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Autore: theperksofbeinglawliet    18/03/2015    5 recensioni
Novembre 1992.
Taylor è la numero uno indiscussa della Wammy's House di Londra. La vita per lei non è semplice all'orfanotrofio tra relazioni sociali praticamente inesistenti o complicate e un passato tremendo con cui fare i conti.
Ma il peggio per lei sta per arrivare.
E se qualcuno le portasse via l'unica cosa che le è rimasta? Se qualcuno venisse a rivendicare la sua leadership? E se questo qualcuno fosse proprio quello che sarà destinato a diventare il detective numero uno al mondo ovvero L?
Con questa fan fiction farete un viaggio nel periodo dell'adolescenza di L, trascorso nella Wammy's House di Londra, attraverso il punto di vista di Taylor. Inoltre verrete a conoscenza di un caso molto particolare a cui L lavorerà prima del caso del serial killer di Los Angeles...
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Watari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pian piano la sala si svuota.
La chiesa accanto all’orfanotrofio ha rintoccato da poco le undici, quando Roger fa chiamare Nathalie, lasciandomi sola nella sala comune con L e Ned.
La situazione è davvero molto imbarazzante visto che Ned e L si rifiutano di parlarsi e io mi rifiuto di parlare con L.
Io, seduta al mio solito posto, cerco in tutti i modi di non far caso a L ed al suo solito sguardo penetrante, mentre Ned sembra che stia per avere una crisi di nervi.
Prendo il mio walkman ed inizio ad ascoltare la musica per rilassarmi.
Non avrei mai pensato di non vedere l’ora di essere chiamata da Roger.
- Ned prima o poi scoppierai se non ti dai una calmata. – lo avverto, cercando di trattenere una risata.
- Fatti i cazzi tuoi, stronzetta! – sbotta lui, diventando ancora più rosso.
- Mm... Interessante. Sono davvero combattuto se credere che tu sia nervoso per il test o per altro... – afferma L, inclinando leggermente la testa.
- Definisci “altro”. – gli chiedo senza staccare gli occhi dal mio walkman.
- E’ solo colpa tua se sono nervoso! – esclama Ned, alzando le braccia in un gesto esasperato.
- Colpa mia? – ripete L, puntando un dito verso di sé.
- Sì! Mi dai sui nervi! – ammette, sbattendo i pugni sul primo tavolo a tiro. – Stai lì seduto ad aspettare che Roger chiami il tuo nome come se fosse la cosa più normale del mondo! E prima non hai battuto ciglio quando dovevamo fare i test! Non hai mai mostrato un segno di nervosismo o di indecisione! Sei stato per tutto il tempo tranquillo e sicuro di quello che stavi facendo! – rivela sconvolto. – Cosa cazzo sei?! – sbotta con rassegnazione, lasciandosi andare sul tavolo.
– E poi ero io quella nel panico! – sbotto, rompendo il silenzio che si era formato, alzando gli occhi al cielo. – Ned, sul serio. Calmati. – gli consiglio seria. – Come mi hai detto tu prima, non è certo questo il momento adatto per farsi venire i complessi di inferiorità. – gli ricordo, dando un tono solenne alle mie parole.
- Io non mi sto facendo i complessi di inferiorità. – borbotta lui, incrociando le braccia.
- Ned. – lo chiama Roger, aprendo la porta della sala comune.
- Arrivo. – dice con tono ancora astioso, saltando giù dal tavolo su cui si era seduto.
- In bocca al lupo! – gli auguro con tono sarcastico, vedendolo attraversare la sala velocemente.
- Crepa, stronzetta! – mi urla di rimando prima di sbattersi la porta alle spalle.
 
Se è stato molto imbarazzante stare da sola con L e Ned, beh ora devo ricredermi. Essere da sola con L è molto peggio.
Infatti, dopo alcuni minuti di totale silenzio tranne che per il leggero brusio proveniente dal mio walkman, L me lo strappa di mano.
-Ehi! – esclamo sorpresa dal suo gesto, aggrottando la fronte. - RIDAMMELO SUBITO! – gli urlo contro, riprendendomi dallo stupore e tentando di riprendermelo.
- Prima rispondi alla mia domanda... – ordina, tenendo in alto il walkman, sfruttando la sua altezza. – Perché ti rifiuti di parlarmi? – mi chiede, fissandomi.
- Perché non ho voglia di parlarti! Me lo ridai ora? – sbuffo, alzandomi sulle punte dei piedi per cercare di prendergli il walkman.
- E perché non vuoi parlarmi? – mi chiede ancora, tenendo ancora più in alto il mio walkman.
- Hai detto che dovevo rispondere solo ad una tua domanda e poi me lo avresti restituito! – gli rinfaccio, puntandogli un dito contro.
- Sono un bugiardo... – rivela, incurvando leggermente gli angoli della bocca.
- Ho notato! – sbuffo esasperata. – Va bene, te lo dico! Contento? – mi arrendo, andando a sedermi su un tavolo, seguita subito da L. – Non ti parlo perché… Tu sei il mio acerrimo nemico. – rivelo colpita da un improvviso interesse per le mie scarpe.
- Ma? – mi incita lui.
- Ma, cosa? – ripeto, sbuffando.
- C’è sicuramente un “ma”, altrimenti me lo avresti detto guardandomi con odio... – constata. – E tu non lo hai fatto, anzi ti stavi guardando i piedi. Segno che rivela inequivocabilmente disagio... – continua imperterrito.
- Non ti si può proprio nascondere nulla, eh? – sbuffo, scuotendo la testa. - In effetti sarebbe più giusto dire che dovrei odiarti perché prenderai il mio posto, ma la verità è che, per quanto io mi sforzi, non ci riesco. – rivelo, seduta sul tavolo, facendo dondolare le gambe. – Il fatto è che mi ricordi molto me ai tempi in cui stavo per diventare la numero uno al posto di Ned... Non avevo nessuno, tutti mi evitavano o mi odiavano e... Mi sentivo così sola. – continuo, sentendo la mia voce incrinarsi. – Non voglio che capiti a qualcun altro quello che è successo a me. – affermo, schiarendomi la voce e sentendo diventare il mio viso lava pura.
Dio, che imbarazzo. – Bene. Adesso puoi restituirmi il mio walkman, per favore? – chiedo, porgendogli la mano.
Lui lascia andare il mio walkman sul tavolo e, con uno scatto che non credevo che lui fosse capace di fare, inaspettatamente, mi abbraccia.
– Sei la prima persona che mi capisce... E che non mi odia. – sussurra, stringendomi in un abbraccio un po’ impacciato.
- Oh… Ehm... Non c’è di che. – sussurro, ricambiando l’abbraccio, dandogli delle leggere pacche sulla schiena.
Poi mi lascia andare, altrettanto velocemente come mi aveva stretto a sé, riprendendo il mio walkman e porgendomelo. – Tieni. –
- Ehm… Se vuoi puoi tenerlo per un po’, tanto Roger verrà a chiamarmi da un momento all’altro. – gli dico, schiarendomi la voce. – Però me lo devi restituire appena ho finito il test, intesi? – gli ordino, mettendo le mani sui fianchi per darmi un tono autoritario.
- Grazie. Sei molto gentile... – afferma, stringendo il mio walkman.
Non avevo mai pensato ad L come ad un ragazzo solo e senza amici, ma piuttosto ad un ragazzo che si isolava dagli altri per volontà propria. Pensavo che lui desiderasse la solitudine. E invece mi sbagliavo. Come sempre d’altronde, quando si tratta di L. Tuttavia, nel momento in cui mi ha chiesto perché non gli parlassi, mi sono resa conto che pensavo veramente quello che gli stavo dicendo, solo che non osavo ammetterlo a me stessa.
- Taylor. – la voce di Roger arriva alle mie orecchie come ovattata.
- Arrivo... – dico, ancora un po’ scossa, avviandomi verso la porta della sala comune.
- Sapevo che mi avresti capito, Tay... – afferma L, tenendo ancora in mano il mio walkman. – Dai il meglio di te. – continua, tenendo il walkman al contrario per cercare il tasto di accensione.
- Lo farò. – prometto, annuendo prima di chiudermi la porta alle spalle.
 
 
Okay. E’ vero che non odio L, ma apprezzerei davvero che non mi rivelasse questo genere di cose e che si comportasse normalmente prima di un test.
Solitamente sono sempre tranquilla prima del terzo test, visto che è il mio punto forte, ma a quanto pare oggi non è decisamente il mio giorno fortunato.
L’ansia ed i complessi di inferiorità, aggiunti alle nuove rivelazioni di L, non sono certo dei punti a favore per me. Anzi, a causa di queste, ho avuto delle crisi in ogni fottuto test.
Dov’è il caffè quando ne ho bisogno?
Mi fermo davanti alla porta dello studio di Roger. Chiudo gli occhi e faccio un bel respiro. – Va tutto bene. Torna indietro alla settimana scorsa. Quando tu e Ned vi odiavate a vicenda, quando L non c’era ancora, quando Heather... – interrompo i miei pensieri, colpita dal ricordo di quella che una volta era una mia amica. E’ da un sacco che non la vedo. Che fine ha fatto?
Apro la porta scacciando via quei pensieri e mi siedo dal lato opposto della scrivania del nostro sovrintendente.
Ma dall’altro lato della scrivania non c’è Roger.
C’è il “signore in nero”, Watari, solo che stavolta non ha il suo consueto look total black.
Watari è sempre troppo impegnato per venire a presidiare di persona i test, anche se sono studiati da lui personalmente, così solitamente lascia a Roger il compito di sottoporceli.
Quest’oggi però c’è lui. E la cosa non mi stupisce affatto. Sono sicura che ci sia lui dietro al trasferimento di L e che lo ha fatto per un motivo ben preciso, quindi la sua presenza all’orfanotrofio nel primo giorno dei test per L non mi pare così strana.
- Salve, signorina Taylor. – mi saluta con un cenno del capo. – Non mi sembra molto stupita di vedermi. – constata, studiando la mia espressione.
- Già. – confermo. – Qual buon vento la porta a Londra, signore? – chiedo con noncuranza.
- Sono qui per voi ragazzi, ovviamente. E’ da un po’ che non mi fermo a Londra. – risponde, congiungendo le mani davanti a sé.
Non è un mistero che Watari preferisca passare il suo tempo libero alla Wammy’s House di Winchester, ovvero la prima ad essere stata fondata da lui, quando non è in giro a cercare nuove reclute, anche se dista relativamente poco da quella di Londra.
- Ma bando alle ciance! Ora passiamo al test. – dice prima che possa ribattere.
Il test è strutturato in modo molto semplice: Watari propone un ipotetico caso e noi dobbiamo rispondere in meno tempo possibile, visto che il test verifica la nostra prontezza nel prendere una decisione.
Di solito ci sono due modi di affrontare il test: rispondere immediatamente con la prima cosa che faresti nel caso proposto da Watari o pensarci su per qualche minuto ed esporre una soluzione più dettagliata. Infatti le componenti principali di questo test sono la quantità di tempo impiegato per pensare alla soluzione e la validità della soluzione stessa. Quindi esporre la prima cosa che faresti nel caso proposto da Watari non è consigliabile, visto che non pensare con attenzione potrebbe portare ad una soluzione poco sicura. Tuttavia pensare troppo a lungo ad una risoluzione porta via molto tempo e non seguirebbe la richiesta del test di prendere una decisione in un tempo ristretto. Bisogna quindi trovare una via di mezzo. La mia tattica consiste, in un primo momento, nel seguire ciò che mi dice di fare il mio istinto in una determinata situazione, poi elaboro una strategia e, se non basta, improvviso. Molto semplice a dire il vero, ma spesso gli altri ragazzi si fanno prendere dal panico a causa del poco tempo a disposizione.
Immagino che vi starete chiedendo come mai non mi sono fatta prendere dal panico anche questa volta. Innanzitutto ci tengo a precisare che negli altri due test non mi sono fatta prendere sul serio dal panico. Ho solo avuto delle.. Incertezze, tutto qua. Comunque non so dirvi con precisione perché fossi più tranquilla durante il terzo test. Forse perché è sempre stato il mio punto forte e quindi mi sentivo più sicura di me stessa o forse perché non mi sentivo letteralmente il fiato di L sul collo.
Sta di fatto che, un quarto d’ora dopo, esco dall’ufficio di Roger, soddisfatta di me stessa, con un bel sorriso stampato in faccia.
In quel momento non potevo certo immaginare che, soltanto cinque giorni dopo, avrei rimpianto quel breve momento di felicità.





Spazio Autrice

Sono una brutta persona, lo so. Mi spiace davvero tantissimo della mia lunga assenza, ma sono stata davvero molto impegnata tra verifiche e interrogazioni, oltre al fatto che sono andata in gita e che ho avuto molti ripensamenti ed indecisioni su questo capitolo...
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento e scusatemi ancora per averci messo molto ad aggiornare, giuro di
non sparire mai più per così tanto tempo. Mi raccomando, non mancate di farmi sapere le vostre opinioni, critiche e osservazioni varie!
Vi aspetto (?)

theperksofbeinglawliet
  
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