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Autore: happy ending    18/03/2015    6 recensioni
Prima classificata nel contest "Se son rose fioriranno... ma forse senza farsi notare!", indetto da _angiu_
Ron ha questo brutto vizio di lasciare tutto a metà... Eppure, per una volta, riesce a concludere ciò che ha iniziato... E menomale!
Dal testo:
"Non hai niente da fare tu?" gli chiese Hermione, all'improvviso, rivolgendogli un'occhiata seccata.
"Come?".
"Smettila di fissarmi, è irritante".
"Cioè ti dà fastidio se ti guardo?".
"Proprio così".
"Mi sa che dovrai abituarti ora che..." il ragazzo si bloccò, arrossendo.
"Che?" chiese lei, mentre si grattava il naso distrattamente.
Quando tolse la mano, Ron non poté fare a meno di scoppiare a ridere: si era macchiata tutta di inchiostro.
"Che ti prende adesso?!" esclamò Hermione.
"Nie... Niente... Ma... Mi... Miseriaccia!".
Ormai il rosso aveva le lacrime agli occhi: il suo sguardo severo creava un contrasto decisamente ilare con il naso nero.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Hugo Weasley, Ron Weasley, Rose Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Prima classificata nel contest "Se son rose fioriranno... ma forse senza farsi notare!", indetto da _angiu_
http://freeforumzone.leonardo.it/d/11001855/Se-son-rose-fioriranno-ma-forse-senza-farsi-notare-/discussione.aspx

 

Ronald Weasley era stanco, affamato ed estremamente nervoso in quella fredda notte di dicembre. Era stata una giornata veramente pesante a lavoro: nonostante fossero passati molti anni dalla caduta di Voldemort, c'era ancora qualche ex Mangiamorte convinto di dover agire nel nome del Signore Oscuro. Lui ed Harry, da tempo diventati Auror, erano stati inviati a catturare tre di questi pazzi e l'impresa non si era rivelata semplice come credevano.

"Ginny mi ucciderà di sicuro stavolta... Le avevo promesso che sarei rientrato presto e invece sono già le tre di notte!" esclamò Harry, una volta che ebbe terminato di scrivere il resoconto della giornata su un lungo foglio di pergamena, nel loro ufficio.

"Oh beh, al massimo dovrai sopportare qualche schiantesimo" sogghignò Ron.

"Già, cosa sarà mai? Direi che per oggi abbiamo finito. Ci vediamo domani amico, salutami le tue ragazze!".

Il rosso gli sorrise ed entrambi tornarono alle proprie abitazioni.

Ron aprì piano la porta di casa, cercando di fare il minor rumore possibile, poi tolse il cappotto e le scarpe e si diresse verso la camera da letto. Notò che era vuota, perciò controllò in salotto ed eccole lì le sue ragazze: Hermione e Rose erano accoccolate sul piccolo divano rosso, avvolte in una morbida coperta bianca ricamata con orsetti. Spostò le boccette di inchiostro e le pergamene che le due avevano lasciato sparse sul pavimento (da qualche giorno Hermione stava insegnando alla figlia di tre anni a scrivere le prime paroline) e si sedette a contemplarle. Osservò la bambina, il visetto tempestato di lentiggini ed i capelli rossi che la rendevano una vera Weasley, ed i tratti delicati e i ricci ribelli identici a quelli di Hermione. Nonostante la tenera età, la piccoletta aveva ereditato anche l'intelletto dalla madre, così lui si era ritrovato a convivere con due adorabili so-tutto-io. Sorrise a quel pensiero e spostò lo sguardo sulla moglie; questa circondava Rose con un esile braccio ed il marito vide che, come ogni sera in cui gli toccava lasciarla a casa da sola, Hermione indossava il suo enorme maglione marrone con un'appariscente "R" gialla al centro (si trattava ovviamente di un regalo della cara signora Weasley). All'improvviso l'attenzione di Ron fu catturata da una piccola macchia di inchiostro sulla mano della donna ed arrossì, mentre nella sua mente si faceva spazio uno dei ricordi più dolci della loro vita insieme.

 

Inizio flashback

 

Erano passati quattro giorni dal termine della battaglia ad Hogwarts ed Hermione aveva deciso di andare a cercare i proprio genitori in Australia per rimettere le cose a posto, con l'aiuto di Ron.

"Non ho capito perché gli stai scrivendo una lettera se tanto li andremo ad incontrare personalmente" le disse lui la sera prima della partenza, mentre la osservava intingere ripetutamente la piuma nel calamaio. Si trovavano nella sua stanza, alla Tana, seduti per terra uno di fronte all'altra.

"Perché la situazione è molto delicata, Ronald... Ho bisogno di prepararmi il discorso che voglio fare davanti ai miei, per non rischiare di rovinare tutto" rispose la riccia, senza staccare gli occhi dalla pergamena.

Ron annuì comprensivo e riprese a contemplarla in silenzio.

Da quando si erano scambiati il loro primo bacio, il giorno della battaglia, i due non avevano ancora avuto il coraggio di fermarsi un minuto e chiarire la situazione; semplicemente, coglievano ogni momento libero per stare insieme, si avvicinavano l'uno all'altra inconsapevolmente (oppure no?), si sfioravano "accidentalmente", passavano attimi infiniti a guardarsi neglio occhi, mentre il mondo attorno a loro cessava di esistere. Niente più baci, niente chiarimenti. A Ron tutto questo non bastava, non dopo aver incontrato quelle labbra morbide, fatte per essere baciate, non dopo averla stretta a sè come mai aveva avuto il coraggio di fare prima, non dopo essersi perso in quello sguardo talmente carico di tenerezza e di dolcezza che lo aveva fatto tremare da capo a piedi non appena si erano separati... Quel bacio era stato il motivo che lo aveva spinto ad andare avanti a combattere e a rimanere vivo in mezzo a tutto il caos della guerra. Eppure, come era sempre stato in quei sette anni quando si trattava di lei, temeva di agire e rovinare tutto.

"Non hai niente da fare tu?" gli chiese Hermione, all'improvviso, rivolgendogli un'occhiata seccata.

"Come?".

"Smettila di fissarmi, è irritante".

"Cioè ti dà fastidio se ti guardo?".

"Proprio così".

"Mi sa che dovrai abituarti ora che..." il ragazzo si bloccò, arrossendo.

"Che?" chiese lei, mentre si grattava il naso distrattamente.

Quando tolse la mano, Ron non poté fare a meno di scoppiare a ridere: si era macchiata tutta di inchiostro.

"Che ti prende adesso?!" esclamò Hermione.

"Nie... Niente... Ma... Mi... Miseriaccia!".

Ormai il rosso aveva le lacrime agli occhi: il suo sguardo severo creava un contrasto decisamente ilare con il naso nero.

"Bah, sei proprio uno scemo".

"Dai, scusa" le sorrise.

"E poi non si lasciano le frasi a metà. Tu lasci sempre tutto a metà, Ronald. Come i compiti, ad esempio: non li finivi mai se io non ti spronavo... O quel libro che ti avevo regalato per Natale, due anni fa... O le faccende che ti lascia tua madre... O le partite a scacchi contro Percy, che è l'unico che può riuscire a batterti... O...".

Hermione era partita in quarta e Ron rimase spiazzato.

"Ehi! Calmati Her...".

"No che non mi calmo! Non puoi lasciare sempre tutto a metà! Non si lasciano in sospeso le frasi, i compiti, i libri, le faccende di casa, le partite a scacchi, i baci... Tutto a metà, tutto! E non capisco cos'hai da ridermi in faccia!".

I baci... Ron finalmente capì il vero motivo di quella sfuriata improvvisa ed arrossì: Hermione stava aspettando solo lui, voleva una conferma... Ed era pronto a dargliela. Guardò quei suoi attenti occhi dorati e il cuore prese a battere più forte. La amava talmente tanto... La amava perché era dolce e "pericolosa", bellissima e semplice, paziente e severa, intelligente ed ingenua, ironica e seria... La amava perché lui sapeva esattamente che se in quel momento si fosse macchiato il naso e poi le avesse confessato i suoi sentimenti, lei gli avrebbe sicuramente fatto notare la macchia prima di rispondere alla dichiarazione. E così fece. Sotto lo sguardo perplesso di Hermione, prese un foglio pulito di pergamena, le tolse la piuma di mano e la intinse nel calamaio, per poi cominciare a scrivere. Quando ebbe finito, toccò la scritta con un dito e se lo portò al naso, grattandoselo con finta disinvoltura.

Le porse il foglio, su cui ora spiccava un grande "Ti amo".

Hermione lo afferrò, confusa, poi lesse e gli occhi le si illuminarono di gioia. Guardò il ragazzo che era ancora seduto di fronte a lei e...

"Hai del...".

"Hai dello sporco sul naso, a proposito, lo sapevi? Proprio qui" la interruppe Ron, avvicinandosi rapidamente e lasciandole un tenero bacio sul naso.

Restarono a guardarsi negli occhi, coi visi a pochi centimetri di distanza, mentre il sorriso felice di Hermione gli riscaldava l'anima come le fiammelle che lei si divertiva ad imprigionare in barattoli di vetro e che tanto lo affascinavano.

"Ti amo" gli sussurrò la ragazza, col tono più dolce che Ron avesse mai sentito.

Il rosso non resistette più: colmò il breve spazio che li separava e la baciò.

 

Fine flashback

 

Ron sfiorò delicatamente la mano di Hermione, mentre realizzava che i suoi ricordi migliori erano legati a lei: risate, magie e combattimenti, mescolati al sapore dei suoi baci. Erano passati anni da quel momento, ma lui continuava ad amarla come ama chi sa di avere tutto per sè il dono più bello che si possa ricevere, come ama chi trova la persona giusta e non sarà mai più in grado di rimanere solo. Dopo un ultimo bacio alla moglie e alla figlia, Ron decise di lasciarle dormire tranquille e di fare una rapida doccia. Una volta indossato il pigiama, si coricò sul letto e si accorse che sotto al suo cuscino c'era un foglio, così prese la bacchetta dal comodino e sussurrò: "Lumos".

Un gran sorriso si fece largo sul volto cosparso di lentiggini, mentre ammirava il disegno che la piccola Rose gli aveva fatto: in alto, con una grafia ancora inesperta ma spaventosamente ordinata c'era scritto: "Papà", mentre sotto ecco lui che la teneva sulle spalle ed Hermione con le mani sul pancione, accanto a loro. Sistemò con cura il piccolo capolavoro sul comodino, poi chiuse gli occhi e si addormentò, felice di non avere lasciato proprio tutto a metà.

   
 
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