Libri > Il fantasma dell'Opera
Ricorda la storia  |      
Autore: flatwhat    18/03/2015    1 recensioni
"Perché mai dovreste?".
"Per conoscere meglio chi ho davanti", è la risposta che viene in mente a Raoul, ma si limita a scuotere la testa in silenzio.

(Raoul/Erik)
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Christine Daaé, Erik/Il fantasma, Raoul De Chagny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Chiedo infinitamente perdono, ma erano secoli che volevo scrivere qualcosa di slash su loro due che avesse senso nel libro.
Fatemi sapere se ho fallito clamorosamente.
Warning: Raoul non è del tutto in sé nella prima parte della storia. Fatemi sapere se ritenete opportuno alzare il rating.
 
Raoul deve essere impazzito, perché il primo pensiero che gli viene in mente quando Erik fa il suo ingresso nella cella dove lo aveva rinchiuso, slegandogli poi le mani, non è di saltargli addosso e prenderlo a pugni, domandando a gran voce che ne è stato di Christine, o del Persiano. 
No, Raoul non ha la forza di fare tutto questo.
E quindi il primo pensiero che gli attraversa la mente è "Perché?".
Perché Erik sembra improvvisamente così diverso? L'espressione che ha ora sul suo volto spaventoso lo fa quasi apparire un individuo diverso di quello che aveva visto chinato su di lui mentre cercava di riprendersi dall'avventura della Camera dei Supplizi.
Ha a stento la forza per parlare, quando glielo dice ad alta voce.
"Perché?".
Erik lo guarda di soppiatto e poi volge gli occhi altrove.
"Siete libero. Vi riporto da Christine e ve ne andrete di qui per sempre".
"Perché?", insiste Raoul.
Quando non riceve risposta, ritrova un po' di forza e punta i piedi per rendersi più difficile da trascinare.
"Questo è uno dei tuoi trucchi?", chiede, e Erik lo trascina ugualmente. 
Raoul cammina, passo dopo passo, come se il suo corpo non gli appartenesse. La testa gli duole immensamente e quando a un certo punto la vertigine gli fa perdere l'equilibrio e cadere di lato, è Erik- il mostro!- che lo afferra in tempo, con una cura che Raoul avrebbe creduto impossibile.
"Christine sta bene?", biascica Raoul, tra le sue braccia.
"Sì".
"Se menti ti ucciderò personalmente".
Erik lo fa alzare attentamente in piedi. Poi lo guarda, dritto negli occhi, serissimo.
"Mi taglierei entrambe le mani prima di torcerle di nuovo un capello".
Raoul cerca di restituirgli lo sguardo senza vacillare di nuovo. 
Per qualche ragione, gli chiede.
"Che ti è successo?".
Erik non risponde. Si volta e continua a guidare Raoul nel sotterraneo.
"Sembri diverso".
A questa frase, Erik ride. Raoul lo vede scuotere la testa con i pochi capelli.
"Anche io mi sento diverso. Sembra quasi una magia".
Senza che Raoul ponga un'altra domanda, Erik continua a parlare.
"Signor visconte, vi prego di non prendervela con Christine".
"Perché dovrei?", chiede Raoul, e si accorge che Erik si è fermato quando ormai lo ha superato.
Sembra perso nei suoi pensieri. Con una mano, si tocca le labbra. 
Sorride.
"Ha lasciato che la baciassi. Oh, ma non vi preoccupate, l'ho solo baciata sulla fronte".
Si stringe le mani, e rimane in silenzio. Sembra un uomo in preghiera dopo aver ricevuto una benedizione.
Raoul non sa se è la stanchezza di tutto quello che ha subito o lo stupore della rivelazione a farlo confondere.
"Tutto qui?".
Stavolta è Erik a guardarlo con uno sguardo interrogativo.
"Un bacio è tutto quello che ci vuole perché lo spaventoso Fantasma dell'Opera si trasformi?".
Erik china la testa impercettibilmente.
"A quanto pare", risponde.
La situazione continua ad essere incomprensibile, per Raoul. Agita le braccia.
"Io non... Questo è quello che volevi?", la sua voce sta diventando isterica.
Continua: "Hai ucciso, rapito e torturato... E ora un bacio risolve tutto?".
Erik non risponde, ma i suoi occhi brillano di una luce malinconica.
Dopo qualche secondo, si decide a parlare.
"A quanto pare", ripete.
"Il Fantasma dell'Opera non esiste più", dice, ricominciando a camminare a fianco a Raoul, "Voi e Christine ve ne andrete da qui e io... non sentirete più parlare di me".
"Impossibile", continua a pensare- e a dire- Raoul, "Non capisco come sia possibile".
Deve essere davvero il delirio delle sue condizioni di salute che lo spinge a desiderare di assistere di persona al procedimento che ha dato luogo alla trasformazione del temuto Fantasma dell'Opera.
"E se vi baciassi?"- Erik quasi inciampa alla domanda- "O se voi baciaste me?".
L'espressione di Erik diventa terribile.
"Perché mai dovreste?".
"Per conoscere meglio chi ho davanti", è la risposta che viene in mente a Raoul, ma si limita a scuotere la testa in silenzio.

Dopo che ha potuto riabbracciare Christine, quando Erik si congeda da loro, è in quel momento che Raoul assiste finalmente alla trasformazione.
Non dice nulla e non prova nulla, nessuna gelosia, quando Christine lo bacia sulla fronte, e il suo falso angelo della musica sembra raggomitolarsi su se stesso prima di cominciare a piangere.
Una visione patetica, eppure il cuore di Raoul si stringe ugualmente, e forse, in quel momento, prova un briciolo di quello che hanno provato Christine e il Persiano per quest'uomo tanto orribile quanto triste.
Prima di accomiatarsi, si avvicina a lui. 
Gli prende una mano- lui glielo lascia fare, per qualche motivo- e bacia il dorso, delicatamente.
Christine, che prima era rimasta tranquilla, sembra scomporsi, portando le mani alla bocca davanti a quell'ultimo gesto tra due persone a cui tiene ugualmente.
Quando Raoul rialza la testa, è a Christine che Erik si rivolge- sempre in lacrime, ma con una strana serenità che traspare da tutto il suo essere.
"Portalo via, Christine".

Arrivati sull'altra riva del lago, Raoul e Christine si voltano a guardare la casa solitaria un'ultima volta.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il fantasma dell'Opera / Vai alla pagina dell'autore: flatwhat