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Autore: L_Honey    19/03/2015    0 recensioni
Mi chiamo Elise Lanvier e sono la vera protagonista del romanzo disastroso che è la mia vita. Forse la sto mettendo troppo sul drammatico. Non è che mi piaccia farlo, magari forse solo un po’, ma la maggior parte delle volte penso: “Cavolo! Ma queste cose succedono veramente a me?”.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Lysandro, Nathaniel, Professor Faraize, Rosalya
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La metà di ottobre era arrivata, l'aria intorno si faceva sempre più fredda ed il cielo si incupiva sempre più spesso. Sorprendentemente le mie buone abitudini mattutine restarono e riuscivo a saltare fuori dal letto sempre prima per raggiungere il parco ed evitare spiacevoli incontri. Dopo un mese di duri allenamenti la mia resistenza fisica era migliorata e riuscivo ad apprezzare di più la corsetta giornaliera che mi dava la carica per affrontare le giornate. Riuscivo a rilassarmi e ad aprezzare la quiete della città che cambiava intorno a me, con un sottofondo musicale che sceglievo accuratamente. Avevo iniziato a mangiare sano, svegliarmi presto e fare esercizio ma ancora non riuscivo ad integrarmi a pieno nella nuova scuola. Quella mattina mentre tornavo a casa dal parco iniziai a chiedermi se fossi io il problema, e se i miei sforzi per socializzare non si fossero ridotti troppo l'assenziale civile convivenza con i miei compagni. Certo avevo Rosa, nell'ultimo periodo avevamo passato sempre più tempo insieme ed era l'unica persona con cui riuscivo a confidarmi, ma anche lei aveva la sua vita, il suo ragazzo e mi sentivo come se le sue attenzioni non mi bastassero. Mi ritrovai senza troppa attenzione in bagno, sfilandomi la tuta e cercando un po' di conforto e lucidità sotto l'acqua calda della doccia, continuando a perdermi nei miei pensieri. Mi asciugai i capelli, li raccolsi in una treccia e mi infilai i primi vestiti che si trovavano sul bordo dell'armadio un pull bordeaux e un vecchio jeans a brandelli, guardandomi alla specchio notai l'espressione cruciata del mio viso e due occhiaie scure che incastonavano i miei occhi. Sospirai rassegnata e decisi di usare un filo di trucco per non spaventare troppo i ragazzi a scuola, poi afferrai il mio termos di tea, la giacca di pelle e mi avviai verso scuola. Giunta all'ingresso del cancello principale, mentre sorseggiavo il mio tea ai mirtilli, vidi con la coda dell'occhio Iris che come una forsennata scavava nel suo zaino. Mi fermai e le andai incontro. 
"Hey buongiorno! Perso qualcosa?" 
"Oh Elise. E' un disastro. Un vero disastro." 
"Calmati! Che succede?" 
"Non riesco a trovare il compito di biologia! E' un disastro! che cosa dirò al prof!?" 
"Ferma un secondo. Di che compito di biologia stiamo parlando?" 
Mi si gelò il sangue alle parole di Iris, mi bloccai completamente e una bruttissima sensazione iniziò ad albergarsi del mio corpo. 
"Il compito che ci ha dato Faraizer la settimana scorsa!! La scadenza era fissata per oggi!" 
Riuscì in quel momento a sentire l'ultimo battito del mio cuore e la mia bocca esalare l'ultimo respiro mentre intorno a me voci fuori campo gridavano "la stiamo perdendo, la stia perdendo defibrillatore 50 cc presto!!" 
"Ah. Quel compito." 
"Non mi dire che te ne sei scordata!" 
"Ehm. No, non me ne sono scordata è una cosa che non avevo proprio piazzato nella mia mente." 
"Perfetto siamo nei guai in due adesso!" 
Ci avviammo verso l'aula come due che stavano per raggiungere il capezzale intente a pregare e a cercare di confortarci a vincenda ripetendoci che infondo mal comune era mezzo gaudio. Magari il professore non se la sarebbe presa troppo e sarebbe stato comprensivo. 

"Non mi lasciate altra scelta che mettervi in punizione! Avete avuto una settimana per consegnare il compito e non ammetto più scuse siamo quasi a metà semestre!" 
"Ma professore ascolti..." cercò Iris in vano di articolare.
"No! Non voglio sentire più scuse. Vi tratterrete dopo le lezioni. Entrambe! Sono stato chiaro signorina Lanvier!?... Andate in sala delegati dopo la campanella e vedete cosa possono darvi da fare!" 
La cosa peggiore fu la strilliata davanti tutta la classe, i nostri compagni se la ridevano sotto i baffi. Ancora non mi capacitavo di come avevo potuto dimenticare così di consegnare un compito, ma a che diavolo pensavo. La mia posizione in quella scuola era già abbastanza precaria mi ci stavo mettendo pure di impegno ad aggravarla. L'unica nota positiva a cui riuscivo a pensare è che almeno non ero sola e poteva essere un ottimo mezzo quello della punizione per cercare di legare con Iris. Il resto delle ore di lezione passarono lente e logoranti tra uno scarabocchio, due righe di appunti e le battute di Rosa che cercava di tirarmi su il morale. Aveva addirittura cercato di consolarmi con lo shopping, e ci accordammo per andarci il giorno successivo. A quanto pare si avvicinava il compleanno del fidanzato e voleva disperatamente dell'intimo nuovo. Mi fece molto ridere la convinzione con cui descriveva l'articolo che stava cercando e per un qualche istante ne fui anche un po' gelosa. Il suono della campanella finalmente arrivò e io e Iris ci guardammo rassegnate mentre recuperavamo le nostre cose per riporle negli zaini. 
"Elise, ti dispiace andare da sola in presidenza a chiedere della nostra punizione? Io devo cercare mio fratello e dirgli che non possiamo tornare a casa insieme!" 
"Certo non preoccuparti, ci rivediamo qui tra qualche minuto!" 
"Grazie mille, a tra poco allora." 
Mentre mi avviai verso la presidenza iniziai già ad immaginarmi la faccia che Nathaniel avrebbe fatto scoprendo che ero stata messa in punizione. Pensavo davvero che  avrebbe cominciato a farmi il terzo grado anche lui. Ah Nathaniel, ultimamente avevamo inziato a fare un sacco di cose insieme, ed ogni giorno che passava mi rendevo conto di apprezzarlo sempre di più. Il martedì era il giorno della tazza di caffè mattutino che a turno portavamo e bevevamo insieme o in cortile o nella saletta d'attesa della sala delegati se doveva lavorare. Il mercoledì mi riaccompagnava a casa dopo i club perchè diceva che le attività extra mi demoralizzavano e una me demoralizzara era un lui senza la sua dose di risate quotidiane così si offriva di tirarmi su il morale. Si, la giustificazione che usò mi sciolse talmente il cuore che ancora adesso ricordo le esatte parole e l'esatto tono che fece. Il venerdi pomeriggio invece studiavamo insieme in biblioteca, o meglio lui studiava io passavo la maggior parte del tempo a contemplare le sue espressioni, motivo per cui quel giorno mi trovavo in quella situazione. Ci era anche capitato di andare al cinema insieme una volta davano la versione originale di "The Big fish" e ci andammo con piacere. Persa nei miei pensieri sul mio principe azzurro mi ritrovai difronte la porta della presidenza titubante sul dafarsi. Girai con poca convinzione la maniglia della porta ed entrai, ma la prima figura a paramisi davanti non fu quella di Nathaniel. 
"Ciao Melody, che ci fai tu qui?" 
"Oh ciao Elise! Beh ecco io ci lavoro qui, ogni tanto do una mano a Nath con le scartoffie." 
"Ah, capisco. Beh ecco lui dov'è?"
"Perchè lo cerchi?" 
"Oh beh... vedi avrei un piccolo problemino da risolvere con lui!" 
"Problemino!?" 
In quel momento a salvarmi da quell'interrogatorio fu una testa bionda che comparve dall'altra sala con una pila di documenti in mano forse più alta di lui. 
"Elise, ciao! Che fai qui? Ho dimenticato qualche appuntamento? Sono sommerso oggi scusa!" 
"Ciao!" gli risposi allegra e pimpante "No, in verità sono qui per altro oggi." 
"Ovvero?" 
"Ecco ci sarebbe una piccola, piccolissima eh, questione di cui dovremmo discutere io e te." 
"E sarebbe..." Mi incitò con i gesti ad argomentare la mia affermazione 
"BEH!" Squittì io "E' successa una cosa buffa veramente buffissima sai... e insomma non so come mi sono ritrovata, sai non che l'abbia fatto apposta eh! Figuriamoci se sono il tipo!" 
"Elise che cos'hai combinato?" 
"Perchè pensi che abbia combinato qualcosa?" 
"Perchè stai cercando di girarci intorno da troppo tempo." sospirò. 
"Insomma, mi devi dare una punizione." 
"Perchè?" disse secco
"Ok, lo so che stai per iniziare, non è stata colpa mia ho dimenticato un piccolissimo compito che ci era stato assegnato e il prof non ha gradito e insomma per fartela breve io sono qui Iris è in classe e abbiamo bisogno che tu ci dia qualcosa da fare." 
"Non ci posso credere." 
"Non guardarmi così ti prego." 
"Come dovrei guardarti? Lo sapevo che fosse impossibile che avessi già finito di studiare venerdi!" 
"Venerdì?" Ci interruppe Melody. In realtà mi ero completamente dimenticata che ci fosse anche lei nella stanza. 
"Siamo andati a studiare insieme." rispose lui incurante senza mai staccare i suoi occhi dai miei, poi riprese "Va bene signorina c'è il laboratorio di scienze da ripulire e il sottoscala imbrattato tu e Iris potete iniziare da lì" 
"Perfetto." Gli risposi sospirando e feci per andarmene quando mi prese per un braccio e mi fermò 
"Passa di qui quando hai finito." Mi disse serio in volto e la cosa quasi mi inquietò. 
"Sarà fatto signore." Gli risposi abbozzando un sorriso. 
"I secchi e gli stracci sono nello scabuzziono del sottoscala." 
"Bene. Ehm, ci si vede Melody buon lavoro" 
"Oh anche a te Elise." 
Sgusciai fuori dall'ufficio e pensai tra me e me che sarebbe potuta andare peggio, infondo avevo solo visto finalmente lo sguardo deluso di Nathaniel rivolto a me che cosa sarà mai. Raggiunsi Iris in classe e le detti istruzioni, recuperammo i secchi e andammo nell'aula di scienze. Incominciai a raccontarle tra una strofinata e l'altra che ormai era diventata un abitudine per me ripulire il suolo scolastico e che probabilmente avrei dovuto iniziare a pretendere di essere pagata. Ridemmo tanto lei mi raccontò storie imbarazzanti su suo fratello e sul suo primo anno di liceo per farmi sentire meno goffa. Una volta finito di lavare il pavimento dell'aula ci avviammo verso il seminterrato per ripulire degli stupidissimi graffiti che erano stati fatti da chissà chi qualche giorno prima. Mentre scendevamo le scale sentimmo entrambe della musica proveninte da una delle vecchie aule del seminterrato e dopo esserci guardate come due complici al seguito di un piano maligno io e Iris ci soridemmo e andammo ad indagare. Abbandonati secchi e strofinacci ci attaccammo con l'orecchio alla porta e dalla serratura cercai di sbirciare. A un certo punto la musica fini ma io ero sempre più curiosa, mi piaceva quel motivo e volevo davvero sapere cosa stessero facendo a quell'ora in uno dei meandri abbandonati della scuola. Mentre ero intenta a sbirciare, intravedendo ombre e sentondo voci, la porta della stanza si aprì di colpo e io mi ritrovai a perdere l'equilibrio sprofondando la faccia sul pavimento. Mi ci volle qualche secondo di ripresa, mi aggiustai la faccia con le mani e vidi davanti a me un paio di converse rosse accese. Iniziai a salire con lo sguardo e più salivo più una certa familiare sensazione si impadroniva di me. 
"Non ci posso credere, stai diventando un ossessione ragazzina." 
Dio, perchè!?
Spalancai la bocca intontita e visibilmente irritata quando dietro di me Iris incominciò
"Potresti essere anche più gentile Castiel con le persone" 
"Oh Iris non ti ci mettere è lei che è una stalker!" 
"Stalker a chi!?!" Ribattei di tutta risposta 
"A te che mi segui ovunque!" fece lui 
"Io non ti seguo proprio da nessuna parte! E' dio che mi punisce non so per cosa mettendomi sempre te tra i piedi!" 
"Ammettilo una buona volta che non sai resistermi!"
"Ammettilo una buona volta che sogni ad occhi aperti!" 
"Hey smettetela voi due" riprese Iris 
"Non potrei essere più d'accordo, siete chiassosi." una voce sconosciuta aggiunse ditro le spalle di Castiel. 
Non passò molto dal dare a quella voce calda e morbida un volto. E credetemi era un volto angelico. Mi mise davanti un ragazzo alto, con i capelli lucenti e due occhi strani e affascinanti incastonati nel viso più perfetto che avessi mai visto. Mi tese una mano per aiutare ad alzarmi io la afferrai con poca convinzione e un visibile imbarazzo, quando mi rimisi in piedi la sua mano nella mia divenne una stretta e si presentò. 
"Io mi chiamo Lisandro, tu devi essere la ragazza nuova!" 
"Mi chiamo Elise, piacere di conoscerti" gli risposi sconcertata. 
"Va bene vi siete presentati possiamo andare. E' sempre un dispiacere ragazzina, Iris ci vediamo a casa." 
"Dispiacere reciproco dolcezza." 
"Ciao Cass" fece lei 
Lisandro ci abbozzò un sorriso gentile e subito i due partirono insieme. 
"Aspetta! CASA!?" Mi rivolsi a Iris sorpresa 
"E' mio fratello!" 
"Cosa!?!?!?" 
"Castiel è mio fratello." 
"E' stato bello essere amiche Iris" 
"Oh andiamo non mi dire che ti fai fermare da così poco!" 
"Non ci posso credere. Aspetta quindi tutte quelle cose che mi hai raccontato prima! Non ci credo ho materiale per prendermi gioco di lui per la sua intera esistenza" 
"Lieta di averti aiutata, avanti si sta facendo tardi dobbiamo finire il lavoro!" 
Ci mettemmo un infinità a finire di pulire quei tag, facemmo avanti e indietro dal bagno mille volte prima di riuscire a sbiadirli, intanto che strofinavo però non potevo fare a meno di pensare alle grandi rivelazioni della giornata Iris e quel maniaco del fratello e poi quel ragazzo nuovo dalla voce profonda. Guardai dalla finestra e mi accorsi che era completamente buio quando finimmo. Riposti tutti gli arnesi detti un bacio veloce a Iris per salutarla e andai abbattuta a prendermi la seconda parte della mia partaccia da Nathaniel. Pensai tra me e me che era carino anche quando si arrabbiava. Entrai in ufficio e fui lieta di vedere che Melody non aveva fatto gli straordinari con lui. 
"Hey che dici andiamo a casa?" tentai un approccio morbido sperando si fosse arreso e che fosse troppo stanco per sgridarmi 
"Sono esausto." crollò tra i fogli spofondandoci la testa e i suoi capelli biondi cascarono ovunque.  
"Lo so, è tardi, basta per oggi" gli dissi con dolcezza cercando di arruffianarlo un po' e mi misi dietro di lui alzando le mani all'altezza delle sue spalle per poi prendergliele e cominciare lentamente a massaggiarle. 
"Non sarà un massaggio a salvarti lo sai?" mi rispose alzando la testa piano e verso di me e i nostri occhi si incontrarono ancora.  
"Lo so, ma mi fa piacere lo stesso aiutarti a rilassarti!" feci con nochalance 
"Oggi è stato assurdo sto preparando tutti i documenti per programmare gli eventi di metà semestre!" 
"Che eventi ci saranno?" continuai il mio massaggio lento e ad affondi 
" Top secret ancora per un po', ti prego non smettere." disse tornando a sprofondare la testa nei fogli 
"Sei ancora arrabiato con me?" 
"Non sono arrabiato, ma sei una sconsiderata. E non voglio una prossima volta" 
"Non vuoi massaggi alle sei del pomeriggio, in una scuola vuota?" gli ammiccai
"Se è perchè ti sei trattenuta per una punizione no." mi rispose farfugliando da sotto le scartoffie 
"Sai non è stato male. Ho passato del tempo con Iris ed è davvero simpatica. Poi ho conosciuto un ragazzo nuovo!"
"E sarebbe?" continuava a farfugliare sotto la mia lenta morsa 
"Oh si chiama Lisandro e l'ho beccato con Castiel a suonare in un aula nel seminterrato!" 
"Già non hai idea quanto ci abbia combattuto per farlo smettere di usare la scuola come sua personale sala prove!" 
"Non hai avuto successo eh?" 
"E' un idiota." ammise rassegnato 
"Concordo." 
"Andiamo ti accompagno a casa!" 
"E' un bonus per il massaggio?" 
"Il tuo bonus è il non finire di striliarti. Ritieniti fortunata!" 
Ci avviammo entrambi verso casa al lume di luna discutendo accesamente su quale fosse il miglior Sharlok Holmes della storia del cinema e per la prima volta ci fermammo a casa sua per recuperare in libro che voleva assolutamente che leggessi. Mi fermai sbalordita difronte all'enorme cancello d'accesso a quella che era la villa più impressionante che avessi mai visto. Restai per qualche minuto a bocca aperta senza dire niente mentre Nathaniel cercava le sue chiavi nella borsa. 
"Nath, scusa se te lo chiedo, ma sei ricco alla Richie Rich o cosa?" 
Lui scoppiò a ridere ma si fece visibilmente imbarazzato in volto. 
"Non proprio. Insomma è solo una casa." 
"Ah ceeeerto, solo una casa." 
Evitò di parlarne e ci incamminammo nel vialetto che dava verso un ingresso gigante con scalinate e colonne bianche. Tutt'intorno era pieno di fiori e l'aria era profumata. 
"Aspettami qui ci metto un attimo scendo e ti accompagno a casa" mi disse mentre girava le chiavi nella serratura del portone 
"Figurati, tranquillo!" 
Mentre mi guardavo intorno per ingannare l'attesa mi misi a giocherellare contando i miei passi e fingendomi una super acrobata intenta a preparare una pericolosa manovra su di un filo. Non riuscivo a crederci era bello, intelligente e ricco, mi sembrava quasi finto quel mio principe. Mentre mi perdevo ancora una volta nei miei pensieri una voce stridula alle mie spalle mi riportò alla realtà. 
"E tu chi saresti scusa!?" 
Mi girai di scatto e mi ritrovai davanti una bambolona bionda più o meno alta quanto me ma che i capelli voluminosissimi facevano sembrare enorme. Aveva dei bei lineamenti ma il suo viso era decisamente troppo truccato e rendeva impossibile decifrare un età. Mi soffermai sull'ampia scollatura che aveva e che le metteva in bella mostra il petto prosperoso. Decisamente eccessiva, pensai. 
"Sono un amica di Nathaniel, lo sto aspettando" feci tranquilla 
"Un amica del mio Nath? Non penso proprio." 
"Scusa!?" 
"Hai capito benissimo, non sei assolutamente all'altezza cocca!" 
"Esattamente cosa vorresti insinuare -cocca?" 
"Ma ti sei guardata recentemente? E poi sul serio lo stile darkettona è passato da un pezzo, ricuciti quei jeans!" 
"Come diavolo ti permetti razza di-"
Per fortuna Nathaniel ci interruppe, o meglio interruppe il mio sbocco camionista. 
"Ambra ti sembra l'ora di tornare a casa?" 
"Sono andata a fare shopping. Ma questa dove l'hai pescata?" 
"Questa!?" 
Nathaniel mi prese per un braccio e mi fermò ancora. 
"E' una mia cara amica e non ti permetto di essere maleducata con le mie amiche." 
"Fai come ti pare, peggio per te. Ci vediamo dopo" fece allontanandosi e sganciando un veloce bacio sulla guancia di Nathaniel che di istinto lasciò la presa dal mio braccio in quel preciso momento. Ero allibita e sconcertata. Ma chi cavolo era quella pazza uscita dal salone di Barbie parrucchiera. Non mi ero mai sentita più offesa in vita mia. 
"Ti prego di voler scusare il comportamento infantile di mia sorella!" 
"Sorella!?" 
"Non vi siete mai incontrate? Eppure anche lei è nella nostra stessa scuola"
"Ma che avete tutti oggi? Vi hanno scambiato i fratelli alla nascita?" 
"Cosa!?" 
"Niente lascia perdere, vado a casa." 
"Elise lasciati accompagnare." 
"Non fa niente segretario sei a casa infondo e io non sono troppo lontana, faccio due passi per schiarirmi le idee" 
"Ma non se ne parla!" 
Abbozzai un sorriso tenero e lo presi per la spalla 
"Non ti preoccupare, non mi rapiranno." 
Dopo quella giornata avevo proprio bisogno di digerire tutte quelle storie e non so perchè ma mi ero veramente offesa e non volevo continuare ad avere la compagnia di Nathaniel. 
"Se proprio ci tieni." 
"A domani!" 
"Ehm si... a domani Elise." 
Imboccai il cancello senza mai guardarmi indietro non lo so l'avevo presa male e basta. Ritornai a casa e buttai lo zaino da una parte prima di sprofondare la faccia nel cuscino. Mi sembrava davvero incredibile come due persone così piacevoli come Nathaniel e Iris potessero avere dei fratelli così insopportabili. Per di più quello che mi aveva detto quella vipera mi risuonava ancora chiaramente in testa, io non ero all'altezza di Nathaniel secondo lei, e questo pensiero iniziò seriamente a farsi largo in me. Decisi che a pancia piena ci avrei ragionato meglio e scesi in cucina per affondare i denti su qualcosa. Presi dallo snack un post-it che mia zia aveva lasciato avvisandomi che non sarebbe rientrata per cena, lavorava decisamente troppo quella donna. Aprì il frigo nella speranza di qualche avanzo sopravvissuto ma niente. Presi una pentola un po' di riso e qualche verdura a volo. Dopo mangiato feci i piatti e ritornai in camera mia per piazzarmi davanti l'armadio in meditante contemplazione. 
"Cosa potrei mettermi domani!?" 
Volevo fare davvero bella impressione e forse sarebbe bastato badarci un po' di più. 
Dopo circa un ora di cambi e scambi e di attenta meditazione crollai sul letto e mi abbandonai a pensieri migliori.
Il giorno dopo la sveglia suonò come ogni giorno alle sei in punto. Mi alzai un po' a fatica, mi trascinai fuori casa e iniziai la mia corsetta mattutina. Aprì l'app radio sul mio cellulare e la prima canzone che partì in shuffle fu Mexico degli Incubus, decisi senza pensarci troppo che una cosa valeva l'altra e misi le cuffie alle orecchie. Mi sentivo svuotata e contemporaneamente mi perdevo nel vuoto, arrivai al parco distrattamente, il sole non stava appena sorgendo e tutto era così calmo intorno.  Dopo circa quattro o cinque giri a vuoto del parco stavo per tornare a casa, avevo lo stomaco che mi brontolava e mi sentivo veramente stanca. Mi avviai verso l'uscita quando notai la chioma rossa e la faccia da schiaffi di Castiel che veniva dalla mia direzione. 
Dannazione pensai subito. 
Si mise a marciare sul posto davanti a me e io gli passai di fianco incurante. Insoddisfatto mi seguì e mi tirò una delle cuffiette dall'orecchio. 
"Sto parlando con te ragazzina." 
Mi fermai di colpo e tutta la rabbia che avevo accumulato fluì tutta dagli angoli più remoti del mio corpo alla mia bocca
"Oh scusa Mr pipì a letto fino alla 5 elementare sta parlando con me?" 
"MA CHE CAVOLO!?" 
"Oh già, ho avuto una piacevolissima conversazione con Iris ieri dolcezza." 
"Non so se uccidere prima te o lei. Infondo siamo qui soli nel parco, potresti urlare quanto vuoi e nessuno ci sentirebbe" 
Si stava avvicinando sempre più pericolosamente a me mentre io cercavo di indietreggiare la sua faccia era un ghigno mentre continuava
"Ti prenderei piano e getterei il tuo corpo in qualche cespuglio. O potrei seppellirti tra le foglie." 
Era ad un passo dal mio viso e io avvampai 
"Interessante" cominciai imponendomi una faccia di bronzo "Mi chiedo cosa direbbe tua cara mammina se sapesse che suo caro figlio è uno psicopatico assassino... com'è che ti chiama lei!? Ah già il suo piccolo Cassy!" 
"Adesso basta vieni qui!" 
Cerco di bloccarmi in una morsa ma con rapidità di riflessi riuscì a scansarlo e iniziai a correre con tutte le mie forze verso il cancello d'uscita gidando giunta a debita distanza ma senza mai voltarmi
"Ci si vede a scuola piccolo Cassy. Siamo pari adesso!!" 
Fu di sicuro quella la cosa più soddisfacente di sempre.
   
 
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