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Autore: Beauty_93    18/03/2015    1 recensioni
Jessica è una ragazza che frequenta il secondo anno di università alla facoltà di lettere e filosofia, la sua vita cambierà quando conoscerà Emanuele, un ragazzo ricco e donnaiolo che possiede diverse aziende a Sassuolo e in tutto il mondo. Jessica riuscirà a cambiare Emanuele? Oppure sarà proprio Emanuele a cambiare Jessica?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 1

 

- Jessi, svegliati!! Perderai il bus se resti ancora a letto, non aspetta di certo te!! - La voce di mia madre rimbombava nella mia stanza buia, un’altra giornata in cui avevo la sveglia alle sette del mattino, troppo presto per una ragazza pigra come me. Mi tirai su le coperte fino a coprirmi il viso: - Ancora cinque minuti, mamma - le urlai, sperando che mi sentisse, ma fu tutto invano: mia madre accese la luce di camera tutto ad un tratto e mi buttò giù dal letto: - Ahiaaaa, che maleeeee!! Mamma un po’ di delicatezza no eh? Ho pure dato una testata al comodino - le urlai contro, ma lei faceva finta di niente, che mamma malefica che mi sono ritrovata, pensai scherzando. Vidi che arrivò per l’ennesima volta in camera mia, per controllare se mi ero rimessa nel letto: - Stai ancora a massaggiarti la testa? Vedrai che non ti salterà fuori nessun bernoccolo, comunque sbrigati che ti ho preparato la colazione come piace te, con la brioche alla crema -, a quelle parole mi alzai e corsi in cucina, l’adoravo quando preparava una colazione così squisita; diedi un morso alla brioche e mi sporcai il naso di zucchero a velo, iniziai a parlare a bocca piena e le domandai: - Ma papà è già andato a lavorare? -, mia madre scoppiò subito a ridere, non so se era per il fatto che stavo parlando a bocca piena o avevo tutto il naso sporco di bianco: - Tesoro vivi con noi da 21 anni, ormai 22 e non sai ancora che tuo padre si sveglia alle 3:30 per andare a lavorare, ma dove vivi? ahahah E pulisciti il naso, che sembra che hai fatto una tirata di coca ahahah - Sì alzò da tavola e andò a vestirsi, tra poco sarebbe andata anche a lei a lavoro. M iniziai a preparare in tutta fretta, presi la borsa e diedi un bacio sulla guancia a mia madre: - Io vado mamma, ci vediamo stasera -. E mi chiusi la porta alle spalle. Ogni mattina mi toccava andare a prendere il bus a piedi e come sempre lo prendevo a pelo, ma stamattina sentivo che l’avrei perso; così iniziai a correre come una pazza per le vie di Sassuolo, non potevo arrivare in ritardo all’università. Stavo percorrendo una via bruttissima di Sassuolo, che se eri sul marciapiede non vedevi le macchine che stavano uscendo dal garage e proprio quella mattina che avevo la testa altrove andai a sbattere contro un porsche cayenne nero che stava uscendo dal garage e caddi per terra.

 

>>>> La sveglia suonò alle sette come ogni mattina, la spensi e mi tirai su dal letto; anche se ero il proprietario di molte aziende non vuol dire che non dovevo andare a lavoro. Scesi le scale per andare in cucina e ci trovi Olga, la mia cuoca: - Buongiorno signor Emanuele, anche stamattina sveglia preso. Le ho preparato la sua solita colazione - adoravo Olga, nessuna domanda e parlava poco. Finito tutto andai a lavarmi e poi a vestirmi; entrai dentro alla mia stanza armadio e scelsi un completo nero/grigio, con camicia bianca e cravatta con fantasia a scacchi bianca e grigio scuro. Scesi in garage ed entrai nel mio porsche cayenne, aprì il garage, iniziai a uscire lentamente e nel frattempo chiamai il mio manager Francesco: - Francesco sto arrivando, parto ora da casa, appena arrivo in azienda, fatti trovare fuori dall’edificio che vieni con me che andiamo a fare un giro nelle altre mie aziende - a quel punto sentì un ciocco dalla mia parte della portiera, riagganciai il telefono a Francesco e tutto preoccupato aprì la portiera; trovai una ragazza per terra, speriamo che non si sia fatta niente. - Si può sapere dove ha la testa signorina? Non ha visto che stavo uscendo dal garage? - Le domandai furioso, aveva rovinato tutta la mia fiancata, quando smise di massaggiarsi il viso, aprì gli occhi, non avevo mai visto tanta bellezza in vita, era diversa dalle donne che ero abituato a portarmi a letto. - E lei cerca di stare più attento quando esce dal garage, questi uomini non sanno nemo guidare - Si tirò su e si sistemò, poi guardò l’ora e urlò: - E’ tardi, avrò già perso il pullman - e corse via senza cagarmi di striscio. Feci per salire di nuovo sulla mia macchina quando la mia attenzione cadde al suolo, vidi un cartellino, lo tirai su e lessi: “ Jessica Gervasi studentessa presso la facoltà di lettere e filosofia in via università a Modena”, feci un sorriso malizioso, dopotutto le serviva la sua carta studio no? Perchè non consegnarcela.

 

Fortunatamente non persi il bus per colpa di quel cretino, arrivata davanti all’università vidi Gloria che mi stava aspettando: - Gloria sono qui, scusa anche oggi sono arrivata un po in ritardo, ma non sai che mi è successo? Ti racconto tutto quando siamo in aula -, Gloria mi guardava tutta entusiasta e infatti quando ci sedemmo in aula mi tartasso di domande: - Dai Jessi, non tenermi sulle spine, che ti è successo? E come mai hai un grosso bernoccolo sulla fronte? Non mi dire che hai sbattuto contro un palo come l’ultima volta ahahah e il bello che gli hai chiesto pure scusa -, stava ridendo troppo forte per i miei gusti e la zittii con una mano: - Glo vuoi attirare l’attenzione di tutti? Comunque per metà ci hai azzeccato, ma stavolta non ho sbattuto contro un palo, ma a un porsche cayenne che usciva dal garage, accidenti a quello scemo… Mi ha pure lasciato un bernoccolo la sua macchina -, Gloria riniziò a ridere, ultimamente rideva per poco e sta cosa non andava bene, mi faceva sentire una stupida così. -E dai Jessi vedrai che sarà rimasto colpito dalla tua stupidità ahahah comunque torniamo serie, oggi tocca a te offrire il pranzo in mesa, ti sei portata la carta di identità dello studente universitario?- mi domandò tutta seria; iniziai a cercare nella borsa ma non la trovai, iniziai a fare mente locale e tornai a quando andai contro alla macchina, mi dev’essere caduta lì per forza, ed ora che faccio: - Glo mi sa che l’ho persa durante lo scontro con quello scemo, ed ora che faccio, senza quella non posso prendere da mangiare, non posso nemmeno prendere i libri da studiare in biblioteca… Sono morta, se mia madre lo scopre mi farà arrosto; Glo aiutami ti prego -, mi stava guardando con uno sguardo disperato, ma prima che potesse aprire bocca arrivò un bidello e mi chiamò: - Signorina Gervasi Jessica, c’è un signore che ha bisogno di lei all’entrata dell’università, dice che ha la sua carta dello studente -, dopo tutto oggi non era un giorno così sfortunato, appare per quell’incidente. Mi alzai dal mio posto e corsi fuori dall’aula e giù dalle scale seguita da Gloria, forse voleva vedere chi era questo sconosciuto: - Jessi dopo tutto la sfortuna non è dalla tua parte e mi sa che oggi offri te ahahah se quello è colui che ha la tua carta dello studente mi sa che hai buon gusto in fatto di ricercatori, ti aspetto qua ahahah -, mi girai verso di lei e le feci la linguaccia, iniziai a rallentare il passo e quando fui alle spalle dello sconosciuto gli dissi: - Aveva bisogno di me? Mi è stato detto che ha la mia carta. Grazie per avermela portata e scusi per il disturbo arrecato -, ma quando si girò, volevo rimangiarmi tutto quello che avevo appena detto, che ci faceva lo scemo qua. Sì avvicinò a me e mi allungò il tesserino: - Questo è tuo, ti dev’essere caduto quando sei venuta a sbattere contro la mia macchina e comunque mi chiamo Emanuele, ma puoi chiamarmi Manu -, non sapevo che dire, nonostante tutto non era così scemo, ma neanche brutto. Presi il mio tesserino e mi girai per tornarmene in aula ma la sua voce mi fece fermare: - Ho contato i danni della mia macchina che hai causato stamattina e siccome ammonta a circa un migliaio di euro mi dovrai ripagare -, ritirai tutto quello che avevo pensato a un secondo fa, cosa voleva esattamente questo individuo da me?! Mi voltai, mi avvicinai con sguardo serio e lo presi per il colletto: - Cosa ti dovrei pagare? Io non ti pago un bel niente e poi non ho tutti quei soldi -, mi tolse la mano e si aggiustò tutto, dopo di che si avvicinò al mio orecchio e mi disse: - So io come potresti ripagarmi del danno che mi hai arrecato. Sarai la mia fidanzata del mese -.

   
 
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