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Autore: malpensandoti    17/03/2015    8 recensioni
Jodie le sorride di tanto in tanto, le scosta i capelli dal volto e le dice che Louis non ha idea di cosa si stia perdendo a non volere una sorella del genere.
Georgia la ringrazia e tace, alla fine non ci crede più di tanto.
Aspetta piano gli uomini – le persone – della sua vita prendersi qualcosa e sparire, perché è così che funziona, è così che semplicemente vanno le cose.
Vanno via.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Words As Weapons
Zero
 
A Cecilia
Grazie a te

 


“Dovresti parlargli, sul serio”
Georgia inclina appena il capo, aggrottando le sopracciglia senza capire.
“Sul serio – ripete Oscar, arricciando le labbra spesse e scure – Dovresti, non so, per lo meno guardarlo negli occhi”
La Hall Cross Academy è un grosso edificio in mattoni nel centro della città, con uno spiazzo privato davanti e un campo da calcio sul retro. La campanella è suonata da qualche minuto ormai, ma il cortile è ancora pieno piccoli mucchi di studenti coi maglioni blu e le cravatte a righe.
Georgia è seduta sul cemento che circonda la fontana ovale, lo zaino tra i piedi e lo sguardo confuso, incerto.
“Georgia” il ragazzo la richiama e batte la suola della Vans nera sul mosaico a forma di stemma della scuola.
Lei si riprende subito, sbatte gli occhi azzurri un paio di volte e li punta contro quelli neri del suo migliore amico. “Cosa?” blatera, scuotendo appena la chioma bionda.
Oscar allora si volta verso la direzione del cancello, accennando al ragazzo con le mani infilate in tasca e l'espressione indifferente.
Devi parlargli” le dice poi, tornando a fissarla.
La ragazza accenna una risata, perché è un consiglio stupido, tanto stupido. “Per dirgli cosa?” esclama, e nella sua testa la sola idea le fa venire i brividi.
“Non lo so – Oscar fa un gesto incurante con la mano scura, arricciando le labbra per l'ennesima volta – Non è importante! Ma, insomma, fallo
Georgia scuote la testa velocemente, s'impunta come una bambina perché il suo migliore amico semplicemente non può capire.
“Neanche tra un milione di anni – borbotta e accavalla le gambe coperte dalle calze nere velate – Non ho niente da dirgli, e questo tu lo sai”
Oscar sbuffa in quella maniera che ricorda tanto sua madre, alza gli occhi al cielo e “D'accordo – dichiara secco – allora continua a far finta che quello che fissi sempre come un'idiota non sia tuo fratello”
“Non lo è, infatti – Georgia finge di esserne sicura, in realtà cerca solo di convincere sé stessa per convincere lui – Abbiamo solo...solo stesso padre”
Con lo sguardo chiaro poi, corre di nuovo verso il cancello d'ingresso, dove Louis Tomlinson adesso regge lo zaino arancione di sua sorella Charlotte, lasciandole un leggero bacio tra i capelli.
“Solo lo stesso padre” ripete, a bassa voce.
 
 
 
 
 
 
La storia è molto più semplice di quanto sembri, davvero.
Johannah e Marshall si sono appena messi insieme convinti di essere una di quelle coppie.
Lei fresca di laurea in infermieristica, lui ha appena intrapreso la carriera da giardiniere nell'agenzia di famiglia. Con i primi stipendi, prendono in affitto un piccolo appartamento vicino ai genitori di lui, con una stanza degli ospiti ancora da riempire.
Lei rimane incinta nel '91, quando i Nirvana cantano Smells Like Teen Spirit e al cinema esce The Silence of The Lambs. Con la scusa del parto, Marshall evita di spendere soldi in regali di Natale per amici e parenti, e lui ne è contento, eccome se lo è.
Louis Marshall Greenwich viene al mondo il 24 dicembre di quell'anno, tra le mura pallide della sala parto e i commenti deliziati delle colleghe di Johannah, che cercano di capire a chi assomigli il pargolo. I lineamenti sono di lei, ma forse gli occhi sono tutti del padre.
A ogni modo, non c'è bisogno del matrimonio per completare l'amore, Johannah sa che se il suo compagno tarda all'ora di pranzo è perché il suo lavoro lo tiene impegnato. Sa che di Marshall ci si può fidare, che non è quel genere d'uomo. E lei, che è una brava moglie, lo aspetta tutte le sere per cenare insieme, con quel fagottino tra le braccia e il sorriso candido.
Lo aspetta, e aspetta i suoi minuti di ritardo che aumentano con l'andare avanti.
Anche Jodie Allen aspetta Marshall, lei però al mattino, dalla finestra dello studio dentistico dove fa da segretaria. Lo guarda lavorare tra le piante dei giardini comunali e poi lo aspetta nel parcheggio sotterraneo dell'edificio, tra i vetri oscurati della macchina che suo padre le ha prestato.
Arriva poi il giorno in cui Johannah vuole solo fargli una sorpresa sul lavoro, perché Marshall ha dimenticato il telefono sul tavolo e lei è ancora in maternità. Spinge il passeggino tra i fili d'erba che il suo compagno sta potando e lo segue senza che Marshall se ne accorga, convinta che sia una cosa giusta.
Quella notte e per le notti che seguono, Marshall dorme nel letto di Jodie.
Johannah piange tanto, mentre tiene in braccio suo figlio. È una donna fragile in fondo, innamorata dell'idea di un uomo sbagliato, un uomo preso da un'altra, un uomo che dimentica di andare a prendere Louis nei week-end e che si scorda di avvisare che non verrà.
È il 1996 e Tupac Shakur è appena morto, Johannah ha incontrato William Tomlinson, il chirurgo irlandese appena arrivato nel reparto, e Marshall ha chiesto a Jodie di sposarlo. Vede Louis una volta al mese per un paio di giorni, e il bambino lo chiama papà solo se capita, perché non è stupido. Sa.
Charlotte Tomlinson e Georgia Greenwich nascono in quello stesso anno, separate da un paio di mesi. Louis ha due sorelle adesso, ma solo Lottie ha il privilegio di essere guardata, sfiorata.
Non dovrebbe fare distinzioni tra famigliari, soprattutto da bambino. Il fatto è che Georgia non è sua sorella, esattamente come Marshall non è suo padre. Glielo dice sempre Johannah, e lui ha iniziato a crederci.
Diventa un Tomlinson nel 2002, con la nascita delle gemelle Phoebe e Daisy e la consegna del secondo Pallone D'Oro a Ronaldo.
I rapporti con Marshall si interrompono così come i pensieri su una possibile famiglia allargata e felice.
Sua sorella Georgia è figlia unica.
Il problema è che Johannah può essere ferita quanto vuole, ma non ha tutti i torti quando dice che Marshall è uno stronzo, ecco. Diciamo che gli piace bere e gli piace l'autorità, il controllo. E quando qualcosa non torna, il suo cervello va in escandescenza. All'inizio sono piccole cose che riesce a gestire, poi la voce inizia ad alzarsi ogni sera, mentre Jodie continua a strillare di essere stufa e lui le ripete che non può parlargli in questo modo.
Continua a lavorare come giardiniere e a fliltrare con le clienti, poi torna a casa e cambia espressione, come se quell'appartamento piccolo in periferia gli facesse perdere il sorriso.
È il martedì dopo il secondo mandato di Obama, quando Georgia torna a casa da scuola e Marshall semplicemente non c'è. Invece c'è Jodie che piange disperata davanti a un armadio ormai vuoto, con la bocca che sanguina appena e un occhio gonfio, socchiuso per la fatica.
Si ricostruiscono piano piano, insieme, come se non avessero fretta. Coprono l'assenza dell'uomo riverniciando le pareti, sostituendo le fotografie e appassionandosi a programmi di cucina.
Jodie cambia taglio di capelli, modo di pensare, modo di vivere. Adesso è una donna adulta che non crede più all'amore se non per sua figlia, all'amore per se stessa. Ogni giorno il rimorso aumenta fino a sfociare nella rabbia contro gli uomini, contro quei grandi figli di puttana che non fanno altro che andarsene.
Ti scopano e poi se ne vanno.
Georgia ha appena compiuto diciassette anni quando lo sente, quando lo ascolta e quando lo capisce.
Nel buio della sua stanza, con le candele alla vaniglia accese, inizia a pensare al fatto forse - forse ha ragione sua madre.
Inizia a credere che l'allontanamento di suo padre sia un bene, perché loro non hanno mai avuto bisogno di lui, mai.
Gli uomini sull'autobus, i suoi compagni, il postino, il barista, l'uomo seduto alla panchina del parco, ecco!, a tutti manca l'amore, quello vero, quello che ti fa restare, quello che ti fa scegliere.
Jodie lo dice sempre: gli uomini non sanno amare, non ci riescono, non ce la fanno.
Louis Tomlinson ha smesso di amarla da un giorno all'altro, come si fa con quelle cose che stufano, come ciò che non piace, non attira. Forse le voleva bene per convenienza, perché doveva farlo. Ma se n'è andato anche lui e di certo non tornerà. È testardo quanto Marshall, in fondo.
Jodie le sorride di tanto in tanto, le scosta i capelli dal volto e le dice che Louis non ha idea di cosa si stia perdendo a non volere una sorella del genere.
Georgia la ringrazia e tace, alla fine non ci crede più di tanto.
Aspetta piano gli uomini – le persone – della sua vita prendersi qualcosa e sparire, perché è così che funziona, è così che semplicemente vanno le cose.
Vanno via.







 
 

chi lo avrebbe mai detto ahahahah
ero davvero indecisa se continuare a pubblicare o meno su efp, ma riflettendoci avevo ancora qualcosa da dire e per questo eccomi qui :)
questo è solo il prologo, non è nulla di che ma serve per delineare brevemente alcune tematiche che si andranno a sviluppare (niente incesto, tranquille!)
la storia è nata in un modo completamente diverso, poi si è trasformata un paio di volte finché non mi sono finalmente decisa a stravolgere appena la trama e mettere insieme alcune idee che avevo in mente.
georgia e oscar non hanno ancora i loro tipici tratti caratteriali, ma siamo solo all'inizio e spero comunque che il prologo vi abbia incuriosite!
louis sarà fondamentale per la storia (per la gioia di tutti !!!!!) e così anche oscar e harry, che qui ancora non compare!
il banner non rispecchia il nome della storia, ma è una frase che salterà spesso fuori in modo implicito e mi piaceva tenerla lì ahaaha
questa storia è liberalmente basata sulla canzone dei Daughter "Candles" che vi consiglio di ascoltare perché m e r i t a ! ! !
ah, il titolo è preso dall'omonima canzone di Birdy, il riferimento lo capirete nel prossimo capitolo :)
prima di concludere, vorrei ringraziare veronica per avermi sopportata alla stra grande ogni volta (questa storia è anche tua!!!) e tutte le meravigliose persone che nonostante il tempo continuano a seguire le mie storie e apprezzarmi come se fossi importante. voi siete importanti!
fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe molto piacere sentire le opinioni!
spero di sentirvi partecipi anche in questa nuova avventura :)

un bacione!
a presto,
caterina



 
  
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