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Autore: B e l l e    17/03/2015    3 recensioni
[SPOILER! Ambientata nell'ultima puntata dell'ottava stagione, prima dello speciale di Natale, ma ATTENZIONE, c'è un riferimento anche a quell'episodio.]
We say goodbye
We hold on tight
To these memories
That never die.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 12
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Memories will never die

 

 

 

We have had the time of our lives
Now the page is turned
The stories we will write
We have had the time of our lives
And I will not forget
The faces left behind
It's hard to walk away
From the best of days
But if it has to end
I'm glad you have been my friend
In the time of our lives.

Il Dottore è solo. Di nuovo.
Seduto nel suo TARDIS, con le dita sulle tempie, cerca di far tacere la stupida voce nel suo cervello.
Il Dottore è triste. Di nuovo.
Sa che quello è il suo destino, che finirà sempre così. Eppure, non ci ha ancora fatto l'abitudine. Non del tutto. Non riesce a vedere le cose superficialmente, neanche questa volta.
Questa sua rigenerazione è forse la più schiva, la più distaccata. Eppure, entrambi i suoi cuori sono, ancora una volta, incrinati, doloranti.
Clara Oswald. La sua ragazza impossibile.
La sua unica compagna di avventure, la prima faccia che quel volto ha visto.
Clara, la sua Clara.
La ragazza che faceva fatica a riconoscere il suo Dottore in quel volto anziano.
La ragazza di cui aveva bisogno. Aveva bisogno che lo vedesse. Che lo riconoscesse. Anche con quel volto, con quella personalità un po' fredda.
Clara, la ragazza che voleva abbracciarlo un po' troppo spesso, il che voleva dire quasi mai, ma per lui era già abbastanza.
Gli abbracci lo rendevano nervoso, perché non riusciva a vedere l'espressione sul suo viso. L'abbraccio era solo un modo per nascondere la faccia – questo si ripeteva e voleva far intendere. Ma non era così, o meglio, non voleva dire che non ne avesse bisogno anche lui.
Il Dottore, quel Dottore, non era bravo ad esprimere i propri sentimenti, non voleva mostrare le proprie emozioni, quindi allontanava ogni tipo di contatto fisico, ogni discorso profondo.
Ricorda quando Clara aveva tentato di spiegargli che non lo odiava. Lui voleva parlare di pianeti. Non voleva ascoltarla, non voleva farsi coinvolgere nel turbinio di emozioni contrastanti che leggeva sul volto della ragazza.
E quell'ultimo abbraccio. In quel bar di Glasgow, o Londra... o dove diamine li aveva portati il TARDIS. Quell'ultimo abbraccio in cui Clara si era abbandonata. Clara tra le sue braccia, così stretta. Non aveva potuto far a meno di ricambiarlo. Per la prima volta aveva premuto le proprie mani sulla sua schiena e l'aveva tenuta contro il suo petto.
Le aveva mentito, come faceva spesso. Le aveva mentito per lasciarla vivere in pace, con il suo fidanzato. Le aveva mentito e non l'avrebbe rivista mai più.
Sentiva i suoi due cuori battere all'impazzata nel petto. Era certo che li stesse sentendo anche Clara. Clara, il cui cuore batteva insieme ai suoi, all'unisono.
Clara, la sua migliore amica, la sua unica compagna d'avventure.
Sentiva gli occhi lucidi, la voglia di piangere e non lasciarla andare.
Li sentiva in quel momento e li sente adesso. Gli occhi colmi di lacrime, al pensiero che non avrebbe più visto quel volto troppo tondo per essere normale. Quel volto a volte troppo colorato. Quel sorriso triste, che non capiva come fosse possibile. Due emozioni nello stesso momento. Come un malfunzionamento.
Il Dottore sorride. Forse anche lui ha qualcosa che non va, perché anche lui è triste eppure sorride. Pensando a Clara, sorride.
E quando Clara lo aveva ringraziato per averla fatta sentire speciale, avrebbe voluto abbracciarla di nuovo e dirle che, al contrario, era stata lei a far sentire quel vecchio individuo più speciale di quanto non si fosse mai sentito; l'avrebbe voluta ringraziare per essere stata la sua migliore amica, per aver creduto in lui, anche nei momenti più difficili, per averlo perdonato, sempre e comunque. Invece, come al suo solito, era rimasto rigido, sulla porta del TARDIS e, facendo fatica anche a guardarla negli occhi, l'aveva ringraziata per "esattamente la stessa cosa". Poi era entrato nella cabina e aveva chiuso la porta.
L'aveva guardata andare via, dallo schermo sulla consolle e... ed eccolo lì.
Triste e solo. Di nuovo.
Ma non l'avrebbe mai dimenticata.

We say goodbye
We hold on tight
To these memories
That never die.


 


Note dell'autrice
Ciao a tutti^^
Questa è la mia primissima storia su questo fandom, quindi abbiate pietà. Inoltre, l'ho scritta di getto, dopo aver visto un video su youtube che mi ha fatto venire il magone. Il video in questione è questo: 
https://youtu.be/z0-eprTYbrM (La canzone è Time of our lives - Tyrone Wells, da cui ho preso qualche verso)
Spero che vi piaccia e che condividiate con me il dolore T_T
Ps: il riferimento a Glasgow è dovuto al fatto che la piazza dove il Dottore lascia Clara, alla fine, sembra la stessa in cui la porta la prima volta, dicendole che il TARDIS ha sbagliato e li ha portati appunto a Glasgow.

   
 
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