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Autore: Maty2002    18/03/2015    4 recensioni
"Nulla si crea e nulla si distrugge, mai sentita frase più veritiera.
Nemmeno i sentimenti possiedono una fine, possono essere semplicemente riciclati, spediti per posta ad un'altra persona, forse ancora più carichi di affetto che dalla loro prima esternazione."
Un ragazzo, tanti ricordi, un numero... la solita storia dove rRent riflette sul suo passato, su ciò che era insieme a Gwen e su ciò che è ora, senza lei.
Potrebbe sembrare il soliti monologo mentale... ma alla fine potrebbe anche essere presente una sorpresa...
spero di avervi incuriositi, ora vi lascio alla one-shot!
Incentrata sulla coppia Gwen x Trent.
Citati Duncan, Courtney e Scott.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Trent | Coppie: Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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I can remember, but I can't forget
 
 

Nulla si crea e nulla si distrugge.
Mai sentita frase più vera di questa, senza ombra di dubbio.
Avevano ragione i grandi filosofi, e non solo riguardo il continuo riutilizzo della materia e l’inesistenza di una fine per ogni cosa.
Anche i sentimenti possono essere riciclati.
E anche molto meglio della loro prima esternazione.
Un esempio perfetto è quella ragazza che, dopo essersi innamorata di me, ha impacchettato tutto il suo affetto e l’ha spedito in un bel involucro a quel punk da strapazzo, con tanto di fiocco e bigliettino di felicitazioni.
Perché è fin troppo facile giocare con i sentimenti e alla fine, annoiati e stufi come bambini nelle giornate di pioggia, rimangiarsi tutte le promesse fatte e fare voltabandiera alle persone care.
E tu, Gwen, hai agito nell’esatta maniera.
Io lo sapevo che prima o poi avrei subito una delusione, ovvio, ma non pensavo che fossi proprio tu a ferirmi.
Tu che ti atteggi da solitaria.
Tu che in verità hai mille insicurezze.
Tu che in verità hai un grande cuore.
O almeno era quello che pensavo prima, prima che iniziassi a provare qualcosa per Duncan.
 
 
Io non t’incolpo di niente, sarebbe solamente una maniera ingiusta e ineguale per eliminare parte del dolore.
Anch’io, comportandomi da pazzoide, ho contribuito alla situazione già vacillante, e per questo non mi sento in grado di addossare su di te il problema.
E, comunque, tutti gli inizi hanno un termine.
A volte passano alla trama centrale, in altre si concludono in maniera drastica, quasi come quando lo scrittore, incapace di trovare un proseguo intrigante, blocca il lavoro con un semplice punto fermo e una disgrazia.
E nel nostro caso non è finita come, almeno io, speravo.
 
 
Ormai è passato tempo è ho capito di non dover più piangere sul latte versato.
Ma solo una cosa mi rode dentro e non riesco ad estinguere questo strano fuoco.
Mi fa star male, mi crea il cosiddetto “groppo in gola”, il pensiero di aver perso per l’ennesima volta.
Prima mio nonno, poi quella maledettissima ruota e infine te.
E, ridicolamente, anche tu sei collegata a quel nove.
Odio e amo quel numero.
I miei genitori mi rammentano sempre che è il mio simbolo della fortunato, ma è solo una menzogna.
Ogni volta quel fottutissimo numero mi strappa dalle mani le cose a cui più tengo.
Alle nove del mattino mio nonno è morto.
Quello stupido giocattolo ha perso una ruota, e tutt’ora ne rimangono solo otto all’appello.
E nove erano le lettere che formavano il mio nome più il tuo.
Questa non è fortuna, è solo una dannata maledizione che non si da tregua.
E io, sarà stupido dirlo, ho tanta paura di cosa accadrà ancora sotto questo numero.
 

Gwen, perché ti sei comportata in questa maniera?
Perché ti sei comportata come tutti, come una qualsiasi idiota, come una di quelle persone che te stessa ripudiavi?
Perché sei caduta nei soliti errori della gente, perché non hai seguito il tuo spirito aperto?
Perché tu, come tutti, non hai guardato oltre le apparenze e noi hai cercato di comprendere il motivo del mio comportamento?
Beh, credo di sapere la risposta.
Semplicemente, anche tu possiedi una maschera, come la maggior parte della gente che incontri per strada.
Solo i pazzi, come Izzy e Sierra o gli estroversi, come Geoff, si mostrano al mondo come sono.
Prendi Heather e Alejandro, subdoli fino al midollo o Courtney, la roccia dal cuore fragile, oppure Duncan, il delinquente dall’animo dolce.
Ecco, tu sei la diversa che segue le idee comuni.
Vieni considerata la darkettona, ma poi –e questo è il colmo!- giudichi anche tu le persone!
Sai, anch’io possiedo una maschera, ma non ho problemi a toglierla e a mostrare il mio viso alla gente, a volte.
 
 
Ogni inizio possiede una fine, l’ho già detto.
Siamo caduti in uno di quei circoli amorosi in parte unilaterali, come faremo ad uscirne?
È questa la nostra trama e noi, anzi, io, devo farmene una ragione.
Ma perché, in questo caso, dopo il passaggio del male non arrivano  soccorsi?
L’aiutante tanto famoso è annegato oppure l’hanno licenziato?!
Comunque, ora siamo qua, in questo strano cerchio che dopotutto ci lega con quel famoso filo rosso.
Io ti amo come un emerito idiota, tu segui un punk alquanto pericoloso, quest’ultimo cambia anche lui bandiera fin troppo velocemente.
E questo è sia una gioia per me –potrebbe sempre mollarti, no?- sia un dolore per te –neanche io ti auguro di passare ciò che io ho subito-.
Infine ci sono Courtney –logorata da un dolore ben celato- e Scott, stordito in questo continuo prendersi e mollarsi.
 
 
Sai, a volte desidero raggiungere subito la fine di questa malsana storia, ma so che è impossibile.
Però non è affatto male pensare che, prima o poi, riuscirò a
scordarti, a cancellare il tuo viso dalla mia memoria.
Peccato che il traguardo sia nascosto dietro una montagna, e io devo ancora affrontare il mare di fronte a quest’ultima.
Adesso la mia unica meta è raggiungere la fine dello svolgimento, poi penserò al resto.
Esiste anche la fine della fine, stanne certa.
 
 
~9 Settembre
Corro sotto la pioggia, bagnando completamente il cappotto e la protezione della chitarra.
Naturalmente, l’ombrello non ne vuole sapere di aprirsi!
Ovvio, è il giorno nove del mese nove...
Se volete saperlo, la stramaledetta fine dello svolgimento è ancora in corso, tanto per farvi tacere!
Mi nascondo sotto il tetto della fermata del bus, sedendomi accanto ad un' ombra coperta da un kiwei nero abnorme.
La pioggia scende incessante, aumentando d’intensità ad ogni secondo che passa.
Cavolo, sono già le dieci!
A quanto pare il termine di questa storia di merda non vuole farsi vedere, perfetto!
Lancio un' occhiata veloce all’essere accanto a me, e dai leggins neri e gli stivali dalla zeppa abnorme comprendo si tratti di una donna.
Ha il cappuccio ancora in testa e lo sguardo fisso su un... quaderno?
I bordi sono neri, perciò anche la copertina.
Immaginazione, tornatene a dormire e non farmi andare giù di matto con elucubrazioni idiote!
Impugna con destrezza una matita, e le figure nascono veloci sul foglio.
La mia  fervida fantasia mi sta giocando un pessimo scherzo, ovvio.
Poi, una ciocca azzurrognola cade oltre il cappuccio.
SOS, il cervello di questo musicista è marcio, urge un cambio immediato!
E io, come un idiota, le sollevo istintivamente il copricapo dal viso.
Una vecchia rugosa ti squadra per poi prenderti a randellate con il bastone da passeggio che nasconde sotto la panca, ne sono certo.
La ragazza si volta e mi guarda allibita, per poi arrossire violentemente e farfugliare qualche iniziale del mio nome.
 - T-Trent?
- Gwen? Sei proprio tu?!
La ragazza annuisce e sorride.
Mi sbaglio o i suoi occhi stanno brillando?
Parliamo per qualche minuto della nostra vita dopo il reality, della mia carriera da cantante e dei suoi inizi da fumettista, strappandoci qualvolta sorrisi e risate.
Intravedo la fine dello svolgimento, è tutto così strano!
Poi, però, cadiamo nel punto dolente: la situazione amorosa.
- Io sono single da parecchio tempo!
Nessuna infatuazione dal tempo del Reality, pensa un po’ te!
Dico con finto divertimento, sicuro poi di affondare tra manfrine varie riguardanti la famosa Gwuncan – Sierra, comprendo che sia una coppia penosa, ma un nome di merda simile dove l’hai pescato?
- Beh, io... sì, insomma... Duncan ha deciso di prendersi un periodo di tempo per ragionare, qualche mese fa.
L’inizio della fine è sotto i miei piedi!
- Poi è stato incolpato per traffico di droga ed è stato chiuso in gattabuia.
Io... non me la sono sentita di fargli visita, dopo tutti gli insulti che mi ha lanciato quando l’hanno arrestato e io non ho potuto fare nulla.
Capisci, ha inveito pur sapendo quanto io fossi inutile e soffrissi per questo -si ferma un attimo, gli occhi leggermente inumiditi e la testa poggiata sulla mia spalla.
Poi continua, osservando con aria assorta la pioggia e il traffico di Toronto.
- L’unica persona che gli ha fatto visita è stata, pensa un po’, Courtney.
Si è perfino scusata di essere entrata in conoscenza così tardi della notizia!
Se l’avesse saputo prima, avrebbe certamente fatto d’avvocato a Duncan, mi ha detto.
Credo sia rinato del tenero tra i due, visto che la relazione con Scott era tanto per fare, sì, insomma, uno svago-.
Increspa le labbra in un sorriso per metà vacuo, socchiudendo gli occhi come una bambina stanca che desidera solamente di andare a dormire e sognare per tutta la notte.
E Gwen sente molto il peso della vita.
Poi, come rinata, solleva la testa dalla mia spalla e sbatte varie volte le palpebre.
Uguale alla prima serie, non è cambiata minimamente.
Fruga per qualche attimo nel borsone nera affianco a lei, estraendone un cellulare.
In quattro e quattr’otto è già nella rubrica, su “aggiungi nuovo contatto”.
- Mi puoi dare il tuo numero?
Sai, mi farebbe piacere risentirti, in questi giorni.
Con un balzo sono alla fine della fine... al termine della storia.
E chi ha mai detto che il punto d’arrivo scateni solo lacrime e rimpianti?
Ah, e forse i miei avevano ragione...

Il nove è un numero molto speciale!

 

Angoletto dell'autrice fallita

Ciao a tutti!
L'astinenza da Gwent ha avuto il sopravvento!
Okay, sono troppo fluffosi, tristi e comici per non essere iscritti su carta, ogni tanto... e questo equivale, tassativamente, ad ogni settimana!
Questo insieme di elucubrazioni mentali inspiegabili è nato in una notte buia e tempestosa... taglio corto, ieri sera dalle 21:00 alle 23:15.
Le prime tre righe le avevo già scritte, ma avevo intenzione di cancellarle insieme a tutto il documento, ma poi... l'illuminazione!
Forse la storia della fine della fine non sarà granchè chiara, ma io penso che pure questa parte del brano possieda un lasso di tempo, e perciò la prima riga può essere considerata "l'inizio della fine", mentre l'ulitima quella "terminale".
Okay, taglio corto e vado a farmi ricoverare XD
Spero che questa banale storia (non credo per niente che abbia un "non so che" di innovativo) possa piacervi, ora mi dileguo.
Alla prossima! 
             

 

Ps: è veramente complicato caratterizzare Trent!
è un personaggio strano, romantico, ma allo stesso tempo pieno d'improvvisate.
Inoltre molte volte mostra lati inaspettati del suo essere!
            

   
 
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