Libri > The Maze Runner
Ricorda la storia  |      
Autore: Margo Malfoy    17/03/2015    3 recensioni
Maggie, Minho, Thomas e Newt vivono nella nuova Radura da anni ormai, ma solo ora si ritrovano a fare una scoperta sconvolgente. Forse la C.A.T.T.I.V.O. non ha cancellato tutto il loro passato e ciò che i ragazzi scoprono è davvero incredibile.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minho, Newt, Nuovo personaggio, Thomas
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'She Belongs To Him'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Credevo ormai di conoscere ogni angolo della nostra nuova casa. In fondo, il bosco non era molto folto e le casupole in cui vivevamo noi Radurai non erano molto numerose. Tuttavia, girovagando nei boschi con Thomas e Newt o portando Chuck a fare una passeggiata nel verde, notai che c’era una capanna di legno che spuntava tra gli alberi.
Nell’ultima settimana avevo percorso quella strada un paio di volte per accertarmi che la mia non fosse solo un’impressione; quando passai di lì con Newt e Thomas entrambi si girarono verso di me e si scambiarono un’occhiata perplessa.
«C’è sempre stata?» chiese Thomas alludendo alla casetta.
Newt si avvicinò e si ritrovò di fronte alla porta. «C’è una scritta,» disse. «Sembra che la Cancelliera abbia insistito per costruirla»
«Dovremmo vedere cosa c’è lì dentro» suggerii avvicinandomi a Newt.
«Sono d’accordo. Se non lo facciamo ora è probabile che stanotte scappi di casa e venga qui per vedere che cosa nasconde» ironizzò Tom.
Posai una mano sulla maniglia di legno ma, come potevamo aspettarci, la porta era chiusa. Non servì molto per buttarla giù: qualche spallata di Thomas e un calcio di Newt ci permisero di entrare e constatare che l’interno della casupola era pieno di bauli. C’erano casse su casse e sopra di esse tante targhette con i nostri nomi. Iniziai a girovagare per la stanza in cerca del mio baule.
«Ho trovato il mio!» disse Newt dall’altra parte della casetta. Soffiò via la polvere dalla cassa e sollevò il coperchio. Quando aprì il baule, sul volto di Newt si dipinse la delusione.
«Che c’è?» chiese Thomas.
«È vuoto» sospirò il biondo rilassandosi. Senza nemmeno accorgersene si era irrigidito.
«Ora controllo il mio» disse Thomas. Sollevò il coperchio e sbuffò: «Niente anche qui».
«Speravo davvero che ci fosse qualcosa su di noi qua dentro. Speravo che quegli stronzi della C.A.T.T.I.V.O. avessero almeno avuto il buon senso di conservare qualcosa delle nostre vecchie vite. Invece sono riusciti ad illuderci ancora» ringhiò Newt mentre richiudeva il baule sbattendo il coperchio.
«Hai trovato il tuo?» mi chiese Thomas rimettendosi in piedi.
Mi girai da una parte all’altra e riuscii a scorgere il mio nome su un baule di legno. Mi piegai in ginocchio davanti alla cassa per aprirla, con la speranza che almeno nel mio caso fossero riusciti a conservare qualcosa di mio o della mia famiglia, ma quando l’aprii vidi che era di nuovo una cassa vuota.
«Niente» mormorai guardando le venature del legno del baule. I miei occhi si spostavano da un nodo all’altro delle assi, quando vidi che mi era sfuggito un particolare. «Anzi, qualcosa c’è» dissi con l’entusiasmo che iniziava a pomparmi nel petto. Infilai la mano nel baule e ne tirai fuori una chiave.
«Che cosa apre?» chiese Thomas quando la vide.
«Lo scopriremo» risposi.
«Vuoi controllare il baule di Maggie?» mi chiese Newt, che stava girovagando per la stanza. «Magari lei è stata più fortunata di noi»
«Sì, cerchiamolo» dissi infilandomi la chiave in tasca. Controllai tutti i nomi e le targhette, fino a quando Thomas non lo portò al centro della stanza: «Eccolo». Il moro, poi, fece leva per aprire la cassa, ma niente riusciva a sollevarne il coperchio.
«Minho,» mi disse Newt. «la chiave che hai trovato nella tua cassa. Dev’essere quella che apre il baule di Maggie» suggerì.
Sfilai dalla tasca la chiave e mi avvicinai alla cassa per aprirla. La infilai nella serratura e la girai, sorridendo quando vidi che apriva il baule. Dentro non c’era granché: un vecchio diario e due foto impolverate, era quasi impossibile vedere i visi ritratti nelle fotografie. Pensai di guardarle più tardi e di occuparmi prima del diario. Lo aprii a caso alla pagina del suo ballo di fine anno. Io, Newt e Thomas ci sedemmo per terra e iniziammo a leggere.
 
Stasera c’è il ballo di fine anno e non riesco ancora a credere che un ragazzo più grande mi abbia invitata. Io e Deedee abbiamo svuotato i negozi del centro commerciale per cercare vestito, scarpe e collana che si abbinassero tra loro. Tra poco mi passa a prendere. Con lui ci sono anche i suoi amici, spero che facciano la foto con noi. Dio, non posso crederci.
 
Poi girai pagina e sfogliai velocemente fino a leggerne una delle ultime.
 
Oggi è tutto così strano in giro. Fa eccessivamente caldo e la gente sembra essere diventata pazza tutto d’un pezzo; è incredibile, ultimamente sono morte decine di persone per il caldo, spero solo che qui noi siamo al sicuro. Mio fratello, mamma e papà sembrano essere diventati pazzi: ci sono dei momenti in cui è come se non ragionassero con la loro testa e sembrano tutti e tre dei bambini piccoli. Forse non dovrei preoccuparmene, ma tutte queste coincidenze mi spaventano.
 
L’ultima, poi, scritta velocemente con una penna che stava per scaricarsi, mi lasciò senza parole.
 
Mi hanno appena portato alla sede della C.A.T.T.I.V.O., dicono che qui sono al sicuro. In realtà non potrò mai più sentirmi al sicuro, ora che gli scienziati hanno ucciso mio papà non potrò mai più sentirmi protetta come quando mi abbracciava. Almeno ora lui, la mamma e mio fratello sono in un posto migliore e non rischiano la vita qui, come me.
C’è un solo lato positivo in tutta questa storia: lui è con me. Non so per quale ragione, ma da quando è arrivato qui continuano a dirgli che se ne andrà presto e gli hanno cambiato nome: ora si chiama Minho. È strano chiamarlo così dopo tanto tempo che lo conosco, ma l’importante è che siamo insieme. Mi spaventa solo che vogliano mandarlo via; non so dove abbiano intenzione di farlo andare, ma in questo Laboratorio si parla spesso di un Labirinto. Spero solo che lì sia al sicuro. Hanno cambiato nome anche ai suoi amici e continuano a dirgli la stessa cosa, che se ne andranno. Loro hanno deciso di chiamarli Newt e Thomas. Non capisco, che necessità c’è di cambiare i loro nomi? E, se è così indispensabile, perché non l’hanno ancora cambiato a me?
 
«Oddio» sussurrai chiudendo il diario. «Io ero già fidanzato con Maggie. Io... noi ci conoscevamo già, tutti noi»
«È incredibile» disse Newt fissando il terreno.
«Dovremmo dirglielo» suggerì Thomas alzandosi in piedi.
«Ora andiamo, ma prima volevo vedere le foto» dissi. Riposi il diario nel baule e presi in mano le due foto: la prima ritraeva me, Newt, Thomas e Maggie, con dei gran sorrisi, in posa davanti ad un gazebo. Eravamo tutti molto eleganti, noi tre in smoking e Maggie con un bellissimo abito azzurro. Mi sarebbe piaciuto rivederla vestita così.
Nella seconda foto c’eravamo solo io e lei, ci guardavamo come due innamorati, con la vita negli occhi. La nostra vita, però, venne stroncata dall’Eruzione, dalla C.A.T.T.I.V.O., dai test. La mia non era più vita. O almeno, lo diventò quando rividi Maggie al Labirinto.
Da allora ho ricominciato a vivere, tutto sembrava aver preso colore, prima di lei era come se vivessi in bianco e nero. È arrivata lei e poi Chuck, e sono le persone che amo di più. Dopo tutto quello che ho passato sono ancora in grado di amare. E credo proprio che sia stata Maggie ad insegnarmi come fare.
 
***
 
Quando io, Thomas e Newt rientrammo dal bosco riconobbi Maggie e Brenda, che giocavano con Chuck nel prato.
Vederla era ogni volta come se fosse la prima. Mi aleggiava subito in mente il suo viso spaesato di quando era uscita dalla Scatola; i suoi occhi erano così spaventati, stava quasi per mettersi a piangere.
Ora invece stava ridendo, correndo con nostro figlio in mezzo al verde, stava finalmente riassaporando il sapore della vita che ci avevano portato via. Strinsi nella mano le foto e camminai verso di lei.
«Ciao pive» mi disse quando vide avvicinarmi.
«Meg» dissi. Passai tra Brenda e nostro figlio Chuck e mi lasciai Thomas e Newt alle spalle. Cinsi la vita di Maggie e la baciai con forza. Ogni nostro bacio – persino il primo, che ci scambiammo nel Casolare – era stato violento e sexy, lei era tremendamente irresistibile, era impossibile darle semplicemente un bacio a stampo. I suoi occhi, le sue labbra, il suo corpo, tutto di lei ti intimava di andare ogni volta più a fondo.
«Ehi» mi disse quando ci allontanammo l’uno dall’altra, «che succede?»
«Noi abbiamo trovato... c’è una casupola nel bosco di cui non ci eravamo accorti. Pensavamo che dentro ci fossero delle provviste, delle coperte o cose così, ma in verità la C.A.T.T.I.V.O. ha cercato di ricostruire il nostro passato; i nostri bauli erano vuoti, ma nel tuo c’era un diario e queste» tirai fuori le foto e gliele mostrai. Maggie rimase a bocca aperta quando vide che ritraevano tutti quanti.
«E se fossero dei fotomontaggi?» propose. «E potrebbero aver scritto il diario inventandosi tutto».
«Non ne avrebbero tratto alcun vantaggio, lo sai. Per di più, quella del diario è la tua scrittura»
Sembrò valutare la situazione, e mostrarsi sinceramente dubbiosa.
«Senti, questa cosa non significa proprio niente. Ma se davvero ci conoscevamo anche prima di questa assurdità, allora vuol dire che eravamo davvero destinati a tornare insieme. Forse questa storia dei bauli era solo una scusa per dirti un’altra volta che ti amo e che farei qualsiasi cosa per te e per Chuck. Sono solo contento che sia tutto finito e che ora stiamo tutti bene e che ci siamo finalmente sistemati e...» mi baciò di nuovo. Interruppe le mie parole e incastrò la sua lingua con la mia, dimostrandomi che voleva andare più a fondo, che mi desiderava ancora e ancora. Nel frattempo mi cingeva il collo, e io a lei la vita; le sue unghie graffiavano la mia nuca e allo stesso tempo le sue mani mi accarezzavano i capelli.
La C.A.T.T.I.V.O. ci aveva fatti rincontrare. Quei bastardi, dopo tutto, mi avevano fatto incontrare di nuovo l’amore della mia vita, e per questo gli ero grato.


Ciao pive!
Non saprei dirvi come mi è venuta in mente questa fic, ma la mia mente malata continua a pensare a storie su storie di TMR e ho deciso di scrivere questa. I nostri Radurai, qui, capiscono che in realtà si conoscevano anche prima del Labirinto (è quindi legato alla long).
Spero che vi piaccia e, come sempre, sono ben accettati complimenti o critiche costruttive!
A presto pive, e fatemi sapere cosa ne pensate! 


 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > The Maze Runner / Vai alla pagina dell'autore: Margo Malfoy