, percependo la luce del giorno che ha invaso la stanza, e subito cerco con lo sguardo mio marito: è lì che si sta vestendo.
«Marito mio, dove andate?»
Non risponde, e seguita a sistemarsi la toga.​
Inizio a sudare freddo, poi mi alzo e mi butto ai suoi piedi, implorante, abbracciandogli le ginocchia.
«Vi prego, non andate in senato!» lo supplico, piangendo. «Stanotte ho sognato che eravate morto, ho paura che sia un presagio del futuro!»
«Calpurnia, moglie mia, voi non siete mai stata superstiziosa» replica, accigliato, facendomi rialzare. «Non sarebbe cortese non andare, il senato ha deciso che oggi mi conferirà il titolo di re. Cosa dirò, che non posso andare in senato finché non avrò sogni migliori?»​​​
«Ma...»
«State tranquilla, non succederà nulla.»
Mi saluta con un lieve e casto bacio, poi se ne va.
Se ne va, lasciandomi lì in preda all'ansia che mi divora ogni singolo brano di carne.

È andato.
Itum est.
Se ne è andato.
È caduto, trafitto da ventitrè pugnalate, ai piedi della statua di Pompeo, ucciso da persone che credeva amiche e finanche dal suo figlio adottivo Bruto.
E insieme a lui che ora è morto, sono stata pugnalata io da viva nel profondo del mio cuore e privata del mio uomo.
Ho stretto tra le mie braccia, al petto, il suo corpo privo di vita, proprio come nel sogno che avevo fatto e che temevo sarebbe diventato realtà...
Il sole è diventato pallido e spento, nulla ha più senso come prima.
  
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