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Autore: Lara Ponte    18/03/2015    3 recensioni
Quali sentimenti si possono annidare nella mentre (e nel cuore) di un mostro?
Con questa Flash, provo a dare una piccola risposta... :)
Grazie e buona lettura.
Questa storia partecipa al
Fatemi paura! Horror flash contest Indetto da rhys89 sul forum di EFP.
http://freeforumzone.leonardo.it/d/11024542/Fatemi-paura-Horror-flash-contest/discussione.aspx/1
Genere: Horror, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vendetta dolce e amara.


 

Nonostante i suoi quasi trecento anni, Rìghel quella notte si sentiva inquieto. Lo osservò saltare giù da un balcone al primo piano con la stessa grazia e agilità di un tempo. Era passato quasi un anno dall'ultima volta che lo aveva visto e nonostante lo avesse rintracciato fin dai primi giorni, decise freddamente che colpirlo quando meno se lo aspettava sarebbe stato una vendetta più gustosa.
Una folata di vento gli fece socchiudere i grandi occhi grigi, mentre alcune ciocche di capelli scuri gli svolazzarono sul naso. Pochi momenti in cui tornò a rivivere i ricordi di una storia iniziata dieci anni prima.

 

Si era innamorato follemente di lui non appena lo vide: un giovane ventenne dall'aria spavalda che discuteva con una guardia alle porte della città. A distanza di due mesi, lo aveva approcciato in una taverna ottenendo la sua fiducia in pochi scambi di parole.
Dal tavolo del locale al letto il passo fu breve e dopo dieci anni dall'inizio della loro relazione, gli aveva confessato il proprio segreto. Era rimasto un po' sorpreso dalla sua reazione, ma in fin dei conti per uno che si guadagnava da vivere alleggerendo i portafogli, non doveva essere stata una cosa tanto sconvolgente.
Si convinse di aver trovato un compagno perfetto, voleva donargli l'immortalità prima che il tempo rovinasse la sua bellezza, o almeno quella era stata la sua illusione.

Preso dall'impulso, aveva agito troppo presto o forse era stato troppo cruento.

Qualche sera dopo lo portò con se a caccia, ma non aveva immaginato gli effetti che la vista del sangue e delle ferite avrebbero suscitato nel suo amato ladro. Ricordava ancora il pallore innaturale del suo volto, quando avevano finito di seppellire il corpo e dopo, a casa, il suo sguardo assente mentre gli spiegava cosa comportasse vivere in eterno.
Come uno sciocco aveva sottovalutato quei segnali, credendo che la cosa sarebbe passata a breve ed invece la sera seguente, era sparito lasciando un biglietto sul tavolo.

'Perdonami se puoi...'.

 

'Col cazzo che ti perdono!'

La propria mente furiosa gli ruggiva nelle orecchie tutto il dolore e la delusione di quella sera, mentre con un balzo si lanciava dal tetto di un caseggiato di tre piani. Atterrò dolcemente come senza peso e in pochi minuti si portò alle sue spalle. Bastian camminava tranquillamente intonando un vecchio motivetto sconcio, ancora non si era accorto di nulla e la cosa lo fece sorridere.
Notò che portava ancora la daga che egli stesso gli aveva regalato e la furia non fece che aumentare. Lo afferrò per le spalle prima ancora di rendersi conto di essersi mosso e in un attimo lo inchiodò al muro. Sentiva il suo respiro farsi affannoso e la pelle bagnarsi di sudore, il cui odore familiare un tempo lo aveva mandato in estasi, mentre tutto ciò che provava adesso era soltanto un profondo disgusto.

Non lo guardò negli occhi quando lo fece, semplicemente si calò su lui, ignorando le lacrime scarlatte che lentamente gli rigavano il volto.

  
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