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Autore: Rox    15/12/2008    0 recensioni
Aries Mac'Mahon è una ricercatrice farmaceutica orfana e irlandese. Per un contratto di lavoro, si trasferisce in Giappone dove si ritrova a lavorare alla Ryuzaky Pharmaceutical.
Ed è proprio li, mentre aspetta per firmare il contratto di lavoro, che vede dei quadri che riprendono dei sogni che faceva fin da quando era bambina.
Conosce la figlia del magnate e con lei esce a bere un caffè dove consoce le amiche di lei.
E, senza nemmeno rendersene conto, si ritroverà a dover affrontare la sua identità.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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rayearth6 Aries lo guardò sobbalzando. involontariamente la sua mano andò a toccare i suoi lunghissimi capelli mossi, scostandosi una ciocca dal viso.
"Come mi hai chiamato?" gli chiese con voce tremula.
Non sapeva perchè ma quel nome le suscitva impressioni e sensazioni molto forti: affetto, amore, ma anche disperazione e dolore.
Lantis scosse la testa e un triste sorrise gli comparve sul viso.
"Saphire... Non pensavo che avrei potuto rivederti mai su questo pianeta. Non era previsto"
Aris scosse la testa e sentì la teata girare e proprio mentre si sentiva svenire, un paio di braccia muscolose, la sostennero per la vita e alzando gli occhi, incontrò il volto preoccupato di Geo.
"Geo... ma che significa... Io non mi chiamo Saphire! Io sono Aries! Aries Mc'Mahon! Non ho mai messo piede su questo pianeta! Sono una ricercatrice farmaceutica! Non sapevo nemmeno che esistessero altri mondi e pianeti. Perchè mi state appioppando nomi che non sono miei?"
In un impeto di stizza, si discostò dalle braccia che ancora la trattenevano e guardò Lantis:
"Sei un bugiardo! Noi non ci siamo mai visti! Non so nemmeno chi diavolo sia tu!"
Lantis scosse la testa e sospirò.
"Ti prego di credermi, Saphire, non ti sto raccontando nessuna bugia... Tu sei una persona, diciamo, molto particolare. Saphire tu...."
"BASTA!"
L'urlo che le usci dalla bocca sorprese pure lei, ma ciò che stava provando, ciò che sentiva ogni qualvolta veniva pronunciato quel nome, le anebbiava completamente il cervello e richiamava in lei sensazioni troppo forti e sconvolgenti perchè potessero passare inosservate.
"Io non mi chiamo Saphire! IO sono ARIES! E nulla di ciò che potresti dirmi, mi farà cambiare idea!"
Lantis scosse la testa e sospirò e i suoi occhi incontrarono quelli di Luce che lo guardavano con un'espressione di completa incredulità dipinta in volto.
"Sap.... Aries, ti prego di starmi a sentire. C'è qualcosa che devi assolutamente sapere, sopratutto ora che ti trovi su Sephiro, perchè dalle tue scelte e dal semplice fatto che ti trovi di nuovo qui, potresti compromettere la pace che, faticosamente e sopratutto grazie ai sacrifici dele tue amiche, questo pianeta ha finalmente raggiunto."
Lantis la guardò direttamente negli occhi e per la prima volte, le sorrise:
"Ti prego, Aries, devi ascoltarmi"
E, sorprenderdo anche se stessa, Aries annuì.

Ripercorrere quegli stessi corridoi che prima aveva percorso da sola, le dava la sensazione di uno strano deja-vù che la lasciava decisamente infastidita.
Anche la sua reazione di prima, quello scatto di isteria che l'aveva colpita, non era per niente da lei.
L'occhio però le scappò su Luce che ora camminava di fianco a Lantis, sfiorandogli in un modo abbastanza casuale, ma non troppo, la mano con la sua, come per volergli infondere un po' della sua forza e, sopratutto, fargli capire che lei era li.
Anche Anemone sembrava accompagnata da uno strano ragazzo dai capelli verdi e i suoi occhi riplendevano di luce propria.
Mentre Marina era sola e non sembrava nemmeno troppo gradire la presenza di Geo, come le confermavano le occhiatacce che gli rivolgeva ogni qual volta lui provava ad instaurare una conversazione con lei.
Ben presto si ritrovarono nei Corridoi della Stirpe, la galleria piena di quandri che prima l'aveva così tanto affascinata.
E proprio davanti alla rappresentazione della donna dai lunghi capelli biodi, Lantis si fermò:
"Qui inizia la tua storia, Aries.
Ed è la storia che riguarda chiunque si trovi qui in questo momento.
La donna che vendi in questo quadro è la Principessa Emeraude.
La prima cosa che devi capire di questo pianeta è che tutto è governato dalla volontà di chi lo abita, nel senso che solamente volendo con tutte le proprie forze che il pianeta sopravviva, esso prospererà e continuerà ad esistere e questo, grazie a Luce, ora è un compito che spetta a tutti i cittadini di Sephiro.
Ma una volta le cose non funzionavano così: una volta il compito di pregare per Sephiro e per la sua vita, spettava solamente a una persona sola, a una Colonna Portante che doveva avere in mente solamente il bene del proprio paese, sacrificando i suoi desideri per poter pregare.
Questo era il compito di Emeraude.
Era affiancata in questo suo compito da varie persone: io ero il capo delle guardie, Guru Clef era il più potente stregone di Sephiro e infine c'era lui, Zagato, mio fratello, come sacerdote personale della principessa" e le indicò il quadro seguente dove un uomo dai lunghi capelli neri e occhi penetranti la fissava con intensità.
"Quello che non doveva succedere, però, accadde ed Emeraude si innamorò di Zagato e per il paese iniziò la rovina.
Mostri iniziarono a infestare ogni luogo di questa terra e l'equilibrio fu compromesso: la principessa non pensava più solamente al suo pianeta, ma al suo amore contrastato per Zagato.
Si rendeva però, perfettamente conto che con l'andare avanti del tempo, le cose sarebbero solamente peggiorate finchè lei, corrosa dall'odio per il suo ruolo, avrebbe infine pregato per la distruzione dell'intero pianeta"
Aries a queste parole sobbalzò e di un passo si avvicinò all'uomo guardandolo negli occhi per esortarlo ad andare avanti.
"Per questo motivo, la sua ultima preghiera, fu rivolta ai Cavalieri Magici: esseri provenienti da un'altro pianeta che avrebbero governato i tre elementi magici più potenti, Acqua, Aria e Fuoco, e che sarebbero riusciti a salvare il pianeta. Questi tre Cavalieri furono e sono Marina, Anemone e Luce.
Il loro compito fu molto arduo, Aries, perchè oltre al fatto di essere state trasportate su un pianeta diverso dal loro, il compito che era stato assegnato loro, era quello di uccidere prima Zagato e infine la principessa Emeraude per poter salvaguardare il pianeta e riuscire a trovare una nuova Colonna Portante.
Ma ritornate sulla Terra, dopo aver adempiuto all'ultima volontà della Principessa, i Cavalieri magici tornarono una seconda volta su Sephiro perchè, mancando la colonna portante, pianeti del nostro sistema tentarono di impadronirsi di Sephiro.
Riuscimmo infine a individuare due possibili contendenti al ruolo di Colonna: Aquila e Luce" e indicò i rispettivi quadri.
"Ma Aquila si sacrificò in combattimento e infine Luce venne insignita del ruolo di Colonna Portante e restituì agli abitanti di Sephiro, la responsabilità di collaborare tutti affinchè Sephiro potese continuare a vivere senza che qualcuno si sacrificasse"
Aries annuì, ma alzò le spalle.
"Mi spiace per tuo fratello, per la principessa e sono felice che tutto si sia sistemato, ma non vedo cosa io possa centrare con questa storia"
Lantis annuì e sospirò, voltandosi a guardare il ritratto di Emeraude e ZAgato.
"Quello che ti ho raccontato, è la versione ufficiale della storia, ma c'è una parte che nessuno conosce se non io e Guru Clef.
A causa di quello che ti sto per raccontare, io mi autoesiliai da Sephiro per poter riuscire a sopportare, almeno in parte, una specie di purificazine dagli atti che avevo compiuto in passato e per i quali mi odiavo profondamente,
Emeraude e Zagato non ebbero mai solamente un amore platonico, ma riuscirono ad incontrarsi moltissime volte nelle quali consumavano il loro impossibile amore.
Ma questi incontri generarono una nuova vita che cresceva sempre più nel ventre di Emeraude finchè sia io che Guru Clef ce ne accorgemmo.
Andammo su tutte le furie, io litigai furiosamente con mio fratello e Guru Clef tentò di far rinsavire la principessa che aveva intenzione di crescere il figlio suo e di Zagato come un bambino qualsiasi.
Non riuscimmo a far cambiare loro idea e giuro che ci provammo in tutte le maniere.
Finchè arrivò il giorno del parto.
Quel giorno Zagato non era presente nel castello perchè dovette occuparsi di faccende esterne ad esso.
Quindi la prima persona che Emeraude chiamò quando iniziarono le doglie, fu Guru Clef, il quale mi chiamò esponendomi il suo piano.
Il bambino dopo molte ore di travaglio nacque e si scoprì che era stata partorita una bambina.
Era il 31 marzo.
Approfittando del fatto che la principessa sarebbe stata troppo stanca per poter usare i suoi poteri, Guru Clef mi aiutò a vestirmi come Zagato e nelle vesti di mio fratello mi presentai a Emeraude e le portai via la bambina con l'inganno.
Venne aperto un varco infraplanetario e quella bambina venne deposta davanti alla porta di un orfanotrofio terrestre.
La città in cui venne abbandonata era Dublino e quella bambina sei tu Aries.
L'unica testimonianza di quella nascita, fu un unico monile incantanto con su inciso il nome della bambina: Saphire.
Nessuno è mai riuscito ad aprire quelo ciondolo e nessuno sa cosa contenga, ma sappiamo che solamente quella bambina riuscirà ad aprirlo.
Dopo che ebbi ingannato mo fratello, la mia principessa e abbandonato mia nipote in un mondo completamente sconosciuto, lasciai il mio ruolo di capo delle guardie di palazzo e vagai, ramingo, di mondo in mondo, tentando di scontare la mia colpa con l'esilio."
Una lunga pausa cadde su tutta la sala e infine Lantis si voltò e guardò la giovane donna che lo fissava con occhi terribilmente tristi e pieni di lacrime.
"Se ti stessi chiendendo come sia possibile che tu sia quella bambina data la tua età, ti voglio avvisare che il tempo della terra e quello di Sephiro,non coincidono. Può andare più lento o più veloce, fermarsi o accellerare. Non ha regole. E noi avevamo stimato che la piccola Saphire, dovesse avere sui venticinque anni. "

Aries ascoltò tutta la storia in silenzio.
Ogni parola, ogni avvenimento le riportavano alla mente solamente una cosa: lei aveva vissuto completamente sola per tutta la vita, solamente per un inganno.
Un inganno.
Il pensarlo e il trovarsi a schiaffeggiare quello che realizzò essere suo zio, furono due azioni complementari e consecutive.
L'uomo accettò lo schiaffo senza scomporsi e lentamente la fissò negli occhi:
"Se mai vorrai vendetta per quello che ti ho tolto, se mai vorrai giustizia per la tua infanzia di solitudine o se mai riuscirai a perdonarmi, io sarò li, Aries, per qualsiasi cosa tu decida."
E, lasciandola davanti a dei freddi ritratti, scomparve nel corridoio tentando di scappare da ciò che pensava di aver espiato, ma che in realtà era ancora li a consumargli l'anima
  
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