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Autore: Sabu_chan    19/03/2015    1 recensioni
Una raccolta di drabble sui vari personaggi di Slayers, su particolari che non sono stati sviluppati a dovere nella serie, su richieste degli utenti del forum dedicato a questo fantastico anime/manga.
(Accettasi consigli o argomenti su cui svolgere le prossime, l'autrice è molto divertita da questa piccola sfida)
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di incantesimi si intendeva discretamente. Aveva seguito molte lezioni, alla maggiore obbligatorie per ovvi motivi formativi dettati dalla sua situazione famigliare, e testato le sue capacità in svariati modi, con la scusa di fornire la giusta punizione a chi meritava di pagare i propri debiti verso il mondo. Diciamolo, in fin dei conti si divertiva. Era un gioco insegnatole dal caro amato padre, e ormai troppo radicato nel suo animo fanciullesco per poter negare quanto le desse brio e soddisfazione sfoggiare la magia a tali scopi.
Certo la vita al di là di quei alti muri non rispecchiava la sua idea di mondo, un luogo in cui amore e benessere erano sovrani. Un po' come la sua famiglia, cercando però di accantonare le minacce e le perdite dolorose che negli anni avevano scalfito anche quel nido perfetto. Accantoniamo, si disse un giorno, ma non dimentichiamo. Ogni piccola esperienza, sia essa la più soffocante, deve darmi energia per combattere il domani e rendere l'altra parte il mondo più giusto... del mondo!
Viaggiando aveva incontrato altre valide figure da cui assimilare le migliori strategie e affinare le basi degli incantesimi. A dir la verità, alcune di queste figure non avevano fatto altro che farle vacillare i pensieri, chiedendosi quanto l'uso sconsiderato della magia o la brama dei beni materiali potessero davvero considerarsi per una giusta causa.
Altre figure, tanto più amabili, avevano indirettamente insegnato che c'è del buono anche dove cade l'ombra, e che in essa risiede il potere del sacrificio, del condividere momenti buoni e brutti, o più semplicemente che la compagnia della più improbabile tra le compagne di viaggio potesse rivelarsi preziosa. Non erano necessarie spiegazioni complesse e condite di termini tutt'altro che intuitivi: bastava dire partiamo e si partiva, per spirito di avventura, perchè l'aver accanto persone speciali è la migliore medicina per iniziare ogni viaggio.
Nemici, ahimè, esistevano e non era affatto pochi. Tremendi, malvagi, pronti a ogni sorta di crudeltà pur di affermare il proprio vantaggio sul debole prossimo. Quanti erano stati i combattimenti che si potevano evitare, e quanti ancora quelli giustificati da assurde motivazioni? I ricordi affioravano ogni volta da quel cassetto che mai si era chiuso del tutto e ogni volta davano una fitta al profondo. Un attacco all'orgoglio. Il mondo tanto sognato e per cui ogni secondo è stato speso, era forse un sogno infantile? Un modo per fuggire dal passato e credere che la speranza, la giustizia esiste davvero?
Poi, al termine di ogni lotta, una mano le si poggia sulla spalla.
Una mano ferita, pesante, dal guanto sgualcito e impolverato, dalla pelle che non è pelle. Un tocco sempre inaspettato, per quanto ormai ben memorizzato.
E' piacevole, quel gesto. Come lo è la figura che le fa questo dono. Non te lo aspetteresti mai, dal silenzio che lo avvolge ad ogni passo calcolato, dagli occhi addombrati da quella freddezza costante, da quel volto sfigurato dalla stessa magia che lei brandisce in nome di una qualche fantastica giustizia, ma la gentilezza che accompagna quelle dure labbra fa diventare tutto improvvisamente più bello.
E dire che, fino a qualche tempo prima, stentava a convincersi che non si trattasse di uno dei peggiori mostri scaturiti dalla sua fantasia di bambina.
Ora che aveva imparato cosa fosse la vita dopo le mura della città, come si ci sentisse ad essere liberi ma restando (di tanto in tanto, sforzandosi di non salire sulle cime degli alberi) con i piedi fermi per terra, a gustare il sapore dello scorrere del tempo con i giusti compagni di viaggio, poteva finalmente chiudere a chiave lo scrigno delle tristi memorie, pur senza mai gettarlo dal primo dirupo. A meno che si gettasse lei per prima.
Di mostri ve ne erano ancora tanti, malvagi o di animo buono che fossero. Di mostri nel cassetto rimanevano pochissime gocce e proseguendo la strada le avrebbe fatte asciugare. Quanto a chi le camminava a fianco, sorretto alla sua spalla dopo la battaglia, non vedeva traccia di mostruosità alcuna ma solo umanità, quella di cui sognava da piccola e che suo padre le narrava. 
Così anche domani partirà, un piede dopo l'altro, tra fuochi e fiamme, sorrisi e calore, per portare la vittoria della giustizia sul mondo.



Pur versando qualche lacrima dignitosa, non rinunciare ai tuoi sentimenti. Un giorno un miracolo verrà, prendilo come una possibilità.*









*
dal testo della canzone Stand Up!  di Masami Suzuki
 
   
 
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